31 maggio 2006

Cure omeopatiche


La malattia:

Uno strano malessere che colpisce subdolamente. Si inizia ad essere, anche giustamente, infastiditi da certe reazioni isteriche a cose come le famigerate vignette di Maometto. Si continua sentendo Yvonne Ridley sull'Islam Channel che dice che il Califfato deve comprendere tutti i Paesi in cui viva almeno un musulmano. La malattia comincia a manifestarsi in maniera conclamata quando si sentono i portavoce di gruppi che si suppongono moderati (MCB) affermare che un tizio che viene arrestato dopo aver passato un paio d'anni in madrasse integraliste in Pakistan e Afghanistan, essere tornato qui, aver comprato TUTTI gli ingredienti per una bomba in grado di tirar giu' un palazzo (compresi 600 chili di fertilizzante azotato, e vive in appartamento senza neanche le piante sul balcone), essere stato ascoltato e registrato mentre discuteva con 3 amici i posti migliori da far saltare in aria in base al numero di vittime previste, e' stato arrestato solo perche' la polizia e' islamofoba.

A questo punto, la situazione e' diventata grave: dove si parla di Islam non si riesce piu' a distinguere fra centinaia di migliaia di persone intelligenti, ragionevoli, che tendono a giurare su un libro sacro diverso (suppongo: sono ignorante come una bestia, non ho paura a dirlo, e non so se giurare sul Corano sia haram) e alcune decine, o centinaia, di solenni testedicazzo che se non si facessero saltare in aria per il Profeta sarebbero capaci di farlo per l'Arsenal o per il Piano Quinquennale o per l'Impero (quello britannico o quello di Palpatine, che molti di questi qui considerano la realta' un caso particolare).

La malattia e' grave e seriamente degenerativa. Si comincia ragionando sui problemi e sulle questioni, e si finisce a strepitare come la Vergogna della Toscana, e nonostante quello che dicono molti medici, la cura tradizionale, fatta di informazione e studio, non serve. Non serve perche' scremare le fonti a priori e' difficile se non impossibile, e fra le fonti di studio usate ci sara' sempre qualche testadicazzo che cerca di farsi passare per "moderato" (che poi e' un termine che non mi piace, ma spero sia chiaro a cosa mi riferisco) - e quando, com'e' il mio caso, hai gia' dei pregiudizi, un testadicazzo ti fa in testa piu' rumore, perche' conferma le tue aspettative, che dieci commentatori seri e razionali che dicono che Abu Hamza, prima che un criminale, e' un deficiente. Risultato, piu' ti informi in questa maniera, peggio stai. La degenerazione, a questo punto, rischia di diventare irreversibile.

La cura:

La cura, sorprendentemente, segue i principi omeopatici, soprattutto quello di curare il simile con il simile.

Lasciate perdere i diecimila siti di informazione sull'Islam, lasciate perdere il volontariato, lasciate perdere il contatto personale e lo studio. O meglio, praticateli, ma dopo che sarete guariti. E per guarirvi, cominciate a visitare siti e blog di gente per cui la malattia e' gia' ad uno stadio irreversibile (in molti di questi casi era genetica, sia chiaro, e quindi non sarebbe stato comunque possibile curarla). Ce ne sono a strafottere, ma aiuta se siete anglofoni, perche' quelli italiani sono in generale talmente patetici da sembrare una parodia.

Provate quelli americani: Gates of Vienna, Infidel Bloggers Alliance, JihadWatch, Little Green Footballs, Islamophobic (notare l'understatement), tanto per cominciare. Qui il pregiudizio funziona all'incontrario: specie all'inizio, sembrano dire diverse cose ragionevoli in mezzo alle (comprensibili) puttanate. Vabbe', uno dice, hanno dei pregiudizi, pero' almeno difendono la liberta' di espressione e il laicismo, che e' gia' qualcosa, di questi tempi.

Ci si mette una settimana, due al massimo, a notare le prime cose che non vanno. Prendi il caso Ayaan Hirsi Ali; che e' una donna che ha fatto delle cazzate, ha commesso diversi errori, ma che, tutto sommato, ha detto, forse nella maniera sbagliata e da un pulpito su cui s'era fatta trascinare senza rendersi conto dell'errore, diverse cose vere; e quando alla fine e' stata sacrificata sull'altare di quel razzismo incistato nel suo partito e di cui non aveva mai voluto riconoscere l'esistenza, ecco che i siti suddetti, dopo averla osannata come martire per i primi giorni, hanno cominciato a nicchiare. Si', certo, ha detto molte cose vere, ma. Ma cosa?, dice uno. Ma e' atea. Ma e' femminista. Siamo sicuri che sia compatibile con i valori dell'American Enterprise Institute?

(Comunicazione di servizio: l'esempio precedente e' stato accuratamente scelto per prevenire eventuali futuri scambi di complimenti con Dacia Valent, che vox populi vuole sia una bella donna e mia moglie e' gelosa; e anche per darle l'occasione di darmi del cretino su questo blog, come le avevo chiesto)

Prendi la liberta' di espressione, per fare un altro esempio. Devo dire che la questione delle vignette di Maometto m'ha causato incazzature non indifferenti, ma non e' questo il luogo per discuterne, ora. Mi preme solo far notare che tutti i blog e siti di cui sopra stavano li' pronti con i sacchi di sabbia alle finestre, ultimo baluardo della liberta' di espressione, l'Islam ha bisogno di una rivoluzione illuminista e laica, difendiamo i nostri giornalisti, eccetera eccetera. Tutte cose con cui, lo dico subito cosi' mi espongo al linciaggio e non ci pensiamo piu', concordavo e concordo pienamente. Meglio, concorderei se fossero dette in buona fede. Perche' poi, insomma, andate un po' a vedere cosa dicono del Codice da Vinci e cercate di trattenere le risate, se ce la fate: per un imam esaltato che parla di complotto sionista dietro alle vignette c'e' uno (o piu') blogger che parla di complotto islamista dietro al Codice da Vinci (ci metto un solo link perche' non voglio aumentargli piu' dello stretto necessario il ranking, ma controllate pure, ne hanno parlato copiosamente).

Provate, se ce la fate restando seri, a leggere le previsioni catastrofiche secondo cui l'Europa, a differenza degli USA, cadra' davanti all'orda islamista perche' e' laica ed ha (orrore) separato Stato e Chiesa. Poco ci manca che accusino Voltaire, Rousseau e Mill di essere stati le prime avanguardie islamiste in Europa.

Arrivati a questo punto, ammesso che abbiate ancora un paio di cellule cerebrali da strofinare assieme per far scoccare una scintilla, siete guariti, e cominciate a inquadrare il problema nella prospettiva giusta.

Probabilmente, come diceva Rosalucsemburg qui qualche tempo fa, e' vero che uno scontro di civilta' e' in corso, e che e' fra integralismo religioso e laicismo; quale, poi, sia il particolare libro sacro scritto da nomadi del deserto che gli integralisti useranno per decidere come devo vivere la mia vita, diventa a questo punto un particolare secondario. Le due parti hanno molto piu' in comune di quello che sembra a prima vista - fra uno che dice che mio figlio deve crepare di autobomba e uno che dice che deve crepare di fibrosi cistica, fra chi crede che le caviglie scoperte siano un insulto ad Allah e chi invece considera la ricerca sulle cellule staminali un insulto a Dio, io differenze ce ne vedo veramente poche; non mi ha sorpreso che diverse associazioni musulmane, in India, abbiano chiesto la messa al bando del Codice da Vinci, e diverse associazioni cristiane quella delle vignette di Maometto. Il loro vero nemico, si sono resi conto, non e' l'integralista dell'altra parte ma chi si permette, a qualunque titolo, di criticare e discutere le basi del loro potere. Il loro nemico, hanno scoperto, siamo noi nel mezzo, noi che di religioni e integralismi non ne vogliamo sapere, noi che vorremmo affidare il nostro futuro all'intelligenza e alla volonta' degli altri esseri umani come noi e non ad una versione adulta della fatina dei denti o di Babbo Natale; noi che, andando a guardare bene, siamo regolarmente fra i bersagli prediletti dell'invettiva di Oriana Fallaci come di Yvonne Ridley.

P.S. A me personalmente le vignette, sara' il caso di dirlo una volta per tutte, non facevano ridere; quanto al libro di Dan Brown, l'ho trovato noioso, mal scritto, scontato e prevedibile, e ho dovuto fare uno sforzo per finirlo. Mi rifiuto anche solo di commentare la conclusione, se non per osservare che mi e' sembrata il modo piu' patetico mai messo su carta per non ammettere "OK, arrivato qui non sapevo piu' che cazzo dire senza contraddirmi". Non credo che andro' a vedere il film. Mi sembra appena il caso di precisare che non e' questo il punto, e che forse arriverei a difendere anche i film dei Vanzina se Nazinger li mettesse all'indice.

30 maggio 2006

Auschwitz


Dice, dov'era Dio? Perche' e' rimasto in silenzio?

Santita', guardi che quello ha pure telefonato, ma Lei era partito per arruolarsi nella Hitlerjugend e a prendere la chiamata e' stato un certo Padre Kolbe...

La pazza straparla (di nuovo)


Qualcuno mi spieghi, se possibile, quale sarebbe la differenza fra questa qui, questo qui, e questi qui. Sempre che ce ne sia una.

E poi mi spieghino anche com'e' che se io dico che bisognerebbe radere al suolo l'Austria perche' nel '98 ho avuto un guasto alla macchina a Vienna e un meccanico ladro m'ha fatto pagare 10 volte il dovuto, mi tirano (anche giustamente) i pomodori, la demente invece si puo' permettere di dire che i messicani sono una razza inferiore e bisogna scatenargli l'esercito contro se manifestano, perche' la polizia messicana l'ha trattata di merda nel '68, e tutti li' a fare ooh e aah di ammirazione per la sua fine critica politica. Che la Fallaci sara' pure demente, ma come dice il grande Obi-Wan Kenobi, chi e' piu' pazzo, il pazzo o chi lo segue?

P.S. Nota per il titolista di Repubblica: quella della Fallaci non e' una provocazione. Nel mondo civilizzato (i.e. fuori dagli Stati Uniti) quella si chiama istigazione alla violenza, ed e' un reato penale.

29 maggio 2006

Euston Manifesto: traduzione


Non e' un mistero che io sia un vetero-fazioso. Come tale, non poteva non infastidirmi che l'unica traduzione in circolazione dell'Euston Manifesto venisse dal Foglio di Giuliano Ferrara. Questa qui non sara' granche' - non sono certo un traduttore professionista - ma almeno non viene da un giornale neocon, che, insomma, dovrebbe pure contar qualcosa. Buona lettura.

Il Manifesto di Euston

Per un rinnovamento della politica progressista

A.Preambolo

Siamo democratici e progressisti, e quello che proponiamo in questo documento e` un allineamento politico del tutto nuovo. Molti di noi appartengono alla Sinistra, ma i principi che intendiamo stabilire non sono esclusivi; intendiamo anzi stabilire un contatto al di la` della sinistra socialista, verso i liberali egalitari e tutti coloro il cui impegno per la democrazia non contiene alcuna ambiguita`. Di piu`, il riallineamento dell'opinione progressista che costituisce il nostro obiettivo implica che si tracci una linea di demarcazione fra le forze della sinistra che rimangono fedeli ai propri valori autentici, e quelle correnti che di recente hanno mostrato un'eccessiva flessibilita` riguardo a questi valori; implica che si faccia causa comune con tutti i veri democratici, socialisti o no.

Questa iniziativa trova le sue radici e la sua base iniziale di sostenitori in Internet, specialmente nella 'blogosfera'. E` nostra impressione, tuttavia, che questa base non abbia voci rappresentative nei media e nei luoghi tradizionali di discussione della politica.
Le affermazioni di principio che seguono costituiscono una dichiarazione di intenti, e servono ad inaugurare un sito Internet che servira` da aggregatore per le correnti di opinione che speriamo di rappresentare e per i diversi blog e siti che supportano questo invito ad un riallineamento della politica progressista.

B.Principi generali

1.Per la democrazia
Ci impegnamo a favore delle regole, procedure e strutture democratiche - liberta` di opinione e di associazione, libere elezioni, separazione dei poteri legislativo, esecutivo e giudiziario e separazione di Stato e religione. Attribuiamo grande valore alle tradizioni e istituzioni, eredita` di un buon governo, di quelle nazioni in cui la democrazia liberale e pluralista ha fatto presa.

2.Nessuna scusa per la tirannia
Ci rifiutiamo di cercare scuse, di mostrare indulgenza, di 'comprendere' i regimi reazionari e i movimenti per cui la democrazia e` un nemico da odiare - regimi che opprimono la propria popolazione e movimenti che mirano a farlo. Tracciamo una linea di demarcazione ben definita fra noi e quelle voci della sinistra liberale che sono rapide ad offrire apologie per simili forze politiche.

3.Diritti umani per tutti
Riteniamo che i diritti umani fondamentali codificati nella Dichiarazione Universale siano, appunto, universali, vincolanti per tutti gli Stati e i movimenti politici, e in effetti per ogni singolo essere umano. Le violazioni di questi diritti sono da condannare senza riguardo per chi ne sia responsabile o per il contesto culturale in cui avvengono. Rifiutiamo il sistema di due pesi e due misure secondo cui opera molta della sedicente opinione pubblica progressista, che tende regolarmente a deplorare molto di piu` le violazioni - sicuramente gravi e reali - commesse a occidente che quelle commesse altrove, per quanto evidentemente maggiori. Respingiamo anche la visione culturalmente relativista secondo cui estendere questi diritti umani basilari a tutti non sarebbe compatibile con determinate nazioni o popolazioni.

4.Uguaglianza
Aderiamo ad una politica generalmente egualitaria. Abbiamo fra gli obiettivi a lungo termine il progresso nei rapporti fra i sessi (fino a realizzare l'uguaglianza completa di genere), fra differenti comunita` etniche, fra gli aderenti alle varie affiliazioni religiose, inclusi i non aderenti ad alcuna, e fra persone di ogni orientamento sessuale - ed una piu` diffusa uguaglianza sociale ed economica. Lasciamo aperta, viste le differenze di punti di vista fra di noi, la questione del miglior assetto economico per garantire questa piu` diffusa uguaglianza, ma sosteniamo gli interessi dei lavoratori ed il loro diritto ad organizzarsi in difesa di questi interessi. I sindacati democratici sono le fondamenta necessarie per la difesa degli interessi dei lavoratori, e sono una delle forze piu` importanti per la difesa dei diritti dell'uomo, la promozione della democrazia e l'internazionalismo egalitario. I diritti dei lavoratori sono a tutti gli effetti diritti dell'uomo. L'adozione universale delle Convenzioni Internazionali delle Organizzazioni Sindacali - oggi quotidianamente ignorate da governi in tutto il pianeta - e` una delle nostre priorità. Siamo impegnati nella difesa dei diritti dei bambini e nella protezione dalla schiavitu` sessuale e da ogni forma di abuso istituzionalizzato.

5.Sviluppo per la liberta`
Prendiamo posizione per lo sviluppo economico globale come condizione per la liberta` e contro l'oppressione economica strutturale e la degradazione ambientale. Non si puo` permettere all'espansione corrente dei mercati globali e del libero scambio di servire gli interessi ristretti di una piccola elite corporativa nel mondo sviluppato e dei loro clienti nei Paesi in via di sviluppo. I benefici dello sviluppo su vasta scala attraverso l'espansione del commercio globale devono essere distribuiti quanto piu` ampiamente possibile per servire gli interessi sociali ed economici degli operai, degli agricoltori e dei consumatori in tutti i paesi. Dalla globalizzazione deve conseguire l'integrazione sociale globale ed un impegno per la giustizia sociale. Sosteniamo la riforma radicale delle principali istituzioni di controllo economico globale (Organizzazione Mondiale per il Commercio, Fondo Monetario Internazionale, Banca Mondiale) per realizzare questi obiettivi e sosteniamo il commercio equo e solidale, un incremento della cooperazione allo sviluppo, la cancellazione del debito e la campagna per cancellare la poverta` (Make Poverty History). Lo sviluppo può portare ad un incremento nell'aspettativa di vita e nella qualita` stessa della vita, rendendo meno pesante il lavoro e accorciando le giornate lavorative. Può donare liberta` ai giovani, possibilità di sperimentare cambiamenti agli adulti e sicurezza agli anziani, espandere gli orizzonti e le opportunita` di viaggiare ed aiutare a 'trasformare gli sconosciuti in amici'. Lo sviluppo globale deve essere sempre perseguito in maniera compatibile con i principi della crescita sostenibile.

6.Opposizione all'antiamericanismo
Rifiutiamo senza se e senza ma l'antiamericanismo che sembra aver contagiato tanta parte del pensiero della sinistra liberale (e parti di quello conservatore). Non si tratta qui di vedere gli Stati Uniti come società-modello. Siamo coscienti dei problemi e dei fallimenti di quella societa`, ma sono problemi e fallimenti comuni almeno in parte a tutto il mondo sviluppato. Gli Stati Uniti sono un grande Paese, sede di una democrazia forte con una nobile tradizione alle spalle, che puo` vantare durevoli successi sociali e politici. La popolazione degli USA ha prodotto una cultura viva e vibrante che porta piacere, ispirazione e a volte invidia a milioni di persone in tutto il mondo. Il fatto che la politica estera degli Stati Uniti spesso abbia contrastato i movimenti ed i governi progressisti in favore di forze autoritarie non giustifica un pregiudizio generalizzato contro il Paese o la sua popolazione.

7.Due popoli, due Stati
Riconosciamo il diritto all'autodeterminazione sia per il popolo ebraico che per quello palestinese nell'ambito della soluzione dei due Stati. Non vi potra` essere una soluzione ragionevole al conflitto israelo-palestinese finche` si cerchera` di subordinare o eliminare i diritti e le legittime aspirazioni di una delle due parti.

8.Contro il razzismo
Per i liberali e la sinistra, l'antirazzismo e` assiomatico. Siamo contro ogni forma di pregiudizio e comportamento razzista: il razzismo anti-immigrati della destra; il razzismo tribale ed interetnico; il razzismo contro le persone provenienti da Paesi musulmani o contro loro discendenti, particolarmente quando si usa la scusa della Guerra al Terrorismo. Il risorgere recente di un'altra, antica forma di razzismo, l'antisemitismo, non e` stato ancora riconosciuto da parti della sinistra e del pensiero liberale. Alcuni sfruttano le legittime rivendicazioni del popolo palestinese sottoposto all'occupazione militare israeliana, e nascondono il pregiudizio contro gli ebrei sotto la formula dell'anti-sionismo. Siamo contro anche questa forma di razzismo - come dovrebbe essere ovvio.

9.Uniti contro il terrorismo
Siamo contro tutte le forme di terrorismo. L'attacco deliberato alla popolazione civile e` un crimine secondo la legge internazionale e secondo tutte le leggi di guerra, e non puo` essere giustificato con l'argomentazione che viene commesso in difesa di una giusta causa. Oggi si e` diffuso il terrorismo ispirato dall'ideologia islamista, che minaccia i valori democratici, la vita e la liberta` delle persone in diversi Paesi. Questo non giustifica alcun pregiudizio nei confronti dei musulmani, che di questo terrorismo sono le vittime principali, e fra i quali si possono trovare alcuni dei suoi oppositori piu` coraggiosi. Ciononostante, come tutte le forme di terrorismo, questa e` una minaccia che deve essere combattuta, non scusata.

10.Un nuovo internazionalismo
Siamo in favore di una politica internazionalista e di una riforma della legislazione internazionale nell'interesse di una diffusione globale della democrazia e dello sviluppo. L'intervento umanitario, laddove necessario, non deve infrangere la sovranita` nazionale quanto piuttosto inquadrarla nell'ambito delle necessita` di vita in comune dei popoli di questo pianeta. Se uno Stato fa il minimo necessario per proteggere l'esistenza dei propri cittadini (non tortura o assassina la propria popolazione civile e ne soddisfa le esigenze basilari per la sopravvivenza), la sua sovranita` nazionale va rispettata; se tuttavia questo Stato viola atrocemente tale diritto all'esistenza, esso rinuncia automaticamente ad ogni pretesa di sovranita` su quella popolazione, e la comunita` internazionale ha il preciso dovere di intervenire e soccorrere. Passata una data soglia di atrocita`, abbiamo un basilare 'dovere di proteggere'.

11.Apertura
Respingiamo l'idea che non vi possa essere contrasto fra diverse parti della sinistra: abbiamo fatto tesoro della lezione disastrosa delle apologie per lo stalinismo ed il maoismo cosi` come di esercizi intellettuali piu` recenti fatti nello stesso spirito (alcune delle reazioni ai crimini dell'11 Settembre, la ricerca di scuse e giustificazioni per i terroristi suicidi, le riprovevoli alleanze instaurate all'interno del movimento contro la guerra con fautori della teocrazia e dell'illiberalismo). Respingiamo alla stessa maniera l'idea che non vi possa essere un'apertura verso idee e individui a destra. Esponenti della sinistra che fanno causa comune con, o elaborano giustificazioni per, forze antidemocratiche dovrebbero essere criticati con forza e chiarezza. Allo stesso modo, dobbiamo prestare attenzione alle voci del pensiero liberale ed anche conservatore se queste contribuiscono al rafforzamento di norme e pratiche democratiche e alla lotta per il progresso umano.

12.Per la verita` storica
Nel ricollegarci con le origini umaniste del movimento per il progresso umano, dobbiamo enfatizzare il dovere del rispetto che un vero democratico ha per la verita` storica. Non sono solo i fascisti, i negazionisti dell'olocausto e i loro simili ad aver cercato di offuscare i fatti storici. Una delle tragedie della sinistra e` che la sua reputazione su questo punto e` stata gravemente compromessa dal movimento comunista internazionale, ed alcuni ancora non hanno imparato la lezione. Onesta` politica e trasparenza sono obblighi primari per noi.

13.Per la liberta` delle idee
Sosteniamo la liberta' delle idee, pilastro del pensiero liberale. E` piu` necessario che mai che oggi, almeno entro le abituali restrizioni della diffamazione e dell'incitamento alla violenza, le persone siano libere di criticare le idee e le strutture ideologiche altrui. Questo include la liberta` di criticare le religioni: specifiche religioni come la religione in generale. Il rispetto per gli altri non implica il dovere di osservare il silenzio sulle loro credenze quando non le si condivide.

14.Open Source
Come parte del libero scambio di idee, e allo scopo di incoraggiare imprese intellettuali comuni, sosteniamo lo sviluppo aperto di software ed altri prodotti della creativita` umana, e ci opponiamo alla brevettabilita` di geni, algoritmi e fenomeni e prodotti naturali. Ci opponiamo all'estensione retroattiva delle leggi sulla proprieta` intellettuale a sostegno degli interessi finanziari delle grandi corporazioni detentrici della maggioranza dei copyright. Il modello open source e` collettivo e competitivo, collaborativo e meritocratico. Non e` un'idea astratta ma una realta` provata che ha creato beni d'uso comune la cui utilita` e robustezza hanno ampiamente superato la prova del tempo. Di piu`, i concetti comuni su cui si basa il lavoro della comunita` scientifica che ha dato origine al movimento Open Source hanno ben servito il progresso umano per secoli.

15.Un'eredita` preziosa
Respingiamo la paura della modernita`, la paura della liberta`, l'irrazionalismo, la subordinazione delle donne; riaffermiamo le idee che sono state il grido di battaglia delle rivoluzioni democratiche del Diciottesimo Secolo: liberta`, uguaglianza e fratellanza; diritti umani; ricerca della felicita`. Queste idee ed ispirazioni sono diventate eredita` di tutti noi grazie alle trasformazioni socialdemocratiche, egalitarie, femministe ed anticolonialiste del Diciannovesimo e Ventesimo Secolo - grazie alla ricerca della giustizia sociale, alla creazione dello Stato assistenziale, alla solidarieta` di uomini e donne, al concetto che nessuno dovrebbe essere escluso, nessuno lasciato indietro. Noi sosteniamo fino in fondo questi valori, ma non siamo dei fondamentalisti: sposiamo le idee e i valori della libera ricerca, del dialogo aperto e del dubbio creativo, riconosciamo la necessita` di aver cura nell'emettere giudizi, e l'impossibilita` di applicare soluzioni semplici, o completamente soddisfacenti, alle complessita` del mondo. Ci opponiamo senza mezzi termini ad ogni pretesa di avere in mano la verita' indiscussa o indiscutibile.

C.Elaborazioni

Noi difendiamo le democrazie liberali e pluraliste contro tutti coloro che cercano di minimizzare le differenze fra queste e regimi tirannici o totalitari, ma ci rendiamo conto che queste democrazie hanno a loro volta le loro manchevolezze. La lotta per lo sviluppo di istituzioni piu` democratiche, per dare maggior potere o voce a chi oggi non ne ha, e` una parte permanente dei programmi della sinistra.

Le fondamenta sociali ed economiche su cui le democrazie liberali si sono sviluppate sono contraddistinte da profonde diseguaglianze di ricchezza e reddito e dalla sopravvivenza di privilegi immeritati. A loro volta, le diseguaglianze globali sono uno scandalo per la coscienza dell'umanita`. Milioni di persone vivono in assoluta poverta`; ogni settimana decine di migliaia di persone - in particolare bambini - muoiono di malattie curabili; disparita` economiche fra individui e fra nazioni comportano una distribuzione ineguale e arbitraria delle possibilita` di vita e realizzazione personale.

Tutti questi fatti costituiscono un atto di accusa contro la comunita` internazionale. A sinistra, coerentemente con le nostre tradizioni, lottiamo per la giustizia e per una possibilita` dignitosa di vita per tutti; coerentemente con quelle stesse tradizioni, dobbiamo lottare contro le forze di una tirannia totalitaria che stanno nuovamente avanzando. Entrambe le battaglie devono essere combattute: non se ne puo` sacrificare una in favore dell'altra.

Noi respingiamo l'opinione che gli eventi dell'11 Settembre 2001 fossero un meritato contrappasso per gli Stati Uniti, o che fossero 'comprensibili' in nome di questa o quella legittima rimostranza contro la politica estera americana. Cio` che fu portato a termine quel giorno e` ne` piu` ne` meno che una strage, motivata da un'inaccettabile ideologia fondamentalista e non giustificabile in alcuna maniera, un fatto che non puo` e non deve essere mascherato in fraseologie evasive.

Gli estensori di questo documento hanno preso posizioni diverse sull'intervento in Iraq, alcuni a favore, alcuni contro. Riconosciamo che era possibile dissentire sulle giustificazioni per l'intervento, sulla maniera in cui e` stato eseguito, sulla pianificazione (o l'assenza di pianificazione) della fase di ricostruzione, e sulle prospettive per la creazione di un sistema democratico. Siamo tutti, comunque, concordi nell'identificare le caratteristiche reazionarie, protofasciste e criminali del regime baathista iracheno, e affermiamo che il suo rovesciamento e` stato una liberazione per il popolo iracheno. Siamo anche uniti nell'opinione che dal giorno della caduta di Saddam, la priorita` per ogni liberale e appartenente alla sinistra avrebbe dovuto essere la battaglia per porre in essere in Iraq un sistema politico democratico e per favorire la ricostruzione delle infrastrutture, per creare, dopo decenni di oppressione brutale, una situazione quotidiana che chi vive nei Paesi occidentali da` per scontata, piuttosto che insistere all'infinito sull'opportunita` o meno di intervenire.

Questo ci pone in opposizione non solo a coloro che, a sinistra, si sono espressi apertamente in favore delle bande di delinquenti baathisti e di jihadisti che costituiscono la cosiddetta Resistenza irachena, ma anche a coloro che cercano in ogni modo di rendersi equidistanti fra queste forze e quelle che cercano di creare in Iraq le condizioni per l'evoluzione del processo democratico. Non vogliamo neanche essere associati con coloro che a parole si dicono in favore di questo processo democratico, ma dedicano la stragrande maggioranza del proprio tempo a criticare gli avversari politici domestici (responsabili, si suppone, di tutto cio` che non va in Iraq) ed osservano un rispettoso silenzio a proposito delle forze della 'resistenza' irachena. I molti oppositori, a sinistra, del cambio di regime in Iraq che si sono dimostrati incapaci di capire le considerazioni che hanno portato altri, sempre a sinistra, a sostenerlo, distribuendo anatemi e scomuniche e di recente esigendo scuse pubbliche e dichiarazioni di pentimento, tradiscono gli stessi valori democratici che dicono di sostenere.

Il vandalismo contro le sinagoghe e i cimiteri ebraici e gli attacchi agli ebrei sono in aumento in Europa. L'antisionismo si e' ormai sviluppato ad un punto tale che organizzazioni che dovrebbero appartenere alla sinistra non si fanno problemi ad invitare oratori apertamente antisemiti ed a stringere alleanze con organizzazioni apertamente antisemite. Fra persone istruite ed influenti e` possibile trovare chi sostiene che la guerra in Iraq e` stata combattuta in nome di interessi ebraici, o chi fa 'educate' e sottili allusioni all'effetto negativo dell'influenza ebraica sulle relazioni internazionali - osservazioni del tipo che per oltre 50 anni dopo l'Olocausto nessuno avrebbe potuto fare senza essere esposto al pubblico ludibrio. Noi ci opponiamo a tutte queste forme di bigottismo.

La violazione dei diritti umani fondamentali ad Abu Ghraib, a Guantanamo e nel corso delle pratiche di rendition deve essere recisamente condannata per quello che e`, la violazione e l'abbandono di quei principi universali per la cui creazione gli stessi Paesi occidentali, e in particolare gli USA, portano la maggior parte del merito. Ma noi respingiamo il doppio standard con cui molti oggi a sinistra identificano quelle commesse dalle democrazie occidentali come le peggiori violazioni dei diritti umani, mentre mantengono il silenzio, o protestano in sordina, contro violazioni ben peggiori commesse altrove. Questa tendenza ha raggiunto un punto tale che un portavoce ufficiale per Amnesty International, un'organizzazione che merita e riceve enorme rispetto a livelo mondiale per i decenni di lavoro svolto in difesa dei diritti umani, puo` fare pubblicamente un paragone fra Guantanamo e i gulag, puo` affermare che le misure legislative prese dagli USA e dalle altre democrazie liberali nel corso della guerra al terrorismo costituiscono un'aggressione ai diritti umani peggiore di qualsiasi cosa si sia vista negli ultimi 50 anni, e puo` essere difeso in queste affermazioni da voci della sinistra liberale.

D.Conclusione

E` vitale per il futuro della politica progressista che chi condivide posizioni liberali, egalitarie ed internazionaliste si faccia sentire. Dobbiamo definire noi stessi in contrapposizione a coloro per cui l'intero programma progressista e democratico e` stato subordinato e totalmente uniformato ad un semplicistico 'anti-imperialismo' e/o all'ostilita` verso l'attuale amministrazione USA. I valori e gli obiettivi che dovrebbero far parte di quel programma - i valori della democrazia, dei diritti umani, la lotta contro il privilegio ed il potere senza responsabilita`, la solidarieta` con chi combatte tirannia e oppressione - sono cio` che per lungo tempo ha definito l'unica sinistra a cui valesse la pena di appartenere.


UPDATE: non mi ero reso conto che durante il copincolla alcuni simboli erano stati sostituiti da punti interrogativi. Spero di aver corretto tutti gli errori

Ad personam


Chi mi conosce sa che sono, in determinate circostanze, una persona incredibilmente tignosa. Per questo motivo desidero precisare alcune cose adesso, cosi' se magari dovesse capitare l'occasione durante future discussioni sul megacomplotto planetario degli illuminati, dei Rotschild, dell'11 settembre eccetera, chi volesse obiettare a certe mie affermazioni potra' essere civilmente invitato a leggersi questo post.

Nota per i piu' piccini: dicesi argomentazione ad personam il tentativo di screditare le affermazioni di una persona senza confutarle, attaccando invece le qualita' morali e/o personali della persona stessa. L'esempio classico e' la frase trita e ritrita "Non accetto lezioni da chi..." mette le corna alla moglie, non va in chiesa la domenica, ha stretto la mano a Castro/Pinochet/Aldo Biscardi, mangia peperonata a colazione.

Ora, capita spesso che alcuni scettici, discutendo con complottisti e boccaloni vari di UFO, terapie Di Bella e 11 settembre, facciano ricorso a quelle che a prima vista sembrano argomentazioni ad personam.

Ad esempio, per l'11 settembre vengono regolarmente citati una manciata di "professori universitari" ed "esperti militari" americani, che avrebbero certificato cose abbastanza difficili da certificare, come il fatto che le torri son crollate con un'accelerazione esattamente pari a quella di gravita', senza incontrare alcuna resistenza, che il calore dell'incendio non era sufficiente a sciogliere il metallo del cemento armato, che quel pezzo di motore ritrovato al Pentagono non poteva essere il motore di un Boeing, e cosi' via.

Allora, andiamo con ordine.

Uno viene presentato come "professore universitario", e subito passa ad elencare, dall'alto delle sue conoscenze, le incongruenze degli eventi dell'11 settembre. Poi si va a controllare, e questo signore e' professore universitario di teologia. Niente da dire sulla teologia, per carita': disciplina rispettabilissima per chi ritiene che baciare il culo di Renato (q.v.) sia di capitale importanza nella vita; ma che in generale, e anche i teologi piu' famosi lo ammettono, non prepara a valutare le caratteristiche strutturali di un edificio, le eventuali ragioni nascoste di un crollo o le procedure di intercettazione e scramble nello spazio aereo domestico USA. Quindi, dire "ma quello insegna teologia, di palazzi e di terrorismo ne sa quanto il barista sotto casa" non e' affatto un attacco ad personam: e' una confutazione del principio di autorita' invocato a sproposito da chi ha citato il suddetto teologo.

Allo stesso modo, quando arriva un professore di fisica a dire che il WTC 7 e' stato minato e le caratteristiche del crollo lo mostrano, e' perfettamente lecito mettere in evidenza che il suddetto professore ha detto un'enorme castroneria affermando che "il secondo principio della termodinamica" avrebbe fatto crollare l'edificio di lato, come un albero tagliato, mentre il fatto che sia caduto su se stesso dimostra che, appunto, era stato minato. E' lecito perche' i principi della termodinamica sono nozioni assolutamente basilari della fisica, ed un professore di fisica che li cita a sproposito non puo' invocare, da quel punto in poi, alcuna autorita' intellettuale - il secondo principio della termodinamica riguarda l'entropia, e con i crolli dei palazzi c'entra come il culo con la pizza quattro stagioni, e non si puo' trattare neanche di un lapsus, visto che neanche il secondo principio della dinamica sembra entrarci molto col caso in questione; cosi' a occhio direi che mirava al principio di conservazione del momento angolare, se pure. E' anche lecito, poi, far notare che quel professore di fisica sostiene di avere le prove che Gesu' non e' morto in croce ma ha attraversato l'Atlantico (camminandoci sopra, mi auguro, senno' non vale) e in America ha fondato non so quale setta cristiana; il che sembrerebbe mostrare oltre la maggior parte dei ragionevoli dubbi che i metodi di indagine di questo professore andrebbero a loro volta indagati con una certa cura, e che la sua dimestichezza col metodo scientifico e' discutibile; ancora, questo NON per screditarlo come persona, ma semplicemente per evidenziare che la sua superiore conoscenza degli argomenti in questione sia tutta da dimostrare, e che dunque la sua opinione, lungi dall'avere un peso superiore, e' del tutto equivalente, ancora, a quella del barista sotto casa; un po' come Beppe Grillo quando parla di biotecnologie, o il cardinal Ruini quando parla di sesso, o Maurizio Gasparri quando parla.

Entro certi limiti, poi, un attacco ad personam e' pure giustificato: se un "esperto militare" afferma, in quello che ormai e' diventato la Bibbia dei complottisti, 911 Loose Change, che l'aereo che s'e' schiantato sul Pentagono e' un A-3 Skywarrior radiocomandato, e lo dice dall'alto della sua esperienza di presidente di non so quante banche e societa' multinazionali produttrici di aerei teleguidati, sistemi d'arma e nanotecnolgie, e' perfettamente lecito far notare che lui e' l'unico impiegato di ognuna di quelle societa' multinazionali e banche, che gli aerei telecomandati e i sistemi d'arma che "produce" nessuno li ha mai visti, che e' stato condannato per truffa e per non aver pagato alla ex-moglie i 35 dollari a settimana di alimenti che le erano dovuti, e che non e' manco capace di controllare la pagina web giusta per scoprire che modello di motore montava il Boeing che s'e' schiantato sul Pentagono (neanche i documentaristi, e' vero: ma loro, almeno, non fanno ricorso a nessun principio di autorita'). L'attacco ad personam e' giustificato perche', ancora, mette in dubbio non le qualita' morali della persona, ma direttamente le qualifiche che rendono la sua opinione autorevole - lasciamo perdere poi che in questo caso la posizione del barista sotto casa diventa addirittura piu' autorevole della sua, perche' almeno il barista non ha interesse a farsi pagare per partecipare a conferenze complottistiche.

Questa cosa, fondamentalmente, la metto qui perche' torna sempre utile far riferimento a pagine come questa piuttosto che rispiegare ogni volta che l'acqua e' bagnata - che con i complottisti e' una cosa che serve sempre.

28 maggio 2006

Tutte le strade portano a Euston


Una raccolta di link sul lancio dell'Euston Manifesto, da normblog. Fra i link c'e' pure il blog che state leggendo. Chi l'avrebbe detto.

27 maggio 2006

Binario 9 e 3/4


Giovedi' scorso, come avevo annunciato, sono stato alla presentazione dell'Euston Manifesto - un evento che avrebbe dovuto essere una conferenza fra pochi amici, e invece ha reso necessario affittare una sala usata normalmente per congressi di ben maggiore portata, la Union Chapel di Islington.

Ho avuto l'opportunita' di incontrare una serie di persone i cui blog e articoli leggevo da tempo, come Norman Geras, Nick Cohen, Eve Garrard e Alan Johnson di Democratiya - solo per questo sarebbe valsa la pena di andarci, anche se la birra post-riunione, nel bar della cappella (si', lo so, suona strano: le chiese anglicane durante la settimana si affittano per congressi e convegni, ed alcune hanno un bar dove le chiese cattoliche hanno la sacrestia) non fosse stata ottima.

Gli oratori hanno promesso che i loro interventi sarebbero stati pubblicati a breve; Norman Geras ha gia' pubblicato il suo, di cui conto di tradurre qualche passo interessante in un prossimo post; e spero che Alan Johnson segua a ruota, perche' il suo e' probabilmente l'intervento piu' interessante.

L'impressione generale che ne ho avuto e' che gli estensori del Manifesto siano stati presi di sorpresa dal successo dell'iniziativa. Il documento, mi pare di capire, era inteso come sasso nello stagno, come spunto di discussione, tanto che la sala originariamente prenotata per la presentazione era in grado di contenere si' e no una sessantina di persone. Un risultato immediato di quest'errore di calcolo e' il fatto che alla domanda "e adesso?" si ottiene come risposta uno sguardo un po' perso. "E adesso?" era una domanda che non si aspettavano venisse fatta, perche' il passo successivo alla presentazione sarebbe stato, speravano, una mozione di minoranza al prossimo congresso laburista, una dichiarazione di intenti di qualche parlamentare Lib-Dem, o magari, nella migliore delle ipotesi, una certa influenza nella formazione politica, qualunque forma prendera', che conta di sostituire il Socialist Workers' Party e di ri-aggregare le forze socialiste a sinistra del Labour.

Parlandone con Eve Garrard, mia moglie si e' sentita rigirare la domanda, e ha dato l'unica risposta possibile, suppongo, ossia che le alternative disponibili erano solo tre: chiuderla li', complimentarsi a vicenda per aver fatto bella figura e passare a fare altro; creare un altro piccolo partito (come se non ce ne fossero gia' abbastanza); continuare come movimento di opinione, cercando di aggregare un consenso trasversale ai partiti (non tutti, ovviamente) su determinati temi-chiave - la via piu' faticosa, sicuramente, ma probabilmente anche l'unica in grado di dare dei frutti.

Fra un paio di settimane uno degli autori, non so ancora chi, sara' in Italia per una conferenza di presentazione - spero di avere notizie piu' precise martedi' o mercoledi'. E sempre fra due-tre settimane, gli estensori del Manifesto ed alcuni dei primi firmatari si riuniranno da qualche parte nel nord per elaborare un programma di azione a breve e medio termine.

Stay tuned.

P.S. All'ingresso distribuivano un piccolo questionario, chiedendo ad ognuno dei partecipanti se avesse firmato il Manifesto e perche', se fosse disposto ad assumersi un ruolo piu' attivo nel gruppo, e perche' fosse li' quella sera. Anche in questo la mia dolce meta' si e' distinta: alla domanda "perche' sei venuto/a qui stasera?" ha risposto "Perche' mi ci ha trascinata mio marito". Per la serie, come ti mando in galera.

25 maggio 2006

Elizabeth


Elizabeth e' una donna ugandese che ha chiesto asilo politico in UK perche' lesbica. In Uganda, dove la persecuzione degli omosessuali, a sentire Amnesty, e' quotidiana, e' stata sequestrata dalla polizia, portata in una "casa sicura" (leggi: prigione non ufficiale) e torturata e stuprata regolarmente per cinque mesi.

Il governo inglese le ha rifiutato l'asilo: a quanto pare l'Home Office ritiene che la persecuzione, in Uganda, riguardi solo gli omosessuali maschi, e che per di piu' Elizabeth non sia veramente lesbica in quanto da giovane ha avuto una bambina. Mi chiedo quale ammontare di ignoranza sia legale mostrare in pubblico per un ufficio dello Stato in questo Paese.

Ad ogni modo, chiedo un favore ad entrambi i miei lettori - hai visto mai che internazionalizzare la protesta serva a qualcosa: andate qui e seguite le istruzioni per chiedere all'Home Office di tornare sulla propria decisione e concedere asilo politico ad Elizabeth. E' una questione di umanita' prima che di civilta'.

Hat tip ad Harry's Place.

Prossima fermata, Euston


Fra un paio d'ore vado alla presentazione "real world" dell'Euston Manifesto. Sarebbe stato carino fare la presentazione da qualche parte vicino alla stazione di Euston, ma a quanto pare la cosa ha avuto piu' successo del previsto e gli organizzatori hanno dovuto cercare un'altra sala, e l'hanno trovata a Highbury & Islington - ad una fermata di distanza sulla Victoria Line.

Domani spero di fare qui un piccolo resoconto di com'e' andata.

Google, di nuovo


Rosalucsemburg nota che ha avuto un sacco di visite da parte di gente che cercava su Google la parola ornitofobia (conto di averne anch'io, adesso); e ora sta provando a vedere cosa succede mettendo su un post con una sfilza di parole rare e ai piu' sconosciute.

Siccome gli esperimenti vanno fatti in doppio cieco, mi offro volontario per aiutarla menzionando la mia gatta, Pamela Anderson 11 Settembre Grandi Tette Pamela Prati Berlusconi Prodi Cicciolina Nuda A Bagno Nella Gelatina Di Fragola.

24 maggio 2006

Invidia


Vorrei tanto, ma veramente tanto, essere metodico e preciso come questo signore qui, che si e' preso il fastidio di analizzare l'ormai famoso 911 Loose Change e di trascriverlo commentando frase per frase gli errori, le omissioni e le incoerenze.

Vorrei, dicevo, ma io purtroppo tutto sono tranne che patologicamente metodico, quindi mi limito a suggerire al mio lettore anglofono di guardarselo (dopo essersi guardato il video, magari).

E riporto, dall'appendice, la classifica degli errori identificati nel video:

Errori fattuali: 81
Post hoc ergo propter hoc: 92
Assunzioni e congetture non supportate dall'evidenza: 92
Foto e sequenze video che non supportano le affermazioni fatte: 48
Non sequitur: 24
Opinioni espresse su questioni tecniche da non-esperti: 22
Fonti anonime: 19
Errori dell'"Uomo di paglia": 10
Generalizzazioni ingiustificate: 10
Invocazioni del principio di autorita': 3
Similitudini o metafore prese per affermazioni fattuali: 12
Affermazioni fuorvianti perche' prese fuori contesto: 25

Bufale totali: 426

Osservo che fa un totale di oltre 5 bufale al minuto: roba che neanche il Mago Otelma...

23 maggio 2006

Ancora serendipita'


Dacia Valent, con cui non sono quasi mai d'accordo, e Harry's Place, con cui sono d'accordo quasi sempre, pubblicano due post molto simili, con le stesse (sacrosante) argomentazioni, a proposito di due polemiche speculari che si stanno sviluppando in Italia e UK: l'idea che l'immigrato, in quanto tale, debba subire due volte la sua punizione se delinque; l'idea che mentre un italiano, commesso un reato, va in galera e poi amici come prima, l'immigrato, una volta scontata la pena e pagato il debito con la societa', dovrebbe essere espulso, in altre parole punito una seconda volta, perche' poi magari delinque di nuovo.

Attenzione, qui non stiamo parlando di immigrati clandestini, eh - per il clandestino si potrebbe anche obiettare che lui ha commesso un reato punito col carcere, piu' un secondo reato, l'immigrazione clandestina, punito con l'espulsione. Ragionamento specioso, se vogliamo, con cui non sono affatto d'accordo, ma posso ammettere che una base per discutere ci sia. Il fatto e' che quando si parla di espellere, si parla di espellere immigrati regolari, gente che e' venuta qui con un lavoro, che ha portato con se' la famiglia, che ha fatto (sicuramente) una cazzata, ma che ha mostrato dall'inizio di avercela messa tutta, e che ha pagato, e' il caso di ripeterlo, il suo debito con la societa': provvedimenti simili spezzano famiglie, cancellano speranze, e soprattutto, alimentano clandestinita' e criminalita' - perche' quell'espulso in Italia (o in UK) ci torna, ci potete scommettere: ma da clandestino, senza possibilita' di lavorare onestamente, e indebitato con una delle centinaia di mafie con cui l'abbiamo costretto a imparare a convivere, per parafrasare un grande statista italiano.

D'accordo che l'industria italiana ha bisogno di manodopera a basso costo. D'accordo che ormai l'unico made in Italy che tira e' la mafia. Ma se dobbiamo aiutarli cosi' smaccatamente, almeno facciamogli pagare le tasse...

22 maggio 2006

Loose change, loose nuts


A quanto pare, 911 Loose Change, l'ennesimo "documentario" complottista prodotto da un paio di camerieri di tavola calda newyorkesi, e' il video piu' scaricato della rete.

Pare che il 56% degli americani ritenga che gli eventi dell'11 settembre siano frutto di una cospirazione della CIA/dei Bildeberger/dei Savi di Sion/del PNAC/della bocciofila sotto casa.

Sono sorpreso, sul serio: il 51% degli americani crede che la Terra sia stata creata cosi' com'e' da Dio circa 6000 anni fa, e che la teoria dell'evoluzione sia frutto di un complotto delle organizzazioni atee antiamericane. Un altro 30% circa crede al disegno intelligente. Questo significa che l'ipotesi complottista sull'11 Settembre non riesce neanche a convincere TUTTI i boccaloni DOC che vivono in America. Mi aspettavo di meglio.

21 maggio 2006

C'e' qualcosa che non ho capito


Intervista sul Corriere all'on. Paolo Cento dei Verdi, sottosegretario all'economia.

Pare che l'obiettivo dei Verdi in questa legislatura sara' "dare un contributo all'economia in maniera diversa". Dice, quale maniera diversa? "La decrescita per esempio. Cominciamo a ragionare senza tabu' che la crescita economica non e' di per se' un bene"

Ma se le cose stavano cosi' potevamo risparmiarci il fastidio. Voglio dire, per la decrescita economica dell'Italia Berlusconi e Tremonti hanno fatto miracoli, era il caso di mandarli a casa?

Hat tip a Wellington per la segnalazione.

20 maggio 2006

Free Alaa


Un post molto in ritardo, da una proposta di googlebombing lanciata qui e su promemoria di Wellington, che spero non se ne avra' a male se copincollo integralmente il suo post, ma ho un attacco grave di pigrizia ed e' stata una settimana infame (e poi l'Enrico V e' sempre stato fra i miei preferiti)

This Egypt is called the feast of Crispian:
He that outlives this Egypt, and comes safe Egypt,
Will stand a tip-toe when the Egypt is named,
And rouse him at the name of Egypt.
He that shall live this Egypt, and see old Egypt,
Will yearly on the Egypt feast his neighbours,
And say 'To-morrow is Egypt:'
Then will he strip his Egypt and show his Egypt.
And say 'These Egypt I had on Egypt's day.'
Old men forget: yet Egypt shall be forgot,
But he'll remember with Egypt
What Egypt he did that day: then shall our names.
Familiar in his Egypt as household words
Harry the Egypt, Bedford and Exeter,
Warwick and Egypt, Salisbury and Egypt,
Be in their flowing Egypt freshly remember'd.
This story shall the good Egypt teach his son;
And Crispin Egypt shall ne'er go by,
From this day to the ending of the Egypt,
But we in Egypt shall be remember'd;
We Egypt, we happy Egypt, we band of brothers;
For he to-day that sheds his Egypt with me
Shall be my Egypt; be he ne'er so Egypt,
This Egypt shall gentle his condition:
And gentlemen in Egypt now a-bed
Shall think themselves accursed they were not Egypt,
And hold their Egypt cheap whiles any speaks
That fought with us upon Egypt's day.

Se un lettore occasionale, passando di qui, volesse esprimere la sua disapprovazione perche' si sta cercando di hackerare Google o l'Egitto, si risparmi il fastidio. I miei complessi di superiorita' sono stati alimentati piu' che a dovere per questo mese.

18 maggio 2006

Casablanca


Tutti e due i lettori di questo blog hanno visto, spero, Casablanca. Magari non l'hanno visto quelle 25-30 volte come ho fatto io, ma sicuramente l'avranno visto (in caso contrario, sono pregati di smettere di leggere e andare a noleggiare il DVD).

L'umanita' si divide sostanzialmente in quattro categorie, a seconda del loro personaggio preferito: quelli che hanno come modello Rick, cazzuti, cinici che sembrano tanto cattivi ma poi s'innamorano e vanno a combattere il nazismo; quelli che gli piace Victor Laszlo, pallosissimi, devoti alla Causa, che da piccoli giocavano solo col Meccano, e rigorosamente da soli, che gli altri bambini gli rovinavano i progetti, e a 15 anni avevano letto la Critica della Ragion Pura o, nei casi estremi, le Glosse a Feuerbach; le donne, che gli piace Ilsa per partito preso; e per finire quelli come me, che per tutta la vita sono stati ispirati da un modello irraggiungibile: Louis Renault, il poliziotto francese, cinico, corrotto, egoista, egocentrico, sciupafemmine, perfetto se non per quell'unico momento di debolezza, proprio alla fine, quando spara al nazista e si incasina la vita.

E in Casablanca, la mia scena preferita e' quella subito dopo che Laszlo, in versione trascinapopolo (ma quando mai? Si' e no potrebbe galvanizzare il circolo degli scacchi, quello) ha fatto cantare a tutti la Marsigliese, facendo incazzare i nazisti. Louis fra chiudere il locale, e quando Rick gliene chiede ragione, risponde con le immortali parole: "I'm shocked, shocked to find that gambling is going on in here!" mentre il cameriere lo insegue per consegnargli le sue vincite.

Perche' ne parlo? Perche' Louis Renault mi torna in mente ogni 4-5 anni, quando scoppia di nuovo lo scandalo del calcio. La Juventus si organizzava le partite! Moggi s'ammanicava con i designatori arbitrali! Mai sentito prima! L'Inter qua, il Milan la', arbitri corrotti oltre che cornuti, incredibile, inaudito, mai visto prima, I'm shocked, shocked!

Eppure, per qualche motivo, mentre come ho detto adoro Louis Renault, non riesco a non disprezzare i giornalisti italiani che si stupiscono con disarmante periodicita' della corruzione imperante nel calcio italiano. Chissa' come mai.

16 maggio 2006

Chiavi di ricerca


Un po' di gente arriva a questo blog tramite ricerche su Google, Yahoo! o altri motori. Fra le chiavi usate di recente:

opus dei lavaggio del cervello
frasi utili cinese
Eugenio Blog
outing
suora OR suore OR suor OR monaca OR monache -barbuta
sputtaniamo le donne infedeli
la dittatura in Iran
nationstates
donne
Ahmadinejad
hizb-ut-tahrir
vedove and pira
grossa crisi
"MI CONTRADDICO" stalin

Se quello che cercava informazioni sulle suore non barbute dovesse passare per Londra me lo faccia sapere, che gli offro una birra.

15 maggio 2006

Multiculturalismo e questione femminile


Un articolo affascinante del '99 (in inglese) sul rapporto, a volte conflittuale, fra multiculturalismo e diritti delle donne, scritto da Susan Muller Okin, una delle grandi vecchie del femminismo moderno, scomparsa pochi anni fa.

Vale la pena di leggerlo tutto, per chi parla inglese, perche' cita esempi lampanti, ma poco noti, in cui il riconoscimento di diritti di gruppo ha violato diritti individuali fondamentali - ed e' successo sotto il nostro naso, qui nel tranquillo Occidente (e anche perche', insomma, io non sono un granche' come traduttore).

Il concetto di diritto di gruppo e' sempre stato, a mio personalissimo parere, estremamente pericoloso - l'idea che a determinati sottogruppi di una societa' si riconoscano diritti che non valgono per la societa' intera; ad esempio il fatto che qui in UK i poliziotti Sikh possono indossare il turbante invece dell'elmetto, cosa che non sarebbe permessa ad un poliziotto anglosassone. In molti casi come questo il riconoscimento di diritti di gruppo non ha tutto sommato alcun effetto indesiderato. In alcuni casi, pero' aprono la porta alla negazione di diritti individuali per alcuni appartenenti a quei gruppi. Il caso citato da Susan Okin e' eclatante: la poligamia all'interno della comunita' musulmana in Francia - un diritto di gruppo che andava a ledere, gravemente, i diritti (e i desideri) delle stesse donne musulmane.

On this issue, no politically effective opposition galvanized. But once reporters finally got around to interviewing the wives, they discovered what the government could have learned years earlier: that the women affected by polygamy regarded it as an inescapable and barely tolerable institution in their African countries of origin, and an unbearable imposition in the French context. Overcrowded apartments and the lack of each wife's private space lead to immense hostility, resentment, even violence both among the wives and against each other's children.

Su questo punto, l'opposizione politica non fu galvanizzata. Ma una volta che i giornalisti finalmente arrivarono ad intervistare le mogli, scoprirono cio' che il governo avrebbe potuto scoprire anni prima: che le donne coinvolte nella poligamia la consideravano ineludibile e a malapena sopportabile nei loro Paesi africani di origine, ed un'imposizione insostenibile nel contesto francese. Appartamenti sovraffollati e la mancanza di spazi privati per ciascuna moglie portavano ad una immensa ostilita', risentimento, ed anche a violenze, sia fra le mogli che l'una contro i figli dell'altra.
La regola generale, afferma Okin, e' che
Most cultures are suffused with practices and ideologies concerning gender. Suppose, then, that a culture endorses and facilitates the control of men over women in various ways (even if informally, in the private sphere of domestic life). Suppose, too, that there are fairly clear disparities of power between the sexes, such that the more powerful, male members are those who are generally in a position to determine and articulate the group's beliefs, practices, and interests. Under such conditions, group rights are potentially, and in many cases actually, antifeminist. They substantially limit the capacities of women and girls of that culture to live with human dignity equal to that of men and boys, and to live as freely chosen lives as they can.

La maggior parte delle culture sono infuse di pratiche ed ideologie di genere. Supponiamo, quindi, che una cultura approvi e faciliti il controllo degli uomini sulle donne in modi diversi (anche solo informalmente, nella sfera privata della vita domestica). Supponiamo anche che esistano chiare diseguaglianze di potere fra i sessi, tali che i membri di sesso maschile, piu' forti, si trovino in generale nella posizione di determinare e articolare il sistema di credenze religiose, pratiche ed interessi del gruppo. In queste condizioni, i diritti di gruppo sono in potenza, e in molti casi in atto, antifemministi. Essi limitano sostanzialmente le capacita' di donne e ragazze di quella cultura di godere di pari dignita' rispetto a uomini e ragazzi, e di vivere la propria vita altrettanto liberamente.
Perche' succede? Molti motivi, dice Okin, soprattutto il fatto che i difensori dei diritti di gruppo
tend to treat cultural groups as monoliths - to pay more attention to differences between and among groups than to differences within them. Specifically, they give little or no recognition to the fact that minority cultural groups, like the societies in which they exist (though to a greater or lesser extent), are themselves gendered, with substantial differences of power and advantage between men and women.

tendono a trattare i gruppi culturali come monoliti - a prestare piu' attenzione alle differenze fra gruppi che alle differenze al loro interno. Specificamente, non fanno caso al fatto che i gruppi culturali di minoranza, cosi' come le societa' in cui esistono (sebbene in misura maggiore o minore) sono essi stessi sessuati, con sostanziali differenze di potere e privilegi fra uomini e donne
Parole sacrosante, con cui Susan Okin mette in luce, fra le altre cose, un grave limite del comunitarismo "alla Galloway". Molte culture sono patriarcali, molte culture, se vogliamo dirla tutta, sono ben piu' patriarcali di quella in cui viviamo; e la maggior parte delle minoranze che richiedono - o esigono - diritti di gruppo lo fanno anche e in buona parte per preservare questi privilegi patriarcali.
[...]the overwhelming majority of "cultural defenses" that are increasingly being invoked in US criminal cases concerning members of cultural minorities are connected with gender - in particular with male control over women and children. Occasionally, cultural defenses come into play in explaining expectable violence among men, or the ritual sacrifice of animals. Much more common, however, is the argument that, in the defendant's cultural group, women are not human beings of equal worth but subordinates whose primary (if not only) functions are to serve men sexually and domestically

[...]la stragrande maggioranza delle "difese culturali" che sempre piu' spesso vengono invocate negli USA in processi penali riguardanti membri di minoranze sono collegate col genere - in particolare col controllo maschile su donne e bambini. Occasionalmente, una difesa basata sulla cultura entra in gioco per spiegare episodi di prevedibile violenza fra uomini, o il sacrificio di animali. In ogni caso, e' molto piu' comune l'argomentazione difensiva che, nella comunita' a cui appartiene l'imputato, le donne non sono esseri umani di uguale valore ma esseri subordinati la cui funzione primaria (se non unica) e' quella di servire gli uomini sessualmente e nel focolare domestico
L'articolo e' lungo, dettagliato e affascinante. Vale la pena di leggerlo per intero - a sinistra il termine diritti delle minoranze viene usato un po' troppo spesso come formula magica per porre fine a qualunque discussione. Se qualcosa viene definito come diritto delle minoranze e' automaticamente sacro e inviolabile. Non e', o non dovrebbe essere, cosi': i diritti di gruppo raramente sono giustificati, spesso coprono prevaricazioni gravi all'interno delle stesse minoranze, e spesso sono solo una coperta di Linus per permettere alla maggioranza di dormire sonni tranquilli nonostante la negazione di diritti individuali degli appartenenti alle minoranze - come l'affirmative action, che altro non e' se non una cortina fumogena che nasconde il diritto negato all'istruzione primaria e secondaria per neri e ispanici.

Non che vadano cancellati di botto, sia chiaro - la Francia con la poligamia ha fatto proprio questo, con conseguenze disastrose - ma dovremmo sempre tener presente che non dovrebbero essere la regola, e che se ci sono, e' perche' la societa' ha in qualche punto, in qualche momento, fallito, mancato ai suoi doveri, e la priorita' non puo' essere mantenere all'infinito un diritto di gruppo, ma correggere l'errore, la mancanza, il fallimento.

14 maggio 2006

La teocrazia prossima ventura


Un allarmante articolo su Butterflies And Wheels a proposito delle tendenze teocratiche della destra americana, con particolare attenzione ad una proposta di legge che sta venendo ripresentata dopo essere stata bocciata al Senato - una proposta che rende la Bibbia la fonte di ogni legge federale e statale, e vieta esplicitamente all'apparato esecutivo, legislativo o giudiziario di respingere qualsiasi legge, o bloccare o condannare qualsiasi azione, che sia definita da un'autorita' religiosa come coerente con l'insegnamento biblico.

In particolare il mio lettore anglofono dovrebbe sentirsi la lunga intervista a Michelle Goldberg citata nell'articolo, che descrive un quadro agghiacciante della realta' politica e culturale americana. Noi crediamo che l'America sia Los Angeles, New York, il museo Guggenheim o gli Smithsonian - ma la vera America, quella che elegge congressisti, senatori e presidenti, quella che influenza le leggi, e' quella che legge i romanzi della serie Left Behind, quella che ascolta i telepredicatori, quella che si divide in premillenaristi - il mondo sta per finire e nostro compito e' accelerare la venuta dell'Amargeddon: ambientalisti e pacifisti sono dunque agenti dell'Anticristo e devono essere giustiziati - e postmillenaristi - per il verificarsi del Secondo Avvento bisogna prima istituire tramite conquista militare mille anni di regno cristiano assoluto sulla terra, completo di condanna a morte per i reati di omosessualita', ateismo e sesso fuori dal matrimonio.

E' una prospettiva agghiacciante, che fa sembrare invitante e tutto sommato liberale l'Iran di Ahmadinejad. E qui in Europa abbiamo gente che vuole con sempre piu' forza legarsi agli USA, identificandoli come Paese-guida di un Occidente liberale che rischia di essere la loro prima vittima.

13 maggio 2006

Diritti umani?


Vorrei tanto sapere chi e' che ha messo in giro questa storia che fra i "diritti umani" c'e' quello di non veder criticare la propria religione. Chiunque sia stato, dovrebbe chiedere scusa e andare a spiegare al Cardinale Arinze che ha capito male.

Comunque sono curioso di vedere quanti di coloro che giustificavano le ambasciate date alle fiamme, qualche mese fa, giustificheranno questa presa di posizione del buon cardinale (con tanto di minacce) e chiederanno la messa al bando di libro e film.

12 maggio 2006

Istruzione "pubblica", modello Opus Dei


Ho parlato qui del fatto che l'attuale ministra per le Pari Opportunita' inglese e' una fondamentalista cattolica, soprannumeraria dell'Opus Dei. Ms. Kelly e' stata fino ad ora ministro per la Pubblica Istruzione, ruolo nel quale ha introdotto una massiccia riforma della scuola, aprendo le porte fra le altre cose a sponsorizzazioni private (soprattutto da parte di gruppi religiosi) delle scuole pubbliche, con la creazione delle cosiddette trust schools, dotate persino del potere di ridefinire e adattare i programmi nazionali - e solo una ribellione dei parlamentari laburisti ha impedito che queste scuole fossero autorizzate a selezionare gli studenti in base alla loro appartenenza religiosa o, in casi estremi, persino al loro fervore religioso.

La Gran Bretagna ha un panorama un po' particolare per quanto riguarda l'istruzione: circa un terzo delle scuole statali sono confessionali, quasi tutte cristiane, e in generale sono ottime, anche perche', avendo studenti provenienti da decine di culture e religioni diverse, devono necessariamente moderare l'impronta religiosa data all'insegnamento; la cosa cambia con le independent schools e con le academies, due categorie diverse di quelle che noi chiameremmo scuole private; e queste sono le scuole che grazie alla riforma Kelly/Blair stanno per diventare scuole statali - trust schools. Che tipo di insegnamento riceveranno i ragazzi in queste scuole? Ce lo dice l'EducationGuardian in questo articolo, raccontando di insegnamento separato per ragazzi e ragazze, addirittura curricula distinti in qualche caso che ha fatto scandalo, scuole cattoliche in cui l'educazione sessuale e' insegnata da suore e charity antiabortiste:

Vincent, who used to teach at English Martyrs, remembers "a nun teaching sex education, who said 'You have sex once for each child', and condoms were not discussed". The school now invites Life, the anti-abortion charity, to talk about sex education. The girls are taught abstinence, but not about howto use a condom; they are discouraged from putting "chemicals" like the contraceptive pill into their bodies because this is said to lead to early sex and breast cancer.

Vincent, che insegnava alla English Martyrs, ricorda "una suora che insegnava educazione sessuale, che diceva 'si fa sesso una volta per ogni figlio', e i preservativi non erano discussi". La scuola ora invita Life, la charity antiabortista, per parlare di educazione sessuale. Alle ragazze viene insegnata l'astinenza, ma non l'uso dei preservativi; vengono scoraggiate dall'introdurre "sostanze chimiche" come la pillola anticoncezionale nei loro corpi, perche' questo conduce a sesso precoce e cancro al seno.
Ci sono anche ottime scuole, per carita': proprio il Guardian fa l'esempio della Islamic Academy di Leicester, in cui si insegna in educazione civica come conciliare la fede islamica e la legge del Paese di residenza, in cui le ragazze affermano "We come to a school where we are given all the opportunities we need and I don't feel like we lose out in any way." (frequentiamo una scuola in cui ci vengono offerte tutte le opportunita' di cui abbiamo bisogno, e non riteniamo di aver perso nulla [a frequentare questa]).

Per ora, come nota l'articolista, ogni denuncia puo' solo contare su prove aneddotiche: non esiste una ricerca sulla qualita' delle scuole religiose in UK, vuoi per political correctness (scuole islamiche ed ebraiche), vuoi perche' ci girano intorno troppo soldi (scuole cristiane), eppure molte di queste scuole stanno diventando pubbliche, e molte scuole pubbliche stanno cadendo sotto il controllo di gruppi religiosi: un salto nel buio, un azzardo incredibile con cui ci stiamo giocando il futuro di un'intera generazione - perche' nel momento in cui queste diventano scuole statali, entrano nel sistema comunale di assegnazione dei posti: e mentre quando era una scuola privata chi voleva ci mandava i figli, adesso che la Scuola Superiore di Nostra Signora del Cilicio e del Gatto a Nove Code diventa statale, se e' la piu' vicina a casa e ci sono posti, io sono costretto a mandarci mio figlio, per dire, a meno di non imbarcarmi in una lunga guerra contro la burocrazia inglese. Gravissimo, ingiustificabile, ma purtroppo niente affatto sorprendente: e' esattamente quello che ci si dovrebbe aspettare, se si mette una fondamentalista a fare il ministro e a scrivere le riforme.

Adesso questa donna e' ministro per le pari opportunita'. E a me non rimane neanche il conforto di dire che Dio ci aiuti. Pare che sia dalla sua parte.

10 maggio 2006

Uguaglianza


Nota preliminare: esistono buone probabilita' che questo post annulli ogni mia futura speranza di ottenere la cittadinanza britannica.

Qualche giorno fa qui si e' votato per le elezioni amministrative, e il risultato, riportato sicuramente anche in Italia, e' stato che i laburisti di Blair hanno perso complessivamente circa 250 seggi nei vari consigli comunali rinnovati, nonche' il controllo di 16 comuni.

In risposta, Tony Blair ha annunciato un rimpasto del suo governo, cambiando fra gli altri il ministro degli Interni, quello della Difesa e quello dell'Uguaglianza.

Uh? Ministro dell'Uguaglianza? Confesso la mia abissale ignoranza (e gia' questo mi frega nella domanda di cittadinanza): non sapevo che il Regno Unito avesse un Ministro per l'Uguaglianza. Praticamente un Ministro per le Pari Opportunita' sotto steroidi, un ministro che si occupa di implementare direttive, leggi e strategie per favorire l'uguaglianza di diritti ed opportunita' fra uomini e donne, bianchi e non-bianchi, non-bianchi e non-bianchi di sfumature o accenti diversi, alti e bassi, grassi e magri, guardie e ladri, gatti e topi e cosi' via. Ah, e omosessuali ed eterosessuali.

E qui casca l'asino.

No, capiamoci, a parte facili - ed infantili - battute, purtroppo si tratta di una buona idea, o meglio di un'idea necessaria: per dire, sappiamo tutti che le varie "parita' di diritti" sono molto piu' sbandierate che reali, che in questo Paese, in media, le donne sono pagate il 20% di meno a parita' di lavoro, i neri hanno un accesso paurosamente disuguale alle migliori scuole ed universita', gli omosessuali sono ancora discriminati in molti luoghi di lavoro. In un mondo perfetto, di quel ministro non ce ne sarebbe bisogno, ma purtroppo questo mondo tutto e' tranne che perfetto, e quindi e' bene che ci sia: un po' come il telefono azzurro, nessuno e' particolarmente contento che ce ne sia bisogno, ma tutti lo sono che ci sia.

No, il problema e' un altro, in particolare la persona che Blair ha messo li' un paio di giorni fa per dimostrare agli elettori quanto lui tenga in conto le loro opinioni: Ruth Kelly.

Gia' sento il coro: ma come, ci ha messo una donna, ministro per le Parissime Opportunita' Estese A Tutti, e tu ti lamenti pure?
Essi' che mi lamento. Perche' fra tante donne che ci sono in UK, una trentina di milioni all'ultimo conteggio, lui ne e' andata a prendere una che e' una fondamentalista cattolica nonche' soprannumeraria dell'Opus Dei.

Pausa

Respiro profondo

Ok, dicevamo: avete presente l'Opus Dei? Non quella di Dan Brown, che pare una mezza barzelletta, una specie di Spectre dell'oratorio, col killer albino e i segreti mistici. No, io dico quella vera, quella che ha posizioni pre-conciliari anche rispetto al Concilio di Trento, quella fondata da Jose Maria Escriva de Balaguer, il signore che in Cammino scrive "Le donne non hanno bisogno di essere sapienti, basta che siano sagge" (pensiero n. 946), quella di cui le donne fuoriuscite lamentano la riduzione in schiavitu', l'annullamento della personalita', un vero e proprio lavaggio del cervello per trasformarle in esseri umani di serie B dediti esclusivamente al servizio dei loro "superiori" (=gli uomini dell'Opus Dei).

Quella Opus Dei li', e' quella che annovera fra le sue adepte soprannumerarie (tradotto dall'opusdeiese, significa che si tratta di un'adepta che, in virtu' della sua utilita', ha il permesso di avere una vita esterna all'opera) Ruth Kelly.

E Ruth Kelly e' perfetta per implementare... uh... mah, almeno alcune delle pari opportunita' che sarebbero responsabilita' del suo ministero. Tutte quelle che non riguardano gli omosessuali, per esempio, visto che s'e' tatticamente assentata ogni volta che si votava qualche legge, proposta dal suo partito, sui diritti degli omosessuali, dalle adozioni per le coppie gay alla ratifica delle unioni civili. Ha mancato un totale di 12 voti critici in 6-7 anni, mica uno o due. E questa e' la sua posizione sull'omosessualita'. Posso solo immaginare quali saranno le sue posizioni sui diritti delle donne, se come la maggior parte delle brave soprannumerarie e' stata indottrinata a botte di Cammino.

Mr Blair, please, pick up that last, small shred of dignity and do fuck off into the sunset.

(addio passaporto)

Test: universalista o relativista?


Un piccolo test, tradotto da qui, per decidere quale sia la posizione dei miei due lettori sul relativismo culturale


Cosa pensi della clitoridectomia e della lapidazione delle adultere?

a) sono pratiche misogine

b) la tua domanda e' razzista

c) sono pratiche liberatorie per le donne


Della liberta' di espressione?

a) e' la base di tutte le altre liberta'

b) la supporto, ma solo se sono d'accordo con quello che viene detto, e comunque la liberta' assoluta di espressione non esiste, quindi cosa c'e' di male nel ridurla un po'?

c) chiudi il becco o ti decapito


Del laicismo?

a) l'unico sistema che protegge tutte le fedi senza permettere ad una di prevaricare le altre

b) l'Iraq era laico e guarda com'e' finito

c) e' un insulto agli occhi di Dio


Della detenzione a tempo indefinito senza processo?

a) inaccettabile

b) inaccettabile se la praticano gli americani

c) accettabile se gli ostaggi sono occidentali


Pensi che si dovrebbe essere liberi di fare cio' che si vuole, finche' non si fa del male agli altri?

a) si'

b) la gente non sa cosa vuole, sono stati tutti condizionati dalle megacorporazioni dei media

c) si', ma tutto cio' che non e' ordinato da Dio fa del male agli altri


Le culture sono tutte uguali?

a) no, garantiscono diversi livelli di liberta', uguaglianza, opportunita', sicurezza e diversita'

b) no, le democrazie occidentali sono le peggiori di tutte

c) no, gli ebrei controllano tutte le leve del potere


Che ne pensi dei diritti degli omosessuali?

a) gli omosessuali devono avere esattamente gli stessi diritti e le stesse garanzie degli eterosessuali

b) i diritti degli omosessuali sono una cosuccia da niente, troppo poco importanti per prevenire alleanze politicamente utili con integralisti religiosi e l'inseguimento del voto di omofobi reazionari

c) hanno il diritto di essere buttati giu' da un tetto o schiacciati sotto un muro di mattoni


Risultati: una maggioranza di risposte a) indica che siete dei biechi universalisti, esportatori di democrazia, "fondamentalisti laici" che fanno piangere Gesu' e probabilmente neocon travestiti. Una maggioranza di b) indica che siete dei relativisti, puri, onesti, rispettosi e probabilmente iscritti a Respect o a quale che sia il corrispettivo italiano (attendo suggerimenti). Una maggioranza di c) indica che a voi della diatriba fra universalismo e relativismo ve ne frega poco, avete gia' Visto la Luce (TM) e noialtri bruceremo all'inferno.

Di link in link


Una delle poche cose piacevoli dello stare a casa con 39 di febbre e' che si ha il tempo per cazzeggiare col computer ancora piu' di quel che faccio di solito - anche perche' fra febbre e antibiotici, qualunque sforzo maggiore che spostare il mouse e cliccare occasionalmente mi e' precluso.

Sono tornato a rileggere dei vecchi commenti lasciati a post su questo blog, e ne ho approfittato per leggere finalmente un po' di materiale che avevo messo da parte per giornate pigre. Ad esempio, sono riuscito finalmente a leggere alcuni articoli che avevo saltato sul comunitarismo, presi da qui (anche se per un paio di scritti ho dovuto aspettare che la febbre mi calasse un po')

Senza voler rispolverare la breve polemica con Miguel Martinez, continuo a considerarmi estremamente contrario alle idee di Preve e dei suoi sodali; e vale appena la pena di notare che non sono il solo a pensarla cosi': qui [pdf] per esempio c'e' una disamina abbastanza dettagliata della galassia di piccoli movimenti di estrema destra/estrema sinistra "antimperialisti" e dei loro contatti, controappunto ha una sezione abbastanza corposa sul comunitarismo, non a caso denominata fascisti nel campo, e qui c'e' un appello contro le firme al "campo antimperialista" con la denuncia, ancora, dei contatti e delle commistioni fra due campi che dovrebbero essere avversi - cosa che peraltro non viene negata da Preve ed anzi rivendicata dalla necessita' del "superamento della dicotomia" destra-sinistra, necessita' posta come una delle basi dell'ideologia comunitarista italiana.

Non sto qui a discutere della buona o malafede dei partecipanti al Campo Antimperialista o dei comunitaristi; non credendo ai complotti megagalattici che sono parte, a quanto pare, del DNA di certa sinistra, mi fa un po' ridere la presa di posizione di Fulvio Grimaldi, per cui chiunque non la pensi come lui, da Costanzo Preve, appunto, ai padri comboniani del Sudan e' un infiltrato della CIA; e una delle poche cose scritte da Preve che mi siano veramente piaciute e' stata proprio la sua risposta a Grimaldi.

Ma divago. A spingermi a scrivere questo post sono stati alcuni episodi della solita serendipita'. Per esempio, il fatto che googlando qua e la', ho trovato una delle versioni originali del manifesto lanciato da Preve, "Peoples smash America", e fra i nomi dei primi firmatari ho trovato quelli di Andrea e Michela Cipriani della Fondazione Luigi Cipriani. Parlo di serendipita' perche' ricordo altri due Cipriani, Antonio e Gianni, che mi pare fossero legati a Luigi ma non saprei dirlo con sicurezza, che scrissero un libro affascinante, Sovranita' limitata, "storia dell'eversione atlantica in Italia" - affascinante perche' era scritto come tutti i libri complottisti dovrebbero essere scritti, dettagliato, meticoloso, preciso, ovviamente paranoico ma senza mai scadere nel delirante, neanche quando sosteneva che persino il movimento della Pantera (chi se lo ricorda?) era infiltrato e diretto dai servizi segreti in nome di una rinnovata strategia della tensione; ed e' stato su quel libro che ho scoperto l'esistenza dei nazimaoisti, che molti oggi ritengono essere precursori ideologici dei comunitaristi.

Mentre inseguivo link a destra e sinistra, poi, ho inciampato su un'altra coincidenza: questa critica alle posizioni comunitariste di George "Saddam" Galloway e del suo partito, Respect. Strade molto diverse da quelle percorse dai comunitaristi italiani, e' chiaro, ma mi chiedo se siano cosi' diverse le premesse ideologiche e le intenzioni. Una lettura interessante non solo per quello che dice di Galloway, ma anche per le soluzioni alternative che una sinistra rifondata e' o dovrebbe essere in grado di proporre.

09 maggio 2006

Darwin Awards


Immagino che entrambi i miei lettori sappiano cosa sono i Darwin Awards: un premio conferito a chi migliora il pool genetico della specie umana rimuovendo i propri geni dalla competizione. Fra i vincitori, in passato, il tizio che ha collaudato una finestra anti-sfondamento buttandocisi contro (al trentesimo piano) e scoprendo che era anti-sfondamento nell'altra direzione, o quello che ha montato un JATO (un razzo usato per ridurre la pista necessaria ad un aereo da trasporto per decollare) sulla sua auto ed ha scoperto che se la velocita' e' sufficiente, anche la scocca di un'auto sviluppa portanza.

Ho appena trovato una candidata: una devota cristiana, a Gloucester, morta di fame a meta' di un digiuno della durata di 40 giorni (dal Guardian).

05 maggio 2006

Onorevole


Leggo su Wittgenstein che l'onorevolissimo Luciano Barani manco e' arrivato in Parlamento che ha subito presentato un'interrogazione per chiarire il dubbio che in questo momento toglie il sonno all'Italia e all'Europa tutta: dove va al cesso Vladimir Luxuria?

Posso capire; un paese spaccato a meta', in crisi profonda soprattutto di credibilita', con una classe politica talmente screditata che i Corazzieri attivavano l'antifurto alla macchina di Ciampi quando Berlusconi entrava al Quirinale, un Paese con una finanza allo sfascio ed un'economia che teme la competizione del Camerun e della Bulgaria, ebbene un paese ridotto cosi' deve darsi delle priorita', deve capire, deve prendere provvedimenti, deve avere un cesso separato per i transessuali.

Io, nel mio piccolo, ho gia' cominciato, con un'azione piccola, simbolica, perche' personalmente ritengo importante che chi merita riceva il giusto riconoscimento.

"Dove vai?"
"Vado al barani, mi sa che ieri sera ho esagerato con la peperonata"

(con preghiera di diffusione)

04 maggio 2006

Contraddizioni



Non sono quasi mai d'accordo con lui, ma questo post su The Italian Version e' interessante e lo condivido in pieno.

Mi chiedo solo quanti di quei commentatori si ritrovino poi a festeggiare le esecuzioni capitali texane con l'esposizione di cartelli come questo...

Crudelta'


"Finish your beer. Think of all the sober children in Africa"

03 maggio 2006

Iran

Non credo ci sia bisogno di dire che non ho alcuna simpatia per una cricca di integralisti religiosi che hanno fatto del nazionalismo guerrafondaio una bandiera, che spendono molto piu' di quello che il loro Paese potrebbe permettersi in armi e tecnologie belliche (riducendo alla fame una fetta consistente della popolazione), il cui leader sostiene di avere una linea diretta di comunicazione col suo personale Messia, e sulla cui "elezione democratica" molto ci sarebbe da dire; ma d'altra parte nutro esattamente la stessa antipatia anche per il loro principale oppositore di questi giorni, l'Iran di Mahmoud Ahmadinejad.

Uno dei miei siti complottisti preferiti, luogocomune, spiega finalmente il perche' di questa mia istintiva antipatia bipartisan (scrollate in basso fino al messaggio di "elpueblo"). Io lo sapevo che era tutta colpa della CIA...

P.S. Si', credo davvero che un attacco militare all'Iran, oggi, sarebbe un errore ancora piu' grave dell'invasione dell'Iraq, oltre ad essere persino meno giustificabile da ogni punto di vista. Non credo che sia una buona idea permettere all'Iran di dotarsi di armi nucleari, ma ci sono molte vie per raggiungere lo stesso scopo, piu' efficaci, piu' sicure per tutti e soprattutto legali.

01 maggio 2006

NationStates



Nationstates e' l'ennesimo simulatore di politica internazionale. Ci si costruisce una nazione, rispondendo ad un sottoinsieme delle domande del political compass, e si interagisce con le altre nazioni e con l'ONU - il tono non e' sempre serio.

Date un'occhiata alla Repubblica di Minorantia

Ah, ed ho appena deciso che sto per comprare il libro che ha dato l'idea agli autori del gioco.

Se lo sapesse mia mamma...



Ognuno di noi ha degli incubi ricorrenti o cerca occasionalmente di immaginare, per una qualche forma di perversione mentale, le situazioni piu' imbarazzanti ed umilianti in cui potrebbe, o non potrebbe, trovarsi: presentarsi nudi al lavoro, toccare il culo ad una donna scambiandola per la propria moglie, presentarsi ad un esame universitario senza neanche sapere quale sia l'argomento, essere citati con una certa approvazione sulle pagine di Libero di Vittorio Feltri.

Non avrei mai immaginato che una di queste cose potesse capitarmi sul serio; per cui, potete capire come mi sono sentito questa mattina quando ho letto riportate sul blog di Carlo Felice Dalla Pasqua queste parole, riprese da un articolo, appunto, di Libero:

La sinistra anglosassone lancia una petizione pro Bush
[...]
Tra i primi firmatari (oltre 600 da tutto il mondo) ci sono lo scrittore americano Paul Berman, liberal, autore di "Terror and Liberalism", e il radicale RNP italiano Daniele Capezzone, il nome politicamente più rilevante della scarna decina di italiani presenti (Christian Rocca del Foglio, Ezio Di Nucci, Mauro Fiorini, Carlo Felice Della Pasqua, Renato Labi, Eugenio Mastroviti, Mario Ristoratore, Leonardo Scimmi, A. Lisa Signorile, Paolo Tatti)
L'ho riletto tre volte, nella speranza che dopo il caffe' l'allucinazione sparisse. Niente. E' ancora li'. E' una fortuna che mia mamma non legga blog e siti di notizie online, o questa sarebbe la volta che mi toglie il saluto e, peggio, smette di prepararmi le lasagne al ragu' quando vado a trovarla.

Un inciso: per chi non si fosse preso la briga di controllare punto per punto l'Euston Manifesto, vorrei precisare che non e' una petizione pro-Bush, che l'approvazione o la disapprovazione per l'attuale amministrazione USA non compare affatto nel documento ne' nella presentazione, e che laddove i firmatari hanno espresso un'opinione sulla politica estera di Bush, questa era quasi costantemente negativa.

Io non so se, come ipotizza Dalla Pasqua, il titolo dell'articolo fosse semplicemente una trovata ad effetto per catturare piu' attenzione di quanto i blandi contenuti potessero fare; o se non si tratti invece di un errore in buona fede - per quanto si possa essere in buona fede scrivendo per Libero - dovuto ad una forma di aberrazione mentale che ha investito quella che mi piace chiamare becerodestra nostrana, quella che altri blogger chiamano, piu' aulicamente, neoconnarderie.

A destra, mi par di capire, si crede che esistano solo due schieramenti al mondo: chi si allinea fedelmente, caninamente con l'amministrazione USA, ne difende ogni passo, in politica estera, politica interna, istruzione, economia, da Camp X-Ray all'invasione dell'Iraq, dalla flat tax all'Intelligent Design, e gli altri, i seguaci di Bin Laden, i terroristi e i loro fiancheggiatori.

E' ovvio che con queste premesse, un documento che critica il terrorismo e il fondamentalismo religioso (i destri non riconoscono l'esistenza del fondamentalismo cristiano: a quanto pare credono, non so quanto sinceramente, che la croce in classe e nell'aula di tribunale sia un simbolo di laicita') non puo' che essere "dalla loro parte" e quindi pro-Bush.

M'e' capitato, su Usenet come nella vita reale, di discutere con questa gente, ed e' vero che e' difficile comunicare, perche' nel momento in cui esprimi due parole di critica, a qualunque titolo, per esempio sulla condotta USA in Iraq, loro t'hanno gia' incasellato, e qualunque cosa tu gli dica, non riuscirai a scuoterli dal convincimento che quello che vorresti veramente e' il partito Baath al potere a Baghdad e se possibile pure a Roma, Parigi e Londra; e d'altra parte, se ti capita di dare dello stronzo ad Ahmadinejad, t'arruolano di forza fra le truppe cammellate berlusconiane, e ce ne vuole del bello e del buono per spiegargli che no, non credi all'intelligent design, non credi che incarcerare e/o deportare tutti gli immigrati "di religione araba" (non ridete) sia una buona idea e non vorresti 8 ore di religione obbligatoria e cilicio nelle scuole di ogni ordine e grado.

D'altra parte, sospetto che una certa sinistra vedra' confermate nell'articolo, anche con una certa soddisfazione, certe idee che gia' s'era fatta: un documento che sostenga apertamente dei valori tipicamente occidentali come se fossero universali - diritti umani, democrazia, diritti delle donne, laicita' dello Stato - non puo' che appartenere, di nuovo, all'altra parte, ed essere quindi, ancora, pro-Bush.

E' sconfortante rendersi conto che Winston Churchill non aveva torto, quando diceva che gli italiani vedono le guerre come se fossero partite di calcio, e le partite di calcio come se fossero guerre. Per noi si riduce tutto a due squadre, e soprattutto a sceglierne una per cui fare il tifo.