28 marzo 2007

Scoiattoli


Come promesso in passato, questo è il link all'articolo di Mrs. Inminoranza sull'imperialismo zoologico yankee. Le hanno scritto apposta per dirle che è uno degli articoli più popolari pubblicati negli ultimi tempi - poi dice che la lotta antimperialista non è sempre viva.

27 marzo 2007

La calunnia del sangue


Mrs. Inminoranza ha una serie di strane abitudini. Quando non è in giro per foreste pluviali sudamericane a strappare peli agli scoiattoli (è una storia lunga) insegna le scienze a ragazzini dislessici e delinquenti minorili, fa la volontaria allo zoo di Londra e torna a casa tutta contenta perchè un formichiere l'ha bausciata fino alle sopracciglia e, quel che è peggio, frequenta newsgroup su Usenet.

Come dice giustamente Uriel, Usenet è un universo piccolo, dove alla fine, vai e vai, scrivono sempre le stesse 50 persone, ma ci sono gruppi di discussione davvero ai confini della realtà, gruppi come it.discussioni.animali, dove attivisti animalisti dimostrano all'universo mondo che la crisi di mezz'età può cominciare anche a vent'anni e colpire uomini e donne, dove se ammetti di aver bevuto un cappuccino ti saltano alla gola in quattro per l'orrenda schiavitù a cui costringi le mucche, dove un sacco di gente il cui unico contatto con la natura è il geranio in balcone si strappa i capelli di fronte all'idea di eradicare le nutrie o gli scoiattoli grigi perchè "è natura e l'uomo non deve intervenire" (2-3 cazzate al prezzo di una, che neanche Maurizio Blondet quando parla dell'11 settembre), dove, per finire, si trovano thread come questo qui.

Ci si trovano delle perle non esattamente rare. Fra l'altro (credetemi sulla parola, non mi va di stare a cercarli) thread del genere si ripetono periodicamente e con una certa frequenza, sempre con gli immigrati che si rubano i cani per mangiarseli o farci cose indicibili; e ogni volta che li leggo, o che Mrs. Inminoranza richiama la mia attenzione sulla cosa, non riesco a non fare paralleli storici. Cos'è, dopotutto, l'accusa di rubare gli animali d'affezione per mangiarseli, se non una calunnia del sangue aggiornata e adattata ad una società a crescita zero? Abbiamo tutti gli elementi: il diverso facilmente identificabile, emarginato, debole e incapace di reagire all'accusa, l'accusa più mostruosa possibile, quella di rubare quanto di più prezioso abbia una famiglia, il fulcro degli affetti, per ucciderlo e appropriarsene totalmente, cibandosene. Ci sono tanti, troppi livelli di rassomiglianza in questo, molti di più che nei classici comunisti/gurkha/buffalo soldiers che si mangiano i bambini - lì c'era solo l'aspettativa della violenza, normale dopo una guerra o l'attesa rivoluzione, qui c'è di peggio, c'è il concetto dell'infiltrazione subdola nella nostra società, dell'approfittare di una nostra supposta benevolenza, c'è la descrizione della perfetta serpe in seno: c'è la differenza fra galvanizzare una (supposta) resistenza all'invasore ed aizzare un pogrom.

Ellamadonna, mi direte, tutto questo dai messaggi di quattro svampite su un newsgroup?

Ogni iceberg ha una punta, potrei rispondere, ma il fatto è che non sono solo quattro svampite su un newsgroup, noi italiani brava gente sembriamo essere molto ricettivi a questa spazzatura - dalla caccia all'albanese scatenata da Erika e Omar al marito della poveretta di Erba, dal tipo arrestato per aver proposto a dei rom di rubare un bambino ai gridolini di gioia neanche mascherati che hanno salutato in certi ambienti l'uscita del libro di Ariel Toaff, si direbbe che per le calunnie del sangue dalle nostre parti ci sia un florido mercato.

26 marzo 2007

Anniversari


Cadeva ieri l'anniversario dell'inizio di una delle più lunghe ingerenze imperialiste inglesi negli affari interni di altre nazioni. In nome di un malinteso concetto di diritti umani più o meno universali, la Royal Navy si intromise nei legittimi commerci di altre nazioni, abbordò navi, sequestrò carichi, arrestò rappresentanti ufficiali di Paesi sovrani, invase Paesi stranieri e usò i Royal Marines per intromettersi in usanze e culture di cui non sapeva, tutto sommato, nulla.

Esempio lampante di imperialismo mascherato da guerra umanitaria, rimane a tutt'oggi una macchia nella storia di questo Paese, una vergogna che non deve più ripetersi, un'ingiustificabile ingerenza nei legittimi affari interni di altre nazioni. Insomma, la madre di tutte le "esportazioni di democrazia".

Come, di che parlo?

Dell'abolizione della schiavitù, di che altro sennò?

16 marzo 2007

Letture


Leggere un libro è solo metà del piacere: l'altra metà è scassare l'anima al prossimo parlandogliene per far vedere quanto sei colto; motivo per cui su questo blog si discutono in generale libri di un certo spessore e si passa sotto silenzio tutto il contenuto dello scaffale in alto a sinistra, quello con titoli come "Il frustino e la voluttà" o "I segreti del collegio femminile".

Ahem.

Dicevamo.

Il mio ultimo shopping spree in Charing Cross Road mi ha lasciato in possesso, fra gli altri, di tre libri di cui è il caso di parlare qui.


Il primo è What's Left? How liberals lost their way di Nick Cohen. Cohen è una figura storica della sinistra inglese, scrittore, politologo ed editorialista del Guardian, critico accanito del governo Blair e dell'esperienza politica blairiana con i suoi tentativi di far passare soluzioni e politiche tipicamente Tory come "New Labour".

Il libro è in pratica la descrizione di diversi Douglas Adams moments capitatigli nel corso degli ultimi 10 anni: i principali risalgono a quando ha visto una certa sinistra inglese opporsi all'intervento in Kosovo in nome "della pace" (io su questo lo batto, visto che m'è capitato di discutere con compagni che mi sono saltati alla gola quando ho osato suggerire che dopotutto in Bosnia era meglio avere la NATO che un'altra Srebrenica) e a quando ha visto militanti antifascisti iracheni portati in palmo di mano dalla sinistra, come Kanan Makiya, trasformati in "fantocci di Bush" per la grave colpa di continuare a dire del regime quello che avevano sempre detto.

Diversi capitoli sono dedicati ad erorri del passato che Cohen considera analoghi almeno moralmente se non nelle conseguenze pratiche, come l'attivismo pacifista del Bloomsbury Group di Virginia Woolf, che sfociò nell'adesione di diversi suoi esponenti a movimenti filonazisti e nella produzione di più di un proclama antisemita, e l'atteggiamento dei socialisti francesi che in nome della "pace" arrivarono ad isolare Leon Blum, a diffondere la spazzatura antisemita dei nazisti (per dar conto dell'imperdonabile atteggiamento "guerrafondaio" di Blum) e infine a partecipare al governo di Vichy mentre Blum e gli altri antinazisti venivano caricati su vagoni piombati e spediti a Dachau.

Cohen confronta gli errori del passato con quelli che considera gli errori attuali - il sostegno per lo meno morale alla "resistenza" irachena delle autobombe e delle stragi di pellegrini, l'antisemitismo mascherato da antisionismo e giustificato con la solidarietà al popolo palestinese, le astruse e assurde ipotesi di complotto che attribuiscono la responsabilità di tutti i mali del mondo ad un'oscura cricca di supercapitalisti, ebrei (pardon, "sionisti") ed agenti della CIA, il sostegno a qualunque causa oscurantista e regressiva che si dichiari in qualche modo antioccidentale. Il quadro che ne esce non è lusinghiero per la sinistra inglese o europea - e ovviamente ha fatto di questo libro il caso letterario dell'anno: noialtri di sinistra abbiamo un sacco di difetti, ma nella disciplina dello sbranarci fra di noi potremmo vincere l'oro olimpico senza neanche sudare - e quelli più stupidi di noi, come il sottoscritto, lo ritengono anche un fatto positivo che denota un minimo di onestà intellettuale, coerenza e fedeltà a dei principi.

Incidentalmente: vale la pena di leggerlo solo per la definizione degli anni del governo Major. Era come, dice Cohen, rimanere intrappolati in un vagone di treno guasto, e circondati da uno stuolo di contabili disonesti: riuscivano ad essere noiosi e corrotti allo stesso tempo.
Murder in Amsterdam è un libro abbastanza più difficile. Ian Buruma è nato in Olanda ma ha passato molta parte della sua vita in altri Paesi, ed è tornato nel suo Paese d'origine poco dopo la morte di Theo Van Gogh, alla ricerca di un motivo, di una spiegazione per quello che era successo e che stava continuando a succedere in Olanda.

Il libro comincia in maniera relativamente noiosa - almeno per me. Buruma si sofferma molto sulle minuzie dell'evoluzione delle convenzioni sociali olandesi, sulla storia sociale e politica nazionale, e per qualche motivo ho avuto difficoltà a superare i primi capitoli. Il libro si fa man mano più interessante quando comincia a parlare di immigrazione, dei "lavoratori temporanei" reclutati in Nordafrica come manodopera a basso costo e isolati in città-ghetto nascoste alla vista dei lindi borghesi olandesi, quando descrive, abbastanza impietosamente, l'origine e le responsabilità delle tensioni che oggi lacerano la società olandese.

Il quadro che descrive Buruma è deprimente, nessuno è esente da colpe, da Theo Van Gogh, con il suo credere che dipingersi come un giullare lo esimesse da qualsiasi responsabilità per quello che diceva, ad Ayan Hirsi Ali, che ha abbracciato l'ateismo con lo stesso, intollerante spirito missionario/militante con cui aveva abbracciato l'Islam politico dei Fratelli Musulmani, dai predicatori islamisti che cercano di rendere più netta e profonda la separazione fra la società civile olandese e gli immigrati, per poter poi proporre sè stessi e la propria personale versione di Islam come unico riferimento e prospettiva di riscatto, ai politici che si riempiono la bocca di parole come multiculturalismo e integrazione ma non muovono un dito per rendere davvero pari le opportunità di successo o almeno di riscatto sociale.

La descrizione perfetta dell'Olanda moderna è nella scena in cui un predicatore islamista si rifiuta di stringere la mano di Rita Verdonk: un integralista religioso che non si fa problemi ad annunciare pubblicamente il proprio disprezzo per le donne, contrapposto ad una donna che esprime nei suoi discorsi e nella pratica politica un'intolleranza ed un razzismo che commuoverebbero un Calderoli. Non ci sono "buoni" o "cattivi" in Olanda, a leggere Buruma - solo modi diversi di sbagliare.

Ho comprato Londonistan per i motivi sbagliati. Ne avevo sentito parlare molto, aveva suscitato molte polemiche, e l'avevo visto citato, soprattutto come fonte di dati più che di opinioni, in un paio di libri che non mi erano dispiaciuti (The suicide factory, per esempio). Il fatto che le citazioni fossero sempre e solo di dati fattuali, e che le polemiche fossero molto a senso unico, avrebbe dovuto mettermi sull'avviso, ma in un Paese in cui Peter Tatchell ed Outrage! vengono accusati di essere al soldo della CIA e dell'estrema destra inglese per aver contestato le condanne a morte di omosessuali in Iran, ho pensato che fosse il caso di concedere a Ms. Phillips il beneficio del dubbio.

Caso mai ci fosse bisogno di ulteriori dimostrazioni del fatto che sono un pollo.

Dieci pagine sono sufficienti a provare che Ms. Phillips è un'Oriana Fallaci con qualche isterismo in meno e un po' di faccia tosta in più. Venti portano a chiedersi come diavolo abbia fatto a vendere tanto. Trenta portano la risposta: è grazie ai fessi come me che la comprano senza aver capito bene.

A leggere il libro si ha l'impressione che i grossi problemi che ha Ms. Phillips non siano col terrorismo, con le varianti totalitarie dell'Islam politico o con la chiusura di certe comunità immigrate al mondo esterno, con tutte le possibilità di abuso che ne conseguono. No, Ms. Phillips spende molto più tempo a condannare quelle che vede come degenerazioni della società moderna, la separazione netta di Stato e Chiesa, la legislazione sui diritti umani, il riconoscimento di diritti a donne e omosessuali (mi dica, Ms. Phillips, crede che in una società come quella da lei vagheggiata sarebbe permesso ad una donna di divorziare a ripetizione, scrivere articoli e libri violentemente critici dello status quo, e condurre una vita indipendente?), e ovviamente l'immigrazione.

Le fallacie logiche del libro sono troppe per poterle contare. Nel primo capitolo lamenta l'omofobia di diversi leader e predicatori islamisti, per poi condannare nel capitolo 3 l'omosessualità diffusa, e (orrore!) il riconoscimento di diritti alle coppie omosessuali come una delle cause dell'indebolimento della società occidentale.

Nel secondo capitolo si scaglia contro quel grande nemico della società occidentale, la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, che il satanico Stato inglese ha addirittura incorporato nelle proprie leggi (Human Rights Act, 1998), e se non fosse irritante sarebbe divertente notare che sceglie un paio di casi abbastanza aberranti, come quello di Shabina Begum, per mostrare quanto questa legge si presti a perversioni dei costumi e delle tradizioni, e poi sia costretta a notare, en passant, che in entrambi i casi gradi di giudizio successivi annullavano le aberrazioni - in altre parole, che tutta la sua argomentazione contro la legislazione sui diritti umani si riduce al fatto che in un paio di casi, quando la legge era nuova, la giurisprudenza era scarsa e le possibilità di abusi elevate, un paio di sentenze intermedie erano aberranti e sono state cancellate in appello, provando che il sistema, tutto sommato, funziona (costa troppo, ma questo è un altro discorso).

Seguono un paio di capitoli sul fatto che Al Qaeda è più forte dell'Occidente perchè loro hanno Allah mentre a Occidente siamo diventati tutti atei o almeno abbiamo laicizzato la società, mentre, mi par di capire, l'unico modo per battere Osama Bin Laden sia avere un amico immaginario più forte del suo; a sentire Ms. Phillips, quasi tutto quello che è venuto fuori dal 1789 in poi è una cattiva idea e ci ha fatto perdere terreno nei confronti della minaccia islamica, e l'unica possibilità per non diventare una teocrazia è, um, diventare una teocrazia: ma almeno, sarà la nostra teocrazia e ai prolet sarà permesso di bere birra nei pub (ma con moderazione: Ms Phillips non tollera che la servitù torni a casa ubriaca dalla propria serata libera).

Il resto del libro è pure peggio. Resuscitate Oriana Fallaci, datele un paio di Tavor, rendetela più religiosa e fatele parlare inglese, ed avrete Melanie Phillips. E poi spiegatemi perchè l'avete fatto, per favore

Due libri su tre val la pena di leggerli. Il terzo è di gran lunga troppo alto per stabilizzare il tavolo della cucina.

Definizioni


"Un criminale è una persona dotata di istinti predatori ma priva del capitale necessario per fondare una compagnia"

Geniale

Hat Tip: Hak Mao

(lo so, lo so Maedhros, il mercato è Dio. Io sono ateo)

A proposito di istinti predatori, da oggi inauguro la pratica del furto di tag da Mmax

14 marzo 2007

St. Padraig


Sabato prossimo è San Patrizio, e mi sento quindi in obbligo di proporre
un adeguato festeggiamento ad altri esponenti della cultura ebraico-cristiana sotto assedio da più lati in questa Eurabia svenduta al nemico musulmano.

Proporrei agli altri blogger italiani a Londra un bel pub crawl, magari in quel di Soho, attorno a Covent Garden o semplicemente in giro per la città seguendo una lista come questa qui. Fatevi sentire, il mio indirizzo è qui nella colonna a sinistra - e comunque penso che proverò a spammare l'iniziativa nei commenti di qualcuno...

Cheers!

13 marzo 2007

Bersagli leciti


"Io fra i musulmani non ci andrei mai a vivere. Appartengono ad una cultura che glorifica l'ignoranza, non hanno il minimo rispetto per gli stranieri e gli appartenenti a culture diverse, sono intolleranti, arroganti, fanno della prevaricazione un valore, le donne fra di loro hanno quasi sempre una posizione subordinata e in ultima analisi sono dei fascisti"

Chi potrebbe mai dire una cosa del genere? Un razzista. Una persona di quelle che se ti ci ritrovi seduto vicino in aereo, chiedi alla hostess se c'è un altro posto disponibile, uno qualsiasi, anche appeso all'ala. E ci fai mettere lui, eh, sia chiaro.

Adesso i miei tre lettori provino a sostituire alla parola "musulmani" la parola "americani" e a rileggere la frase. Alzi la mano chi non ha sentito fare questo discorso, o uno simile, da persone dalla specchiata fede antirazzista e progressista. Io le ho sentite, a strafottere (fra le altre cose, non sono molto lontane dal descrivere l'opinione di Mrs. Inminoranza).

Da quando vivo qui ho scoperto che il razzismo non è una questione di idee, ma di bersagli. Il mio collega simpatizzante del BNP, per esempio, è felice come una pasqua da quando una serie di Paesi dell'Est europeo sono entrati a far parte dell'UE: adesso può dire degli immigrati di quei Paesi le stesse cose atroci che dice di italiani, spagnoli, francesi e tedeschi senza che nessuno gli dica niente. Sono europei, non è razzismo. Il suo sogno, credo, è che il Pakistan e la Giamaica entrino pure loro a far parte dell'UE, per poter tornare a chiamarli fucking Pakis e niggers come faceva negli anni '70.

Ognuno ha dei bersagli leciti - il mio, per ragioni storico-culturali, sono gli abitanti di Altamura, ma non per colpa mia: è un fatto che gli altamurani non riescono a pensare senza muovere le labbra, mica è razzismo dirlo.

Dice, ma al razzismo siamo sensibili quando colpisce una categoria già debole: che uno consideri gli americani razza/cultura/nazionalità inferiore sono, tutto sommato, cavoli suoi, il problema è discriminare chi non è in grado di difendersi ed è già di suo, per altri motivi, in una posizione svantaggiata - immigrati e loro discendenti, in massima parte. Dire che gli inglesi non si lavano e puzzano, per esempio, lascia il tempo che trova; dire che i neri non si lavano e puzzano viene usato come scusa per non affittare l'appartamento ad immigrati.

Verissimo, anche se dovremmo sempre tener presente che una certa mentalità è comunque pericolosa sebbene in questo momento non vada a colpire alcun soggetto debole - in altre parole, preferirei che fosse
la forma mentis del razzismo ad essere socialmente (non penalmente, attenzione, la distinzione è importante) inaccettabile, piuttosto che un'inopportuna scelta di bersagli; questo non per una nebulosa questione di principio, ma perchè limitarsi a selezionare fra bersagli leciti o meno porta per esempio a sentirsi fare da persone sicuramente di sinistra discorsi che non avrebbero sfigurato ai raduni di Norimberga, resi accettabili dalla semplice sostituzione di "sionisti" ad "ebrei".

E porta ad altre stranezze. Prendete gli albanesi, per esempio. Non so, sarò strano io, ma colgo un senso di fastidio, a sinistra, quando si parla dell'Albania. A noi italiani, diciamolo subito, gli albanesi non piacciono. Non ci possono piacere, è una questione storica, culturale, fate un po' voi, ma non ci potranno mai piacere: ci ricordano troppo come eravamo noi un secolo fa - un miscuglio di gran lavoratori e criminali, gente disposta a tutto pur di arrivare ad Ellis Island e oggi a Brindisi, ignorati da tutti se non quando uno di loro commette un reato e fa scattare il linciaggio - per fortuna oggi solo mediatico. Gli albanesi, e in particolare i kosovari, non hanno amici in Italia, si portano dietro troppi peccati originali. Anche a sinistra li si guarda con un certo fastidio, non gli si può perdonare di aver dato alla NATO la scusa per una guerra, non gli si perdona di avere dei soldati occidentali in casa e di non diventare resistenti, non gli si perdona di non farsi saltare in aria per la Causa, quale che sia, non gli si perdona di aver dato un calcio in culo ai missionari wahabiti che predicavano la guerra santa. Sono dei collaborazionisti, insomma: in altre parole, un bersaglio lecito.

Tanto sono leciti che uno come John Kleeves può scrivere articoli come questo qui (leggetelo tutto, ne vale la pena) e ciononostante essere citato con ammirazione, in virtù del suo antiamericanimso in salsa veteronazista, da un esponente della IADL come Sherif al Sebaye, qui, dove fra l'altro dice "Come mai uno storico, sicuramente non il primo sprovveduto di passaggio per strada, ha deciso di celarsi dietro un falso nome per scrivere ciò che afferma? Preoccupazione e paura per la sua reputazione, per il suo ruolo universitario magari ? Ha paura di essere tacciato di "fascismo" solo perché critica, su basi documentate, la politica di sempre degli Stati Uniti e perché nei suoi scritti magari, si riconosce qualche fascista ? Non saprei... Ma una cosa è certa: il clima in cui viviamo è un clima di caccia alla streghe" - e solo un clima da caccia alle streghe potrebbe far accusare di razzismo uno che, dopotutto, ha solo scritto che albanesi e kosovari sono un'etnia socialmente pericolosa.

Se il razzismo è, almeno nelle sue forme più blande, una divisione fra popoli di serie A e popoli di serie B, una distinzione fra razzismi di serie A e razzismi di serie B come si può definire?

12 marzo 2007

Famiglie


Non intendo entrare nel merito della questione di PACS, DICO eccetera; mi stupisco solo del fatto che oggi, nel ventunesimo secolo, esistano nazioni che si piccano di appartenere all'occidente laico e progredito e hanno bisogno di dibattere una cosa del genere. Immagino che dopo di questo si aprirà un dibattito sull'opportunità o meno di picchiare le donne.

Non so, sarò strano io, ma l'idea di dover anche stare a discutere il concetto che due persone che si amano possano o meno formare una famiglia con tutti i riconoscimenti legali che la cosa comporta, onestamente, mi sembra fantascientifica. Forse ho capito male.

No, la cosa che mi diverte è quella delle adozioni da parte di coppie gay. I figli di madri single, dice, vengono su delinquenti, lo dicono le statistiche. Dipende dal fatto che non c'è il padre che gliene dà due quando se le meritano. Ma anche i figli dei padri single vengono su delinquenti (mica dovete credere a me: guardate Mmatteo). Dipende dal fatto che dopo che il padre gliene ha date due, la mamma non gli dice le paroline dolci. Insomma, il bimbo ha bisogno di modelli di comportamento distinti che due genitori dello stesso sesso non possono dargli, si sa che una donna è incapace di decisione e rigore educativo (che qualcuno lo spieghi a mia sorella, per carità), ed un uomo è incapace di tenerezza.

Ora, che questa sia una gran cazzata credo non costituisca una sorpresa per nessuno. Il motivo per cui i figli di genitori single statisticamente sono più a rischio è duplice: da un lato una questione economica - tre persone con due stipendi campano meglio che due con uno stipendio solo, con tutto ciò che questo comporta; dall'altro una semplice questione di tempo e dedizione. Tirar su un bambino costa tempo e fatica oltre che soldi, e due persone riescono a dedicargli molto più tempo e per forza di cose molta più attenzione che una sola, il che si riflette in interventi educativi più assidui, maggiore disciplina, più positive reinforcement per il fatto banale che due paia d'occhi riescono a cogliere più facilmente misfatti e atteggiamenti positivi. Entrambi i fattori sono veri che i genitori siano un uomo e una donna, due donne, due uomini, o persino io e Mrs Inminoranza. Una realtà familiare ed affettiva stabile, attenzione costante, stimoli intellettuali ed affettivi, assicurano (statisticamente) che il bimbo/la bimba verrà su "bene", non il fatto che in casa ci sia una persona che fa pipì in piedi ed una seduta.

A tutto questo poi andrebbe aggiunta anche una piccola osservazione, che riferisco così come me l'ha fatta una ragazza (italiana anche lei) che lavora per un nostro cliente qui a Londra. Dice che i bambini hanno bisogno di una figura maschile per venir su equilibrati: sarà anche vero; però in questo Paese i figli della lost generation massacrata nelle Fiandre fra il 1914 e il 1918 sono stati tirati su in maggioranza da madri, zie e nonne, senza la presenza di un padre se non sotto forma di una fotografia ed un paio di medaglie sul caminetto, sono arrivati ad avere fra i 20 e i 25 anni nel 1939.... ed hanno combattuto, e vinto, la Seconda Guerra Mondiale. Che come successo non è male, per una generazione.

M'ha lasciato senza parole.

11 marzo 2007

Kilombo


Tanto per cambiare, mi capita di dissentire da Ipazia e Hari Seldon sulla faccenda di Kilombo e del premio della IADL. Premetto che non mi piace la IADL, non ne condivido metodi, finalità e impostazione ideologica, non credo che ci debba essere posto, in una società moderna, per le ingerenze della religione nella politica, ingerenze che sono poi la raison d'etre dei padri spirituali di UCOII e IADL, e che dell'accusa di antisemitismo me ne frega ben poco che sia o meno dimostrabile con la pezza d'appoggio di qualcuno che avrebbe magari detto "ebrei ai forni" (così come, per dire, trovo che Storace e Borghezio siano due merde fasciste pur senza avergli mai visto fare il saluto a braccio teso); ciò detto, mi asterrò sul voto, per lo stesso motivo per cui ormai non scrivo più nulla su Kilombo: come dice quel vecchio saggio di Mmax, Kilombo nasce come aggregatore di due (o più) sinistre che non sono aggregabili, con differenze profonde amplificate ancora di più dall'antica abitudine di distribuire patenti di ortodossia in base a parametri fin troppo stringenti.

La IADL sta premiando una parte di Kilombo che è, se non maggioritaria, di sicuro più rumorosa ed attiva, se non altro perchè è la parte che è convinta di stare in prima linea a combattere la guerra santa contro l'Impero del Male - speculare a quella parte rumorosa ed attiva di Tocqueville che sembra convinta che al massimo domani sera i barbutacci islamici invaderanno l'Europa, gli entreranno in casa e gli tromberanno moglie, madre, figlia e probabilmente canarino; sta premiando quella parte che crede sinceramente che se domani mattina i soldati occidentali lasciassero l'Afghanistan, gli afgani smetterebbero immediatamente di spararsi addosso e si siederebbero da qualche parte a discutere la formazione di un governo; quella parte che ritiene che gli americani abbiano non solo la responsabilità, ma la colpa esclusiva delle centinaia di iracheni uccisi ogni giorno dalle auto-bomba; quella parte che crede davvero che in Italia si compiano violazioni dei diritti umani maggiori che in Iran, perchè il matrimonio omosessuale è vietato in entrambi i Paesi ma almeno in Iran non hanno represso con la violenza le manifestazioni contro il G8.

Io penso che il premio della IADL, e non me ne voglia Dacia, sia perfettamente appropriato per Kilombo. Sono io che non lo sono più, probabilmente.

09 marzo 2007

Fuori controllo


Strana settimana. Mi sono capitate un paio di cose che non esito a definire stupefacenti.

Per prima, una lettera dei nostri amici delle Risorse Umane. Con l'amichevole premessa che non si tratta di un richiamo ufficiale, io e altri due colleghi veniamo informati che ci sono state proteste per il nostro uso di una terminologia "razzista" e "offensiva", ed invitati a moderare il nostro linguaggio in base ai termini del compliance document che abbiamo firmato all'atto dell'assunzione.

Dice, razzista e offensiva? I miei tre lettori staranno già sghignazzando al pensiero di quello che possiamo aver detto, delle barzellette sul camionista afgano transessuale con una gamba di legno che ci siamo raccontati.

Niente di tutto questo. In ripetute occasioni, parlando di hard disk (in almeno due casi) e di architettura del sistema di monitoraggio (in almeno un caso) abbiamo usato in pubblico i termini master e slave, invece di quelli approvati dalle Risorse Umane, ossia primary e secondary (o subordinate).

Lo ripeto perchè magari uno dei miei tre lettori non faceva attenzione: parlando di computer, o di componenti di computer, abbiamo usato termini in uso nell'informatica praticamente da che esiste l'informatica, e la cosa che veramente mi fa girare gli zebedei non è che quelli delle Risorse Umane si siano messi di mezzo (sono pagati per rompere i coglioni, dopotutto) quanto che qualche collega sia andato/a a protestare. Per cui da ora gli hard disk, per quello che ci riguarda, si dividono in democratically (where applicable and respectful of culture and traditions) elected to leadership e subordinate but in a context of great respect for its diversity and unique skills. E vediamo.

Poi, siccome quando gli dei decidono di farcele girare ci si mettono d'impegno, stamattina avevo sulla scrivania il libro che sto leggendo nelle due ore di metropolitana giornaliere. Il mio manager, passando, ha notato che si trattava dell'elemento che mi mancava della triade di Jac Weller sul duca di Wellington, Wellington in India (gli altri due, consigliati, sono Wellington in the Peninsula e ovviamente Wellington at Waterloo), e mi ha chiesto, amichevolmente ed educatamente, di evitare in futuro di portare libri simili in ufficio. "Simili?" è stato tutto quello che ho potuto rispondere, ricevendo la spiegazione che libri sul passato coloniale della Gran Bretagna potrebbero risultare offensivi per colleghi appartenenti a minoranze provenienti da Paesi ex-colonie.

Spero di tornare sul mio pianeta dopo il weekend.

07 marzo 2007

Percentuali


Di solito, quando una persona di sinistra dice che c'è qualcosa di seriamente sbagliato nella maniera in cui il denaro pubblico viene speso in questo Paese, sta pensando alla spesa militare. In effetti, sembra che i soldi non vadano da nessun'altra parte: in UK non esistono, pare, asili-nido statali, e un nido privato costa intorno al migliaio di sterline al mese; il servizio sanitario nazionale, già al collasso per mancanza di personale, adesso non ha neanche più i soldi per pagare chi già ci lavora, e sta licenziando o non rinnovando il contratto a diverse migliaia di medici e infermieri; il sistema scolastico pubblico è allo sfacelo (è una vita che devo farci un post, aiutato dalle mirabolanti esperienze di Mrs. Inminoranza), e per far fronte alla crescente mancanza di motivazione di insegnanti pagati sempre meno sforna programmi sempre più semplificati per non far crescere la percentuale di bocciati (la forza di gravità? vale 10 metri al secondo quadrato, perchè i liceali non sono tenuti a saper fare le moltiplicazioni con la virgola); il sistema pensionistico è messo talmente male che definirlo allo sfascio significa fargli un complimento, al punto che ogni inverno decine di pensionati muoiono assiderati perchè non hanno i soldi per pagarsi il riscaldamento. D'altra parte, la Royal Navy ha in cantiere una nuova classe di cacciatorpediniere modernissimi (Type 45), una nuova superportaerei, probabilmente una nuova classe di sottomarini lanciamissili, e la RAF sta (finalmente) per ricevere i nuovi Eurofighter Typhoon, gli Apache Longbow col radar a microonde sono entrati praticamente tutti in linea, e probabilmente fra un anno o due parte il mega-progetto per la sostituzione dell'Enfield L85 con l'H&K G36.

Uno dice, tagliamo le spese militari e con quei soldi ci facciamo andare avanti gli ospedali e le scuole da qui al 2020, minimo. Ah, se solo la vita fosse così semplice: uno chiede, volete burro o cannoni? Tutti rispondono, "burro", e vissero felici e contenti.

La Gran Bretagna è in effetti, dopo la Francia, il Paese europeo che spende per la difesa la maggior percentuale del proprio PIL: il 2.4%, contro il 2.6% della Francia, l'1.8% dell'Italia e l'1.2% della Spagna. Chiediamoci dunque, cosa succederebbe se domani mattina Tony Blair cancellasse completamente le forze armate inglesi? (diciamocelo, ma chi mai vorrebbe invadere la Gran Bretagna? Basterebbero la cucina e il clima a respingere qualsiasi invasore) Diventeremmo il Paese di Bengodi?

Improbabile. La spesa sociale - ordine pubblico, sanità, istruzione, sussidi di disoccupazione, assegni agli immigrati e ai rifugiati, edilizia sociale, pensioni, assegni familiari - si mangia oltre il 30% del PIL (fino al 57% a seconda di cosa si conta come "spesa sociale"). In altre parole, la spesa militare annuale di questo Paese coprirebbe al più 4 settimane di spesa sociale. 5 settimane se decidiamo di eliminare anche le forze dell'ordine. E allora?

Allora, fermo restando che certe spese vanno aumentate, perchè non è degno di un Paese civile che chi ha lavorato tutta la vita si debba ridurre ad elemosinare mozziconi di sigaretta ai giardini pubblici, nè che la gente muoia di cancro perchè la sanità non ha i soldi per i chemioterapici, bisogna cominciare a rivedere quello che è diventato un enorme calderone di "spese sociali" e, disgraziatamente, scannare un po' di vacche sacre per farne hamburger.

Da dove cominciare? Forse dall'ammettere che non è strettamente necessario che ogni associazione che promuove cause tradizionalmente definite di sinistra sia finanziata con fondi statali. Non è strettamente vitale per gli interessi del Paese - o della comunità locale - che la Camden Black and Minority Ethnic Alliance riceva 100.000 sterline di fondi pubblici per... uh.... per fare azione di lobby allo scopo di incrementare gli stanziamenti del comune di Camden a favore di attivisti e lobbisti. Il comune di Dudley e l'Home Office potrebbero spendere i propri fondi più costruttivamente (non so, pagando stipendi decenti ad insegnanti e poliziotti, per esempio) che dandoli al Centre for Equality and Diversity, la cui missione è, pare, di educare lobbisti appartenenti alle varie minoranze etniche. In generale, i vari comuni inglesi potrebbero evitare di pagare chi, per mestiere, non fa che chieder soldi. Il governo inglese potrebbe porre dei paletti che limitino e regolino il pagamento delle spese legali di chiunque voglia fargli causa per supposte violazioni dei diritti umani, per un totale che si avvicina annualmente al costo di un paio di superportaerei (o di ospedali).

Capiamoci: vi offende che i compagni di scuola di vostro figlio mangino roba vietata dalla vostra religione? Fate causa alla Gran Bretagna, i vostri diritti umani sono stati violati; vi offende che ci sia gente che guarda un telefilm con dentro un prete donna? Fate causa alla BBC - e naturalmente al governo inglese; vi offende che un teatro produca un musical in cui uno dei personaggi è un Cristo omosessuale col pannolone? Fate causa al teatro, al comune di Londra e naturalmente al governo inglese. Non essere offesi è diventato, pare, un diritto umano, per di più da difendere a spese dei contribuenti.

Invece adesso Blair sta per fronteggiare un'altra ribellione ai Comuni e nel Paese, per una proposta di legge che taglia contributi e sussidi ai single parents se questi, una volta che il figlio più piccolo ha compiuto 12 anni, non intendono ricominciare a lavorare; ribellioni simili, in passato, hanno complicato l'iter di leggi che tagliavano i sussidi ai disoccupati che rifiutavano offerte di lavoro - da queste parti i sussidi, uniti agli assegni per la casa e ai child benefits, permettono ad una coppia di disoccupati con 2 bambini di guadagnare intorno alle 800-1000 sterline al mese al netto dell'affitto, sufficienti ad una vita ragionevolmente dignitosa, almeno fuori Londra.

Tutto considerato, mi fa un po' incazzare la sinistra Labour (per cui voto, almeno localmente) quando fa finta di credere che il problema stia nella spesa militare, quando dà in escandescenze all'idea di rivedere,
anche al solo scopo di tagliare gli abusi, un sistema di spesa sociale che è andato completamente fuori controllo, e quando allo stesso tempo preme su Gordon Brown perchè per ragioni elettorali non annunci alcun aumento delle tasse fino al 2008 neanche per i settori più abbienti della società - in un Paese in cui i bonus di fine anno nel settore finanziario sono talmente spropositati da aver dato vita ad un mercato tutto loro, fatto di Aston Martin, collier di diamanti e appartamenti a Kensington pagati il doppio di quel che sarebbe bastato per evitare il fallimento della MG/Rover.

03 marzo 2007

Short break


Questo blog se ne va (in ritardo) a festeggiare l'anniversario di matrimonio a Glastonbury, in un bed & breakfast celtico, mistico e magico, a mangiare roba magica, mistica e celtica e a comprare ricordini mistici, celtici e magici.

Un weekend immersi nella fuffa ogni tanto ci vuole

02 marzo 2007

Quiz


Prendete un movimento i cui membri si salutano a braccio teso, che nella propria costituzione accusa gli ebrei di essere "dietro alla Rivoluzione Francese, la Rivoluzione Bolscevica, e la maggior parte delle rivoluzioni di cui abbiamo avuto ed abbiamo tuttora notizia, qua e là. Col loro denaro hanno fondato società segrete come la Massoneria, il Rotary Club, i Lions ed altri in diverse parti del mondo, con lo scopo di sabotare le società in cui vivono e portare avanti un progetto sionista. Col loro denaro controllano le nazioni imperialiste e le istigano a colonizzare nuove terre allo scopo di spargere la propria corruzione e sfruttarne le risorse. [...] hanno causato la Prima Guerra Mondiale [...] Hanno causato la Seconda Guerra Mondiale [...] hanno istigato la creazione delle Nazioni Unite e del Consiglio di scurezza allo scopo di usarli per governare il mondo...", che forma squadre di picchiatori ed assassini per eliminare o intimidire i sindacalisti e le loro famiglie.
Prendete questo movimento qui, dunque, e ditemi, come chiamereste i suoi membri?

Come?

Fascisti?

Sbagliato.

Hat tip: Hak Mao