30 aprile 2008

Buone ragioni per preoccuparsi


Quando il tuo collega H. il Vichingo finisce in ospedale con gli orecchioni, e due giorni dopo tu ti svegli con un po' di febbre

29 aprile 2008

Your village called, they want their idiot back


Una delle mie (poche) doti è che non ho problemi ad ammettere di essermi sbagliato. Tipo, pensavo sinceramente che Restodelmondo avesse commesso un errore a bannare il pet-troll, figura che mi sembrava tutto sommato innocua e divertente, il classico pensionato fascistoide che invece di sbraitare e dare spettacolo nella piazza del paese lo fa nella blogopalla perchè il nipote gli ha messo su il computer e gli ha fatto vedere come si usa Gugle e teh Intartubes (lo so: l'idea che si sia riprodotto fino ad avere un nipote ti fa perdere fiducia nella selezione naturale. Ma tant'è, meglio non andare a sfrugugliare da quelle parti, che probabilmente lui considera pure l'evoluzione un risultato di qualche cospirazione ateolesbofrociocomunista)

Madornale errore.

Il problema, come avrà notato chi ha seguito l'infestazione dell'ultimo paio di settimane, è che il troll, in media, è come il nano da giardino che fischia quando gli passi davanti. Quando lo compri ad una garage sale e lo metti in giardino, e fischia per la prima volta, fa ridere. Anche la seconda. E la terza. All'ottantesima, prendi una mazza da cricket e lo fracassi.

Inizialmente è pure divertente prendere un po' per il culo certi figuri, mettere un po' in evidenza che tutto sommato non sanno neanche di cosa stanno parlando, rispondere più o meno puntualmente ai loro deliri. OK, lo so: hai un cretino che si lamenta dell'immigrazione che causa criminalità, e quando gli fai notare che il tasso di criminalità è irrisorio rispetto ad altre capitali europee con meno immigrazione, tutto quello che ti sa rispondere è che comunque i giornali fascisti ne parlano e ne danno la colpa agli immigrati e per questo lui si sente minacciato dagli immigrati e per risolvere il problema bisogna deportarli in massa; ridere di uno così ti fa sentire un po' come quei ragazzini che prendono a schiaffi il compagno di classe down e poi mandano il video su YouTube - però d'altra parte, come dice il vecchio adagio, umiliare i fascisti è uno sporco lavoro, ma qualcuno deve pur divertirsi a farlo.

Il problema è che ribattere punto per punto e mettere in ridicolo il troll medio è sul momento divertente, ma sul lungo termine paga solo se dall'altro lato ci sono delle sinapsi in grado di scattare ad un ritmo superiore ad una al minuto; con un troll come quello che allignava qui, che è stato rimandato a settembre tre volte al test di Turing, diventa fatica sprecata, perchè non se ne accorge neanche e insiste più o meno come un disco rotto; e d'altro canto, costa molta meno fatica a lui scrivere "albanegri ai forni" o "froci culo cacca piscio" che ad un qualsiasi interlocutore ribattere puntualmente ai pochi concetti espressi probabilmente per caso, in una perfetta applicazione della teoria della montagna di merda di Uriel.

Il bilancio energetico di queste diatribe, alla lunga, è sempre a favore del troll: perchè il troll è troppo stupido o troppo disonesto, o entrambi, come in questo caso, per discutere. Il troll è l'equivalente internettiano, appunto, del pensionato fascista che sbraita in piazza anche quando nessuno lo sta a sentire, o del tipo che, quando ancora abitavo a Bari, ogni sabato sera veniva a dar fuoco al cassonetto di fronte a casa, puntuale che ci potevi regolare l'orologio. Discutere col troll, passato il periodo in cui usare un punching ball è divertente, costa sempre più fatica a te che a lui. Per ristabilire un bilancio energetico favorevole bisogna applicare concetti asimmetrici, come spiegato da Robert J. Bunker nel suo seminal study (chi mi suggerisce una traduzione del termine?) "Five-Dimensional (Cyber) Warfighting: Can the Army After Next be Defeated Through Complex Concepts and Technologies?" (Strategic Studies Institute, US Army War College, 1998). Bisogna spostare il terreno dello scontro e trovare un punto di applicazione della propria (ridotta) energia vanificando al tempo stesso la superiorità energetica/economica/tecnologica del nemico. Se al troll costa meno energia sbraitare "cacca culo piscio froci" che a me rispondere punto per punto ai suoi deliri, allora rispondere punto per punto non è la strada da seguire, indipendentemente dallo stile delle risposte. La risposta è nel fatto che alla fine costa meno energia a me cliccare su "delete" che a lui scrivere un commento, non importa quanto delirante e composto in base ad impulsi nervosi originati nel midollo spinale senza neanche attivare i lobi frontali: il bilancio energetico è ristabilito a mio favore, e il troll se ne va a infestare altrove (con sentite scuse ad Annarella e Niccolò)

28 aprile 2008

Abbiamo vinto


Abbiamo vinto perchè quegli altri, che sono la falsa sinistra, hanno perso di più.

Abbiamo vinto perchè a Scalcagnate di Sotto l'altra volta avevamo preso 318 voti e questa volta ne abbiamo presi 325.

Abbiamo vinto perchè abbiamo perso e l'opposizione era proprio dove volevamo stare.

Abbiamo vinto perchè a perdere è stata la linea che abbiamo concordato con quegli altri che non sono vera sinistra.

Abbiamo vinto perchè il nostro obiettivo era non far vincere Veltroni e ci siamo riusciti.

Abbiamo vinto perchè il nostro obiettivo era non far vincere Bertinotti e ci siamo riusciti.

Abbiamo vinto perchè il nostro obiettivo era non far vincere Diliberto e ci siamo riusciti.

Abbiamo vinto, o quasi, e se abbiamo perso è perchè non abbiamo fatto abbastanza manifestazioni per la Palestina.

Abbiamo vinto almeno in un certo senso, ma ci è sfuggita l'ultima manciata di voti perchè non abbiamo avuto il coraggio di mandare in Afghanistan artisti multimediali, intellettuali vestite da sposa e obiettori di coscienza a fare workshop di pace con i Talebani, invece dei soldati che violano il diritto umano delle ragazzine a farsi bruciare vive nelle scuole (comunque sono scuole in stile occidentale, quindi se quelle stronzette ci vanno tanto innocenti non possono essere)

Abbiamo vinto moralmente e l'elettorato ci ha segnalato con chiarezza che dobbiamo dire NO non solo all'alta velocità ma a tutte le velocità.

Abbiamo quasi vinto e avremmo trionfato se ci fossimo opposti di più alle basi americane, alle basi italiane, alle basi ortogonali e alle basi per altezza diviso due.

Abbiamo pressochè vinto, alcuni non ci hanno votato perchè dopo il No Tav, il No Dal Molin, il No alla genetica, No alla chimica, No al nucleare, la dirigenza non ha avuto il coraggio di dire un chiaro no all'agricoltura a rotazione.

OK, non abbiamo proprio vinto, ma il 10 maggio facciamo una bella manifestazione nazionale per mostrare agli italiani quanto i loro problemi ci stiano a cuore. Tutti in piazza per la Palestina, compagni.

Rieduchescional Channel


Poi non dite che questo blog non vi fa crescere dentro. Il nostro pet-troll ha suscitato addirittura l'attenzione degli scienziati (audio).

25 aprile 2008

25 aprile


Niente manifestazioni per me, e questo rende la memoria ancora più importante. Vale la pena di fare un salto sul blog di Dacia e leggere la sua storia del partigiano meno famoso d'Italia.

22 aprile 2008

What he said


Non ho modo di essere in Italia per il 25 aprile, ma se ci fossi sarei perfettamente d'accordo con Mmax. Quella del 25 aprile è una ricorrenza troppo importante per trasformarla in una ripicca ritualizzata

Un Berlusconi di sinistra


Su Comment is Free qualche giorno fa c'era un bell'articolo di Sunny Hundal, che spiegava con più chiarezza di quel che potrei fare io perchè non solo io darò il mio secondo voto a Ken Livingstone (1), ma trovo che un Livingstone italiano sia la miglior cosa che potrebbe mai capitare alla sinistra.

Ken Livingstone è, alla base, un Berlusconi di sinistra. Non nel senso che è un ladro, un mafioso e un corruttore che usa metodi spesso illegali per arrivare al potere attraverso l'istupidimento degli elettori, ma nel senso che è riuscito a compiere, a Londra, un operazione uguale ed opposta a quella compiuta da Berlusconi in Italia: ha spostato a sinistra la mentalità, la percezione, la dialettica politica, ad un punto tale che oggi qui vince il candidato che si propone come più progressista.

Ken Livingstone non avrà il mio primo voto, perchè onestamente non sono d'accordo con lui semplicemente su troppe cose (che Sunny elenca sapientemente nel suo articolo): l'amicizia con Al Qaradawi e Tamimi, la diffamazione sistematica di attivisti come Peter Thatchell, il malaffare rappresentato da Lee Jasper, la campagna di diffamazione, pagata oltretutto con fondi pubblici, ai danni di Trevor Philips. Ciononostante, Ken ha causato una rivoluzione copernicana nel pensiero dei londinesi, fino a costringere Boris Johnson a rimangiarsi, nel corso della campagna elettorale, praticamente ognuna delle posizioni espresse in passato come parlamentare e giornalista: sullo Spectator ha scritto e commissionato i soliti articoli paraleghisti sulla "minaccia" dell'immigrazione, per poi dichiarare in campagna elettorale una sanatoria per tutti gli immigrati irregolari nel territorio della Greater London; ha scritto dopo il 7/7 che "l'Islam è il problema" per poi rimangiarsi tutto e proclamare di avere un nonno musulmano; il multiculturalismo era uno dei problemi di Londra e magicamente è diventato un punto chiave del suo programma.

Red Ken ha in meno di dieci anni alterato radicalmente il panorama politico londinese, spostando l'intera discussione a sinistra in una maniera che in Italia, ad esempio, sarebbe inconcepibile: perchè in Italia è successo l'esatto opposto, il discorso si è spostato a destra in maniera visibilissima, i progressisti sono paralizzati e da almeno dieci anni a questa parte non fanno che concedere alla detsra la scelta del terreno dello scontro, legittimandone implicitamente le campagne in maniera inconcepibile in altri Paesi, dove chi ci prova viene esposto sistematicamente al pubblico ludibrio. Quando un immigrato commette un reato la stampa conservatrice e quella progressista non discutono di emarginazione, di abbandono del territorio, di povertà: discutono se elettrificare (Lega) o no (PD) il filo spinato intorno ai CPT; e poi Vartere si stupisce che si perdano le elezioni. Caro Vartere, se fai a gara con i leghisti a chi è più razzista, vincono loro: perchè sono più bravi e c'hanno più esperienza, e se convinci la gente che il razzismo e la chiusura contro gli immigrati è la risposta, quelli voteranno per i professionisti, non per gli ultimi arrivati.

P.S. Il troll che alligna da queste parti può consolarsi col fatto che probabilmente i suoi camerati del BNP prenderanno un consigliere a Barking. Con un po' di culo gli mandano due skin a casa a sprangarlo, così lo fanno felice.

(1) La scheda elettorale per il sindaco della Greater London permette di esprimere due voti. Se nessun candidato (contando solo il primo voto espresso sulle schede) raggiunge il 50%+1, i due candidati più votati ricevono i secondi voti espressi dagli elettori degli altri candidati (che a questo punto vengono esclusi dalla corsa). In questa maniera è possibile votare per un candidato con poche possibilità di successo senza il timore di sprecare il proprio voto.

21 aprile 2008

Siamo salvi


A Dio/Allah/Manitù piacendo, abbiamo ufficialmente sconfitto il terrorismo integralista.

Come tutte le forme di lotta che in passato si sono fregiate, o hanno ricevuto più o meno ingiustamente, l'etichetta di "terrorismo", anche quello che nasce all'interno delle frange integraliste islamiche ha attraversato nella sua vita diverse fasi. Più o meno tutti possiamo concordare sul fatto che ha posto le sue basi in ingiustizie reali, che la prima fase, quella della lotta del popolo palestinese, della guerra civile in Libano, dell'opposizione all'invasione sovietica dell'Afghanistan, serba della Bosnia, americana di Afghanistan e Iraq, della resistenza alla moltitudine di cleptocrazie nate nella penisola araba in epoca post-coloniale, aveva degli obiettivi che si possono, se non giustificare o condividere, almeno capire; e gente ben più competente di me, come Michael Scheuer e Richard Clarke, sostiene che il grande errore dell'occidente sia stato proprio quello di appoggiare incondizionatamente i regimi più corrotti e brutali, precludendo ai riformatori ogni strada che non fosse quella che confluiva in Al-Qaeda e gruppi affiliati.

La prima fase, dunque, è quella della lotta - giusta, probabilmente, almeno nelle intenzioni se spesso non condivisibile nei metodi.

La seconda fase è quella che mi piace chiamare dell'illusione: uno o più successi danno ai rivoluzionari l'impressione di essere ben più potenti di quel che effettivamente sono. È una fase attivamente incoraggiata, laddove possibile, dai loro oppositori, perchè ha il risultato di alterare nei militanti la percezione della realtà, e di offuscare il confine fra obiettivi realizzabili e sogni. Quando l'Intifada giunge al risultato di rendere l'occupazione troppo costosa per l'esercito israeliano, c'è sempre qualcuno che salta su a dire che grazie a questa vittoria l'obiettivo non è più avere uno Stato Palestinese in Cisgiordania e Gaza, ma ributtare a mare gli sporchi ebrei; illusione, appunto, come l'idea di far sventolare la bandiera verde del Califfato su Downing Street o distruggere l'occidente in quanto tale. È una fase comoda per il potere costituito, e porta qualcuno a presumere che abbia origine in qualche manipolazione occulta di questo o quel servizio segreto - cosa che potrebbe anche essere, ma che si scontra con la triste realtà di un mondo sovraffollato di imbecilli felicissimi di lavorare gratis.

Quando un movimento di resistenza/terrorista/insurrezionalista raggiunge la seconda fase, è in generale fottuto. Rimane una minaccia per l'incolumità fisica dei suoi oppositori, ma non ha più la possibilità di imporre cambiamenti strutturali; perchè finalizza il proprio operato al raggiungimento di obiettivi irraggiungibili, ed anzi, qualunque tentativo di andare verso obiettivi effettivamente raggiungibili viene visto come un tradimento dell'ideale rivoluzionario e represso generalmente con la violenza.

Come ho detto, un movimento di resistenza che attraversa questa fase è ancora un pericolo: non può cambiare l'assetto delle relazioni internazionali, o la forma dello Stato in cui agisce, ma può far danni, e in generale ne fa, anche perchè la frustrazione conseguente all'irraggiungibilità degli obiettivi spesso tende ad esasperare i suoi membri e a spingerli verso azioni sempre più estreme. Non può trasformare l'Europa in uno Stato integralista islamico, ma può far saltare in aria qualche vagone della metropolitana di Londra o Parigi (sì, lo so, è stato il Mossad/la CIA/l'MI6/sbroc sbroc. La pillolina di litio è lì sul comodino).

La salvezza la si raggiunge solo quando si raggiunge la terza, ed ultima, fase: quella dei fighetti. L'Italia, oggi, sarebbe una nazione civilizzata se all'Autunno Caldo delle lotte operaie non avesse fatto seguito il Decennio Pirla dei figli di architetti, chirurghi e sottosegretari che credevano che passare in clandestinità e sparare alla schiena a qualche carabiniere di vent'anni di Balvano di Lucania li rendesse faighi come il Che Guevara. Allo stesso modo, quali che siano le ragioni alla base delle rivendicazioni dei gruppi islamisti, oggi possiamo dire con una certa sicurezza che sono fottuti, perchè il terrorismo integralista è diventato una figata, attraendo il tipo di imbecilli che scambiano i film d'azione per documentari e, fondamentalmente, si danno alla rivoluzione perchè il Che Guevara, pare, trombava come un riccio in overdose di Viagra. Gente come questi imbecilli qui.

Ragazzi, siamo salvi. La civiltà occidentale ha vinto ancora.

17 aprile 2008

Don't panic


In mezzo al disastro elettorale, una notizia rassicurante: Gabriella Carlucci è stata rieletta. I lulz sono sicuri per altri cinque anni.

(e si comincia presto: se scrollate un tantino in basso, la signora ci sta ricicciando con Maiani. Pare che sullo stemma di famiglia del casato Carlucci ci sia il motto "You can't have too much of a good thing")

16 aprile 2008

La democrazia bisogna meritarsela

Il post qui sotto viene da qui, inclusi i refusi. Mi sono limitato a cambiare il nome della nazione ed il soggetto politico di cui si parla, e ad aggiungere l'ultima riga, peraltro perfettamente in tono col resto del post. Quando l'ho letto la prima volta mi ha fatto un po' incazzare, ma ricontestualizzato in effetti sembra avere senso. E buona fortuna all'autore originale: vive esattamente nel Paese che si merita.


Si può dire che il fatto che l'abbiano fatta fuori nè mi sorprende nè mi addolora?

Hanno ammazzato la sinistra italiana.
Quindi? ora che succede, devo mostrarmi triste e rassegnato perché lo dicono tutti?

Bene. sia chiaro, fottesega come incipit e si può partire in quarta.

non-me-ne-frega-un-cazzo.

La martire Sinistra Arcobaleno studiò alle Frattocchie e vide mille e mille crhistmas nella lussuosa e scintillante Roma.

Poi, dopo svariate vicissitudini politiche strategiche decide di sottrarsi all'inciucio prodiano e tornare alla lotta, perché evidentemtnte il berlusconi è sufficientemente ammanicato da reggere il colpo.

La SA è consapevole di due cose. Se vive persegue il suo obiettivo democratico, se muore ne fanno una martire della "democrazia". Le è stato garantito, questo è poco ma sicuro. aggratis nessuno fa più niente, nemmeno gli arabi, figuriamoci farsi trombare alle elezioni.
Borsellino, ancor più di Falcone (Falcone immaginava ma non sapeva, Borsellino immaginava e sapeva) erano perfettamente consapevoli che la loro morte avrebbe avuto un significato particolare.

Stessa cosa per la SA. Sa che potrebbe essere eliminata, perché è democratica, candida le donne, che con i principi mediterranei e latini non c'entra proprio un cazzo, ma sa bene che comunque andrà sarà un successo.

Aspetta, il sinistrobenista mi viene a dire che c'è la dittatura, e manca una stabilità democratica. Grave lutto. piangere, piangere.

HEI, MA VAIAFFANCULO, fino a ieri in IRAQ il regime di Saddam era l'unico collante per tenere 3 etnie insieme e che l'importazione democratica era una forzatura di bush.. tutt'un tratto nel paese di cui tutti pensavano di avere il controllo (qualcuno già pensava di programmarci le vacanze, pezzi di merda occidentali del cazzo, li ho sentiti, Firenze piena di inglesi e Venezia di americani) pluf, tutto svanito, hanno ammazzato la sinistra democratica ed è tornato un paese talebano, di colpo è un paese ostile. merda. e ora come si fa? crolla la borsa, si impenna il petrolio, siamo nella cacca.

possibile che nessuno si renda conto delle putttanostronzardate che ci raccontano in televisione?!??!?

basta guardare 5 minuti la CNN, sforzarsi di capire quella cazzo di lingua imperiale e rendersi conto che la guerra in IRAQ, le pressioni sull'IRAN, le inutili puttanate scenografiche dell'aghanistan NON SERVONO A UN CAZZO!!!, il mondo mediterraneo NON VUOLE ESSERE DEMOCRATIZZATO (vivaddio qualcuno che si ribella esiste) E NON VUOLE REGALARE I SUOI TESORI D'ARTE A NESSUNO !!.

Comunque ebbravo italiano mediano, continua a spikkare americano, a ingoiare pasticche e sniffare coca, continua a mangiare amburgher e sognare un biglietto per new york city, può capitare che uno su un miliardo ce la faccia, che tiri coca dalla mattina alla sera, e che sia proprio tu, mentre il resto arranca nelle sabbie mobili della merda del menefreghismo qualunquista ai popoli di mezzo mondo gli fai schifo solo a guardare come ti vesti.

sono esagerato? può darsi, ma mi rompe le palle che non si riesca a non sparlare degli altri o a prendere posizione per loro .

la democrazia è quella merda istituzionale dove tutti posso farsi i cazzi degli altri, e siccome io mi faccio da sempre i cazzi miei preferirei che tutti pensassero un po' di più ai cazzi propri.

E viva Berlusconi, affanculo democrazia e laicità che sono evidentemente estranee alla cultura italiana che non è, non è mai stata e non sarà mai democratica o di sinistra

La storia dell'Europa dal punto di vista del mio pancreas


Ho parlato più di una volta di un podcast che ascolto assiduamente e quotidianamente - quando lavoravo nella City, era la colonna sonora del mio ritorno a casa in bicicletta. Mi riferisco ovviamente a Democracy Now, radio show/podcast/vodcast della sinistra radicale americana, presentato dalla indomita Amy Goodman. Premetto che sono d'accordo con le posizioni della Goodman in qualcosa come il 20% dei casi, se pure; ma quella di Democracy Now è una delle rarissime voci realmente indipendenti nel panorama dell'informazione di lingua inglese - attenzione, indipendenti, non imparziali.

Ogni tanto, però, come nel caso delle denunce di torture a Guantanamo, Democracy Now ha delle uscite che mi lasciano letteralmente a bocca aperta. Caso in questione, il podcast di venerdì scorso.

Il tema della trasmissione era il V-day - che non è il vaffanculo day grilliano, ma l'anniversario (il decimo) della prima rappresentazione dei Vagina Monologues, opera teatrale diventata rapidamente una bandiera del femminismo radicale americano. In occasione del V-Day, attiviste e intellettuali femministe si riuniscono da tutta l'America per discutere, pianificare, denunciare, riappropriarsi, stigmatizzare e fare tutte quelle cose che le femministe fanno quando si riuniscono e di cui noi maschietti abbiamo un'idea piuttosto vaga.

Comunque.

Democracy Now è praticamente un talk-show, e in questo caso le ospiti erano le organizzatrici dell'ultimo V-Day, che si terrà, simbolicamente, a New Orleans, città devastata dall'uragano Katrina prima, e dagli squali delle grandi compagnie immobiliari dopo - con l'appoggio entusiasta, va detto, del governo della Louisiana, città martoriata dalla piaga della criminalità, città con numeri record di famiglie sfasciate, città di minoranze etnico-culturali sotto assedio. Ci vorrebbe probabilmente un podcast a parte solo per elencare i problemi che affliggono New Orleans - e che, dato il numero di single mothers, colpiscono in maniera particolarmente grave le donne, per cui un evento come il V-day, con le sue possibilità mediatiche, è sicuramente il benvenuto. Quali saranno i temi dell'evento? Sicuramente le ingiustizie sociali, la mancanza di effettivi ammortizzatori sociali, la mancata ricostruzione di decine di migliaia di unità abitative popolari distrutte da Katrina, e rimpiazzate da edilizia residenziale di lusso, la gentrification che sta lasciando migliaia di famiglie senza tetto, relegate in campi profughi o alloggi di fortuna in Texas, Mississippi e Louisiana. La parte di denuncia c'è, e le organizzatrici ne parlano diffusamente durante il talk-show, mettendo in evidenza i vari problemi creati da Katrina e soprattutto sfruttati dagli interessi delle corporazioni che stanno sventrando New Orleans. Ma il V-Day è anche un occasione per fare qualcosa, per mettere in atto delle strategie di lotta, e la comunità creativo-femminista americana è in prima linea.

Sentiamo cosa dice una delle organizzatrici:

"[...] Abbiamo organizzato un brunch per le donne di Mississippi e Alabama, attiviste di base [...] e loro erano esterrefatte, dicevano che nessuno aveva mai offerto loro un brunch, e io ho pensato, un brunch? Queste donne non hanno mai fatto un brunch?"
"[...] mi chiedevo, come portiamo qui la gente da tutti gli USA, come trasmettiamo il messaggio che vogliamo prenderci cura delle donne di New Orleans? Daremo loro massaggi gratuiti, esami medici gratuiti, corsi gratuiti di yoga e meditazione, tutto gratuito per le donne"

Ecco di cosa hanno bisogno le donne di New Orleans, ragazze-madri disoccupate, impossibilitate a mettere un tetto sulla testa dei figli, a trovare un lavoro, indifese davanti alla predazione dei grandi interessi economici: hanno bisogno di corsi di yoga e meditazione. Stupidi noi a non averci pensato prima.

Ma soprattutto, un elemento fondamentale del V-Day sarà una rappresentazione dei Vagina Monologues: perchè c'è una cosa di cui le donne di New Orleans hanno bisogno ancora di più che di un corso di yoga e meditazione, ed è riscrivere la storia della loro comunità dal punto di vista della vagina. In un evento il cui obiettivo dichiarato è aiutare le donne degli Stati del Golfo, il punto focale è aiutarle a raccontare gli eventi dal punto di vista della vagina.

Ora, prima che il solito lettore attento me lo faccia notare, non discuto che al V-Day si farà anche del lavoro importante, non discuto che si denuncerà, che sarà un momento importante per attivisti e attiviste per contarsi, ritrovarsi, per invertire il flusso della diaspora che ha disperso il proletariato urbano di New Orleans in tre o quattro Stati; ma a mio modestissimo parere, il fatto che ad essere messi in evidenza in apertura di trasmissione siano l'offerta di corsi di yoga e meditazione, il fatto che le donne - proletarie, attiviste, donne dei quartieri popolari - non abbiano mai fatto un brunch, l'idea che la priorità sia raccontare la storia di New Orleans attraverso la vagina, secondo me dice molto sul motivo per cui gli intellettuali, e in particolare gli intellettuali progressisti, abbiano in qualche modo perso il senso della realtà, e spiega bene, sospetto, il disprezzo appena mascherato nei confronti di coloro che dicono di voler difendere - disprezzo che poi diventa reciproco e dà alla Lega il 10% dei voti o porta in vantaggio McCain nonostante lo sfascio assoluto dei repubblicani (o, qui, Cameron nonostante lo sfascio dei Tories).

Adesso vi lascio, sono impegnato a scrivere un trattato volto a reinterpretare la storia d'Europa dal punto di vista del mio pancreas.

Dal nostro corrispondente a Londra


L'analisi più precisa fatta finora delle elezioni italiane e del quadro politico che ne emerge l'ho trovata qui.

Traduco per il mio lettore non-anglofono:

Gli italiani si sono messi in coda ai seggi ieri per votare alle ultime elezioni politiche, che decideranno la composizione del prossimo Parlamento e il Primo Ministro. Il nuovo governo sarà il sessantaduesimo in sessantatrè anni. Per risparmiare tempo, gli elettori possono votare per i prossimi tre governi in una sola scheda, il che dovrebbe coprire il periodo fino al Maggio del 2011. Funzionari dell'ufficio elettorale hanno affermato che questo darà al Paese la necessaria stabilità e permetterà ai 158 partiti politici di pianificare la compravendita dei voti con un certo anticipo. Il candidato del centrosinistra ed ex-sindaco di Roma, Walter Veltroni, ha annunciato oggi di confidare in una vittoria, sebbene i sondaggi diano il suo ppositore, Silvio Berlusconi, in vantaggio. Berlusconi, ex-primo ministro, leader della coalizione di centrodestra e buffone più ricco d'Italia, ha risposto dando fuoco ad una delle sue scorregge.

To absent friends


Certo che 25 anni è veramente un'età di merda per andarsene.

15 aprile 2008

Aridatece er puzzone - Parte seconda


Finito il circo delle elezioni italiane, e accettati quelli che erano i prevedibilissimi risultati, passiamo ad occuparci di quello spettacolare incidente ferroviario al rallentatore che è il governo del Grande Timoniere Mao-Tze-Brown.

Premetto che Brown non mi è mai piaciuto. Ho, nel mio piccolo, delle cose in comune con lui: anch'io sono stato un nerd che all'università preferiva leggere di analisi funzionale (nel suo caso, credo, saggi su Toynbee o Gibbons) piuttosto che mettersi in macchina il venerdì sera per andare a ballare in una discoteca di Riccione il sabato e farsi menare dai buttafuori; anch'io mi impasticcavo con Tolkien piuttosto che con preparati farmaceutico-ricreativi; anch'io ero socialmente inetto. A mia discolpa, però, posso dire di non aver mai tramato per 10 anni per fregare il posto al tizio che mi aveva nominato Cancelliere, al punto di paralizzare il governo in momenti critici; non ho mai imposto ai londinesi la Public-Private Partnership nel trasporto pubblico che ha semidistrutto la metropolitana e portato al collasso di Metronet; non ho mai aumentato le tasse ai due milioni di inglesi più poveri raddoppiando l'aliquota minima, e contemporaneamente tagliato l'imposta ai cinque milioni più ricchi abbassando l'aliquota intermedia e facendo scattare quella massima quasi 10.000 sterline più su (io pago quasi 400 sterline l'anno in meno; il commesso del McDonald's col minimo sindacale, 250 in più).

Gordon Brown, se fosse un personaggio di un film, sarebbe i Seal di The Rock - per chi se lo ricorda, il film con Nicholas Cage e Sean Connery ambientato ad Alcatraz. Sarebbe uno di quei commandos che accompagnano Nicholas Cage: si passa circa mezz'ora ad ammirare quanto sono cazzuti, quanto sono preparati, quanto sono delle perfette macchine per uccidere, ci si carica per una scena di sfracelli, per uno scontro finale che infiammerà l'intera prigione, combattimenti cella-per-cella, ultime eroiche resistenze e tutto il resto... e invece arrivano nel primo stanzone, si fanno circondare e massacrare tutti senza manco ferire uno dei cattivi. Ecco, uguale: tranne che Gordon Brown sarebbe scivolato su una buccia di banana e si sarebbe rotto l'osso del collo verso la fine del primo tempo, senza neanche incontrare i cattivi.

I fedelissimi di Brown hanno cominciato intorno al 1998 a dirci quanto fosse meglio la visione di Brown per una New Britain, quali grandi progetti avesse, quanto incommensurabilmente migliore sarebbe stato il lavoro di un primo ministro sinceramente e profondamente laburista come lui. Dopo 10 anni di intrighi, finalmente Gordon Brown è diventato Primo Ministro quasi un anno fa, nel tripudio generale della stampa e della BBC, e improvvisamente, e piuttosto dolorosamente, abbiamo scoperto che la visione che Brown aveva per la nuova Gran Bretagna non andava molto oltre l'immagine di lui che traslocava al numero 10 di Downing Street. Già arrivati a Whitehall l'immagine diventava piuttosto sfuocata.

L'economia dà segni netti di cedimento, e quando l'affare Northern Rock è scoppiato, Gordon Brown ha mostrato al mondo di ignorare la regola basilare della leadership: in una crisi, il modo migliore per peggiorare le cose è far vedere a tutti che il leader non sa cosa fare. Il governo ci ha messo mesi a prendere una decisione che probabilmente era quella giusta, facendo di gran lunga più danni all'economia nel suo complesso che se avesse preso la decisione sbagliata mentre le code davanti alle agenzie di Northern Rock cominciavano a formarsi. Identicamente, davanti ad una scuola sempre più allo sfascio, il governo rimane a guardare, proponendo misure idiote tipo facilitare gli esami per ridurre le bocciature, e semplificare i programmi scolastici per evitare l'abbandono scolastico dovuto a scoraggiamento; una sanità ansimante, che appena cominciava a riprendersi dalla cronica carenza di personale e finanziamenti, riceve un'altra mazzata col blocco delle assunzioni; e si potrebbe continuare a lungo: questo governo, diventa ogni giorno più chiaro, non ha un programma, non ha una visione, non ha idee, e in breve non sa cosa fare. Gordon Brown ha passato tanti anni a lavorare per arrivare in cima da aver perso di vista il motivo per cui la gente ci arriva, in cima.

Le cose sono talmente al disastro che persino un partito senza idee, ridotto negli ultimi anni a cambiare un leader all'anno nella disperata ricerca di una faccia, un messaggio, qualcosa che lo tirasse fuori dal baratro, oggi ha un vantaggio di 16 punti percentuali: i Tories, se si votasse domani, non avrebbero il minimo problema a formare un governo. Solo due anni fa rischiavano di essere il terzo partito, superati persino dai Lib-Dem, che pure non formano un governo fin dalla Prima Guerra Mondiale.

I 16 punti percentuali sono dati da un sondaggio commissionato dal Sunday Times a YouGov. I risultati, che si possono trovare qui, sono un'interessante lettura: la maggioranza assoluta degli intervistati pensa che Cameron stia facendo un buon lavoro come segretario Tory, e i due terzi pensano invece che Brown non stia lavorando bene come segretario Labour - la stessa percentuale che ritiene che l'accoppiata Brown+Darling non sia in grado di guidare l'economia inglese attraverso la crisi. Un elemento interessante è che quando agli intervistati è stato chiesto quali di un certo numero di qualità Brown possedesse, qualità come onestà, decisione, carisma, affidabilità in tempi di crisi, fedeltà alle proprie idee, il 45% degli intervistati ha risposto "None of the above".

Un dato, però, è particolarmente rivelatore. Alla domanda "quale partito voteresti oggi", il 44% degli intervistati hanno risposto Tory, il 28% Labour e il 17% Lib-Dem. Alla domanda "Quale partito voteresti oggi se Tony Blair fosse ancora primo ministro" il 39% ha risposto Tory, il 34% Labour, il 15% Lib-Dem. Quei 16 punti percentuali si riducono miracolosamente a 5. Non stupisce che gli unici a premere più dei fedelissimi di Brown perchè Blair se ne andasse fossero gli esponenti conservatori.

Aridatece er puzzone.

Un impegno preciso


Chiedo formalmente al nuovo governo italiano che o cominci a insegnare un minimo di storia militare agli italiani, o proibisca per legge di mettersi a blaterare di battaglie famose, che fra la famosa vittoria di Napoleone a Waterloo e i cristiani che vogliono la rivincita per Lepanto, qua ci stiamo facendo ridere dietro mica poco.

Numeri


Socialisti/comunisti nel Congresso USA: 1

Socialisti/comunisti nel Parlamento italiano: 0

Per dire, eh.

Democrazia


Sistema che garantisce ad ogni nazione il governo che si merita.

14 aprile 2008

Informazione scorretta


A volte, discutendo su forum e newsgroup, mi capita di trovarmi davanti a notizie riportate in maniera incredibilmente scorretta, e non per malafede, ma per un onesto difetto di comunicazione e comprensione da parte di chi, abituato alla stampa italiana, si trova a leggere giornali stranieri.

Per esmepio, qualche tempo fa un signore che scrive su it.politica.internazionale, uno strano soggetto che manda centinaia di messaggi al giorno volti a dimostrare che qualunque sistema politico, inclusa la Germania nazista, è preferibile alle democrazie occidentali (si professa comunista, e parrebbe provare gran nostalgia per il patto Ribbentrop-Molotov), riportava un articolo che sembrava dimostrare una delle sue piccole fissazioni, ossia che tutti i mali del mondo siano originati da UK e USA, e che senza queste due nazioni oggi avremmo pace nel mondo. In particolare, l'articolo in questione, preso mi pare dalla BBC o dal Guardian, diceva che alcuni inglesi erano stati arrestati mentre pianificavano di rapire e decapitare un soldato inglese di religione musulmana, riprendendo l'esecuzione e mandandola su Youtube, come fanno gli insorti iracheni. Questo articolo dimostrava, a suo modo di vedere, quanto sono cattivi e razzisti gli inglesi, quanto sia capillare la persecuzione contro i due milioni di musulmani che vivono in questo Paese, eccetera. Il poverino era stato tratto in inganno dal fatto che gli arrestati venivano semplicemente descritti come cittadini inglesi residenti, se non ricordo male, in quel di Birmingham.

Il fatto è che quei signori arrestati non erano degli skinhead di Combat 18: erano dei fondamentalisti islamici, nati in Pakistan e naturalizzati britannici in tempi recenti; ma per il giornale erano, come è giusto che sia, cittadini inglesi, e il nostro Goebbels dei poveri aveva dato per scontato che se il giornale li chiamava "inglesi" dovevano essere anglosassoni, biondi e di religione anglicana - non per colpa sua, non per ignoranza, ma perchè è stato condizionato a pensare in questa maniera da una stampa che comincio sinceramente a considerare la peggiore in Europa.

Questa cosa mi è venuta in mente perchè oggi, per caso, ho notato che ci hanno rifatto per l'ennesima volta. Repubblica (oh, mica la Padania) dà la notizia di quattro insegnanti uccisi in Somalia dalle milizie integraliste. Sulla homepage (non so per quanto ci resterà) vengono descritti come "una britannica, due keniane e un somalo che aveva la cittadinanza del Regno Unito"; nell'articolo, poi, diventano "Un'insegnante britannica, due sue colleghe keniane e un preside somalo". Il Guardian? "Two Britons killed by Somali militants" è il titolo, e il primo paragrafo dice "Two Britons were among four teachers killed when Islamist militants raided a school in central Somalia last night".

Per i giornali italiani, insomma, se non sei bianco, possibilmente biondo e col pedigree, non diventerai mai "italiano" o "inglese". Al limite ti daranno il passaporto, ma qualunque cosa tu faccia, sui giornali sarai sempre uno di quelli là. Poi la gente si stupisce se in Italia la Lega va al governo mentre qui l'appoggio del BNP viene considerato dai candidati un gradino sotto la dissenteria amebica nella scala dei malanni.

P.S. Immagino si capisca che sto facendo il possibile per evitare di parlare di "Per fortuna che Silvio c'è". Da quando hanno fatto sentire la canzone a Today, su Radio4, con traduzione, vivo in un abisso di vergogna e tentativi di rimozione.

Cameron è belloccio


Vero. A quanto pare, David Cameron passa per un bel ragazzo fra le signore inglesi (complice, diciamolo, anche la scarsa qualità della concorrenza: Gordon Brown viene consigliato come cura d'urto in caso di overdose di afrodisiaci). Brutto non è, sostengono le signore, al punto che si dice che se proprio in politica gli andasse male, potrebbe fare il fotomodello. Tipo per i profumi di Calvin Klein, per dire:





10 aprile 2008

Vivere per mangiare, mangiare per vivere


Mrs. Inminoranza è in Italia, per cui passiamo il 30% di ogni giornata lavorativa al telefono (grazie a Three, che con una spesa complessiva di circa 50-60 sterline al mese ci dà 2 telefonini, circa 1200 minuti al mese di conversazione gratis anche in roaming internazionale, circa 200 minuti al mese di videochiamata, e accesso illimitato a Skype). Spezzone di conversazione di oggi:

Io: "...e che cosa mangi?"
Mrs. Inminoranza: "Ho comprato di nuovo i gamberoni, sono veramente buoni"
Io: "Come li prepari?"
Mrs. IM: "Li faccio alla thailandese"
Io: "Ah, mi devi spiegare come si fanno"
Mrs. IM: "Facile, ci butto dentro una roba liofilizzata che ho comprato da Lidl"
Io: "..."

Comunicazione di servizio


Per chi si stesse preoccupando per l'improvvisa scomparsa del troll paralegaiolo dai commenti, posso annunciare che lo staff del Royal Free Hospital ha annunciato che è fuori pericolo e si è ripreso dal collasso cardiocircolatorio riportato dopo aver appreso la ferale notizia che persino il suo adorato candidato sindaco, Boris Johnson, ha in programma una sanatoria gratuita e generalizzata per tutti gli immigrati illegali nel territorio della Greater London. Il troll è stato visto allontanarsi dall'ospedale in compagnia di due skinheads che continuavano a sprangarlo, mentre ripeteva di voler essere accompagnato alla sede locale del BNP per aiutare con la campagna elettorale.

09 aprile 2008

Il Call Centre


La compagnia per cui lavoro (di cui, da contratto, non posso fare il nome: la maggior parte delle compagnie anglosassoni sono assolutamente paranoiche sulla possibilità di vedere il proprio nome citato sui blog di dipendenti in maniera non controllata) fra le altre cose si occupa di riconoscimento interattivo della voce/del linguaggio, analisi del linguaggio, autenticazione vocale e così via. In altre parole, uno dei modi con cui guadagnamo soldi è rimpiazzare, laddove possibile, con sistemi automatici gli sterminati call centre in cui centinaia di ragazzi sottopagati rispondono tutto il giorno con voce monotona alle stesse domande: a che ora parte il treno? A che ora arriva l'aereo? Dov'è la mia consegna? Ho messo il computer in lavastoviglie e si è rotto, vale la garanzia?

Quando abbiamo stipulato il contratto con una certa catena nazionale di cinema multisala per la prenotazione automatica via telefono dei biglietti, le condizioni imponevano che noi ci occupassimo di ogni passo del percorso di prenotazione, e quindi che avessimo un nostro, per quanto piccolo, call centre in grado di occuparsi di coloro che per un motivo o per l'altro non venivano capiti dal sistema automatizzato o avevano bisogno di ulteriori informazioni. Per fortuna nella palazzina c'era spazio d'avanzo, per cui al terzo piano è stato messo su un salone open space, in cui una ventina di ragazze/signore e pochi ragazzi passano la maggior parte del tempo a chiacchierare e a scaricare gli uni sugli altri la responsabilità di mettere le tazze sporche di tè nella lavastoviglie della cucina comune.

Quando, in Italia, chiacchierando con Candide e Mmax ho accennato ai miei sensi di colpa perchè, sostituendo a centinaia di esseri umani una mezza dozzina di server contribuisco in effetti a incrementare la disoccupazione, la risposta è stata lapidaria: il lavoro nei call centre è il più degradante immaginabile, e lamentare l'aumento di disoccupazione conseguente alla sua scomparsa è stupido come lamentare l'aumento di disoccupazione in USA dopo l'abolizione della schiavitù.

Ora, la gente che sta su al terzo piano ha un contratto uguale al mio, a tempo indeterminato, salvo che il loro bonus annuale legato ai profitti dell'azienda
arriva al massimo fino al 10% dello stipendio. Certo lavora su turni dalle 6 del mattino fino quasi a mezzanotte (i turni fuori dallo standard 9-17.30 vengono pagati extra, ma di poco), ma sempre le stesse 37.5 ore settimanali; la paga non è esaltante, è abbastanza più bassa di quella di un insegnante, però in media un insegnante fatica abbastanza di più, sia come numero di ore, sia come stress e carico psicologico; hanno tutti la stessa assicurazione sanitaria privata che ho io, la stessa pensione privata più quella pubblica (anche detta elemosina), certo l'anno di congedo per maternità non è a stipendio pieno come in Italia (dove peraltro mi sembra siano quasi due anni, a giudicare dall'esperienza delle mie sorelle), ma questo è conseguente ad una cultura diversa, non è che in altri settori, o nel pubblico, le cose vadano meglio, anzi. Per sette ore e mezza + 1 ora di pausa pranzo siedono ad una scrivania, parlano con gente dall'accento o dalla parlata un po' particolare (abbastanza da non essere capita da un computer) o con chi vuole sapere quale di quei tre film è consigliabile per bambini sotto i cinque anni, scherzano, ridono, organizzano feste in maschera in orario di ufficio ogni 6 mesi (dolci gratis per chi si presenta vestito come un personaggio da film), e in un caso particolarmente memorabile, durante il turno serale trombano sul divano nell'ufficio del Cav. Grand'Uff. Lup. Mann. Figl. Di Putt. CEO, con matrimonio quasi-riparatore celebrato la scorsa settimana.

Insomma, sarò strano io, ma anche contando che sono una delle persone al mondo che odiano di più parlare al telefono, io non lo vedo come un lavoro particolarmente degradante. E i sensi di colpa rimangono. (sì, lo so: "le puttane ci sarebbero, sono i soldi che mancano")

07 aprile 2008

Ascolta le voci


"Non si preoccupi, signora, l'operazione a cuore aperto è estremamente difficile, ma abbiamo un asso nella manica. Quando mi trovo in difficoltà posso contare su un aiuto insostituibile: ho il pirata Barbanera che mi parla dentro la testa, io gli chiedo dove tagliare e lui mi risponde subito e senza errori."
"Er... fantastico, ma penso che chiederò un consulto"

"Tranquillo, non ho bisogno del GPS, io. Se non so che strada prendere, ho dentro la testa la voce di uno sciamano indiano del 1600 che mi dà indicazioni, non possiamo perderci. Guarda-le-pecore-con-occhio-stranamente-languido è il mio copilota!"
"Ah, che comodità... ma non preoccuparti, penso che prenderò un taxi"

"Economia? politica internazionale? Non preoccupatevi, ho un sistema infallibile, ascolto la voce dentro la mia testa di un rivoluzionario palestinese di 2000 anni fa che mi dice a chi dichiarare guerra"
"Fenomenale, ti vogliamo come primo ministro!"

Secondo me almeno una di queste risposte è sbagliata.

04 aprile 2008

Un Paese di Tafazzi


Un Paese di Tafazzi è l'unico immaginabile in cui la maggioranza della popolazione voterebbe per un candidato alla presidenza che ha fra i suoi consulenti economici Carly Fiorina. Ma del resto, stiamo parlando del Paese che ha creduto nella Reaganomics...

Samizdat


Nelson Mmatteo ci scrive dal carcere, denunciando le condizioni disumane in cui gli aguzzini del capitale lo costringono a vivere.

Intanto i compagni del Campo Antimperialista, nell'ambito dell'iniziativa "Lambrate vivrà", hanno costituito una delegazione che intende superare il blocco imposto dagli scherani della repressione e consegnare generi di prima necessità per alleviare l'assoluta invivibilità della situazione nella prigione: due vasetti di Quality Street, il DVD di Surf's Up e due CD di audiobook con le favole di Perrault e dei fratelli Grimm, per resistere all'effetto del crudele embargo sulle favole imposto dalla potenza occupante.

Vedremo se i carcerieri avranno il coraggio di bloccare l'ingresso di questa missione umanitaria.

Free Nelson Mmatteo!

03 aprile 2008

Libertà per i compagni in carcere


Quando il potere si lascia andare a repressioni e rappresaglie senza più freni o remore, quando la violenza omicida del capitale colpisce i compagni che lottano, quando le giovani generazioni vengono costrette col ricatto economico o con la minaccia della violenza ad irreggimentarsi ed obbedire ciecamente ai desideri del capitale globalizzatore, le masse oppresse fanno presto a trovare un simbolo, un leader, una causa che simboleggia la loro lotta verso la libertà.

È in nome di questa lotta che questo blog oggi lancia un'iniziativa, per la libertà di un giovane rivoluzionario che langue in catene. Invito gli altri blogger ad aderire e a mostrare il banner della campagna sulle loro pagine, perchè quest'onda di libertà travolga gli aguzzini e sfondi le porte di ogni carcere:



Un grido si leva da piazze, stadi e concerti in Europa: Free Nelson Mmatteo!

01 aprile 2008

Vive la Différence!


Un qualsiasi quotidiano europeo, un giorno qualsiasi dell'ultimo paio d'anni:

Marines sterminano intera famiglia

Nel corso del sesto giorno di combattimenti contro la Milizia Patriottica di Alì Lo Scannakaffir, i Marines hanno sterminato una famiglia composta di padre,madre e due neonati di 19 e 21 anni quando hanno bombardato il loro appartamento, situato nel palazzo in cui circa 150 attivisti della Milizia Patriottica si erano asserragliati aprendo il fuoco sui passanti.

Due Marines uccisi dalla resistenza

In un nuovo attacco della resistenza irachena, questa mattina un'autobomba è esplosa al passaggio di una pattuglia americana, uccidendo due soldati e ferendone tre. La bomba è esplosa mentre i Marines attraversavano un mercato affollato causando la morte di 75 civili. Il comando americano si è rifiutato di presentare le proprie scuse ai parenti delle vittime.



NB1: ero contro la guerra in Iraq, penso tuttora che da quelle parti si stia facendo un errore dietro l'altro e un pozzo di gente dovrebbe essere in catene e sotto processo per crimini di guerra; è solo che pure l'altra parte fa abbastanza cagare

NB2: lo so, il Giornale, il Daily Mail e compagnia bella titolano in maniera speculare. Prego rileggere l'intestazione: parlo di quotidiani, non di carta da cesso

NB3: non è che se si parla di Gaza e/o di pizzerie a Tel Aviv le cose cambiano, eh