29 giugno 2009

Skynet si avvicina


I ricercatori dell'Istituto Federale Svizzero di Tecnologia hanno infilato dei robot in una stanza in cui zone illuminate rappresentavano cibo e morte (punti in cui le batterie si caricavano/scaricavano), li hanno programmati con algoritmi genetici per regolarne il comportamento e li hanno lasciati liberi di muoversi.

Entro 50 generazioni i robot si aiutavano fra loro a raggiungere il cibo, alcuni sceglievano il martirio, mettendosi sui punti "mortali" e tenendo lontani gli altri, alcuni attiravano i propri simili nelle zone velenose per poi andare a mangiare da soli e senza competizione.

Mrs Inminoranza propone di spegnere i robot, cancellare i loro algoritmi e rinchiudere i ricercatori da qualche parte prima che uno di quei robot sviluppi un accento austriaco.

28 giugno 2009

Veterans' Day


Ieri, quando con Mrs. Inminoranza siamo andati a fare la solita spesa del sabato al mercatino ortofrutticolo di The Spires, a Barnet, m'ero completamente scordato del Veterans' Day, la giornata delle forze armate/dei veterani; me l'ha ricordato una tenda coperta da un telo mimetico, eretta davanti alla biblioteca pubblica, con due arzilli vecchietti in uniforme che si fumavano il tipo di sigarette arrotolate a mano che da queste parti si chiamano, piuttosto espressivamente, dogends.

Non ero mai stato ad uno di questi eventi, in cui anziani veterani cercano di raccontare alle successive generazioni cosa sono stati quegli anni, e devo dire che è stata un'esperienza illuminante. Mi ha fatto uno strano effetto, parlare con un signore che è arrivato a Gold Beach intorno alle 7.30 del 6 giugno 1944, con una signora di novant'anni che, fatta prigioniera nell'ospedale di Singapore dove era infermiera, è sopravvissuta alla prigione di Changi e alla Burma Railway, con un anziano signore ebreo scappato con la famiglia dalla Germania nazista a 13 anni, e arruolatosi a 16 nell'esercito inglese, che si è trovato a dover fare da interprete quando gli inglesi occuparono Bergen-Belsen e negli interrogatori dei criminali di guerra preliminari al processo di Norimberga.

Sono molto onorato di averli incontrati, tutti quanti.


27 giugno 2009

Responsabilità


Un bellissimo post sul blog dell'Austriaco, a proposito della generazione che crede che la realtà sia adattabile ai nostri desideri, e che la responsabilità personale sia una convenzione che si può ignorare a piacere.

We Shall Overcome - Maa Pirooz Mishim


Joan Baez, We Shall Overcome in farsi



Hat tip: Harry's Place e Palmiro.

26 giugno 2009

Stupid Jedi mind trick


Adoro il fatto che il venerdì, a partire dalle 17:15, ogni domanda/richiesta/lamentela degli sviluppatori e del management riceve la risposta "These are not the droids you are looking for. Move along"

25 giugno 2009

Più realisti del re


C'è una piccola ma interessante fetta della sinistra italiana e inglese che sembra non riuscire ad incontrare un clericofascista senza innamorarsene - una specie di alternativa speculare agli atei devoti alla Giuliano Ferrara, gente che ritiene che avere i preti al governo sia la cosa migliore che possa capitare agli altri (e poi, a quanto pare, il governo iraniano tiene pulite le strade e, suppongo, fa arrivare i treni in orario).

Però a tutto c'è un limite e a volte chi lo supera si rende ridicolo, ad esempio gridando al complotto e al fotomontaggio sul filmato che mostra la morte di Neda Soltan, quando persino i giornali governativi iraniani ne ammettono la morte - e subito accusano la BBC di aver assunto degli assassini prezzolati per ucciderla davanti alle telecamere e mettere in cattiva luce il governo.

Se conosco i compagni antimperialisti solidali con l'esperienza rivoluzionaria iraniana, sono certo che non avranno difficoltà a sostenere entrambe le tesi contemporaneamente non appena verranno a sapere della nuova versione ufficiale.

Flippin' hell


Questa signora qui


si chiama Kitty Ussher e fino a pochi giorni fa faceva la "junior minister" (praticamente una sottosegretaria) al Tesoro. Come molti ministri e parlamentari inglesi, ha approfittato a man bassa dei rimborsi spese, fino a 24.000 sterline l'anno, graziosamente messi a disposizione dei parlamentari dai contribuenti. In particolare, dal momento che molti parlamentari devono risiedere a Londra e passare almeno parte della settimana nel distretto in cui vengono eletti, essi godono di un rimborso speciale per l'affitto di una casa a Londra - o, nel caso di londinesi eletti altrove, di una seconda casa nel distretto di elezione. Alcuni, con quel rimborso, comprano casa con un mutuo "interest only": in pratica fanno un mutuo ma pagano solo gli interessi sul prestito; l'idea è che allo scadere del mutuo venderanno la casa estinguendo il debito e magari realizzando anche un certo guadagno - una scommessa, in altre parole, sull'andamento del mercato immobiliare.

E questo già pone un problema morale: perchè la signora Ussher, ad esempio, quando alla fine del suo mandato parlamentare rivende la casa, realizza un guadagno utilizzando i soldi delle mie tasse, e non si capisce perchè quei soldi debbano restare in tasca a lei e non andare all'erario. Ma c'è un problema più grosso: perchè un cavillo nella normativa sulla seconda casa dei parlamentari permette loro di scambiare di ruolo prima e seconda casa (pratica nota come flipping)con estrema facilità, no questions asked, come si dice qui, mentre per un comune mortale un cambiamento di residenza comporta comunque delle scartoffie e dei tempi d'attesa, col risultato di permettere ai parlamentari di non pagare le tasse sui capital gains: perchè quando rivendi la seconda casa, il guadagno realizzato viene tassato, cosa che non è in caso di vendita della prima casa. Ora, se io scambiassi prima e seconda casa un mese prima di vendere, l'ufficio delle tasse mi arriverebbe addosso con la simpatia e l'affabilità di una tarantola in sindrome premestruale, mentre non può nulla nel caso dei parlamentari.

E così la signora Ussher ha scambiato prima e seconda casa, ha venduto la "prima" (con gli interessi del mutuo pagati con le mie tasse) e aggiungendo la beffa al danno non ha neanche pagato le svariate migliaia di sterline di tasse dovute - e per tutta punizione ha perso il posto da sottosegretario al Tesoro, mentre se io avessi fatto lo stesso giochetto adesso sarei rinchiuso a Belmarsh, serving at Her Majesty's pleasure, come dice la formula tradizionale, per cinque-sei anni buoni. Ho come la desolante sensazione che i laburisti stiano diventando craxiani senza neanche accorgersene.

You can't have too much of a good thing


Linux è figlio della New Economy, e si vede. Nessun altro pezzo dell'Information Technology è così stracolmo di ritardati, sociopatici, farlocchi, teste di cazzo che si sono inventate un mestiere in un momento particolare di ubriacatura collettiva in cui l'unica qualifica necessaria per essere un manager, un tecnico, un esperto di qualsiasi cosa era di riuscire a mantenere una faccia seria mentre affermavi di esserlo.

Il motivo per cui lavorando su Linux riesco a farmi pagare bene è semplicissimo: a differenza del 99% dei cosiddetti "esperti", non mi invento cazzate, non millanto fantasmagorici risultati inesistenti, ma, semplicemente, se mi chiedono di fare una cosa dico che si può fare solo se so di poterla fare fottendomene di quello che dice la documentazione (che tanto è in buona parte frutto di fantasia) e di quel che si dice sui forum degli "esperti", e se non si può fare lo dico, prendo la borsa, me ne vado ignorando le accuse di incompetenza e disfattismo, e torno due settimane dopo per riparare ai danni causati da un farlocco che sosteneva che si poteva fare perchè l'ha letto su Ubuntuforum.

Incidentalmente, neanche Microsoft è mai riuscita nell'impresa di prendere un prodotto che funziona su un certo hardware, farne una nuova versione dedicata a quell'hardware e introdurre un bug che lo rende inutilizzabile, come ha fatto Ubuntu con il suo "netbook remix".

19 giugno 2009

Quando si dice l'entusiasmo


A quanto pare in Iran la popolazione ha un tale entusiasmo per la democrazia che in alcune regioni ha votato più del 100% della popolazione. E poi le solite malelingue dicono che non erano elezioni libere.

15 giugno 2009

Deficit di democrazia


Certo che ci vuole una bella faccia tosta a definirsi una "democrazia" quando all'atto pratico un consiglio di preti decide chi può o non può essere eletto e come si deve governare.

E se guardiamo all'estero, anche in Iran le cose non è che vadano tanto bene.

12 giugno 2009

Piccoli berlusconi crescono


Se c'era bisogno di altre prove del fatto che prima appendono Gordon Brown per i piedi a un distributore di benzina, prima cominciamo a ripigliarci, una è arrivata qualche giorno fa.

Sir Alan Sugar è il fondatore di Amstrad, nome non nuovo ai vecchietti dell'informatica, e ne è stato CEO e proprietario per 40 anni prima di venderla a Sky lo scorso anno. Da cinque anni conduce un programma televisivo, The Apprentice, una specie di reality show di quelli a eliminazione: praticamente un Grande Fratello per aspiranti manager, in cui un gruppo di laureati della LSE, o MBA particolarmente ambiziosi, competono fra di loro lavorando per/con lui - lui fissa degli obiettivi e chi non riesce a raggiungerli viene licenziato. Il format del programma lo rende, se non ho capito male (non ne ho mai visto una puntata - sono allergico ai reality), una specie di incrocio con un documentario, in cui Sugar spesso spiega le pratiche di management di una grande azienda.

Adesso, Gordon Brown ha reclutato Sir Alan come enterprise czar - consulente speciale del governo per le imprese. Non una cattiva scelta, tutto sommato: Sugar ha esperienza, conosce l'ambiente, e non si pone il problema del conflitto di interessi dal momento che ha venduto la sua azienda.

Umm...

Dunque, questo signore verrà pagato dal governo per fare da interfaccia col mondo dell'impresa privata, per portare la voce dell'esperienza nelle riunioni di pianificazione, e per spiegare al pubblico le politiche industriali e d'impresa del governo Brown.

Spiegare al pubblico le politiche d'impresa del governo. Mentre conduce la trasmissione televisiva più seguita in assoluto sullo stesso argomento. Che sarà a metà della sesta stagione durante la campagna elettorale del prossimo anno.

E quando hanno chiesto a Brown se non vedeva un conflitto di interessi nella cosa, lui ha risposto che era un problema della BBC. Quando hanno chiesto alla BBC, ha risposto che era un problema del governo. E quando hanno chiesto alla vice di Brown, ha risposto che non c'era niente di male, perchè dopotutto anche il cancelliere-ombra Tory ha un programma alla radio in cui parla di musica jazz, e nessuno gli ha mai detto niente.

Viene da chiedersi quanto, esattamente, si debba avere la faccia come il culo per diventare un parlamentare laburista sotto Gordon Brown.

11 giugno 2009

La mafia è bella


Dice, Eugenio, ma non dici niente sul risultato delle elezioni?

No, che devo dire? È stata la cronaca di una morte annunciata, sia in Italia, sia qui, dove gli elettori laburisti sono rimasti a casa in decine di migliaia fino a far eleggere due fascisti del BNP, e dove però il giorno dopo il disastro i parlamentari Labour hanno talmente tanta faccia come il culo da andare a dire a BBC Today, a viso scoperto, che d'accordo, la base non ha più fiducia in Brown e non lo vede come un leader credibile, ma noi invece sì, e quindi ve lo tenete, cicca.

E voi vi lamentate di Franceschini.

Ma vabbe', non era di questo che volevo parlare. Volevo parlare del razzismo della polizia, e del farsi i cazzi propri che è recentemente assurto a valore progressista, e anche un po' del perchè farsi i cazzi propri fino a un certo punto è come essere incinta ma solo un pochino: una pia illusione.

Suppongo sia arrivata in Italia la notizia che da un annetto qui a Londra i ragazzini si accoltellano con grande entusiasmo. Probabilmente non è arrivata la notizia che i ragazzini che si accoltellano sono quasi sempre appartenenti allo stesso gruppo etnico, e che gli accoltellamenti sono in generale il risultato di scontri fra gang locali o "punizioni" contro chi ad esempio si è rifiutato di entrare in questa o quella banda, più l'occasionale vittima innocente presa in mezzo per sbaglio.

Dice, i ragazzini sono quasi tutti neri, e la polizia non fa niente, perchè è razzista e finchè s'ammazzano fra di loro non gliene frega molto. Dice anche, e sono spesso gli stessi a dirlo, che la polizia è razzista perchè quando fa i controlli a tappeto per sequestrare coltelli e armi da fuoco ferma e perquisisce in notevole maggioranza maschi adolescenti e post-adolescenti neri, in quartieri neri come Tottenham e Brixton, e non abbastanza vecchiette inglesi a Kensington, il che dimostra che opera una politica di racial profiling. E dice anche, sempre gli stessi attivisti, e non solo, che criticare il rap e l'hip-hop è una critica implicitamente razzista alla cultura urbana nera.

Se andiamo dall'ultima critica alla prima, troviamo che quel che si chiede alla polizia, e in generale alla società, è di farsi i cazzi propri fino al punto in cui il ragazzino tira fuori il coltello e poi materializzarsi dal nulla col teletrasporto di Star Trek per levarglielo di mano in maniera non-repressiva - il che è, chiaramente, impossibile.

Mi spiego.

Una gang, qui o in USA, è un'associazione criminale dedita al tipo di attività che hanno reso la mafia, la camorra e la 'ndrangheta grandi testimonial del Made in Italy: traffico di droga, racket della protezione, prostituzione, lotterie clandestine, insomma un po' di tutto. Si chiameranno Bloods, Crips, Yardies, Dem Africans, quel che volete, avranno vestiti faighi, scarpe da ginnastica da 150 sterline e jeans col cavallo sotto le ginocchia, magliette da basket e cappellini da baseball, piuttosto che gessati neri e Borsalino, ma non c'è differenza nell'uso sistematico della violenza, nel degrado sociale e morale che causano, nelle regole omertose imposte ai loro membri come ai residenti di tutto il territorio che pretendono di controllare. Epperò per qualche motivo l'idea di Totò Riina che diventa una popstar, di fare la coda per comprare il CD di Bernardo Provenzano con la descrizione in musica di come torturare un pentito, di appendere in camera il poster di Giovanni Brusca che fa saltare in aria Falcone ci sembra ripugnante, mentre i critici progressisti fanno a gara nel tessere le lodi di questo o quel rapper morto ammazzato in un regolamento di conti fra gang, della vivacià e vitalità della cultura hip-hop, del razzismo dei suoi detrattori. Immaginate per un attimo una cosa del genere con la mafia e/o la camorra. Immaginate che sia impossibile - non vietata per legge, eh, ma culturalmente inaccettabile, il che è molto peggio - ogni critica ad una produzione culturale che glorifica la mafia; immaginate che ai ragazzini venga passato ogni giorno il messaggio che la mafia fa parte della loro cultura, ne è un elemento irrinunciabile, e chi la critica lo fa per un pregiudizio moralmente riprovevole che lo rende loro nemico: sarebbe veramente colpa loro, poi, quando a 18 anni diventano picciotti?

E poi ovviamente c'è la spinosa questione del racial profiling. È vero - più o meno - che un nero alla guida di un'auto costosa ha qualcosa come 10 volte le probabilità che ha un bianco di essere fermato dalla polizia. È vero che la polizia inglese tende a trattare diversamente un omicidio a seconda del colore della pelle della vittima. È vero che se chiami la polizia a Brixton arriva dopo un'ora, se la chiami a Highgate arriva in 5 minuti (li ho cronometrati). Però è anche vero che se il 90% degli accoltellamenti vengono commessi da adolescenti neri a Tottenham e a Brixton, forse è anche lecito essere un po' più sospettosi di adolescenti neri vestiti con i colori di gang in quei due quartieri piuttosto che, poniamo, di una casalinga di Ilford; va bene accusare di razzismo la polizia, ma accusare di razzismo la realtà dei fatti è idiota e, alla lunga, controproducente.

Così alla fine i ragazzini si accoltellano, e la colpa è ovviamente della polizia e della società. Di cosa sono colpevoli? Essenzialmente, di aver fatto quello che i leader delle comunità chiedevano: di essersi fatte i cazzi loro finchè i ragazzini erano immersi in una cultura che diceva loro com'è bello essere mafiosi; di essersi fatte i cazzi loro finchè i ragazzini si vestivano in maniera che li identificava come mafiosi; di essersi fatte i cazzi loro finchè i ragazzini portavano in tasca un coltello ma non lo usavano, perchè controllarli a tappeto era razzista.

So che quel che ho scritto fino ad ora mi varrà un commento ormai stereotipato e standardizzato: ah, ma tu vuoi censurare l'hip-hop, repressione, razzismo, anatema e brioscia. Lo so, è una reazione che fra noi progressisti è diventata naturale da trent'anni a questa parte - avendo perso la capacità di combattere una vera battaglia culturale, riusciamo a pensare solo in termini di qualcosa che va approvato o censurato: l'idea che una musica e una cultura che glorificano quella che è oggettivamente una mafia abbiano diritto a esistere ma vadano combattute culturalmente è persa, ed essendo quella cultura, quella musica, quella mafia, non nostre ma di una minoranza etnica, rifuggiamo dall'idea della censura e ci rimane solo il sostegno incondizionato - ricordo ancora con un certo imbarazzato disagio le prime pagine del manifesto all'epoca delle rivolte di Los Angeles, le interviste genuflesse ai "responsabili politici" di Bloods e Crips, una linea editoriale volta esclusivamente a giustificare la violenza delle gang, perchè a chiamarle gang e a parlare di contropotere e sottrazione del territorio alla repressione poliziesca si riusciva a mascherare il fatto che si stava parlando di un branco di Luciano Liggio e Bernardo Provenzano afroamericani.

Qui, d'altra parte, il problema è diverso ma produce risultati analoghi - il senso di colpa, giustificatissimo, dovuto al peccato originale dell'Impero, rende gli intellettuali progressisti impotenti davanti all'accusa di razzismo, che ormai è diventata l'asso di briscola, l'opzione nucleare contro cui non c'è difesa. Nessun intellettuale o giornalista, davanti all'accusa "mi critichi perchè sono nero" può rispondere "no, ti critico perchè sei un pezzo di merda mafioso": qualunque risposta che non sia un'appassionata difesa delle proprie credenziali antirazziste e l'abbandono immediato di qualsiasi velleità di critica costituisce conferma, agli occhi di tutti gli altri intellettuali e giornalisti, dell'accusa implicita di razzismo.

Esiste un'altra via oltre alla censura e all'approvazione, una via che comporta probabilmente più coraggio di quello che può mettere in campo oggi il giornalista medio del Guardian, ed è quella di dire chiaro e tondo che una cultura che glorifica il comportamento mafioso è una merda quale che sia il colore della tua pelle, intervenire culturalmente piuttosto che con la repressione, e colpire il problema alla radice.

(per inciso: non mi venite a dire che sì, però la povertà, il degrado, la disoccupazione: lo so. Ci sono anche in Sicilia, ma continuiamo tutti a trovare ripugnante l'idea di Giovanni Brusca che diventa una popstar e va al Grande Fratello)

Farsi i cazzi propri sarà anche un valore progressista, non discuto: ma se lo è, allora chiedo rispettosamente che continui ad esserlo anche dopo che il ragazzino ha tirato fuori il coltello - se non altro perchè essendoceli fatti fino a quel momento, abbiamo reso perfettamente inutile qualunque intervento, e le notizie di ammazzamenti al telegiornale mi deprimono. Facciamoci coerentemente i cazzi nostri fino alla fine, e lasciamoli a scannarsi in quel di Tottenham.

(per Rachel Barnacle: io non voglio che alla signora di 50 anni di Whitechapel venga vietato per legge il burqa. Io voglio che la gente che ha intorno non ceda al ricatto morale del "sei razzista", quando il burqa lo impongono, lei e il marito, alla figlioletta di 10 anni, come fanno dei miei vicini: perchè in quella maniera, e con cento altri interventi repressivi tutti perfettamente legali, dal divieto di parlare inglese alla finta scuola dove impara a memoria il Corano e niente altro, stanno negando a quella bambina la possibilità di essere mai una cittadina a pieno titolo, che un po' dispiace)

08 giugno 2009

Vergognamoci per loro


Per festeggiare l'anniversario dello sbarco in Normandia, la Gran Bretagna elegge un paio di fascisti a Bruxelles.