17 luglio 2010

The plane nutter


Abbiamo appurato che gli dei, forse perchè sono ateo, mi odiano. Mi sembra che non ci siano altre spiegazioni possibili. Ho già spiegato in separata sede la mia convinzione che il QI medio della specie umana oscilli fra 75 e 80, ma anche così il numero di imbecilli e dementi che mi ritrovo regolarmente fra i piedi è in seria violazione del principio di uniforme distribuzione degli idioti.

Voglio dire, già uno che sta tornando dalle vacanze ha i fatti suoi a cui pensare: due progetti in ritardo, il Blackberry che ronza in sala d'attesa per informarmi che ci sono 750 email di lavoro in attesa di esser lette - inclusa quella che mi informa dello slittamento della consegna di mezzo milione di sterline in hardware critico per quello che in questo momento è il progetto più importante della mia unità - la schiena che brucia un po' per ricordarmi che anche in Piemonte il sole italiano non è quello inglese, e 5 ore in piscina all'aperto prima o poi si pagano...

Insomma, se c'era una cosa di cui proprio non avevo bisogno era di fare il viaggio in compagnia dell'idea platonica della lettrice dell'Independent.

È stato, per certi versi, illuminante. La realizzazione del fatto che per tutti questi anni ho vissuto nella caverna, limitandomi ad osservare l'ombra, moltiplicata mille volte, di questa donna che leggeva l'Independent (e mangiava insalata di farro biologico e germe di soia, bevendo acqua carbon-neutral a zero calorie (*) ), è stata un'autentica folgorazione.

No, non era seduta vicino a me. Gli dei, crudeli e maligni, mi hanno fatto cullare fino a dopo il decollo nell'illusione di aver conquistato uno spazio idiot-free per tutta la durata del volo, fino a quando l'Idea non mi si è piazzata di fianco, nel corridoio, in coda per il bagno, tenendomi all'altezza dell'orecchio una piccola bomba batteriologica frignante.

L'Idea ha passato la maggior parte del volo in coda per il bagno, portando avanti e indietro (e per qualche misterioso motivo, fermandosi quasi sempre alla mia altezza) un bebè dell'apparente eta' del piu' piccolo dei miei nipoti, fra uno e due anni, diciamo, completamente ricoperto di eruzioni cutanee, sfoghi e pustole, una manifestazione assolutamente spettacolare di vaccapi' quale malattia esantematica con, a quanto pare, complicazioni a gola e naso e forse ai bronchi.

L'Idea aveva un'amica al seguito (la chiameremo, per brevità, Idea2, per quanto sembri il nome di un mobilificio) con cui chiacchierava in continuazione ad un volume talmente elevato che, non fosse stato per l'accento decisamente british upper class, l'avrei presa per americana.

L'Idea stava commentando con Idea2 quanto fosse preoccupata per il pargolo, a cui i fiori di Bach sembravano non fare alcun effetto, quanto stesse diventando necessario andare in bagno a cambiargli i pannolini ogni 10-20 minuti, e si chiedeva se fosse il caso di cominciare ad usare anche la tintura ayurvedica che il medico (!) le aveva consigliato in caso di complicazioni. Posso solo sperare che quando parlava di "medico" si riferisse ad uno dei tanti ciarlatani che in questo Paese e non solo svolgono un'opera tanto meritoria quanto misconosciuta in aiuto dell'evoluzione della specie - ma conoscendo il sistema sanitario inglese, temo che parlasse in realta' proprio di un tizio con tanto di laurea in medicina.

Cambiando argomento ogni tanto, Idea & Idea2 (sì, ok, lo so, sembrano davvero punti vendita di mobilifici, povero Platone) commentavano entusiasticamente il ricevimento nuziale a cui erano state. In Piemonte, splendida regione - mica come i chav (**) che vanno a sposarsi in Toscana, eh, una cosa raffinata, bellissima, con due menu, uno vegetariano e uno vegan (che poi, imporre un menu vegetariano ed uno vegan ad uno chef piemontese: immagino che adesso il poveretto sia in cura per sindrome da stress postraumatico) e soprattutto con il tocco di classe di una sacerdotessa di Gaia ad officiare il rito.

Giuro.

L'hanno detto. Così, come se niente fosse, "they brought the Gaia priestess from home with them, they have known her for years", o qualcosa del genere. In piedi lì mentre il bimbo rigorosamente mai vaccinato e curato con i fiori di Bach e la tintura ayurvedica omeopatica cristalloterapica frignava, vestite di seta grezza dello Shenyang prodotta da cooperative ecosostenibili e di cotone equo e solidale del Mozambico (in prima classe su un Boeing di British Airways, ma suppongo che non si possa avere tutto dalla vita - potendo scegliere avrebbero preso un volo ecosostenibile su un aereo assemblato artigianalmente da comunita' indigene di Irian Jaya), si complimentavano a vicenda per far parte dell'elite che va ai matrimoni officiati dalle sacerdotesse di Gaia. Purtroppo, tragicamente, l'aereo non si è spezzato a metà come quello di Lost, risucchiandole nel vuoto come avrebbero meritato in un universo retto da principi di giustizia. Invece, quel che è successo è che ho messo le cuffie per non sentirle, e mi son messo a guardare un film sul portatile.

Non l'avessi mai fatto.

Tap tap, mi fa un dito su una spalla. "Yes?" chiedo io al dito. Guardo su, e la proprietaria equa e solidale del dito, la nostra amica Idea, mi guarda col bel faccino corrucciato ancorchè sapientemente truccato con cosmetici cruelty-free prodotti da cooperative artigiane di... vabbe', insomma, ci siamo capiti. Idea trova disturbing che io stia guardando un film di guerra mentre lei tiene in braccio il pargolo in una posizione da cui potrebbe vedere lo schermo. Idea, mi spiega, non vuole che la delicata psiche del pargolo venga influenzata da scene di violenza. Trattengo l'impulso a spiegarle che il pargolo dovrebbe reputarsi fortunato se riesce a farsi influenzare i lobi frontali da qualcosa, qualsiasi cosa, prima che vengano irreparabilmente danneggiati dalla febbre altissima di tutte le malattie infantili che lo colpiranno, e che mammina cara si rifiuterà categoricamente di curare con qualunque cosa non sia piscio di serpente. Ci proverei anche, ma so che alle parole "lobi frontali", che danno troppo di scienza, il suo cervello andrebbe in shutdown di emergenza e mi troverei a parlare con la rubrica degli editoriali dell'Independent. Mi limito quindi ad osservare che ha due gambe perfettamente funzionanti, che può usare per a) spostarsi e b) girare leggermente su se stessa fino a che Baby Bioweapon non sia più esposto alle immagini di violenza che emergono dallo schermo del mio computer.

Idea non è soddisfatta dalla mia offerta di compromesso, scodella il pargolo a Idea2 e parte alla ricerca di una hostess, alla quale spiega concitatamente il problema. La hostess viene verso di me, guarda me, guarda Idea, guarda Idea2, fa un attimo di aritmetica mentale per calcolare chi di noi abbia maggiori probabilità di scassarle (figurativamente) la minchia fino all'atterraggio se non ottiene quello che vuole, si china verso di me con un sorriso di scusa e mi spiega, porella, che sa di non avere il diritto di chiedermi alcunchè, ma per amore di quieto vivere, potrei essere così gentile da guardare qualcos'altro, o almeno da mettermi in una posizione da cui lo schermo non sia visibile dal corridoio?

Anche qui, potrei farle notare che, a lungo termine, darla vinta a bulli e ragazzine isteriche e viziate non aiuta il quieto vivere, ma mi rendo conto che non è il momento e il luogo per una discussione del genere - e poi la hostess è davvero graziosa nonostante l'uniforme di BA (notoriamente erotica come una gigantografia di Bruno Vespa) e non mi va di litigarci o di farla litigare con Idea. Insomma, spengo il portatile e mi metto a leggere. Questo libro qui, assicurandomi che Idea ne veda il titolo - anche se, ovviamente, è fisiologicamente incapace di capire di cosa parla.

(*) Lo so, state pensando che vi piglio per il culo. Se riesco a ritrovare il Fresh & Wild in cui ho visto le bottiglie gli faccio una foto

(**) Coatti, versione inglese

15 luglio 2010

E' poi facile...


...come dice il mio amico Claudio, mettermi di buonumore.

Saletta riunioni al quarto piano, televisore LCD nuovo fiammante da 50 pollici, partita dell'Italia. In teoria dovrei essere l'unico a guardarla, solo i cittadini delle nazioni che giocano sarebbero autorizzati a interrompere il lavoro, e in questo palazzo sono l'unico italiano; ma vallo a spiegare alla dozzina di persone gia' li'. Entro nella sala mentre i giocatori arrivano in campo ed una graziosa ragazza indiana della contabilita', in cui mi sono imbattuto due o tre volte da che lavoro qui, li indica ed esclama sdilinquita "Oh, I love Italians, they all look so hot! Have you checked out the new guy in XXX XXX?"

Silenzio imbarazzato - era quasi l'unica che dava le spalle alla porta e non mi aveva visto entrare. Il piu' silenziosamente possibile, esco senza dire una parola e girello per il corridoio prima di rientrare al fischio d'inizio. E il mio ego, per quest'anno, e' a posto.