15 agosto 2011

Sarchiaponi e sarchiaponi


Nota Bene: nel corso del post, tutte le buzzword come "buonismo", "federalismo", "giudici comunisti", "capitale assassino", "stato imperialista delle multinazionali", verranno sostituite dal termine "sarchiapone", per risparmiare tempo e senza nulla togliere alla comprensibilità o al contenuto informativo del testo.

Nei commenti al post precendete sono state dette un paio di cose interessanti, se non altro perchè spiegano quanto l'abitudine italiana a fare di tutto una questione da curva nord/curva sud abbia falsato la descrizione dei disordini di Londra (attenzione: in questo post non intendo menzionare Valentino Rossi o Sabina Guzzanti passato questo punto; Rossi perchè, insomma, a quel punto dovrei anche commentare quel che pensa dei disordini il geranio che ho in giardino; la Guzzanti perchè ha dato un'interpretazione da curva nord e curva sud della faccenda che oltre a non spiegare nulla, dice molto dei limiti che molti "intellettuali" italiani hanno ormai a leggere la realtà che li circonda; e per quello ci vorrebbe un post a parte, magari fatto da qualcuno che in Italia ci vive e ha più di me il polso della situazione).

Diceva l'inappropriatamente nominatosi "Cagone":

Veramente anche io ho sentito la stessa storia [che è tutta colpa del sarchiapone, NdE] da più fonti, non solo dai pazzi nazistoidi del Dailymail. Molti si lamentano di una riforma ultragarantista della giustizia che l'ha castrata completamente, anche se non al livello italiano. In particolare, sembra che basta sia possibile dimostrare un'infanzia difficile o una condizione sociale disagiata per uscirtene pulito da quasi qualunque reato. Per molti reati il massimo della pena è un ASBO.


Confermeresti, o sono balle? E, in caso, a chi imputeresti questa riforma? Blair?

La colpa, sia di questa riforma, sia di altre forme di sarchiapone, è in realtà perfettamente bipartisan: è, per usare una frase fatta, colpa della società, ma sul serio.

Onestamente, se qualcuno avesse voluto coniare un motto per questi disordini, non avrebbe potuto far meglio che citare la cara vecchia Maggie: There is no such thing as society. Le premesse ideologiche dei saccheggiatori non andavano molto più in là di questa semplice frase: non esiste una cosa chiamata "società", non esistono le comunità locali, non esiste nulla che non sia io, i miei amici o compagni di gang e il nostro inalienabile diritto ad avere roba. Giovanni Verga questi qui li avrebbe capiti fin troppo bene.

Di chi è la colpa? Di tutti, ma davvero, non come scusa per non dare la colpa a nessuno alla fine.

Ci sono posti, a Londra e nella cintura suburbana, in cui nessun membro di intere famiglie ha mai lavorato dal 1980. Ci sono ragazzi cresciuti senza aver mai avuto l'esperienza quotidiana di vedere qualcuno uscire di casa e andare a guadagnarsi da mangiare. E, prima che qualcuno salti su con l'ovvio commento, no, non è colpa del sarchiapone. Ho citato il 1980 proprio per questo, perchè non è stato un governo laburista e sarchiapone a mettere un'intera generazione in case popolari con l'affitto pagato dal comune, e a passar loro l'equivalente mensile dell'elargizione di grano alla plebe nella Roma imperiale (anche lì esattamente per lo stesso scopo: tener buono il lumpenproletariat mentre le persone importanti decidevano delle cose serie).

Dice, ma ci sono decine, forse centinaia di migliaia di falsi invalidi in questo Paese, gente che adesso ha quarant'anni e non ha mai lavorato e ha preso una pensione di invalidità a cui non ha diritto e i cui figli prendono il sussidio e non hanno mai avuto la minima idea di cosa significhi far parte di una società in cui ognuno lavora anche a beneficio degli altri, il complesso sistema di relazioni di interdipendenza che chiamiamo "comunità".

Certo, è innegabile. Questa gente, di nuovo negli anni '80, è uscita da scuola o dall'università senza alcuna prospettiva di trovare effettivamente un lavoro, e al JobCentre gli è stato detto che se si sentivano depressi, se quella mattina zoppicavano un po' perchè s'erano fatti male alla caviglia scendendo le scale, se avevano un'allergia cronica, se un milione di altre cose, magari andavano a farsi fare una visita medica e poi potevano richiedere una pensione di invalidità e almeno avere il pane assicurato - e questo succedeva perchè il governo (di nuovo, non un governo particolarmente sarchiapone) premeva sui JobCentre per mettere quanta più gente possibile fuori dalla popolazione produttiva e ridurre i numeri della disoccupazione, che faceva piacere al FMI e agli investitori stranieri in titoli di stato.

Purtroppo, il problema messo alla luce da questi disordini è un problema strutturale che non può essere risolto semplicemente votando per l'altro partito: ogni singola possibile causa degli eventi di questi giorni trova sostenitori e colpevoli in tutte le parti dello schieramento.

I sarchiaponi amministrano male la giustizia

Non c'è stata, in questi anni, alcuna vera riforma della giustizia. Sono state emesse dai vari governi, a più riprese, linee guida che i giudici hanno recepito con più o meno entusiasmo.

È vero che in questo Paese è molto difficile finire in galera. È vero che un ASBO è il massimo che può capitare alle famiglie ormai ferali che passano il proprio tempo a terrorizzare il vicinato. Per 13 anni i sarchiaponi Labour ci hanno detto che la galera non risolve nulla, che se metti in galera un teppistello quindicenne ne viene fuori un incallito delinquente sedicenne, che gli esperti dell'ONU hanno detto che i ragazzini che ti danno fuoco alla macchina, magari col cane dentro, lo fanno perchè non capiscono quanto dolore ti causano e quindi invece di metterli in galera bisogna dargli uno youth court referral, in base al quale per sei mesi dovranno presentarsi regolarmente davanti ad un panel di esperti per sentirsi spiegare dalla vittima quanto ha sofferto quando gli hanno fracassato le ginocchia con un martello (questo esempio, per chi se lo stesse chiedendo, non è inventato).

Tragicamente, però, se il sarchiapone laburista ha dato il via al problema, il successivo governo Tory non ha fatto nulla per modificare la rotta, anzi semmai (col famoso "hug a hoodie" di Cameron) ha aumentato la velocità.

Come mai, si chiederanno i miei tre lettori, un partito evidentemente non-sarchiapone come i Tories non ha fatto nulla per correggere questo andamento? Il motivo sta nel fatto che questi non sono gli Old Tories di Maggie Thatcher e John Major (che già quelli... ma non divaghiamo); questi sono nuovi Tories che parlano di libertà e intendono libertarian, sono nuovi Tories che parlano di Big Society per non dire che vogliono tagliare interi pezzi dello Stato. Sono Tories perfettamente coscienti di un fatto: le prigioni costano, e mettere in galera il diciottenne che estorce soldi ai vicini con la minaccia di dar fuoco alla loro auto significa, prima o poi, dover costruire nuove prigioni, assumere altro staff, pagare l'intero meccanismo di gestione di un nuovo carcerato. Molto meglio dargli 20 ore di community service, fargli raccogliere foglie secche nel parco sotto la supervisione di un impiegato del comune e scordarsi di lui.

E se poi, obietterete voi, improvvisamente sarchiaponizzati, quello ci rifà? E se lentamente legge e ordine collassano quando i delinquenti capiscono che possono fare quel che gli pare senza ritorsioni? Ah, viene in vostro soccorso l'inossidabile Cicciobello Cameron: è a quello che serve la Big Society, dopotutto. Se la scuola di vostro figlio lascia a desiderare perchè abbiamo tagliato i fondi, chiuso le scuole selettive, impedito che gli insegnanti avessero alcun mezzo per mantenere la disciplina, abolito le bocciature, semplificato i programmi perchè le parti difficili da capire causano divisioni nelle classi e alla lunga nella società, e minacciato di ritorsioni le scuole con un'offerta didattica superiore alla media (European Baccalaureate), vi riconosciamo comunque il diritto di associarvi fra genitori ed aprire una scuola tutta vostra, di livello qualitativo giudicato insindacabilmente solo da voi: la miglior istruzione che il vostro denaro possa comprare. Allo stesso modo, se la polizia non vi protegge e i criminali non temono l'apparato giudiziario, nessuno vi impedisce di unirvi in un'associazione e pagare una quota ciascuno per assumere sicurezza privata che difenda la vostra proprietà dai razziatori - come hanno fatto alcuni negozianti di Birmingham, il cui spirito di iniziativa è stato non a caso lodato da diversi membri del governo, in contrasto con quelli che sono rimasti passivamente ad aspettare l'intervento della polizia.

Alla lunga, la Big Societỳ di David Cameron non è che un modo politically correct per dire che ognuno ha diritto ai servizi pubblici che può comprarsi: non è veramente una Big Society ma tante Small Societies, possibilmente circondate da filo spinato e con perimetri pattugliati da guardie rigorosamente private. In una nazione in cui non pochi idioti hanno pensato che Snow Crash fosse un romanzo utopistico, poteva anche funzionare.

Il nuovo vento libertarian non ha causato da solo questi disordini, come non l'ha fatto il sarchiapone laburista: ma nessuno può negare che le radici degli eventi degli ultimi giorni affondino in politiche che sono arrivate da ambo le parti.

La polizia è sarchiapona

È vero che ci sono parlamentari il cui seggio sicuro in Parlamento dipende dal benvolere di elettori in quartieri come Tottenham, e che il modo migliore per mantenere sicuro il proprio seggio è accusare la polizia di razzismo ogni volta che arresta un ragazzo nero, indipendentemente dal fatto che magari questi avesse appena accoltellato un passante o trasportasse un chilo di cocaina nello zainetto (Diane Abbott, dico a te). È vero che nel corso degli ultimi 11 anni la capacità dei poliziotti di intervenire per prevenire crimini o proteggere i cittadini è stato costantemente eroso. È anche vero, però, che ancora questa erosione è avvenuta in maniera bipartisan: perchè fino al 2010 le accuse alla polizia di "eccessiva ingerenza" sono venute dai banchi dei Tories. È difficile belare che l'inefficienza della polizia dei giorni passati è "colpa dei sarchiaponi" quando questo primo ministro ha mosso mari e monti per sostituire gli alti gradi della Met con persone di sua nomina, spingendosi in qualche caso ad alimentare campagne di stampa volte a costringere alle dimissioni il capo della polizia. Se poi è saltato fuori che invece di preoccuparsi di cambiare le linee guida e le politiche della Met si è concentrato sul mettere nella stanza dei bottoni una sfilza di poliziotti a libro paga di Rupert Murdoch, adesso avrà bisogno di una bella dose di faccia di tolla per dare la colpa al passato governo di tutte le mancanze della Met. Il tempo per cambiare le cose, lo dicono i fatti, l'ha avuto: se l'unica cosa che ha cambiato è stata il livello di asservimento della Met a Rupert Murdoch, ha un bel dare la colpa ai sarchiaponi.

Quando Ian Tomlinson è morto, ancora, il clamore per mandare in galera il poliziotto che ha fatto niente altro che il proprio mestiere è stato interamente bipartisan: dai media, perchè l'ostilità alla polizia è genetica (e anche perchè quel poliziotto era stato maleducato con un giornalista poco prima, cosa che la BBC non ha mancato di elencare fra le sue colpe); dai laburisti, perchè una grossa corrente anti-blairiana vedeva nelle manifestazioni no-global e nelle future, previste proteste di piazza contro il governo una base di rilancio per l'opposizione, e voleva preparare il terreno; e dai Tories perchè la polizia, dopotutto, è un apparato dello stato e come tale un'entità ostile da sfrondare per quanto possibile. E quando il poliziotto è debitamente andato sotto processo per omicidio, i suoi colleghi hanno recepito alla perfezione il messaggio - messaggio lanciato, in primis, da un governo Tory - e si sono adeguati, come si è visto durante i disordini. Solo un idiota metterebbe a rischio la propria incolumità per poi essere ricompensato con accuse a pioggia da tutte le parti politiche. La Met ha delle linee guida, riviste ed approvate da ogni successivo segretario agli interni; ci si è attenuta alla lettera, alla luce sia delle critiche al kettling durante le proteste studentesche di quest'inverno, sia della morte di Ian Tomlinson e della burrasca politica che ne è seguita. Lo scontro fisico con i razziatori o con chi cercasse di superare le barriere poteva portare ad accuse penali di violenze e persino omicidio se qualcuno fosse morto e non fosse stato possibile provare incontrovertibilmente l'estraneità dello scontro fisico stesso alle cause di morte; il kettling, il contenimento passivo, era ugualmente aperto ad accuse di violazione dei diritti umani nel caso qualche scudo umano si fosse più o meno volontariamente mescolato ai razziatori, o almeno se non fosse stato possibile dimostrare, di nuovo, incontrovertibilmente che tutti quelli che si trovavano nell'area di contenimento erano razziatori. E queste accuse, è il caso di ripeterlo, non venivano solo dai sarchiaponi ma anche dai sarchiaponi. Perfettamente bipartisan.

There is no such thing as society

Uno dei problemi gravi portati alla luce dai disordini londinesi è l'esistenza di una larga fetta della popolazione che si sente interamente staccata dalla società, non riconosce alcun valore a quella che chiamiamo convenzionalmente "convivenza civile" e trova risibile l'idea di sentire solidarietà con esseri umani estranei al proprio clan/famiglia estesa/gang. Sono sicuro che i teppistelli di Croydon e Tottenham che saccheggiavano negozi di cellulari sarebbero orripilati all'idea di essere definiti thatcheriani perfetti, ma in effetti si potrebbe argomentare con qualche successo che operavano seguendo alla lettera il motto della Lady di Ferro: non esiste società, non esiste una rete di obblighi che lega le persone intorno ad un'idea di coesistenza civile, esiste solo il proprio ristrettissimo interesse personale che a volte coincide con quello di altre persone, che si ritrovano quindi a remare nella stessa direzione. Certo, Maggie pensava a palazzinari nei Docklands e persone che volevano comprare una casa da ricchi relativamente a poco, non ad adolescenti di Tottenham che volevano saccheggiare un negozio di elettronica; ma i principi sono gli stessi, e le "regole" non sono altro che pastoie che impediscono il progresso dell'individuo: io ho il diritto di fare tutto quello che non mi viene fisicamente impedito. E anche se mi viene fisicamente impedito, posso sempre riprovare con un piede di porco più grosso.

Il problema è che, anche qui, le colpe non stanno veramente da una sola parte. Certo, there is no such thing as society è un motto thatcheriano; ma multiculturalismo è una parola d'ordine progressista, e nella sua interpretazione forte dice che, guarda un po', la società non esiste e per giunta l'individuo non è soggetto di diritti se non nella misura in cui il suo raggruppamento etno-culturale glieli riconosce. L'idea di un unico tessuto sociale, di un crogiolo di culture, è a quanto pare razzista e prevaricatore; un ragazzo nero di Tottenham o un bengalese di Tower Hamlets non solo non ha nulla a che spartire con un ragazzo inglese di Crouch End, ma gli viene insegnato che è giusto, morale, auspicabile persino, che sia così. Alla lunga, l'idea che non esista una società ma un mosaico di culture, gruppi etnici, clan, che l'altro da sè sia estraneo e probabilmente ostile diventa parte della dialettica quotidiana e distrugge ogni possibilità di convivenza.

È colpa dei sarchiaponi, allora? Sì, ma anche dei sarchiaponi: perchè l'idea, anche qui, ha radici lontane. Furono i Tories nei tardi anni '80/primi anni '90 a decidere che la vita sarebbe stata molto più facile se la comunità musulmana, con i suoi attivisti antirazzisti, con l'impegno politico, con le proteste per scuole migliori e pari opportunità, venisse convinta ad escludersi dal processo democratico. Fu Major a decidere che i bianchi avevano i loro rappresentanti eletti in parlamento, i musulmani di Pakistan e Bangladesh invece avevano un congresso di "rappresentanti" non eletti ma autonominatisi o scelti dalle moschee, il Muslim Council of Britain, che diventò l'interlocutore privilegiato del governo per tutte le questioni riguardanti la "loro" comunità. Improvvisamente per un musulmano di Tower Hamlets o Bradford la rappresentanza non passava più per la cabina elettorale ma per la moschea, e non era una rappresentanza voluta e soggetta ad un contratto preciso - tu mi rappresenti, io voto per te; tu non mi rappresenti adeguatamente, io voto per qualcun altro - ma strettamente clientelare: il "rappresentante" non doveva la propria posizione ai rappresentati, i quali invece avevano bisogno di lui come portavoce di ogni singola istanza. Poi nel '97 arrivarono i sarchiaponi, appiopparono a questo sistema corleonese il nome di "multiculturalismo" e tutti fecero festa. E la società continuò a smettere di esistere.

Il problema non si risolve così

Qualcuno nei commenti, l'altro giorno, ha osservato (con ragione) che quando gente di ogni estrazione sociale si incontra in strada per spaccare tutto, quando la figlia di un milionario va a saccheggiare negozi, quando una modella che si era offerta volontaria per fare l' "ambasciatrice dei giovani" alle Olimpiadi viene arrestata per essersi fregata un televisore da un negozio (e, a detta della madre, ne aveva uno migliore in camera), allora hai un problema sociale; e la repressione poliziesca non è la soluzione.

In prima battuta, si potrebbe obiettare che sebbene non sia la soluzione, senza una presenza massiccia della polizia per far terminare l'emergenza dei disordini, qualunque altra soluzione è inapplicabile. Un po' come dire che sì, certo, il problema della mafia è sociale e non lo si risolve con la polizia, ma sospetto che ritirare tutte le forze di polizia dalla Sicilia non sarebbe una mossa vincente. Il fatto è che in questo caso credo che una maggiore e costante presenza della polizia sarebbe parte della soluzione; perchè il fatto che la polizia sia effettivamente assente da vaste aree di quartieri come Tottenham ed Enfield (per evitare di "irritare la comunità", pena commissioni parlamentari di inchiesta e sospensioni dal servizio) lascia il territorio in mano alle gang; ed offre ad intere generazioni di ragazzi il tipo di lezione che nessuno vuole che ricevano - che lo stato non esiste, che la società non esiste, che il mondo è diviso in aggressori e aggrediti. Lascia loro le gang come unico modello di riferimento - e le conseguenze sono diventate spettacolarmente ovvie negli ultimi giorni.

Poi io non sono esattamente un esperto di ingegneria sociale, e se avessi la soluzione a questo problema starei lì a fare il consulente per Cicciobello Cameron a 10 volte quel che guadagno adesso (anche se, nei miei momenti più neri, ho il sospetto che gente come Cicciobello la soluzione non la applicherebbe neanche se ce l'avesse fra le mani, perchè questo stato di cose tutto sommato gli torna comodo; ma so di essere paranoico, che è il primo passo sulla strada della guarigione); e scopo di questo post non era delineare una soluzione ma semmai chiarire quelli che penso siano i problemi, e magari anche puntare il dito verso i colpevoli, i.e. la maggior parte dei residenti delle isole britanniche.

09 agosto 2011

Post preventivo

Premessa necessaria: nel corso del post, ed eventualmente nei commenti, non intendo lasciarmi coinvolgere in pippe sulla morte di Ian Tomlinson o Mark Duggan, o sulla presunta natura etnica dei disordini di Londra. Ian Tomlinson, perché trovo che sia stato un grimaldello politico per rendere impossibile alla polizia l'esercizio delle proprie funzioni. Mark Duggan, perché non essere riuscito a sparare per primo non ti rende innocente. Gli "scontri etnici" perché, Jesus effing Christ on a pogo stick, se non siete in grado di riconoscere il colore della pelle della gente ripresa nelle centinaia di video su YouTube e sulla BBC, non siete in grado di discutere di nulla di più complesso che i Teletubbies. E anche lì, col sostegno e il supporto di un adulto.


A quanto pare, dopo tre notti di saccheggi e incendi, stasera la polizia londinese dovrebbe essere presente in forze e, auspicabilmente, cambiare tattica, passando dal contenimento alla dispersione attiva dei gruppi di vandali e delle gang.

E qui casca l'asino, quindi ci tengo a fare un post a freddo, prima che succeda il casino.

Qui casca l'asino, dico, perché i razziatori e membri di gang che hanno imperversato per le ultime tre notti hanno commesso un errore di valutazione relativamente comune (ad esempio lo commisero i contrabbandieri pugliesi di sigarette nei confronti della Guardia di Finanza verso la fine degli anni '90): hanno confuso controllo con debolezza.

I tizi incappucciati che sono andati in giro a dar fuoco a case con gente dentro sono, all'atto pratico, animali: non hanno la fase, fondamentale per gli esseri umani, della riflessione fra impulso e azione. Se vogliono sprangarti, ti sprangano. Non sono in grado di considerare conseguenze e alternative, perché non sono mai stati abituati/educati a farlo. Se non ti sprangano, può essere solo perché hanno paura di te: il timore di conseguenze immediate ed automatiche é l'unica cosa che possa fermarli, perché la reazione di altri animali come loro ha lentamente instillato l'appropriato riflesso pavloviano in quelli che, per mancanza di termini adeguati, chiameremo i loro cervelli. Sono, per usare l'appropriata definizione di una tizia di Ealing che si é vista bruciare il negozio intorno ieri pomeriggio, ratti ferali.

Ora, questi ratti ferali hanno visto per tre sere la polizia arretrare davanti a loro, o contenerli piuttosto che sfondarli di manganellate. Questo é dovuto in parte ad una scelta dottrinale della polizia inglese, che tende a contenere passivamente i disordini piuttosto che attaccarne le cause - in altre parole, forma una linea, se ha numeri sufficienti, e lascia che i manifestanti, i razziatori o chiunque abbiano davanti si stanchino a dar manganellate e mattonate agli scudi. E' il motivo fondamentale per cui, quando da queste parti  le manifestazioni sfociano in violenza, il numero di poliziotti che finiscono in ospedale é generalmente di gran lunga più alto di quello dei manifestanti. D'altra parte, quando i numeri non lo permettono, la polizia preferisce, ancora, indirizzare per quanto possibile i violenti in certe direzioni dove o hanno meno occasioni per fare danno, o almeno possono far danno a cose piuttosto che a persone. Fra un condominio ed un supermercato, i poliziotti spingono i ratti verso il supermercato e lasciano che venga saccheggiato e dato alle fiamme. Questo generalmente succede anche quando i poliziotti, pur non avendo i numeri per la resistenza passiva, potrebbero ancora (come nelle notti passate) disperdere i ratti o almeno interferire con le loro attività caricandoli. La carica, o in generale l'uso dei manganelli, é considerata un'autentica extrema ratio, da adottare ad esempio quando vi siano vite umane in pericolo. Questo, oltre che alla dottrina operativa standard, é dovuto al fatto che (come accadde con Ian Tomlinson) qualunque manifestante che dovesse morire di infarto due ore dopo aver ricevuto una manganellata sarà motivo sufficiente perché il poliziotto che ha dato la manganellata finisca sotto processo per omicidio.(*)

Avendo i ratti visto i poliziotti arretrare, hanno concluso che avevano paura: la loro visione del mondo non ha spazio per una interpretazione alternativa. Da tre giorni BBM, Twitter, Facebook, sono pieni di traffico che descrive come "stiamo facendo vedere alla polizia che facciamo quello che vogliamo", come dicevano le due ragazzine che, bevendo vino razziato dall'off-licence di un immigrato pakistano, spiegavano al cronista della BBC anche che loro razziavano perché "é tutta colpa dei ricchi, quelli che hanno i negozi e le macchine". I ratti sono veramente convinti di essere più forti, più aggressivi, più capaci di far danno ai propri avversari dei poliziotti. Confondono controllo con debolezza.

Si tratta di un errore di valutazione, come ho detto, comune, commesso dalla banda Baader-Meinhof davanti alle forze speciali tedesche, dai contrabbandieri pugliesi di sigarette davanti alla Guardia di Finanza, dalle milizie serbo-bosniache davanti alla NATO... i miei tre lettori non faranno fatica a notare che chi ha commesso quest'errore ha anche un'altra caratteristica in comune: hanno tutti smesso di esistere.

Ora, quello che é successo é che oggi, temporaneamente, un sacco di gente si é rotta i coglioni. Anche i tradizionali alleati di chiunque scenda in strada a dar fuoco a cassonetti - gente come Diane Abbott, per dire, o il Guardian, o parti della BBC - sta dicendo che, insomma, va bene la rivolta, ma dar fuoco ai negozi con la gente che ci abita sopra e' un po' un'esagerazione - e soprattutto, i ratti hanno commesso il madornale errore di aggredire diversi giornalisti, menargli e fregarsi telecamere e macchine fotografiche. Dar fuoco al negozio all'angolo dopo essersi fregati due casse di whisky può ancora passare per lotta di classe, ma se mi fregate la Nikon D5 siete praticamente amici personali di Bush e Netanyahu.

La gente, dicevamo, si é un po' rotta i coglioni di andare a cena fuori ed essere derubata da "manifestanti", e la polizia ha ricevuto abbastanza rinforzi da poter garantire una presenza robusta, come si dice qui, in tutte le zone calde, e l'autorizzazione del governo a usare proiettili di gomma e altri tipi di baton rounds. Le cose, in altre parole, stasera saranno un po' diverse, e i ratti non lo capiranno, perché non hanno gli strumenti per interpretare una situazione che va al di là della dicotomia "ti sfondo di botte/ho paura di te".

E' possibile, anzi probabile, che tutto si risolva pacificamente: che ci siano un paio di cariche della polizia, che il diritto umano di qualche ratto a sfondare una vetrina o dar fuoco ad un'auto venga violato, che ne venga fuori qualche testa insanguinata, ma che tutto sommato le cose finiscano lì.

E' anche possibile che i ratti non capiscano abbastanza rapidamente che il gioco é cambiato. E' possibile che qualcuno, stasera, creda veramente di poter affrontare la Met in campo aperto con le risorse di una gang di Hackney o Tottenham e vincere. E' possibile, in altre parole, che stasera ci scappi il morto. Molto improbabile (per fortuna) ma possibile.

Nel caso questo dovesse succedere, mi levo il pensiero ora della disamina delle reazioni

1) "Era un angelo, un'anima innocente che ogni domenica dopo la messa pisciava arcobaleni di ostie che indicavano la strada di casa ai cuccioli di sanbernardo" (la mamma) ((c) Bucknasty)

No, signora, non era un angelo. Era un delinquente che ha dato fuoco a case in cui viveva della gente, fra l'altro le case sopra ai negozi, dove in questo Paese abitano in generale i più poveri e i più deboli, o gli studenti più squattrinati. Era uno che ha creduto che la polizia fosse una gang rivale (sì signora, era in una gang, o se non c'era probabilmente l'avevano buttato fuori per indegnità morale) ed ha di conseguenza vinto un premio Darwin. Era uno che ha fatto il possibile per distruggere la comunità in cui viveva, spargendo il terrore e distruggendo piccole attività che davano lavoro a gente del posto. Era una merda. Lo so che non si parla male dei morti, cara signora, quindi per non offenderla questa roba la scrivo mentre é ancora vivo.

2) "Era innocente, era lì per caso, eravamo andati a vedere, i razziatori erano altri" (gli amici)

Non era innocente. Era in mezzo ad una folla che sfondava saracinesche e dava fuoco a palazzine. Anche a voler essere buoni e pensare che ci si fosse infilato per caso, era comunque troppo stupido per vivere: se pure fosse sopravvissuto, probabilmente domani avrebbe cercato di attraversare a piedi, e bendato, la M25, spalmandosi contro l'auto di Mrs. Inminoranza e costandomi una fortuna di carrozziere. Quindi a pensarci m'é andata pure bene.

Ma la cosa importante é che questo non é vero: non era innocente e non era lì per caso. O stava razziando e caricando la polizia e dando fuoco a case e negozi, oppure si era mescolato con chi lo faceva e stava fungendo effettivamente da scudo umano: faceva, oggettivamente, da complice.

Per qualche strano motivo da un po' di tempo é invalsa l'idea che dal momento che io sono un cittadino e non ho commesso alcun reato, é mio diritto inalienabile stare letteralmente dove cacchio mi pare. Alle manifestazioni, per esempio, é sempre più normale sentire gente scandalizzata che dice che la polizia ha caricato quelli che stavano dando fuoco all'ambasciata israeliana e hanno dato una manganellata anche a me che non stavo facendo niente, solo perché stavo in mezzo a quegli altri! Anche i media, in generale, trattano questo tipo di lamentela come se fosse giustificata, ed anzi chiedono ai poliziotti di giustificare il fatto che non si siano premurati di controllare se in mezzo alla folla che cercava di dar fuoco all'ambasciata per caso ci fosse qualcuno che era lì per caso.

Allo stesso modo, nelle sere passate era normale vedere gruppi di razziatori e vandali operare in mezzo ad una folla che li guardava incuriositi, parlava con zia Emma al telefonino, indicava i poliziotti e si chiedeva perché non intervenivano, e così via, e a nulla sono valsi gli appelli della Met perché la gente smettesse di fare da scudo ai razziatori. Queste persone sono convinte che sia un loro diritto inalienabile stare dove cazzo gli pare, anche a costo di impedire alla polizia di proteggere i diritti altrui (ad esempio, a non vedersi bruciare casa e/o negozio); sono oggettivamente complici e o non se ne rendono conto (e rientriamo nel caso di sopra: M25 a piedi, occhi bendati, carrozziere, grazie Met per averli eliminati) o sono in malafede e sono effettivamente dalla parte dei razziatori. Quindi, ancora, non sono innocenti - a quei livelli di stupidità é lecito parlare di colpevolezza.

3) "Era un ragazzo di 17 anni, é morto tragicamente sotto i proiettili di gomma, gli occhi dei bambini di Gaza ci guardano da Hackney: cosa diremo alla sua mamma?" (il Guardian)

Cara Madeleine (se non lo scrive Madeleine Bunting sentitevi liberi di leggere ad alta voce sostituendo il nome con quello giusto, ed eventualmente il genere), mi permetto di darle un suggerimento su cosa dire alla mamma:

"Gentile signora, suo figlio é cresciuto per 17 anni senza che lei facesse il minimo sforzo per allontanarlo dalle gang, per insegnargli l'importanza dell'appartenere ad una comunità locale, l'orgoglio di essere parte di un tessuto sociale che sostiene e fa crescere. Lo so che lei se ne é fottuta per 17 anni, l'ha lasciato preda delle gang, ha permesso che diventasse un animale selvatico incapace di qualunque interazione sociale che non fosse predatoria; si é rifiutata di parlare con la gang task force della scuola dove lo ha parcheggiato, ogni volta che la contattavano per informarla di un episodio di bullismo lei dava la risposta che é diventata il motto di una certa Gran Bretagna, "it's got nowt to do wiv me"; e sa come lo so? Lo so perché avantieri sera suo figlio é tornato a casa con un paio di Nike AirMax che costano quanto un mese di sussidio, e ieri mattina l'ha passata in casa, a parlare al telefono con i suoi "homies" di come la polizia gli scappava davanti, e ieri sera é tornato a casa con una Xbox360 + Kinect, una cassa di videogiochi ed un televisore LED da 42 pollici, e lei non gli ha chiesto niente, non ha fatto la minima obiezione, ha lasciato che uscisse anche stanotte, ha continuato a fottersene come negli ultimi 17 anni pur sapendo benissimo quello che stava succedendo. Signora, it's your fucking fault. Se c'é qualcosa di cui dispiacersi, é che il proiettile successivo non abbia preso lei."

Ecco Madeleine, provi così. Non sarà gentile, ma ancora, non sto parlando male dei morti: la mamma é viva, e per ora, pure il pargolo.

E visto che siamo in modalità mago del Tuscolano, azzardo anche qualche altra previsione: tutti quelli, come Diane Abbott, che oggi chiedono a gran voce il coprifuoco in tutto il Paese e poteri straordinari alla polizia, semplicemente perché diverse delle case date alle fiamme sono nel suo distretto elettorale, domani, a cose fatte, torneranno a lamentare gli eccessi di violenza poliziesca e a chiedere che ai reparti antisommossa vengano tolti scudi e manganelli che sono troppo provocatori; la feccia Tory che ci governa, o almeno che taglia servizi pubblici e assegna contratti di outsourcing ai suoi vecchi compagni di scuola mentre occupa parassiticamente Downing Street e Westminster, si scorderà dell'accaduto entro una settimana o due e non cambierà una virgola della propria intenzione di tagliare 2000 poliziotti dall'organico della Met, o di mettere sul lastrico, con i tagli simultanei alle forze armate e ai sussidi di disoccupazione, circa 14000 persone la cui unica qualifica professionale consiste nell'essere molto bravi a sparare in testa alla gente; almeno un imbecille (probabilmente sul Daily Mail) proporrà di censurare Twitter o Facebook o Internet o vaccapi' cosa perché senza i social network queste cose non succederebbero. Infatti i disordini di Brixton dell'85 furono proprio il trampolino di lancio di Twitter.


(*) In realtà anche la tecnica di contenimento é messa pesantemente in discussione: dopo le manifestazioni studentesche di quest'inverno diversi parlamentari hanno obiettato che contenere dei manifestanti violenti e impedire anche per ore che si muovano a loro piacimento é una violazione dei loro diritti umani, soprattutto laddove é impossibile dimostrare incontrovertibilmente che ognuno dei contenuti ha partecipato ad azioni criminose.