26 febbraio 2008

AAA OFFRESI


Causa vergogna e conseguente decisione di non utilizzarlo mai più, vendo passaporto italiano, ottime condizioni, quasi nuovo, appena insozzato da incredibili manifestazioni di ignoranza e incompetenza a livello internazionale dei miei (scusate se rido) rappresentanti ma perfettamente utilizzabile da chiunque creda ancora ai benefici della teocrazia, al milione di posti di lavoro di Berlusconi, alle armi di distruzione di massa irachene o al creazionismo scientifico.

Due to utter shame and consequent decision not to use it ever again, I am selling my Italian passport, excellent condition, almost new, slightly soiled by incredible demonstrations of ignorance and incompetence
displayed on the international scene by my (excuse me while I laugh) representatives, but perfectly usable by anyone still believing in the benefits of theocracy, in Berlusconi's million new jobs, in the Iraqi weapons of mass destruction or in creation science.

25 febbraio 2008

La saggezza dell'età


Non posso che sottoscrivere, parola per parola, quanto scritto dall'anziano ma ancora occasionalmente lucido papà di Mmatteo. E aggiungo che non sarei stupito se, quale che sia la risposta di Israele, domani dovessimo assistere ad un nuovo massacro di Jenin creato dal nulla dalla macchina di propaganda di Hamas e dai solidali media occidentali.

15 febbraio 2008

Bombardiamoli tutti


Di sfuggita stamattina m'è capitato di sentire che a Ryadh una donna che aveva dovuto abortire un feto - talmente malformato, apparentemente, da non essere più neanche vitale al momento dell'aborto - è stata denunciata da un informatore e la Muttawa, la famigerata polizia religiosa, ha fatto irruzione nella clinica, interrogando e minacciando la poveretta, che era uscita meno di mezz'ora prima da una delle esperienze più tragiche che una donna possa immaginare.

Personalmente, ormai, non sono neanche più scandalizzato. Quando si pretende di far assurgere a legge dello stato il dettato di una religione pensata ed evolutasi per consolidare il potere patriarcale, di una religione misogina e oscurantista, di una religione intollerante e oppressiva, non c'è da sorprendersi poi se queste cose succedono - anzi, c'è da stupirsi che non succedano più spesso.

...come dici, scusa?

Non era Ryadh?

Oh bella.

Di sfuggita stamattina m'è capitato di sentire che a Napoli una snaturata genitrice ha deciso di assassinare un bambino non ancora nato con la scusa che forse avrebbe avuto delle malformazioni che le avrebbero fatto fare brutta figura con le amiche. Un eroico obiettore di coscienza, che ha scelto di rimanere anonimo per proteggersi dalle rappresaglie della lobby laicista, ha informato i Reparti Speciali di Protezione dei Bambini Mai Nati della polizia i quali sono prontamente intervenuti, troppo tardi, purtroppo, per salvare la povera anima innocente già volata in Cielo.

Personalmente, ormai, non sono neanche più scandalizzato. Quando si pretende di far decidere ad una creatura volubile e psicologicamente debole come una donna cosa fare del proprio utero, come se avesse le necessarie capacità intellettuali, non c'è da surprendersi se poi queste cose succedono - anzi, ormai queste madri snaturate lo fanno per divertimento, come se fosse una moda, i loro poveri cervellini completamente sobillati dall'azione e dalla propaganda della lobby massonico-laicista.

(consulenza artistica: Giuliano Ferrara)

14 febbraio 2008

Recensione


Questo è quel che viene chiamato un guest post - un lettore di questo blog, letto il mio post in memoria di sir Edmund Hillary, mi ha mandato la sua recensione di un bellissimo libro che è capitato anche a me di leggere, Aria Sottile, di John Krakauer, ed. Corbaccio (Into Thin Air per chi volesse leggerlo in originale). Non dico che mi ha cambiato la vita, no, ma mi ha fatto vedere un mucchio di cose sotto una luce diversa.


Aria Sottile

Una colossale piramide a tre lati. Da una parte i tibetani la chiamano Chomologma, che vuol dire dea di non ricordo cosa. Dall'altra parte i nepalesi la chiamano Sagarmatha, che vuol dire dea dell'aria. Nell'occidente è comunemente nota come monte Everest, la cima più alta del pianeta, 8848 metri sul livello del mare.

Arrivare in cima dalla via più semplice, lato nepalese, è relativamente facile. Il problema maggiore non sono le difficoltà alpinistiche ma la quota. Sopra gli 8000 metri di quota c'è un terzo dell'aria che c'è al livello del mare, e quindi un terzo dell'ossigeno. Tutto diventa faticosissimo, tutto diventa ansimare, i tempi si dilatano, le reazioni umane sono distorte. Il mondo della scienza riteneva addirittura che con un terzo di ossigeno a disposizione il cervello subisse danni irreparabili. L'unico che non ci credeva ed ha fatto di testa sua era Messner. Ha rotto il tabù, dimostrando che un fisico fuori dal comune e ben allenato può comunque andare là in cima senza subire danni e tornare sano e salvo. Poi molti altri, poi.

Jon Krakauer è un alpinista americano che scrive per Outside, rivista "naturalistica". Il direttore gli propone di partecipare ad una spedizione sull'Everest e farne una relazione. Accetta. Il libro, "Aria sottile" è il titolo che allude all'aria rarefatta di quelle quote, è il racconto di quell'esperienza.

Dal punto di vista letterario non mi entusiasma affatto, non mi è proprio piaciuto. L'unica cosa che mi pare abbia centrato è il lasciare sempre il lettore col desiderio di leggere anche la prossima pagina. Anche perchè la vicenda sembra veramente irreale, quasi un romanzo invece della realtà. La differenza sta nei valori in cui crede l'uomo contemporaneo, talmente assurdi e distorti dalla realtà da apparire insensatezza, incoscienza, a volte pazzia.

Andiamo per gradi e proviamo a ripercorrere la vicenda. Il Nepal è paese poverissimo, talmente povero che il turismo è di gran lunga la voce di entrate più consistente. L'alpinismo viene considerato una forma di turismo, ed infatti per salire una montagna bisogna avere il permesso. Che costa. Nel 1991 il permesso per salire sull'Everest costava circa 2500 dollari. Ma due fattori spinsero il governo nepalese ad alzare il costo a livelli stratosferici:
- limitare l'eccessivo numero di richieste e quindi un pericoloso sovraffollamento sulla montagna
- limitare le tonnellate di rifiuti che le spedizioni lasciavano sia al campo base sia sulla montagna

La conseguenza fu che per salire sull'Everest bisogna avere uno sponsor robusto oppure essere benestanti. Ed il fatto che i benestanti esistano ha fatto nascere le spedizioni commerciali. In pratica piccole società formate da guide alpine d'alta quota che, come fosse un pacchetto vacanza da agenzia di viaggio, ti offrono la salita sull'Everest tutto compreso, da quando scendi dall'aereo in Nepal a quando riparti. Krakauer, o meglio la rivista per cui scriveva, pagò nel 1996 la cifra di 65000 dollari, che comprendeva appunto permesso di salità, alberghi, trasferimenti, vitto ed alloggio, assistenza di guide e portatori, assistenza medica e logistica (possibilità di chiamare casa con telefono satellitare ad es) al campo base, corde e tende in parete già predisposte, dotazione radio, ecc.

Partecipare ad una di quelle spedizioni è quindi un qualcosa di vagamente militare. Tutto è già organizzato, voi decidete ben poco dopo l'affiliazione. In parete poi tutto è rigidamente militare, cioè la guida ha tutto il potere decisionale e il partecipante deve obbedire.

E' un concetto che fa totalmente a pugni con la sicurezza. Basterebbe la piccola obiezione "e se cade un sasso in testa alla guida io che faccio da solo ad 8000 metri?".

Scorriamo veloci: eccoci comunque al campo base, 5300 metri di altezza. Più di 200 tende ed una marea di persone. Spedizioni americane 3, una di taiwan, una sudafricana, una indonesiana, ecc. E' impossibile salire sull'Everest d'inverno, per le temperature polari ma soprattutto per un vento continuo che lo flagella a velocità spesso superiori ai 100 km/ora. E' molto difficile salire l'Everest d'estate per la presenza del monsone. Rimane quindi come utile una finestra temporale tra quando finisce l'inverno e quando arriva il monsone. Due o tre settimane, o qualcosa in più, a seconda dell'anno. Quindi riunione al campo base tra i capi spedizione per stabilire un calendario che assegni ad ogni spedizione alcuni giorni disponibili, dato che gli ingorghi (in alcuni tratti si passa uno alla volta) in parete è meglio evitarli. Calendari che qualcuno non rispetta, ovviamente. Sembra già fantascienza ma è realtà. Così come il predisporre le corde sull'itinerario viene diviso in tratti assegnati a spedizioni diverse, ed al solito qualcuno puntualmente disobbedisce.

Segue l'acclimatamento all'alta quota, un fare l'abitudine all'aria sottile, con poco ossigeno. Le guide portano i clienti al campo 1, poi li riportano al campo base. Poi li fanno salire al campo 2 a 6500 metri di quota e li fanno dormire li una notte, e ridiscendere. E via dicendo. Fino al giorno dell'assalto finale, dal campo 4 ad 8000 metri di quota fino alla vetta.

Manca un dettaglio sulle due maggiori spedizioni commerciali americane. Una delle due non era riuscita a portare nessun cliente in vetta l'anno precedente. Maltempo, certo, ma un secondo insuccesso consecutivo non è un bel biglietto da visita per il futuro. La seconda aveva come cliente una multimiliardaria americana dell'alta società. Fossero riusciti a portarla in cima...

Ora, asserire che ben precisi interessi economici abbiano influito pesantemente su certe decisioni è ovviamente ridicolo. Di sicuro però c'erano a livello inconscio. Ed in un attimo di indecisione potrebbero essere stati quel quasi nulla in più che però serve per far spostare il piatto della bilancia da una parte, quella sbagliata.

Assalto finale, dal colle sud ad 8000 metri, campo 4, alla vetta. Un comandamento solo: le 13, massimo le 14. Poi basta. Se per quell'ora non si è in vetta girarsi e scendere, tornare giù. Perchè la in cima ogni tre passi devi fermarti a riposare, per fare 100 metri ci metti un ora. E non riuscire a tornare al campo 4 vuol dire fare una notte all'aperto, senza sacco a pelo, senza cibo e stanchissimo. Solo Messner, Bonatti o gente simile è sopravvissuta. Ma qualli son tizi che se si scontrano con un bisonte muore il bisonte.

Eccoci al finimondo, il 10 maggio. Assalto alla vetta, tratti di parete che avrebbero dovuto avere la corda e non l'avevano, guide che dopo aver predicato bene permettono incapibilmente di sforare con l'orario (qualcuno è stato atteso in vetta addirittura alle 16), qualcuno che doveva avere la radio ma invece non la aveva, ed il maltempo, una tempesta che arriva.

Un qualcosa che notavi appena arrivare da fondovalle, una via di mezzo tra nuvole apparentemente insignificanti ed una nebbiolina. Così apparivano, vista da 8000 metri, viste da sopra. Invece era maltempo, tempesta, nemmeno troppo forte per essere l'Everest.

Pagine e pagine di tutto quello che successe, minuto per minuto, vissuto e ricostruito. 9 morti. Spaventoso. La visibilità che cala a zero, la temperatura crolla, comincia la furia del vento e della neve. E comincia anche il caos: i clienti benestanti si rivelano per quello che sono: clienti benestanti totalmente incapaci di prendere decisioni in un ambiente che non è il loro, sotto stress e sfiniti. Tra i morti ci sono tre guide. Tutte hanno messo a repentaglio la loro vita per salvare il salvabile, e tre l'hanno persa, la vita.

Scrivevo poco sopra "La differenza sta nei valori in cui crede l'uomo contemporaneo, talmente assurdi e distorti dalla realtà da apparire insensatezza, incoscienza, a volte pazzia." E l'uomo comtemporaneo crede che con i soldi si possa comprare tutto. Anche una guida forse, che dovrebbe sopperire alla mancata conoscenza dell'ambiente. Manca l'umiltà, manca il rispetto.

Qualcuno scrisse : "Andare sulle montagne è un po' come fare un rodeo. A volte il toro ti butta a terra, a volte riesci a stargli in groppa. Solo che la montagna è talmente potente che non ha bisogno di scrollarsi per buttarti a terra."

Ci aggiungerei "Avete mai visto qualcuno che monta in groppa ad un toro accompagnato da una guida?"

Tra tutti i libri di alpinismo che ho letto, seppur avvincente come thriller assurdo, questo mi è sembrato fantascienza.

Otto

Grazie


Al visitatore n. 50.000 (secondo Sitemeter), arrivato qui da Cagliari tramite Google, cercando "inminoranza"

12 febbraio 2008

Riconosciuta la necessità urgente ed assoluta di dettare ulteriori disposizioni per la difesa della razza


Per i due aficionados che mi leggono dall'Inghilterra, un breve riassunto delle puntate precedenti. Un cretino pubblica una lista di "infiltrati ebrei" nella scuola e nell'università, uno degli infiltrati lo denuncia per violazione della privacy (e qui un mezzo sorriso ci sta bene), il blog del cretino viene chiuso, gli antimperialisti insorgono. Tutto normale, siamo in Italia.

Salvo poche, felici eccezioni che il vecchio e saggio Mmax riporta puntualmente, gli antimperialisti, sia chiaro, insorgono in difesa del nazista. Non vorrei che ci fossero dubbi in proposito.



Disarcivescanterburizziamoci


So da Uriel che in Italia è arrivata l'eco delle polemiche sulle affermazioni fatte la scorsa settimana dal Dr. Rowan Williams, Arcivescovo di Canterbury - la figura che nella Chiesa Anglicana è più vicina, per autorità dottrinaria, a quella del Papa nella Chiesa Cattolica.

Si rassicurino Mr. e Mrs. Uriel: non parlava da nessuna parte di introdurre la Sharia come legge dello Stato - questo è uno dei pochi casi in cui una figura pubblica può dire, in perfetta buona fede, "sono stato frainteso". Il povero Arcivescovo non voleva, come dicono i suoi accusatori, introdurre il taglio delle mani per gli scippatori di Camden o la lapidazione per tutte le donne che vanno agli office party di fine anno (in quanto, automaticamente, adultere) nè imporre il niqab alle ragazze-madri tredicenni delle case popolari di Wapping. Fra le altre cose, la legislazione inglese sui diritti umani lo impedirebbe, e comunque è il caso di ricordare che se qui ci sono due milioni di musulmani, alcuni dei quali vedrebbero con favore l'introduzione di queste misure, è anche vero che ci sono cinquantotto milioni di non-musulmani che probabilmente avrebbero qualcosa da ridire.

Williams, insomma, non ha mai parlato di imporre la Sharia per tutti. D'altra parte non è vero quello che dicono i suoi difensori, ossia che si riferiva al vecchio e onorato sistema delle corti arbitrali - un sistema per cui le controparti in una causa civile possono di comune accordo rivolgersi ad una terza parte estranea al tribunale civile, il cui giudizio diviene vincolante. È un sistema in uso ad esempio fra gli ebrei Haredi, che hanno i loro tribunali rabbinici, è un sistema a cui si ricorre in maniera praticamente formalizzata per tutto ciò che ha a che fare con la legge marittima - la corte arbitrale dei Lloyds - e così via. Williams non stava parlando di un sistema simile per delle corti islamiche basate sulla sharia, per il semplice motivo che questo sistema già esiste e decide regolarmente su questioni come divorzi, custodia dei bambini, eredità e simili, e Williams, che non è un cretino, lo sa benissimo.

L'Arcivescovo di Canterbury è persona colta e intelligente, ed oltretutto non stava parlando al mercato del pesce di Billingsgate ma agli avvocati della Royal Court of Justice. Non avrebbe parlato di "inevitabilità" per qualcosa che già esiste - così come non avrebbe definito "inevitabile" arrivare prima o poi al suffragio universale in UK; e non avrebbe insistito tanto nel suo discorso sulla questione dell'affiliazione religiosa come criterio per decidere la giurisdizione. In altre parole la possibilità che veniva ventilata non era quella di scegliere se far decidere del proprio divorzio ad un imam o ad un giudice civile (cosa che, lo ripeto, già succede), ma quella di avere giurisdizioni separate non scelte dai cittadini ma delimitate dalla loro affiliazione religiosa.

Che posso dire? Credo che il polverone innalzato intorno a quest'uscita sia esagerato. Da un lato, non è la prima volta che un'autorità religiosa ventila una simile possibilità, anche se di solito si tratta di imam che si riferiscono ad enclavi da rendere interamente musulmane, e credo sia la prima volta che un simile appello arrivi da un'autorità di un'altra religione; dall'altro, mi sembra di capire che alla maggior parte di quelli che sarebbero sottoposti a questa legislazione civile separata la cosa stia più che bene - almeno, abbastanza bene da non fare un fiato; in mezzo, gli editorialisti del Guardian e dell'Independent fanno a gara a informarci che il concetto che "la legge è uguale per tutti" è troppo occidentale per essere imposto ad altre culture, e che l'apartheid, se lo chiami multiculturalismo, diventa progressista.

C'è una sola cosa che non mi è ancora chiara, però: qualcuno a Canterbury mi legge, o sono diventato un profeta?

07 febbraio 2008

Terapia d'urto


Cortesemente, la prossima volta che mi lamento del sistema sanitario inglese, qualcuno mi faccia leggere questo post qui. E poi mi dia un calcio in culo, per buona misura.

Vale la pena anche di leggere i commenti di Grendel.

(a risentirci la prossima settimana)

05 febbraio 2008

Un problema di liturgia


Mi convinco ogni giorno di più che quello che ci viene venduto come scontro di civiltà sia tutta un'altra cosa. A leggere certi blog e certi articoli di giornale mi viene il sospetto che l'antipatia che certi, a occidente, hanno nei confronti di regimi come quello iraniano sia stata pesantemente fraintesa.

Certo, da queste parti nessuno dice che la democrazia è un'offesa ad Allah perchè è l'anticamera del politeismo, e se mio figlio (eventuale) crepa d'autobomba o cintura esplosiva è il minore dei mali, perchè almeno si salva l'anima dalla corruzione occidentale. No, per carità. Ci si limita a dire che la ricerca scientifica è un'offesa a Dio, e se mio figlio (eventuale) crepa di talassemia o sclerosi multipla è il minore dei mali, perchè almeno si salva l'anima dalla corruzione della ricerca genetica.

Certo, da queste parti nessuno dice che gli omosessuali non sono normali e devono restare nascosti se vogliono vivere decentemente, o altrimenti li si impicca a una gru. Ci mancherebbe, siamo civili, noi. Ci si limita a dire che gli omosessuali non sono normali e devono restare nascosti se vogliono vivere decentemente, ed è lecito, un diritto umano inalienabile, quasi, umiliarli ed emarginarli finchè s'ammazzano da soli, che si risparmia anche il carburante per muovere la gru. O magari si predica a qualche testarasata impressionabile finchè il coglione mette una nail bomb all'Admiral Nelson, avendo cura poi di fare la faccia scandalizzata quando viene arrestato.

Per il resto, l'apprezzamento per la pena di morte è comune, l'idea che la religione debba primeggiare sulla società (eh, ragazzi, sono gli azionisti di maggioranza: comandano loro), che debba controllare la ricerca scientifica, la legge, le convenzioni sociali, che debba primeggiare nella cultura, nella televisione, nella stampa, tutto in comune. È in comune anche l'idea che permettere a chi non appartiene alla religione dominante di esistere a patto che non lo dia a vedere troppo sia il massimo concepibile del rispetto (in effetti lo è: per qualsiasi sistema totalitario, permettere il dissenso privato è un gesto di grande tolleranza).

Il problema che hanno tutti questi teocon e teodem e teocratici con posti come l'Iran e l'Arabia Saudita, alla fine, è solo ed esclusivamente di liturgia. I metodi e i sistemi gli stanno benissimo: contestano il testo delle preghiere, l'orario (e il giorno della settimana) della messa, e il fatto che tocca stare in ginocchio per tutto il tempo, che francamente ad una certa età le ginocchia cominciano anche a far male. Per il resto, a ben vedere, non c'è problema.

E per fortuna, per fortuna, non mi stancherò mai di ripetere "per fortuna", laddove contava abbiamo vinto noi - l'Armada spagnola, Breitenfeld, Valmy, Porta Pia (nel suo piccolo)... che sarebbe grama, altrimenti.

(prima che qualcuno me lo faccia notare, lo so, lo so, esagero, il paragone non regge: l'Iran permette l'aborto terapeutico, 'sti laicisti di merda)

04 febbraio 2008

La memoria è importante


Mi ci hanno tirato dentro in due, a questa catena, l'anziano papà del mio amico Mmatteo e lo scettico scientista cicappino Alekhine, diffamatore di poveri maghi taroccari ed evocatori di angeli su Usenet. Mi impongono di nominare un libro che dovrebbe andare in un'ipotetica biblioteca della memoria sulla Shoa. Non è un compito facile, prima di tutto perchè, confesso, sulla Shoa non ho letto quanto probabilmente avrei dovuto, e poi perchè come la maggior parte dei goyim che non ci sono stati coinvolti nemmeno di striscio, quel che ho letto è relativamente scontato e probabilmente è stato nominato al primo anello della catena - La banalità del male, I volenterosi carnefici di Hitler, il Diario di Anna Frank - e quest'ultimo, confesso, l'ho pure odiato in quanto impostomi a scuola: ho sempre pensato che, come nello sketch dei Monty Python, se a scuola si facesse l'ora di sesso acrobatico, il sistema d'istruzione riuscirebbe a renderla talmente noiosa che i ragazzi si porterebbero in classe le opere di Tacito e Orazio per leggerle di nascosto sotto il banco mentre gli insegnanti dimostrano la posizione numero 318, o del dragone ansimante.

Comunque.

Scartati i libri che trattano della rivolta del Ghetto di Varsavia da un punto di vista storico-militare, c'è un libro che secondo me nella biblioteca della memoria non dovrebbe mancare, sebbene non tratti propriamente dell'Olocausto ma, semmai, della memoria: ed è Denying the Holocaust, di Deborah Lipstadt - non so se ce ne sia una traduzione italiana.

Aggiungo allo scaffale questo libro perchè credo che difendere la memoria sia importante per difendere il presente: perchè chi cerca di sminuire i crimini del passato ha tutta l'intenzione, o almeno la speranza, di ripeterli. Guardate un po' chi dice, oggi, che i neri sudafricani stavano meglio quando c'era l'apartheid perchè tutti avevano un lavoro (tutti i bianchi ce l'avevano: e i neri in quanto neri erano sotto il radar, non esistevano): sono le persone che se potessero ricreerebbero un sistema di apartheid in casa nostra, oggi. Guardate chi dice che Ruanda e Congo stavano meglio sotto i belgi, ora che c'è la guerra civile - sono quelli che sotto sotto avrebbero approvato gli stermini operati da re Leopoldo, quelli che se si ripetessero oggi li approverebbero con altrettanto malcelato entusiasmo. Difendere la memoria dei crimini, dopo che le vittime e i testimoni sono scomparsi, è importante, non per la memoria in sè, ma per gli anticorpi che questa consapevolezza produce.

Fra trent'anni, se possibile, voglio che si ricordi il mattatoio a cielo aperto che è Gaza oggi, voglio che chi ha commesso crimini paghi non tanto con la galera ma col disprezzo, col ricordo di quei crimini. Non voglio, fra trent'anni, dover prendere a schiaffi mio figlio (anche perchè avrò una certa età) per avermi detto, davanti ad una crisi di governo, ad una sommossa di piazza o ad una crisi economica in Palestina, che tutto sommato i palestinesi "stavano meglio sotto gli israeliani, che gli hanno fatto solo favori", o che sotto sotto se la sono cercata. E se succederà, sarà perchè avremo permesso che la memoria dei crimini, di tutti i crimini, diventi flessibile ed adattabile a momentanee necessità di tattica politica.

A questo punto dovrei aggiungere 5 blogger a cui passare la palla, che è la parte difficile di questo gioco.

Il primo blog è ovviamente quello di Mrs. Inminoranza, che tratta di cose che non c'entrano nulla. Vado sul sicuro perchè so che non partecipa alle catene.
Il secondo è quello di Dacia, che so che ha già un libro pronto, così si fa in fretta - e no, non è di Faurisson.
Il terzo è quello di Ipazia: il presente vale come sollecito.
Il quarto è quello di Palmiro, così facciamo vedere a tutti che i lettori di fantascienza pulp ogni tanto leggono anche roba seria.
Il quinto è quello di Ladytux - così magari la spingo a scrivere di più, visto che aggiorna il suo blog molto meno di frequente di quel che mi piacerebbe

02 febbraio 2008

God hates Tories





Fra i vecchi adagi di cui un Parlamento può dimostrare la veridicità, "tutto il mondo è paese" non era in cima alla mia lista personale. Disgraziatamente, il "nuovo" partito Conservatore, quello del rinnovamento, della svolta ambientalista e attenta ai problemi sociali di Cameron, ha deciso non solo di dimostrare che sotto sotto è sempre lo stesso vecchio arnese corrotto e moralmente putrido, ma anche che fra Westminster e Montecitorio la distanza non è poi troppa.

Tre anni fa un parlamentare Tory, Derek Conway, ha "assunto" il figlio con un contratto part-time come ricercatore parlamentare. Questo è di per sè già moralmente discutibile, ma purtroppo la legge inglese lo permette; il fatto è che Conway jr. studia a tempo pieno all'università di Newcastle, e non ci sono prove che il pargolo abbia anche solo messo piede a Westminster nel periodo in cui ha ricevuto diecimila sterline all'anno dalle mie tasse, più bonus e benefits.

I Tories, ben lungi dall'espellerlo dal partito, si sono limitati a togliergli l'incarico di whip (non dissimile dal ruolo di assistente di un nostro capogruppo parlamentare), mostrando una volta di più la pasta di cui sono fatti, e anche la commissione parlamentare mista che ha investigato sul caso si è limitata alla fine a condannarlo a dieci giorni di sospensione dalla carica di parlamentare e al rimborso degli stipendi pagati al figlio. È stato Conway stesso, alla fine, resosi conto dell'insostenibilità della sua posizione, e solo dopo essere stato condannato, ad annunciare che si sarebbe dimesso da parlamentare. Se aspettavamo l'onesto e trasparente David Cameron, Conway poteva morire di vecchiaia a Westminster. New face, same old Tories, decisamente.