31 gennaio 2007

Post di servizio


Prima di tutto una dichiarazione pubblica: o questo signore qui abilita i commenti, o prima o poi smetto di leggerlo, che non è che uno può mettersi a fare i post sul proprio blog per consigliargli cosa leggere.

Comunque, riconosco che non è bello prendersela con gli anziani, e in virtù dell'amicizia che mi lega a MMatteo per ora sospendo il boicottaggio.

Chiede cosa leggere, e proprio quando avevo trovato il consiglio perfetto, dice che sta per comprare l'opera omnia di Carofiglio, fregandomi sul tempo. Mi salvo in corner consigliandogli Alicia Gimènez-Bartlett, Messaggeri dell'oscurità, stesso editore (Sellerio), e se legge l'inglese (che le traduzioni sono a dir poco povere, dove pure esistono) Good Omens di Terry Pratchett e Neil Gaiman e, soprattutto se conosce Londra come credo, Neverwhere, di Neil Gaiman (quest'ultimo lo consiglio a chiunque ami Londra, veramente). Sospetto che il resto delle mie letture lo interessi quanto interessa ai miei gatti - se così non fosse, si procuri (meglio in inglese, ma molto è stato tradotto) tutto il ciclo della Culture di Iain M. Banks: Consider Phlebas, Excession, The Player of Games, Use of Weapons, Look to Windward.

30 gennaio 2007

Mondi virtuali


Poco più di un mese fa mi é capitato di dare una mano ad una persona conosciuta attraverso un forum. Aveva un problema con delle patch al kernel di Linux, un problema in cui tempo fa mi ero imbattuto e su cui avevo lavorato non poco (come nella migliore tradizione delle multinazionali, il progetto era stato abbandonato 2 giorni dopo che ero riuscito a mettere insieme una soluzione) - gli ho passato quel che ho potuto recuperare dei miei dati e delle mie informazioni, e a quanto pare ne ha tratto beneficio.

Circa una settimana dopo questa stessa persona mi ha invitato ad un Open Day che la sua compagnia ha organizzato per incontrare, e nel caso selezionare, potenziali nuovi impiegati. Non ci sono andato, nonostante questa persona mi avesse promesso per lo meno di arrivare ad un colloquio alla fine dell'open day - primo, perché in realtà non ritengo di avere le capacità per lavorare con loro (reclutano gente che viene, per dire, dalla NASA, dal Livermore e così via), e secondo perché la sede della compagnia é a Los Angeles, io non intendo andare a fare il servo della gleba col sistema della Green Card e comunque Mrs. Inminoranza piuttosto mette il burqa e va a vivere fra i talebani.

Diranno i miei tre lettori, ma a noi cosa ce ne frega? T'hanno invitato ad un colloquio, non ci sei andato, mo' vuoi una medaglia?

L'obiezione é lecita. Il fatto é che l'invito m'ha fatto scoprire un pezzo del Web 2.0 (o magari 3.0) della cui esistenza ero in qualche modo al corrente, ma a cui non mi ero mai avvicinato - grave per uno che fa il mio mestiere, lo riconosco, ma temo di essere tutto sommato un dinosauro, mi sto ancora riprendendo dallo choc delle interfacce grafiche e ogni tanto sono tentato di lasciar perdere Firefox per usare wget e leggere direttamente il sorgente html... ma non divaghiamo. Questo pezzo dell'Interweb é quello dei MMORPG - gli universi interattivi online in cui migliaia di persone vanno in giro, fanno cose, vedono gente... [cit] e ovviamente, siccome la serendipità continua a regolare la mia vita, altri blog hanno cominciato a parlarne proprio mentre io mi chiedevo se unirmi o meno al coro.

Per la precisione, ho scoperto SecondLife, e ne sono rimasto affascinato. A differenza dei normali MMORPG, in cui il ciclo di azione é tutto sommato definito - crea personaggio; ammazza mostro; sali di livello; ammazza mostro più potente; trova bottino; sali ancora di livello; ad libitum... - SecondLife é, o cerca di essere, esattamente quell che il nome dice: una simulazione in cui i personaggi (avatar) fanno più o meno quel che gli pare. Non ci sono regole, ambientazioni predefiniti, scopi. Non si vince - cosa che, ho scoperto, fa scazzare più di un nuovo utente.

Eppure proprio per questa mancanza di uno scopo predefinito, SecondLife riesce a creare un ambiente ricchissimo di possibilità, col solo espediente di lasciare campo libero a qualunque idea. LindenLabs, la compagnia che ha creato il sistema (s'incazzano se qualcuno lo chiama gioco) ha stabilito poche regole di base, creato una valuta (i Linden Dollars) e messo a disposizione la terra virtuale. Il resto sta ai residenti.

E' difficile anche solo decidere da dove cominciare a descrivere questo mondo. Ci sono aneddoti a sufficienza da riempire un libro - dalla ragazza anoressica che é uscita dal problema creandosi un avatar e facendolo gradualmente dimagrire fino a ridurlo ad una specie di scheletro - cosicché adesso é una ragazza normale con un avatar anoressico - alla ditta che sta tenedo i corsi per i propri clienti in un palazzo virtuale, dalla IBM che ha praticamente creato un arcipelago enorme e lo usa per i propri meeting, allo stuolo di maschi frustrati americani che hanno ricreato il continente fantasy di Gor, in cui le donne hanno la forza di un bambino di 10 anni, la loro condizione normale é quella di schiave e la violenza sessuale é una delle forme di interazione sociale più comuni; il problema é che elencare aneddoti non descrive il mondo e la sua complessità.

Si potrebbe parlare di soldi, del fatto che SecondLife sta vivendo un'esplosione imprenditoriale difficile da misurare, con un'economia vivissima in cui ogni giorno centinaia di milioni di Linden Dollars cambiano di mano (e con un cambio di 270 L$ per un dollaro americano, questo significa che i l volume quotidiano degli scambi si aggira sul milione di dollari) - ma questo é fuorviante, ed ha attratto migliaia di persone per i motivi sbagliati: perché se é vero che la famosa Anshe Chung ha guadagnato un milione di US$, é anche vero che questi dollari sono tuttora virtuali, e che se Ailin Graef, la donna dietro ad Anshe Chung, cercasse di vendere i suoi 300 milioni di L$ tutti d'un colpo, il risultato sarebbe probabilmente un collasso dell'indice LindeX ed un crollo del valore dei Linden Dollars. In altre parole, come nella famosa storiella, potete diventare miliardari su SecondLife, ma solo nel senso che vi troverete in mano un cane che vale un miliardo: e se cercate di venderlo, al massimo potrete scambiarlo per due gatti da cinquecento milioni (e sento già le voci levarsi: é una truffa, é una truffa - può darsi, ma non più di quanto lo fosse il mercato immobiliare di Tokyo).

Potrei parlare degli ovvi paragoni letterari: con il cyberspazio di William Gibson, con la Strada di Snow Crash - il romanzo che, dopotutto, ha dichiaratamente ispirato i creatori di SecondLife; ma anche questi paragoni sono in qualche misura forzati, o almeno molto incompleti, se non altro perché il cyberspazio di Gibson non é un elemento a sé stante, ma é parte di una società distopica da cui viene in qualche maniera definito, e che a sua volta contribuisce a definire la società, mentre la Strada é, semmai, ciò che SecondLife potrà essere fra dieci anni, quando la sua situazione si sarà stabilizzata e tutti i grossi attori dell'economia mondiale se ne saranno ritagliati uno spazio - allo stesso modo in cui Internet si é evoluta negli ultimi 10 anni.

No, se trovo SecondLife affascinante non é per gli aneddoti, per i soldi, o per i romanzi, o meglio, questi tre aspetti non sono che sfaccettature, io credo, di una realtà più basilare: in qualche modo, più per fortuna ed accidente che per precisa volontà, la società di SecondLife si sta evolvendo allo stesso modo, e secondo le stesse linee, in cui si sono evolute molte società di frontiera. Non esistono in SecondLife leggi e norme che regolino la maggior parte delle interazioni fra giocatori; non ci sono tasse se non quelle sul possesso di terreni; reati come le truffe sono talmente difficili da punire che nella maggior parte dei casi LindenLabs neanche ci prova, o quando lo fa interviene con una mano pesante che fa più danni dei truffatori stessi; il comportamento violento, distruttivo o vandalico é anch'esso talmente difficile da punire istituzionalmente che nella maggior parte dei casi i residenti preferiscono difendersi da soli; e come in ogni società di frontiera che si rispetti, i quattro mercati più ricchi sono, nell'ordine, quelli delle proprietà terriere, del gioco d'azzardo, della prostituzione e delle armi.

SecondLife é sicuramente un esperimento tecnologico affascinante, il primo passo verso qualcosa che possiamo solo immaginare con difficoltà; ma prima di tutto questo, é un fantastico esperimento sociale, in cui é possibile con un po' di sforzo intravedere alcuni dei meccanismi di base che portano allo sviluppo di società ordinate attraverso l'auto-organizzazione, senza imposizione dall'alto. Rousseau avrebbe probabilmente dato via la madre ai cannibali per poter studiare questo fenomeno in prima persona.

Se solo non fosse così inesorabilmente palloso starci dentro...

26 gennaio 2007

Invidia


Quando ce l'avrò, io, un blog ad personam?

25 gennaio 2007

Poligamia


Segnalo, dalla nuova consulente co.co.co. di questo blog, un post sui benefici della poligamia.

23 gennaio 2007

Diritti dei lavoratori


Iniziamo subito facendo le scuse per la prolungata assenza a tutti e tre i miei lettori. Problemi e pressioni di lavoro, di salute e di colloqui di lavoro hanno contribuito all'inattività prolungata di questo blog.

C'é un'infinità di cose di cui sarebbe il caso di parlare, dalla ministra dell'istruzione che manda il figlio ad una scuola privata al sistema d'istruzione a due velocità, da Hillary e Segoléne candidate allo spam nei commenti, ma vorrei cominciare con una cosina piccola piccola che con ogni probabilità non é neanche arrivata in Italia.

Iniziamo da una domanda generale: dove cominciano e finiscono i diritti dei lavoratori? Ognuno ha diritto al lavoro, non si discute. Il problema é, ognuno ha diritto a fare qualsiasi lavoro? Ho diritto a fare il pilota d'aerei se soffro di vertigini? Ho diritto a fare il chirurgo se soffro di deficit d'attenzione? Ho diritto, in generale, a fare un lavoro per il quale non solo non sono qualificato, ma ho degli impedimenti fisici o morali che mi impediscono di svolgere le mie funzioni? E' onesto che mi candidi a svolgere un simile lavoro? E se la risposta é sì vorrei sapere, che ne pensate di questo scenario qui?

Attenzione, qui stiamo parlando di condizioni preesistenti: se fai lo scaricatore e ti viene un'ernia, o hai un incidente e non puoi più sollevare pesi, non é giusto che ti si metta in mezzo ad una strada - deve esistere un sistema di ammortizzatori che ti permetta di ricevere una pensione almeno temporanea, che ti paghi la riqualificazione e così via. Io sto parlando di chi si fa assumere per un lavoro ed il primo giorno di lavoro dichiara di non poter svolgere i compiti che quel lavoro comporta, a causa di impedimenti fisici, morali o religiosi.

Lo chiedo perché é notizia di pochi giorni fa che una poliziotta musulmana, finita l'accademia e conseguito l'ambito distintivo, si sia rifiutata di stringere la mano al capo della polizia che glielo consegnava. Motivazione? Una donna musulmana, dice lei, non può avere alcun contatto fisico con un uomo che non sia un parente stretto o il marito. Mai. Neanche con i guanti.

In altre parole questa persona ha mentito scientemente, quando ha chiesto di diventare poliziotta, perché già sapeva che non poteva svolgere le mansioni che il lavoro di poliziotto comporta. Non può arrestare uomini. Non può prestare pronto soccorso a membri del pubblico che abbiano avuto un malore o abbiano subito un'aggressione, o a colleghi feriti. Non può fare una qualsiasi delle mille cose che una poliziotta deve fare che comportano contatto fisico con altre persone - se quelle persone sono uomini. Ah, e ovviamente non può lavorare con unità cinofile (che qui sono comunissime e presenti, ad esempio, in ogni caso di furto in appartamento), perché i cani sono impuri. E' il 50% di una poliziotta, o meno, ma prende il 100% di stipendio.

Dovesse capitare da queste parti Dacia, mi interessa davvero la sua opinione - come donna, musulmana ed ex-poliziotta.

P.S. Tanto per capirci - ho la stessa opinione dei ginecologi obiettori. Capisco quelli che si trovavano a fare i ginecologi quando é passata la legge sull'aborto. Capisco anche quelli che fanno finta di essere obiettori e praticano aborti in clinica privata ("le puttane ci sarebbero, sono i soldi che mancano"). Capisco meno quelli che vanno a fare i ginecologi sapendo benissimo che non intendono fare parte del lavoro per cui sono pagati ma prendono lo stesso uno stipendio pieno.

P.P.S. Per chi non ha ancora capito: col servizio di leva, l'obiezione di coscienza ha senso. Se invece parti volontario e ti dichiari obiettore quando arrivi in caserma, o sei cretino, o stai pigliando per il culo o speri di papparti un anno di stipendio senza fare un tubo.

16 gennaio 2007

La ballerina del BNP


Tanto scandalo e clamore perché salta fuori che una persona il cui attributo fisico più importante, diciamocelo, sono i piedi, é una deficiente iscritta ad un partito neonazista.

A Simone Clarke é stato chiesto, fin dall'infanzia, di stare sulle punte a stomaco vuoto; non di leggere il manifesto politico di un partito e rendersi conto che chiede la deportazione forzata dell'uomo con cui convive e di eventuali figli che dovessero derivare dalla loro unione, la messa fuorilegge delle coppie miste (come quella di cui é fisicamente la metà ed intellettualmente, con ogni probabilità, il 5%) e l'istituzionalizzazione del razzismo con l'introduzione di diritti separati non per gli immigrati ma per gli stessi cittadini britannici in base alla "purezza del sangue".

Non si chiede a Rita Levi Montalcini o a Margherita Hack di avere un fisico da modella o di saper fare la morte del cigno, non vedo perché si debba pretendere da Simone Clarke o in generale dagli iscritti al BNP la presenza e l'uso di lobi frontali. Ad ognuno il suo.

E finiamola con questo casino, per carità. Non c'é niente di più grottesco di un partito di picchiatori fascisti a cui viene data l'occasione di passare per vittima perseguitata.

14 gennaio 2007

Habemus paper


Dopo due anni di revisioni, correzioni, rimbalzi, discussioni, Forestry, della Oxford University Press, ha finalmente mandato in pubblicazione un articolo tratto dal lavoro per la tesi di Master in Forestry Management and Conservation di Mrs. Inminoranza. Appena ho il link per l'abstract lo mando in giro.


13 gennaio 2007

Dodici idee sballate


Le dodici peggiori idee che rovineranno la vita di molta gente nel 2007, da Open Democracy.

Le mie preferite sono la 1, 2, 3, 7 e 8.

Hat tip: Fisking Central (che non poteva esimersi, come da nome, dal trovare almeno un errore), via Pootergeek e Norm.

Il nemico del nemico del nemico del nemico...


Non invidio gli etologi. Già capire i processi mentali alla base del comportamento umano certe volte mi dà l'emicrania, posso solo immaginare cosa succederebbe se dovessi cercare di interpretare, invece, l'annusarsi le parti basse dei cani, o il rizzare la coda dei gatti, o lo schiaffeggiarsi ripetutamente con un merluzzo delle foche (credo). Prendi l'Etiopia, per esempio.

Un annetto fa il governo etiope ha deciso che voleva imporre il copyright sui nomi delle varietà di caffè originarie del suo territorio ed ottenere il pagamento di diritti sull'uso a qualunque titolo di questi nomi, rivolgendosi per questo alle odiate organizzazioni internazionali per la protezione della proprietà intellettuale, quelle fra l'altro che hanno fatto chiudere Napster e contro cui (giustamente) si scaglia Naomi Klein col "popolo di No Logo" - quelle che brevettano marchi, canzoni, opere d'arte, geni umani e insetti creati in laboratorio. E il popolo di No Logo, prevedibilmente, è insorto. Un po' meno prevedibilmente, è insorto contro Starbucks e gli altri che si erano opposti all'imposizione del copyright, ed in favore del governo etiope e dell'imposizione del copyright. Abbiamo, in quest'anno, scoperto che l'opposizione a loghi, trademark, copyright, non era un'opposizione di principio, filosofica, ma era semplicemente dovuta al fatto che loghi, trademark e copyright sono in generale detenuti da gente che al popolo di No Logo sta un po' sul cazzo: un po' come se io fossi andato a manifestare per la chiusura degli ospedali e l'abolizione della medicina quando Pinochet ha avuto un infarto.

Interessante notare fra l'altro come la cattiveria di Starbucks & Co. venga sottolineata mettendo in evidenza che quest'imposizione del copyright, ed il pagamento di diritti al governo etiope, avrebbe permesso una miglior ridistribuzione dei profitti agli agricoltori, l'introduzione di programmi sociali e via dicendo. Praticamente sembrava che il governo norvegese o svedese fosse andato in vacanza in Etiopia ed avesse assunto il governo del Paese: ma del resto, il governo etiope si opponeva a Starbucks, multinazionale (orrore!) americana (orrore!) globalizzatrice (anatema!), e come tutti sanno, il nemico del mio nemico è mio amico, mio fratello, mio alleato per sempre contro l'Impero del Male.

Spostandoci un attimo più a sud (e qui rischio di attirarmi gli strali di Dacia Valent), in Somalia durante l'ultimo anno ha cominciato ad emergere una cosca vincente nella lotta fra delinquenti assortiti per il controllo del Paese; una cosca non migliore delle altre, diciamolo subito, che stava assumento il controllo per il semplice motivo che, a differenza di tutte le altre, non era organizzata su base tribale/di clan ma religiosa, e quindi non precludeva a nessuno la possibilità di stare dalla parte del vincitore, mentre tutte le altre cosche promettevano, in caso di vittoria, peste, corna e gambizzazioni agli appartenenti ad altri clan.

Certo si trattava di fondamentalisti religiosi, ma, com'è il caso dell'Iran, se alla gente del posto sta bene una teocrazia, che se la godano tutta - e come è successo per i Talebani in Afghanistan, questi qui offrivano almeno la possibilità di un minimo di pace, della fine di una guerra civile atroce quanto insensata, e quindi dovunque arrivassero venivano accolti, se non con entusiasmo, almeno con rassegnazione unita ad un minimo di speranza.

Poi le "Corti islamiche" son state furbe e si sono accattivate le simpatie di tutta l'autoproclamatasi sinistra antagonista occidentale: morte all'America, morte all'Occidente, introduzione immediata della Sharia "dura", un ministro s'è pure vantato di essere stato al comando di quelli che trascinarono i cadaveri dei Rangers americani in giro per Mogadiscio l'altra volta (dice, i Rangers erano lì per arrestare un delinquente che aveva fatto scannare una ventina di caschi blu pachistani disarmati mentre distribuivano cibo ad una fetta di popolazione che lui aveva deciso di far crepare di fame? Il discorso è troppo complicato, ha ammazzato degli americani, è un eroe, e poi gli americani, come m'insegnano Uriel e Amnesty, a Guantanamo fanno di peggio); infine, ciliegina sulla torta, avevano cominciato ad esportare la rivoluzione in Somaliland, che era diventato una repubblica autonoma e (orrore!) democratica, quindi approvata (doppio orrore!) dall'occidente; senza contare che sono riuscite a farsi accusare di ospitare terroristi di Al Qaeda, cosa che li ha resi due volte eroi in occidente, una volta perchè se gli americani accusano qualcuno di terrorismo, quel qualcuno diventa automaticamente innocente di ogni colpa, e due volte perchè comunque anche se era vero, offrivano ospitalità a gente che vede nell'occidente l'Impero del Male. Insomma, anche qui, il nemico del mio nemico è mio amico fraterno.

Le Corti islamiche hanno commesso qualche piccolo errore tattico: si sono inimicate i giovani, vietando fra le altre cose televisione, musica, alcool, e sparando a chi non rispettava il divieto, facendo qualche decina di morti fra la folla che guardava una partita dei Mondiali; hanno vietato il khat, un blando stupefacente universalmente diffuso nel Paese (fra la gioia degli stessi antagonisti europei che alle primarie col candidato senza volto si riempivano la bocca con l'antiproibizionismo) cancellando la principale fonte di reddito di una fetta significativa della popolazione, e senza offrire alcuna alternativa; per finire,
con il tentativo di esportazione della rivoluzione islamica in Kenya e Somaliland si sono inimicate tutti i vicini, e soprattutto hanno messo in allarme l'Etiopia, che si vedeva come il prossimo Paese sulla lista, una volta caduto il cuscinetto sempre più striminzito del "governo legittimo" somalo - e ad Addis Abeba si ricordavano fin troppo bene il conflitto più che decennale con la Somalia di Siad Barre.

Risultato, l'Etiopia è fraternamente intervenuta in soccorso del legittimo governo somalo ed ha invaso la Somalia. E qui, a occidente, sono cazzi. Il nemico del nemico del mio nemico, se è nemico del mio nemico, è mio amico o mio nemico? Quale Etiopia ha invaso la Somalia? Quella con un governo praticamente socialdemocratico che voleva i profitti del logo del caffè per ridistribuire il reddito fra i poveri coltivatori, o quella che ha uno dei peggiori track record di rispetto dei diritti umani, la dittatura brutale in costante conflitto con l'Eritrea e che ha appena invaso ed occupato militarmente la Somalia?

Probabilmente tutt'e due. Anche la coerenza, come la realtà, è un'invenzione del Mossad.

P.S. Tanto per capirci: io non la penso esattamente come Naomi Klein, ma credo che il sistema di brevetti e di protezione della proprietà intellettuale così come è definito adesso vada pesantemente rivisto, e soprattutto vadano rivisti i parametri che ci permettono di decidere cosa sia brevettabile e cosa no. Ed ero contrario al trademark sui caffè etiopi, sia per una questione di principio che perchè non avevo nessuna fiducia che i soldi sarebbero finiti a chi ne aveva bisogno. A chi non è d'accordo faccio solo notare che l'Etiopia è uno dei 10 Paesi più poveri del mondo, ma la sua aviazione ha aerei da combattimento migliori e più moderni di quelli in dotazione alla RAF, alla Luftwaffe e all'Aeronautica Militare Italiana.

P.P.S. No, non lo so che soluzione si potrebbe trovare per la Somalia. Non credo che le Corti islamiche, alla lunga, avrebbero dato stabilità al Paese (che rischiava di trovarsi coinvolto in una guerra su tre fronti) e non credo che i capimafia del cosiddetto "governo legittimo" siano un'opzione migliore. L'ONU è completamente screditata e gli occidentali è meglio che non ci si facciano vedere affatto. Una persona più cinica di me probabilmente direbbe che l'unica soluzione è costruirle un muro attorno e lasciare che se la vedano fra di loro; una persona più ottimista di me proporrebbe l'intervento di una forza super partes dell'Unione Africana, magari finanziata dall'ONU. Personalmente sono scettico su entrambe le opzioni.

06 gennaio 2007

Dacia


Un bel post di Dacia Valent, che a quanto pare qualunque mestiere faccia, la poliziotta, l'europarlamentare, la paladina dell'Islam italiano, non riesce ad esimersi dal suo ruolo principe, quello di rompicoglioni, di spina nel fianco di quelli che, dalla sua stessa parte, credono di poter campare di privilegi e sotterfugi.

Vale appena la pena di precisare che non la penso come lei su moltissime cose - per esempio non credo che l'affiliazione religiosa debba diventare necessariamente identità politica principale (sì, lo so, in Italia c'è stata, e all'atto pratico c'è ancora, la Democrazia Cristiana; ma questo, semmai, dovrebbe servire da esempio negativo, non da giustificazione); ciononostante consiglio la lettura dell'articolo ad almeno tre dei miei quattro lettori - il quarto s'incazza solo a sentirla nominare, quindi suppongo non ne valga la pena. Consiglio la lettura dell'articolo anche a quanti pensano all'Islam, in Italia ed altrove, come ad una specie di enorme, monolitica struttura che non prevede possibilità di critica o dissenso.

Sic semper tyrannis


Questo blog era in vacanza mentre Saddam Hussein veniva impiccato, e a distanza di giorni c'è un solo commento che posso, in coscienza, fare: pur restando contrario alla pena di morte in principio, pur contestando l'opportunità politica di uccidere Saddam in questo momento e di farne un martire, mi rifiuto, e mi rifiuterò sempre, di condannare l'esecuzione di un dittatore fascista, nazista o quant'altri.

Ben venga Norimberga. Ben venga Piazzale Loreto. E ben venga anche la corda al collo di Saddam.

P.S. Sì, la guerra all'Iraq era illegale. E con questo?