29 giugno 2007

Bye bye baby


Leggo su blog di destra e di (centro)sinistra post di ammirazione e quasi invidia per il dimissionario Tony Blair, un coro di "ce l'avessimo noi".

Confesso che la mia ammirazione, nonostante tutto, per Tony Blair è uno dei motivi di più frequente discussione con Mrs Inminoranza (almeno per quanto riguarda la politica - la palma d'oro assoluta spetta alla mia predilezione per una dieta iperproteica); ciò detto, vorrei fare un attimo l'avvocato del diavolo.

In Italia credo che l'impressione che si ha di Blair sia non poco falsata. Da un lato porta il peccato originale (come del resto ogni primo ministro inglese da Churchill in poi) della special relationship con il Grande Satana, poi c'è il non indifferente problema della guerra in Iraq, e ultimamente anche quella in Afghanistan è diventata una bestia nera; il risultato è che le notizie dall'UK vengono riportate in maniera a dir poco parziale su certi giornali, e capitano episodi esilaranti, tipo l'Unità che riporta uno studio di un think-tank di destra, Doctors for Reform, che critica Blair per aver socializzato la sanità pubblica e propone il rimedio di una privatizzazione totale del servizio sanitario pubblico - apparentemente, il giornalista dell'Unità ha capito del documento solo lo stretto indispensabile, ossia che parlava male di Blair, senza preoccuparsi di approfondire o controllare la fonte, ed ha ripetuto pari pari le argomentazioni dei fautori della sanità da assicurazione, tipo i lunghi tempi di attesa, che Michael Moore sta demolendo in questi giorni in Sicko. In maniera altrettanto buffa, qualche tempo dopo Repubblica riportava un articolo del Daily Telegraph (il Libero inglese, per capirci) in cui fra le altre cose si criticava Blair per aver abolito la caccia alla volpe e i privilegi dei Lord.

Il premierato di Blair ha avuto luci ed ombre, oso dire, completamente diverse da quelle che sono state percepite in Italia. S'è parlato poco in Italia dei motivi per cui Blair è veramente odiato qui, dando invece spazio ad episodi minori che magari farebbero imbufalire il pubblico italiano. Non si è parlato quasi per nulla, e questo è strano, dello scandalo che potrebbe far finire il buon Tony in galera al suo ritorno dal Medio Oriente, quello dei finanziamenti e dei prestiti milionari al partito in cambio di nomine a cavaliere e inviti a pranzo a Buckingham Palace e a Downing Street. Non si è parlato dell'esercito di spin doctors, di professionisti della comunicazione, impiegati da Downing Street in numero superiore a qualunque altro periodo di premierato, per presentare eventi e notizie ai giornali nella miglior luce possibile - peccato mortale in una cultura che crede nel valore del dire le cose come stanno e del non darsi troppa importanza. Non si è parlato della sua ipocrisia in campo religioso, che gli ha alienato molte simpatie - dell'aver voluto ritardare la conversione al cattolicesimo per evitare una battaglia legale: la Gran Bretagna è, tecnicamente, una teocrazia, ed il Primo Ministro deve essere per legge di religione anglicana; molti avevano sperato che una conversione di Tony Blair al cattolicesimo avrebbe permesso di mettere in moto i meccanismi legali per la cancellazione di una legge obsoleta prima ancora che discriminatoria, ma chicken Tony, ovviamente, ha preferito limitarsi ad evitare di andare in chiesa e aspettare la fine del mandato. Non si è parlato quasi per nulla dell'ignobile e imbecille trattamento degli asylum seekers, parcheggiati in un limbo fatto di scarsi sussidi, bed & breakfast fatiscenti, divieto di lavorare - per anni, fino all'accettazione della domanda o, in molti casi, all'ordinanza di rimpatrio che non lascia scelta se non l'illegalità.

D'altra parte non si è parlato delle luci del premierato Blair, almeno non nei termini in cui se ne parla qui. Certo, si dice che ha gestito più o meno bene un periodo di boom economico, ma pochi fuori dall'UK notano che questa è stata l'unica nazione in Occidente ad aver superato la crisi del 2001 senza un incremento, nemmeno temporaneo, della disoccupazione; i critici che parlano dell'enorme numero di ragazze-madri diventano stranamente silenziosi quando si dovrebbe citare l'incredibile (per un italiano) rete di ammortizzatori sociali che permettono ad una donna di non lavorare ed occuparsi a tempo pieno del figlio fino all'adolescenza; quelli che lamentano i 3 mesi di attesa per un'operazione chirurgica mancano di notare che i mesi, nel 1997, erano 18; quelli (come me, lo ammetto) che lamentano le carenze del sistema educativo raramente notano che queste carenze erano di gran lunga più marcate nel 1997, o che Oxford e Cambridge sono tornate ad essere le uniche due università non americane nella top 20 mondiale.

Si parla di "luci" che invece qui, se non sono passate inosservate, sono state accolte con un'alzata di spalle: i matrimoni gay, e le conseguenti adozioni, la crescente laicizzazione della società (pur con l'opposizione delle Ruth Kelly di turno), gli effetti positivi del multiculturalismo nelle scuole, che sta creando una generazione di adolescenti colour-blind, come si dice qui, daltonici - nel senso che non si curano del colore della pelle di chi hanno di fronte fino a dare l'impressione di non essere in grado di distinguerlo. Tutte cose importanti senza dubbio, ma che sono passate senza grandi battaglie, se non quasi in sordina, perchè in accordo con il sentire comune della stragrande maggioranza della popolazione e soprattutto degli elettori. Non grandi successi per Blair dunque, anzi, tutti casi in cui il suo governo ha dovuto affannarsi a rincorrere il sentimento popolare.

Non so se sia lecito, infine, il paragone fra Veltroni e Blair. L'Italia e l'UK hanno modi troppo diversi di fare ed intendere la politica, quello che Blair ha fatto qui in 10 anni sarebbe impensabile in Italia in 50: qui in 10 anni è cambiata la cultura, è cambiato il modo di lavorare, è cambiato il paesaggio urbano, sono cambiati i rapporti fra le comunità, la Londra grigia di John Major è diventata la capitale più colorata d'Europa, una Borsa dalla credibilità distrutta dai ripetuti disastri Tory è diventata talmente potente da divenire appetibile per il Nasdaq - talmente potente da poter rigettare il takeover, addirittura. Negli stessi 10 anni l'Italia ha fatto - quante riforme elettorali? Due? Tre? E una sera sì e una no, sul Tg visto via RaiClick, mi ritrovo ancora la stessa faccia di Clemente Mastella che campeggiava qua e là ai tempi in cui andavo all'università. Non si può rinfacciare a Veltroni di non essere come Blair - o come Sarkozy, o come Segolene Royal, o come Zapatero: nessuno di questi politici, semplicemente, sarebbe eleggibile in Italia.

"Avercene, di Tony Blair"? No, lasciate perdere. Un Tony Blair in Italia verrebbe deposto da una rivolta di piazza tre giorni dopo il suo insediamento. Ma mica per le sue colpe, che sono pure innumerevoli: per i suoi meriti.

27 giugno 2007

Bello essere sysadmin


Questo post non parla della sinistra, dei diritti umani o del razzismo, ed è scritto in buona parte in un linguaggio gergale, da addetti ai lavori. Parla del difficile rapporto fra una categoria di esseri (nonostante le apparenze) umani, i sysadmin, o sistemisti, o amministratori di sistema, categoria alla quale mi pregio di appartenere, e il resto dell'universo mondo. Parla di come l'essere umano medio, per motivi oscuri, messo davanti ad un computer diventi un idiota sbavante. E naturalmente, come ogni storia che si rispetti ambientata in un contesto corporate, parla del principio di Dilbert, quello secondo cui quella che chiamiamo carriera altro non è che l'ascesa verso il nostro appropriato livello di incompetenza.

Esiste una categoria di utOnti che io chiamo passivi-aggressivi, quelli che non esigono, non protestano, non rompono attivamente le pa**e, si limitano a stare lì e a piagnucolare, ripetendo come un mantra il loro problema finchè un manager non passa di lì e non li sente.

U:"Il mio computer non parte più"

(per la precisione: U è un programmatore senior che pare abbia una paccata d'anni di esperienza come quant developer)

IO:"Chiama quelli di corporate IT, sono loro che si occupano dei desktop"

U:"Sì ma il mio computer non funziona più"

IO:"Lo so, il numero di corporate IT è su questo post-it"

U:"Sì ma il mio computer non parte e io non posso lavorare"

IO:"Ho capito, chiama corporate IT, lo vedi che ho da fare?"

U:"Sì ma il mio computer non parte"

Manager di passaggio verso la saletta caffè:"Non si può fare qualcosa? Mica possiamo permetterci di avere una persona che sta qui a non far niente perchè il suo computer non parte"

IO:"Certo che possiamo fare qualcosa, possiamo chiamare corporate IT e lasciarmi in pace a finire di sistemare e installare il plugin per monitorare le prestazioni e i parametri operativi del cluster di produzione"

Manager:"Ma corporate IT è due piani più su"

(quando un manager ricorre ai non sequitur, è di solito il momento di ammettere la sconfitta, ma io mi pregio di essere cocciuto)

IO:"Abbiamo i turboascensori che fanno due piani al secondo, vedrai che ce la fanno a mandar giù qualcuno"

Manager:"Ma non puoi dare un'occhiata tu?"

IO:"Certo, tanto il monitoraggio delle prestazioni del cluster ha una bassa priorità, anche se lunedì prossimo saltano di nuovo tutte le valutazioni perchè un cretino ha sottoposto sei volte lo stesso set di dati e sovraccaricato tutti i nodi, cosa vuoi che sia?"

(quando un sysadmin fa ricorso al sarcasmo, è fottuto)

Manager:"Ah perfetto, allora ci pensi tu" (sbonk!)

Per farla breve: il computer è un Dell Precision 470 della serie con i condensatori difettosi, abbiamo già dovuto rimpiazzare quattro motherboard perchè i condensatori son saltati come tappi di champagne. Chiamo il supporto Dell dove oggi è in servizio la seconda tipologia di tech support operator, lo scozzese biascicante (l'altro tipo è l'irlandese ubriaco, ma è più raro). Mi faccio strada attraverso il pesantissimo accento di Glasgow finchè riesco a spiegargli il problema. Domani mattina arriva la nuova motherboard corredata di tizio che la installa.

U:"Ma il mio computer non parte"

IO:"Lo so, cosa ci posso fare?"

U:"Non mi puoi trovare un altro computer?"

Gli indico il tavolo dove ci sono tre bei Precision 470 per ospiti, contractors ed emergenze

IO:"Quelli cosa sono secondo te?"

U:"Computer?"

IO:"Bravo!"

Un quarto d'ora di lamentazioni e il passaggio del manager di prima di ritorno dalla saletta caffè evidenziano il nuovo problema: l'utonto vuole tutte le personalizzazioni che aveva prima, senza non riesce a lavorare. Il manager mi guarda, io mi scordo di avere il sistema di monitoraggio online per oggi (e anche di pranzare) e procedo a sostituire i dischi fissi scambiandoli fra il computer scassato e quello utilizzabile.

IO:"E così quando parte ti ritrovi lo stesso desktop di prima"

WindowsXP:"FizzFrrrrrBleurghBSODReboot!"

IO:"...o forse no"

Scambio le schede video (Dell ha la disdicevole abitudine di installare hardware molto diverso in macchine con lo stesso nome e anche comprate in periodi di tempo molto vicini. Questi due 470 hanno uno una dual-head ATI e l'altro una NVidia Quadro, cosa che non avevo notato immediatamente)

WindowsXP:"FizzFrrrrrrBleurghGSODHang!"

(non avevo mai visto un Green Screen Of Death)

Io (grattandomi la testa):"Ma per caso avevi disabilitato il RAID sulla tua macchina?"

U:"Raid?"

IO:"Vabbe'..."

U:"Ah si, a un certo punto avevo bisogno di piu spazio e allora ho seguito delle istruzioni che ho trovato in rete per trasformare il disco in due dischi"

IO:"..."

Disabilito il RAID, la macchina parte, l'utonto si siede felice e sorridente.

Passa mezz'ora.

U:"Mi è sparito un disco fisso"

IO:"Hai guardato nel cassetto della cucina? Ogni tanto uno dei miei ci finisce dentro, sospetto me li nasconda mia moglie"

U:"Guarda che dico sul serio"

IO:"Pure io, e dovresti vedere cosa fa ai miei calzini"

U:"Manca il disco con fra l'altro tutto il codice che ho scritto le ultime due settimane"

Campanello d'allarme

IO:"Vabbè, alla peggio ce l'hai in CVS"

U:"No, io non faccio quasi mai il check-in in CVS perchè non mi va di perder tempo"

(tempo medio per un check-in CVS: 25 secondi a fine giornata)

Lascio perdere tutte le obiezioni che mi vengono alla mente, perdo un secondo a compiangere il development manager, improvvisamente capisco perchè ogni nuova release ha problemi apocalittici con l'integration testing, e vado a dare un'occhiata al computer

IO:"Non vedo niente di strano"

U:"Manca il disco D:"

Penso che magari ho collegato male un connettore, spengo il computer, apro, ri-connetto tutto, riaccendo.

A darmi il benvenuto è la schermata che mi dice che i due dischi sono in RAID-1 e l'array è ottimale

IO:"Scusa, ma il RAID non era disabilitato?"

U:"Sì ma ho pensato che con tutta la roba importante che ho sul computer forse era il caso di abilitarlo, ho installato il driver, ho riavviato e l'ho abilitato"

IO:"..."

U:"Solo che quando è partito mi ha detto che era degradato e si è offerto di ricostruirlo"

IO:"..."

U:"Mi reinstalli l'altro disco per favore?"

IO:"..."

U:"Scusa, era un'operazione semplice, dovevi solo trasferire i miei dischi da un computer all'altro, perchè hai lasciato che capitassero tutti questi casini?"

Devo dire, la mia fortuna è che lo Head of IT è stato in passato sysadmin pure lui, perchè l'utonto è andato come un fulmine dal suo manager a dire che io gli avevo cancellato due settimane di lavoro, e il suo manager è andato dall'Head of IT quasi altrettanto rapidamente a chiedere la mia testa. Per fortuna il big boss non era del tutto impervio alle spiegazioni e adesso l'utonto sta lì a cercare di convincere il big boss medesimo ed una rappresentante delle risorse umane che si è trattato di un momentaneo episodio di follia che non si ripeterà.

24 giugno 2007

Svolta nelle indagini


Sul muro della cella una macchia di muffa a forma di "K": indagata la Lioce per l'assassinio di John Kennedy

(per chi si fosse distratto: vedi qui, e poi qui)

12 giugno 2007

Slippery slopes


C'è un meccanismo comune che porta molta gente a credere fermamente, in perfetta buona fede, in versioni, diciamo, alternative della realtà perchè ciò conferma delle loro opinioni. È una posizione riassunta perfettamente dalle parole di Sandra Harding, filosofa ed epistemologa femminista:

If a theory 'forced' one to assent to politically distasteful, depressing, and counterintuitive claims, then one could regard those consequences as in themselves good reasons to find the theory implausible.

(traduzione mia): Se una teoria 'costringe' a dare il proprio assenso ad affermazioni politicamente sgradevoli, deprimenti [?] o controintuitive, è perfettamente lecito considerare queste stesse conseguenze come delle buone ragioni per rigettare la teoria.

Per converso, è frequente il caso di osservazioni inesistenti citate a supporto di una teoria politicamente accettabile. Un esempio è la supposta diffusa omosessualità degli animali, il che dimostrerebbe che l'omosessualità è una cosa naturale. A parte che l'omosessualità fra gli animali è in realtà molto rara e si manifesta soprattutto in condizioni di grave stress, con l'eccezione di diversi primati (soprattutto i bonobo, che, insomma, praticamente scopano qualunque cosa si muova), rimane il fatto che la naturalezza o meno dell'omosessualità non dovrebbe avere alcuno spazio in una discussione razionale: lo stupro è "naturale", nel senso che viene praticato da un gran numero di mammiferi; questo dovrebbe per caso avere qualche conseguenza sulle nostre leggi? Vogliamo veramente limitare la nostra libertà di scelta sessuale in base a ciò che fanno o non fanno orsi e asini?

Un caso affascinante è quello della tortura. La tortura è, a mio immodesto parere, una delle attività moralmente più ripugnanti immaginabili - in particolare quando viene istituzionalizzata e sanzionata da un'autorità. È un articolo di fede, oggigiorno, che la tortura sia inutile e spesso controproducente, e che per questo non vada applicata. Come la maggior parte degli articoli di fede questo è, disgraziatamente, falso.

Lo so, lo so, è una bestemmia: eppure è vero, la tortura ha un campo, per quanto limitato, di applicazione efficace. Tutto sta in quelli che i servizi di informazione chiamano i checkables: gli elementi immediatamente verificabili.

Un esempio banale è quello del pedofilo che ha rapito un bambino, o del terrorista che ha messo una bomba in un palazzo. Detto volgarmente, se gli si connette una batteria d'automobile ai testicoli, lui alla fine ci dirà dove si trova il bambino/la bomba, e non mentirà, perchè noi possiamo andare sul posto, controllare, e se il bambino/la bomba non è lì, gli attacchiamo un'altra batteria, questa volta di camion. Laddove esistono dei checkables, la tortura, disgraziatamente, paga.

Questa argomentazione, opportunamente offuscata, resa generica e azzeccagarbugliata, è stata usata dalle alte sfere del DoD USA per giustificare l'uso diffuso della tortura nelle prigioni segrete sparse in mezzo mondo in cui vengono extraordinarily renditioned i sospettati di terrorismo. Il problema è stato spostato da un ambito morale (è lecito/non è lecito usare la tortura) ad un ambito pratico (è utile/è inutile), e l'amministrazione USA ha deciso che, visto l'esempio di cui sopra, la tortura è utile.

Il risultato di tutto questo è che la tortura viene usata regolarmente anche laddove i checkables non ci sono, e dove non ci sono checkables la tortura è dimostrabilmente inutile e spesso controproducente. Il torturatore fa delle domande, ma non ha modo di controllare la veridicità di quello che il torturato gli dice. E il torturato, spesso, dopo aver detto una verità che al torturatore non piace, magari perchè non si sposa troppo bene con certi preconcetti, scopre che la tortura non finisce, e comincia a cercare di indovinare quello che il torturatore vuole sentirsi dire.

Personalmente, sono certo che questo è quello che sta succedendo - ne sono certo perchè la quantità di castronerie che arrivano da fonti ufficiali è superiore a quella che potrebbe essere giustificata da questo o quel funzionario incompetente, tipo la storia dell'Iran che starebbe aiutando e finanziando Al Qaeda. Questa storia è assurda per migliaia di motivi, primo fra tutti il fatto che la VEVAK, il servizio segreto iraniano, ha fatto la guerra ad Al Qaeda per molto più tempo della CIA, ha ammazzato più uomini di Bin Laden che la tutti i servizi occidentali messi insieme ed ha combattuto una guerra segreta contro i Talebani e i servizi segreti pakistani che li appoggiavano, in Afghanistan e nelle tribal agencies pakistane (le regioni semi-autonome a maggioranza pashtun), da molto prima che la Guerra al Terrorismo (tm) venisse di moda, e sta tuttora combattendo una guerra su due fronti in Iraq attraverso il cosiddetto Esercito del Mahdi di Moqtada al-Sadr, contro gli americani e contro i sunniti e i jihadisti di Al Qaeda (ragion per cui Al Qaeda ha una taglia sulla testa di Moqtada al-Sadr, fra l'altro). Questa storia del fantomatico Asse del Male, che comprende Paesi e gruppi semplicemente troppo in contrasto fra di loro persino per accordarsi su che ora è, che metterebbe assieme l'Iran e Al Qaeda, la Siria e la Corea del Nord (che ha la sua personale versione di una religione fondamentalista nell'adorazione della Grande Guida, e non vedrebbe di buon occhio un Maometto qualsiasi che ne insidia la posizione di faro dell'umanità), può solo venire da un certo numero di "terroristi" veri o presunti, torturati finchè hanno detto qualcosa che piaceva ai loro interrogatori.

Il problema della tortura non è, e non deve essere, se serva o non serva a qualcosa. La questione della tortura deve ad ogni costo ritornare nell'ambito della sua acettabilità morale: perchè la tortura deve essere sempre, in ogni caso, indipendentemente dai risultati, inaccettabile - se posso capire quel poliziotto tedesco che ha preso a schiaffi il pedofilo arrestato finchè quello non ha confessato dove aveva lasciato un bambino legato a morire di fame e sete, sono pienamente d'accordo con il giudice che l'ha condannato, perchè la tortura è l'esempio perfetto di slippery slope, di discesa sdrucciolevole, sulla quale il primo passo diventa una discesa inarrestabile che finisce con Abu Ghraib o con le prigioni segrete in Polonia.

Il fine non giustifica i mezzi praticamente mai. Il più delle volte, semmai, sono i mezzi che giustificano il fine, e un mezzo come la tortura, indipendentemente dai risultati, può corrompere qualunque fine.

11 giugno 2007

Minacce


A giudicare da come si stanno sviluppando i commenti qui, direi che forse è il caso di definire meglio la mia posizione.

Non è un caso che io abbia chiamato il post "Child Abuse": perchè volevo mettere l'accento sul male che la religione, quando diventa fondamentalismo, fa al bambino, non a me. Io, diciamolo subito, non credo alla minaccia terroristica, almeno nei termini in cui viene presentata, ossia una forza che cerca di cambiare la nostra società per farla diventare una copia dell'Arabia Saudita, dell'Afghanistan dei Talebani o dell'Iran, e che rischia di riuscirci.

Oh, non discuto che ci sia gente che aspira a questo risultato, ma non è la stessa cosa. Anch'io ho aspirato per tutta l'adolescenza a scoparmi alla bombardiera Bo Derek, ma diciamocelo, non è che l'aspirazione mi abbia portato da nessuna parte. Il fatto, molto semplice, è che la cosiddetta minaccia terroristica non ha i mezzi e i numeri per fare niente di più che ammazzare qualche decina di pendolari ogni tanto. Come ho cercato di spiegare qui, sono una minaccia nel senso in cui lo sono i rapinatori: un pericolo fra tanti per la nostra incolumità personale, ma certo non una minaccia radicale per la società in cui viviamo.

No, il mio problema con quella signora e suo figlio non era il pericolo che il pargolo potrebbe, fra vent'anni, rappresentare per me. Il problema era la violenza che la madre stava esercitando sul figlio, indottrinandolo e trasformandolo in un disadattato che camperà di sussidio per tutta la vita e coltiverà per tutta la vita l'odio e il risentimento per l'ingiustizia di una società che non offre ad un analfabeta che sa a memoria il Corano l'opportunità di diventare miliardario.

Quella donna non stava violando i miei diritti, stava violando i diritti del figlio. Violenza su minore, appunto.

Nuovi arrivi


Dopo anni di strenua resistenza, Mrs. Inminoranza s'è arresa ed ha iniziato un blog. Prevedo che la cosa seguirà la stessa evoluzione dei telefonini: "Io? Mai, non mi vedrai mai con uno di quei cosi, mi mettono i brividi" - "Mah, a volte se rimango in mezzo alla strada di notte mi può essere utile..." - "Secondo me dovrei prendermene un terzo col contratto Orange per telefonare il pomeriggio, conviene, poi mi tengo quello italiano e quello di Vodafone e magari mi dai quello tuo dell'anno scorso, così se se ne rompe uno lo posso rimpiazzare subito".

Il blog si chiama L'Orologiaio Miope ed è, per il momento, di sinistra, perchè parla di zoologia ed occasionalmente di evoluzione della specie. Il mio lettore di destra non si preoccupi: in UK, che è sempre in anticipo di qualche anno con le mode, l'evoluzione, come la scienza in generale e come già la razionalità illuminista e soprattutto l'ateismo, sta lentamente diventando di destra ed invisa ai veri progressisti. Si tratta solo di avere un po' di pazienza.

Gustavo Belva


La politica è, fra le altre cose, l'arte del mettere d'accordo la gente. In base a questa premessa, non si può non definire Gustavo Selva un grande della politica: riesce a mettere d'accordo me, Maedhros, Giovanni Russo Spena e Il Giornale, almeno sul fatto che è un emerito stronzo.

Mica facile.

Hat tip: Maedhros

(posso dirlo? Qui, la sua carriera politica sarebbe finita. David Blunkett s'è dovuto dimettere da ministro perchè una volta ha fatto accompagnare a casa la ragazza dall'auto blu)

09 giugno 2007

Riflessi pavloviani - nota a margine


In questi giorni c'è maretta all'interno del Partito Conservatore. Secondo i sondaggi hanno superato nelle preferenze i laburisti, e se si votasse domani David Cameron, e non Gordon Brown, sarebbe il nuovo primo ministro. Ciononostante, sono state un paio di settimane di polemiche, liti a porte chiuse e dichiarazioni contrastanti ai giornali, culminate con l'espulsione dal direttivo Tory di Graham Brady, ministro-ombra per l'Europa, colpevole di aver rilasciato alla stampa dichiarazioni in contrasto con la nuova linea di partito delineata da Cameron.

L'oggetto del contendere è la scuola. Per la precisione, sono le grammar school statali, di cui ho parlato poche settimane fa. David Cameron ha annunciato infatti che il Conservative Party non finanzierà l'apertura di nuove grammar school, e concorda con i laburisti sulla necessità di una loro estinzione a breve o medio termine.

Ora, ho parlato nell'altro post di cosa fossero le grammar school e di come avessero contribuito a creare un sistema di istruzione fra i migliori del mondo. Ancor oggi, le poche grammar school statali superstiti formano studenti che ottengono sistematicamente risultati migliori di quelli degli old boys di Eton, di Harrow o della City of London School. La chiusura delle grammar school significa che per un ragazzo capace la cui famiglia non si può permettere di spendere decine di migliaia di sterline in rette scolastiche l'unica possibile scelta sarà una comprehensive, in cui per regolamento le classi sono tenute ad andare al passo del più lento - dove il più lento è spesso funzionalmente analfabeta; mentre le famiglie privilegiate avranno ancora l'opzione delle public schools prestigiose e costosissime. Vale appena la pena di notare che David Cameron, come l'80% del direttivo Tory, è un Old Etonian.

Chiariamo subito che non sono sorpreso: David Cameron è un degno rampollo di una famiglia estremamente privilegiata, e non a caso ad Oxford faceva parte del Bullingdon Club, una associazione di studenti ricchissimi i cui membri giocavano a mettersi nei guai con atti vandalici ed episodi di violenza al solo scopo di mostrare da quali guai i soldi dei genitori potessero tirarli fuori. Che un prodotto di una simile educazione prenda provvedimenti per mantenere per quanto possibile la separazione fra privilegiati e plebei mi sembra solo ovvio. No, la cosa che mi agghiaccia è l'entusiasmo del Guardian e dell'Independent per questa svolta progressista dei Tory.

07 giugno 2007

Child abuse


Stamattina m'è toccato arrivare fino ad East India Quay per scoprire perchè diavolo il secondo dei nostri tre cluster aveva improvvisamente smesso di comunicare col resto del mondo (incidentalmente, ho scoperto quanto costa l'emergency replacement di un backplane SCSI su un IBM 346 usato come cluster master: ho visto auto sportive più economiche).

Sul trenino della DLR che arriva ad East India ho incontrato una signora che, ne sono certo, mutatis mutandis non sarebbe dispiaciuta a Mons. Bagnasco e al mio amico/nemico Maedhros - una signora che mi ha convinto che tutto sommato Christopher Hitchens e Richard Dawkins hanno ragione da vendere, e che contro la religione non è sufficiente la laicità ma servono forme di ateismo militante.

La signora - la ragazza, veramente, avrà avuto 10-15 anni meno di me - era di origini chiaramente mediorientali, graziosa, minuta e sorridente, accompagnata da un bimbo dell'apparente età di mio nipote, tre-quattro anni. Il bimbo, anche lui sorridente, era intabarrato in una keffyeh identica a quella di mamma ed in una delle onnipresenti felpe col cappuccio che costituiscono l'uniforme dei ragazzi londinesi da due a vent'anni. La felpa aveva un arabesco che non sono riuscito a identificare sul davanti ed un'immagine ed una scritta sulla schiena, che ho visto quando mi sono alzato per cedere loro il posto. L'immagine era quella di un Kalashnikov (AK-74, non -47 - il rompifiamma era cilindrico) e la scritta diceva "Soldier of Allah" sottolineato da una spada verde di disegno simile a quella presente nella bandiera saudita.

Abuso di minore. Non c'è altro modo per definirlo.

Incidentalmente, se c'è un Dio ha un senso dell'umorismo perverso. Pare che i matti li faccia incontrare tutti a me in metropolitana.

06 giugno 2007

The Tube nutter


Una delle caratteristiche più curiose della vita a Londra è l'esistenza del Tube nutter - il matto della metropolitana. Chiunque viva a Londra ne ha incontrato almeno uno, spesso molti di più soprattutto se viaggia a tarda sera. Il Tube nutter assume svariate forme: una volta un anziano signore irlandese mi ha spegato, da King's Cross a Borough (abitavo ancora nelle lande desolate a sud del fiume), quanto amasse l'opera lirica italiana, producendosi anche in diverse arie fra le sue favorite - in particolare un pregevole fior da fiore del Nabucco. Una volta una ragazza dal pesante accento caraibico, saputo che ero già sposato, mi ha chiesto se conoscevo un italiano da farle sposare perchè gli italiani have the biggest dicks in the world. In generale il Tube nutter è inoffensivo, se togliamo la nuvoletta talmente ricca d'alcool da risultare infiammabile che viene fuori ogni volta che rutta, o la tendenza a levarsi le scarpe per esporre piedi lavati l'ultima volta durante l'inondazione del 1953.

Ieri sera, tornando a casa dal lavoro, m'è capitato un Tube nutter dell'altro tipo, quello minaccioso - o almeno, quello che vorrebbe essere minaccioso.

Sono sicuro che se fosse qui (e parlasse italiano) risponderebbe subito che la colpa è mia, che me la sono cercata e che tutto quello che ha fatto è stato rispondere ad una grave provocazione; il che è, se vogliamo, vero. La provocazione era il fatto che stavo leggendo un libro.

Non un libro qualsiasi: questo libro qui. Un bel libro, fra l'altro, non estremo come mi ero aspettato e certo non beceramente razzista e retrogrado come il Londonistan di Melanie Phillips di cui ho parlato qui.

In pratica quel che è successo è che mentre leggevo (in piedi: provate voi a trovar posto a sedere a Bank alle 6 di sera; per qualche motivo tutte le donne incinte nella stazione si danno appuntamento nel vagone dove salgo io) un tipo si è avvicinato e ha cercato di strapparmi di mano il libro. La scena veramente andava sul comico: il tipo era piccoletto, barbuto, vestito di una shalwar kameez bianca e giubbotto marrone senza maniche, ed era così incazzato che quando non è riuscito per la terza volta a strapparmi di mano il libro ed ha cominciato ad inveire in, credo, urdu, si sollevava ritmicamente sulle punte dei piedi e sembrava quasi saltellare.

Se fossi stato da solo, e il vagone fosse stato meno affollato, probabilmente sarei semplicemente scoppiato a ridere: il tizio mi arrivava, giuro, poco più su dell'ombelico, era magro all'incirca quanto me e c'era qualcosa di irreparabilmente comico nel suo tentativo di intimidirmi fisicamente. Il problema era che c'era un sacco di gente intorno ed un paio di persone stavano cominciando ad apparire preoccupate. Cercare di parlargli era inutile, non si fermava neanche per riprendere fiato, e semplicemente non mi ascoltava, così quando la gente ha cominciato a farsi indietro ho cercato di allontanarmi.

Lui mi ha preso per un braccio.

Io ho questo grave difetto, ho un cervello rettile ipersviluppato, che tende a reagire in maniera aggressiva a qualunque cosa lui interpreti come una potenziale minaccia fisica. Mi sono girato di scatto e gli ho urlato in faccia "Touch me again and I'll rip yer fuckin' hand off", scoprendo così che a) capiva l'inglese e b) anche i Tube nutters hanno un istinto di conservazione. Non ha smesso di urlare e inveire, capiamoci, ma è stato attentissimo a lasciare sempre mezzo metro di spazio fra me e lui.

Era una comica, sembrava una di quelle scenette da YouTube con un levriere (ok, un levriere molto meno elegante della media) importunato da un Jack Russel Terrier, io mi allontanavo e lui mi veniva dietro, io mi giravo e lui si faceva spazio a gomitate fra le altre persone per cercare di girarmi intorno e ritrovarmisi di faccia. Alla fine sono sceso a Camden Town, qualche fermata prima di casa, e ho cercato i due poliziotti che stanno in pratica in pianta stabile nella stazione, sempre col Jack Russell che mi saltellava dietro. È stato esilarante parlare con i due poliziotti e spiegargli la situazione avendo questo tipo che continuava imperterrito a urlare, inveire e saltellarmi intorno, e anche i due bobbies erano più divertiti che altro. Alla fine mi hanno chiesto nome e cognome, e se intendessi sporgere qualche tipo di denuncia, e al mio diniego si sono offerti di trattenerlo per una mezz'ora intanto che io prendevo un altro treno e me ne andavo.

Forse non avrei dovuto abbandonarlo a Camden. Mi chiedo cosa avrebbe risposto Mrs. Inminoranza se gliel'avesso mostrato con la classica frase "Mi ha seguito fino a casa, posso tenerlo?"

05 giugno 2007

Madrasse di stato


Da quando ho lasciato l'Italia, ogni volta che apro il sito di Repubblica mi sembra il primo aprile. Stavolta è la proposta di far studiare il Corano, pardon, la Bibbia, nelle scuole - proposta sottoscritta fra gli altri da Umberto Eco (è carnevale?), Margherita Hack (è il primo aprile?), Massimo Cacciari (sono tutti ubriachi?), Gad Lerner (hanno versato l'LSD nelle condotte dell'acqua?).

Io una cosa sola vorrei capire: c'è gente tipo Valerio Pieroni che si scandalizza perchè secondo lui l'esistenza dell'omosessualità non dovrebbe essere resa nota ai bambini - al punto che uno degli argomenti, secondo lui, contro l'adozione per le coppie omosessuali sarebbe proprio che poi gli altri bambini sentono parlare di omosessualità e si confondono (questo signore sta in Kilombo: non mi stupisce che poi accettino anche gente che solidarizza con i nazisti o che scrive dei Protocolli dei Savi di Sion) - insomma, già chiamarlo teodem è un'esagerazione, io direi che piega più verso il teo-bizzoco. Ora, cosa penserà questo signor Pieroni, assieme a tutti i suoi amici teo-bizzochi, della proposta di introdurre nelle scuole di ogni ordine e grado un libro che parla anche in dettaglio di incesti, stupri, poligamia, sterminio etnico, terrorismo suicida ("muoia Sansone e tutti i filistei!"), corna, sodomia e orge?

Poi la gente non mi crede quando dico che l'Italia è la risposta dell'Occidente all'Iran.

01 giugno 2007

Oi Dialogoi (2)


Mrs. Inminoranza (in veste di supplente): "È una semplice dissertazione. In Citizenship avete parlato del problema della sovrappopolazione, scrivi quello che ne pensi, se pensi che la Gran Bretagna sia sovrappopolata, quali siano le ragioni, e quali siano le possibili conseguenze"
Alunno: "Sì ne abbiamo parlato, ma secondo me il problema della sovrappopolazione sono gli immigrati"
MrsI: "Gli immigrati?"
A: "Arrivano in massa, perchè qui hanno vita facile, non fanno niente e gli inglesi devono lavorare e pagare le tasse per mantenerli. Io lo so cosa si dovrebbe fare"
MrsI (rabbuiandosi): "E cosa si dovrebbe fare?"
A: "Deportarli tutti, e le loro famiglie, e i loro figli, e anche i figli degli immigrati perchè sono tutti scroungers (scrocconi)"
MrsI: "Ah sì?"
A: "Certo. E poi mettere la Marina a controllare che non rientrino e chiudere il Tunnel e mandare l'esercito agli aeroporti, se no quelli sneak in (si intrufolano) subito di nuovo perchè a casa loro non vogliono starci, si trovano molto meglio qui"
MrsI: "Va beh - se è davvero così che la pensi, scrivilo pure, ma non so come lo potrai giustificare. Metti il nome qui... uh... com'è che ti chiami?"
A: "Mohammed"

A onore di Mrs. Inminoranza, che è veramente gandhiana, bisogna dire che il pargolo (circa quattordicenne) è ancora vivo.

P.S. Lo so: ci sarebbe da fare un post serio a proposito dell'indottrinamento così capillare operato dalla stampa tabloid e da talk-show da quattro soldi, ma quando me l'ha raccontata ho trovato la scena troppo esilarante. Mi sembra faccia perfettamente il paio con le femministe che trovano il niqab liberatorio: prenderli sul serio, questi casi, va bene, ma se non gli ridi dietro ogni tanto non li si sopporta.