15 maggio 2007

Riflessi pavloviani


Come si fa a fregare un progressista? Non è difficile, tutto sommato, basta rivestire la fregatura di parole d'ordine che fanno scattare i riflessi pavloviani desiderati.

Un esempio poco noto di questo è la distruzione del sistema di istruzione pubblica inglese, operata dai governi laburisti degli anni '70 e proseguita dalla signora Thatcher, da John Major e con grande alacrità da Tony Blair, fra gli applausi entusiasti di ogni sincero progressista inglese e i sogghigni soddisfatti della upper class.

Non ero al corrente del problema, sinceramente, perché a sentire i telegiornali, soprattutto della BBC, e a leggere il Guardian, si direbbe che tutto vada per il meglio nel migliore dei mondi possibili; poi però Mrs Inminoranza, per occupare il tempo fra una spedizione nella foresta pluviale e un censimento di scoiattoli, ha cominciato prima a dare lezioni private alle rampolle della buona società londinese e poi a insegnare scienze a bambini dislessici e membri di gang, in una di quelle scuole che se fossimo negli USA avrebbero il metal detector all'ingresso e la SWAT parcheggiata fuori tutto il tempo; e proprio grazie alle affascinanti esperienze di Mrs Inminoranza ho imparato che il sistema di istruzione inglese, ormai, è ridotto considerevolmente peggio di quello della Sierra Leone, e senza neanche la scusa della guerra civile.

Il sistema scolastico inglese era un tempo, assieme al sistema sanitario, uno dei fiori all'occhiello del Paese. Si reggeva fondamentalmente su un sistema di scuole pubbliche di tre tipi, più due diverse tipologie di scuole private. Le scuole pubbliche si dividevano in Secondary Modern, Comprehensive e Grammar. Le secondary modern erano più o meno istituti professionali, per chi non intendeva frequentare l'università; le comprehensive e le grammar erano entrambe comparabili con i nostri istituti tecnici e licei, con la comprehensive che offriva una più vasta gamma di materie tecniche opzionali e la grammar la scelta di latino e filosofia, ed entrambe offrivano la possibilità di accedere alla sixth form (i due anni di scuola post-diploma propedeutici all'accesso all'università) ed erano distinte dal fatto che le grammar erano selective: per accedervi bisognava superare un esame di ammissione. Attenzione - non erano a numero chiuso: chiunque superasse l'esame poteva frequentarle. A queste si aggiungevano le independent e le public schools, due tipi sottilmente diversi, oggi indistinguibili se non per il nome e certe tradizioni, di grammar school private - per inciso, il fatto che le uniche scuole chiamate "pubbliche" in UK siano le più costose fra le scuole private non cessa di divertire o irritare i nuovi arrivati, ma risale a quando l'istruzione statale non esisteva, e la distinzione era fra le scuole delle varie gilde, chiuse ai figli dei non membri, e le public schools, aperte a tutti e spesso con un certo numero di posti riservati ad alunni poveri i cui studi venivano pagati da associazioni caritatevoli.

Il risultato era invidiato in mezzo mondo: le selective schools pubbliche formavano studenti in grado di reggere il confronto con quelli dell'Est europeo, le comprehensive offrivano una possibilità di studiare e frequentare l'università anche a chi non aveva superato la selezione iniziale, e il livello medio degli studenti inglesi era incredibile.

Questo sistema è stato completamente demolito nel corso degli ultimi 20 anni, al punto che oggi un diplomato inglese ha serie difficoltà a trovare Londra su una cartina geografica dell'Inghilterra, e la cosa interessante è che è stato demolito in maniera bipartisan.

Da sinistra era solo naturale lanciare l'assalto contro le selective schools: la selezione puzza di discriminazione, di meritocrazia, di diseguaglianza, e pertanto è Male. Ci sono ancora un po' di grammar schools pubbliche in UK, ma stanno scomparendo molto rapidamente - i laburisti avevano promesso di chiuderle tutte prima delle prossime elezioni politiche, ed è una delle poche promesse che stanno lavorando alacremente per mantenere; d'altra parte le secondary moderns sono praticamente del tutto scomparse, cosicché oggi esiste un solo tipo di scuola pubblica, la comprehensive.

In aggiunta all'eliminazione delle grammar, una vecchia concezione libertarian dell'istruzione è riemersa: l'idea che la scuola deve limitarsi ad offrire gli strumenti e le informazioni, e non costringere nessuno ad imparare alcunché. Lo studente ha il diritto di sedere in classe e di ricevere spiegazioni dai docenti; i docenti, d'altra parte, hanno il solo dovere di impartire spiegazioni comprensibili e chiare, e non devono imporre un'educazione allo studente, minacciarlo con brutti voti, valutare e nel caso "bocciare" la sua preparazione, punirlo o premiarlo: se lo studente arriva a 18 anni analfabeta son fatti suoi, le opportunità le ha avute, se non le sfrutta può sempre fare il bracciante agricolo. È bastato rivestire questa semplice idea di una terminologia un po' più progressista per ottenere una scuola in cui non esistono interrogazioni, e in cui i compiti in classe ricevono sì una valutazione, ma sempre positiva: non esistono voti negativi, in pratica le votazioni possibili vanno da A ad E, che sarebbe come dire da 10 a 6 (più "F" nel caso il compito venisse consegnato completamente in bianco: ma anche se F sta per "failed", non è ancora condizione sufficiente per una bocciatura, concetto che semplicemente non esiste nella scuola inglese). È il 6 o il 18 politico di sessantottina memoria: tutti promossi.

Anche così, gli studenti lamentavano l'eccessiva noiosità di lezioni come quelle di fisica, matematica o chimica, e per contrastare il nozionismo imposto in passato da una concezione borghese della conoscenza, le varie scienze sono state accorpate in "general science", che impartisce una vaga infarinatura di matematica, fisica, chimica e biologia, per fare spazio a materie opzionali come ikebana, tradizioni culturali della minoranza Sufi nelle East Midlands, gestione dei campi da golf o filosofia del vegetarianesimo (nel caso uno dei miei tre lettori se lo stesse chiedendo, nessuno di questi esempi è inventato).

Ancora troppo difficile? Psicologi ed educatori progressisti lamentavano, in effetti, il trauma degli studenti che vedevano i propri elaborati valutati negativamente rispetto a quelli di altri compagni di classe: ricevere una D quando il compagno di banco riceveva una A poteva portare a conseguenze gravi sullo sviluppo psicologico dello studente; la soluzione è stata trovata suddividendo ogni corso in "advanced" e "foundation". Se uno studente riceve regolarmente voti bassi nel corso normale ("advanced"), viene trasferito d'autorità nel corso "foundation" - un corso il cui programma è studiato in modo che sia virtualmente impossibile prendere una votazione scarsa: un corso foundation di letteratura inglese richiede che all'esame finale (GCSE, l'equivalente del nostro esame di stato) lo studente sia, per esempio, in grado di scrivere il nome di battesimo di Shakespeare, o di menzionare tre poeti inglesi, o di rispondere ad un quiz a risposta multipla sulla differenza fra poesia e prosa. Lo studente è felice perché prende voti altissimi, la famiglia è felice perché il bimbo prende voti altissimi, e la scuola è felice perché tutti gli studenti prendono voti altissimi e quindi l'anno prossimo non si vede arrivare un ispettore. E McDonald's è felice perché gli arriva un'altra infornata di friggi-hamburger e lava-insalata a salario minimo sindacale, ma dai voti altissimi.

La cosa divertente di tutto questo è che l'opinione pubblica progressista s'è fatta portare per mano a questo punto da gente che aveva interessi che non erano esattamente quelli di eguaglianza e giustizia sociale, anzi, tutt'altro.

Diamo un'occhiata a come stanno le cose oggi in UK. Abbiamo una stragrande maggioranza di studenti che escono dalle scuole superiori funzionalmente analfabeti, incapaci (e non interessati) a frequentare l'università, e destinati a luminose carriere come cassieri di Tesco, telefonisti di call-centre a Glasgow, friggi-patatine da Burger King, addetti alla reception al piano terra dei grattacieli dei Docklands e della City; abbiamo una minoranza di piccoli geni che sono riusciti ad entrare nelle poche grammar superstiti, o che sono riusciti, nonostante gli sforzi di insegnanti e pedagoghi, ad imparare qualcosa dalla comprehensive locale, abbastanza da superare gli esami per la sixth form e poi entrare all'università; abbiamo infine i rampolli della classe dominante, i cui genitori possono permettersi le 18.000 sterline l'anno della retta di Eton, o almeno le 12.000 della City of London School - scuole private ai cui insegnanti frega ben poco dei benefici della non-competitività o del nozionismo implicito nel calcolare un integrale definito. Abbiamo, in altre parole, le basi per una società stratificata e immobile, in cui la stragrande maggioranza non ha le qualifiche per competere e rimane imprigionata in un proletariato precarizzato da cui non c'è uscita - né per loro, né per i loro figli, mentre la classe dominante perpetua la propria posizione di predominio.

Dice, ma come fa una società a sopravvivere in questa maniera? Come fa a non esserci niente fra il gruppetto dei supermanager, delle stelle della finanza della City, degli scienziati di Oxford e Cambridge, e l'oceano dei proletari senza qualifiche e senza futuro? Niente ingegneri, niente tecnici elettronici, pochi medici, niente infermieri... chi fa andare avanti le centrali nucleari? Gli ospedali? Internet? La rete cellulare? Nella risposta a questa domanda sta la ragione per cui le frange conservatrici hanno collaborato entusiasticamente con i progressisti alla distruzione del sistema educativo pubblico. Gli ingegneri, gli informatici, gli infermieri, gli esperti di telecomunicazioni, finanza, elettronica, costano: costano di più se sono inglesi, costano di meno se vengono importati all'uopo dalla Polonia, dall'India, dalla Cina - sono immigrati disposti per forza di cose a lavorare per ben meno di quel che chiederebbe un inglese.

Come dicevo, non ci vuole niente a fregare un progressista. Mi chiedo solo, con una certa preoccupazione, quanto ci vorrà prima che altri (che già stanno cominciando a lavorarci) usino con profitto lo stesso trucco di rivestire un progetto conservatore e/o oscurantista di parole d'ordine progressiste. In Europa più d'un giornale progressista ha reagito alle parole d'ordine standard al tempo di Theodore Kaczinsky - era un ambientalista, protestava contro la tecnologia, aveva tenuto in scacco l'FBI: era un eroe. Grazie alla legge sull'incitamento all'odio religioso, voluta soprattutto da una certa sinistra "progressista" per soffocare le critiche ai predicatori islamisti, gli attivisti gay che accusano i gruppi cristiani di fomentare la violenza omofoba adesso finiscono davanti ad un giudice. Per ora, insegnare l'evoluzione a scuola è progressista: quanto ci vorrà, dopo le prime cause per violazione dei diritti umani da parte di membri di Hizb-ut-Tahrir, perché a sinistra si decida che l'evoluzione è di destra? Quanto ci vorrà prima che a qualcuno - un nome a caso: Louis Farrakhan - venga in mente un bel rebranding della segregazione razziale, in nome, naturalmente, del multiculturalismo e del rispetto delle differenze? Quando le femministe cominciano a dire che il niqab imposto ad una bambina di 12 anni è liberatorio - perché condannarlo vorrebbe dire predicare l'assimilazione, che è razzista - quanto siamo lontani dall'approvazione per la lapidazione delle fornicatrici violentate?

P.S. La descrizione del sistema di istruzione è abbastanza semplificata, sia chiaro, e per esempio non si fa menzione dell'analogo processo che l'università, almeno per il primo livello di laurea (il bachelor) sta subendo. Posso assicurare i miei tre lettori che il quadro rimane identicamente deprimente ad una disamina più dettagliata.

11 commenti:

Anonimo ha detto...

Tremendo, non lo averi mai detto.
Ancora piú spaventoso nella seconda parte dove ad esempio si dice:
"Quando le femministe cominciano a dire che il niqab imposto ad una bambina di 12 anni è liberatorio ".

Giá lo ho sentito dire, da piú parti!

Sará che l'occidente è veramente in crisi irreversibile?

Ciao
Augusto

Palmiro Pangloss ha detto...

Proprio la scorsa domenica leggevo sull'Economist che uno dei successi dei 10 anni di TB (non quello, l'altro) e' l'inizio della riscossa del sistema scolastico dopo i disastri del passato. Non voglio dire che tu o la dolce Ms.Inminoranza mentiate, ma non e' che prima - diciamo 10 anni fa - la situazione fosse addirittura peggiore? Oppure anche l'Economist propugna usa societa' basata su caste e/o e' abbagliato dal pc?

Eugenio Mastroviti ha detto...

@Palmiro: ho precisato subito che la mia descrizione era molto semplificata, che ovviamente il sistema ha luci ed ombre, che nelle scuole italiane, per dire, difficilmente ogni insegnante riceve un laptop dual core dalla scuola, e nelle aule non ci sono lavagne intelligenti controllate da computer.

Bisogna però fare una distinzione, apparentemente cavillosa, fra school system ed education system. Mentre il sistema educativo era (ed è) in declino costante, il sistema scolastico, inteso come summa di finanziamenti alle scuole, trattamento economico dei docenti, numero di assunzioni, miglioramento delle qualifiche professionali, incentivi di diversi tipi (mutui a tasso agevolato, edilizia sovvenzionata eccetera) al personale scolastico, tutto questo è in netto miglioramento.

Ciò non toglie, purtroppo, che gli studenti inglesi siano passati dal secondo posto in Europa nel 2000 al decimo o dodicesimo posto l'anno scorso sia per conoscenze scientifiche che per soddisfazione per l'offerta didattica. In particolare, quest'anno gli studenti inglesi si sono classificati all'ultimo posto in Europa in una classifica che misurava la fiducia nel futuro, l'attenzione della scuola nei loro confronti (nella percezione degli studenti) e in generale la qualità della vita studentesca.

Palmiro Pangloss ha detto...

Eugenio: Non lo metto in dubbio, ed e' importante la distinzione che fai tra education system e school system. Pero', pero' quando studiavo scienza della politica - lo so che e' un ossimoro, ma tante' - mi si diceva che per metabolizzare una riforma un sistema burocratico (non uso "burocratico" in senso dispregiativo come usa, la burocrazia e' una delle grandi invenzioni dell'uomo) ci mette piu' o meno un paio di cicli elettorali. 10 anni. Il che significa che un'ottima riforma se attuata poco dopo una pessima puo' essere seguita da un periodo di peggioramento del servizio erogato dalla burocrazia in questione, per poi migliorare. tutto cio' per dire che, forse, e' presto per giudicare l'operato di TB in questo settore. Ah, e che Maggie, dati gli splendidi risultati del 2000, ha fatto altro che bene ;D

Anonimo ha detto...

Dopo le stronzate del post precedente, è bello tornare ad essere d'accordo su qualcosa, senza condividere niente.

Anonimo ha detto...

Qualche anno fa Putin vieto' o ridusse sensibilmente la possibilita' dei laureati russi in alcune materie di emigrare. La sua opinione fu qualcosa come "non intendo spendere i soldi dei russi per formare i cervelli americani. E' ovvio che se gli USA risparmiano soldi nella scuola potranno investirli nelle forze armate, ma questo funziona solo finche' gli altri paesi accettano di spendere soldi al posto loro per la scuola".

Fu accusato di essere il solito dittatore e blablabla, ma la realta' e' questa: alcune nazioni si occupano di accumulare risorse e di demolire il welfare, tanto avendo le risorse attireranno schiavi che non richiedono welfare. Questo , ovviamente, funziona finche' gli altri non si stufano e non smettono di fornire risorse umane.

Il problema e', molto semplicemente, "cosa succederebbe se un gruppo di nazioni decidesse un embargo dei cervelli".

Uriel

Palmiro Pangloss ha detto...

Uriel dice "cosa succederebbe se un gruppo di nazioni decidesse un embargo dei cervelli"? La risposta e' semplice: nascerebbe un mercato nero dei cervelli.

Anonimo ha detto...

"nascerebbe un mercato nero dei cervelli"

Uhm... divertente. Poiche' i prezzi da mercato nero sono notoriamente esosi, potrebbe essere una buona forma di lotta sindacale.

Uriel

Palmiro Pangloss ha detto...

Divertenete? Guarda che non scherzavo. In presenza di domanda, proibendo gli scambi di una merce/servizio crei un mercato nero. Non pretendo sia un assioma, ma almeno fino ad oggi e' sempre andata cosi'.

Anonimo ha detto...

Perfetto. Poiche' fino ad oggi e' andata che sul mercato nero le merci costano prezzi incredibili, vorra' dire che qualche lavoratore arricchira' enormemente.

Uriel

Anonimo ha detto...

Ignoravo totalmente chi fosse Theodore Kaczynski, e ho dovuto googlare il nome. Non sapevo che qualcuno avesse elogiato Unabomber. Va be', al peggio non c'è mai limite.
Io ho finito da pochi anni il liceo e sono al quarto anno di università.
Posso dire che anche la scuola italiana è al centro di riforme su riforme. La cosa che mi ha sempre fatto incazzare di più è che si prendesse sempre come esempio il "modello anglosassone".
Be', il modello anglosassone fa schifo!
Io alle superiori ho fatto un anno di liceo in una High School americana. Vi giuro che non c'è paragone con il nostro liceo.
Avevo tutti ottimi voti ma mi annoiavo terribilmente in classe. Non c'era paragone con il mio liceo classico in Italia.
Il livello, all'ultimo anno delle superiori, era quello di una scuola media italiana.
Certo, poi chi potrà andrà al college e studierà le cose che non ha studiato all'high school. E che uno studente italiano ha già studiato al liceo. In sostanza il bachelor è equivalente alla maturità italiana.
Tanto per fare un esempio, per iscriversi ad università italiana chiedono maturità italiana, maturità francese, maturità tedesca, ma almeno due anni di college se si è inglesi o americani.
Quindi credo assolutamente a tutte le cose che ha detto Eugenio.
Fino a pochissimi anni fa era risaputo che i migliori sistemi di istruzione secondaria in Europa erano quello italiano e quello tedesco, ora pure quest'ultimo in ristrutturazione. Ma perchè bisogna sempre copiare le cose peggiori dal sistema anglosassone?