13 marzo 2011
16 settembre 2009
L'idiozia è bipartisan
Secondo un recente sondaggio, fra gli abitanti del New Jersey che si definiscono "conservatori", un terzo è convinto che Barack Obama sia o possa essere l'Anticristo. In compenso, un terzo dei sostenitori del Partito Democratico sono convinti che l'11 Settembre sia il risultato di un complotto dell'amministrazione Bush.
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07 settembre 2009
Il pesce puzza dalla testa, parte II
Senatore Gianni Nieddu, DS
Onorevole Piero Ruzzante, DS (l'originale era sul sito personale dell'onorevole, che non esiste più)
Senatore Amedeo Ciccanti, UDC
Ce n'è per tutti i gusti.
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25 maggio 2009
Clubbing baby seals
"Clubbing baby seals", ammazzare (a bastonate) cuccioli di foca, è un orribile modo di dire americano che indica attività crudeli fra le più disparate, tutte caratterizzate dal fare qualcosa di sadico a chi non è in grado di difendersi: attività come sbugiardare un fuffologo celtico mistico e magico, contraddire un complottista, far sbroccare il troll fascista di Soho in un'esplosione di rabbia incoerente, mettersi a leggere davanti a un leghista, o mettere in ridicolo i creazionisti.
A questo proposito, segnalo a tutti e tre i miei lettori che capiscono l'inglese una magnifica playlist di Youtube intitolata Why do people laugh at creationists. Sono 29 episodi fino ad ora e sinceramente vale la pena di guardarseli tutti.
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30 aprile 2009
Adesso sono preoccupato
Simon Jenkins è un signore che campassi cent'anni non capirò come ha fatto a diventare uno degli editorialisti di punta del Guardian. Un buon cinque anni fa ha scritto un articolo assolutamente bruciante che denunciava la falsa "lotta al terrorismo" e la strumentale diffusione della paura, da parte dei governi europei, per un attentato terroristico che non poteva accadere in Europa perchè noi europei siamo multiculturali, colti, intelligenti e simpatici, mica come gli americani che tutto sommato se lo sono meritato. Quest'articolo, poichè l'universo non manca di un macabro senso dell'umorismo, era la storia di copertina del numero dello Spectator che uscì nelle edicole il giorno dell'attentato di Madrid.
Ricordo anche, tempo dopo, la sua partecipazione ad un dibattito televisivo (Newsnight, mi pare) in cui giustificava il proprio articolo dicendo che lui in effetti si riferiva in massima parte all'UK, e che sebbene avesse forse sbagliato a generalizzare il discorso al resto dell'Europa, di certo nulla poteva accadere in un Paese come l'UK ed era assolutamente ovvio che i ripetuti allarmi servivano solo ad alimentare l'islamofobia che era parte del programma segreto del governo laburista o qualcosa del genere. Era la tarda primavera del 2005. Meno di un paio di mesi dopo, arrivarono gli attentati del 7 luglio.
Ricordo un altro paio di interessanti editoriali del buon Jenkins, archiviati sotto la voce "la scienza non è cultura" - uno in cui proponeva di abolire l'insegnamento della matematica nelle scuole ed un altro in cui difendeva la scomparsa delle scienze dalle scuole secondarie come materie obbligatorie, rimpiazzate (sperimentalmente solo in circa un terzo delle scuole, per ora) da una materia chiamata qualcosa come "cultura scientifica" che parla dei mali dei cibi geneticamente modificati, del riscaldamento globale, dell'importanza di una dieta bilanciata e roba così.
Sulla matematica, dice Jenkins, è autoevidente che non serve a nulla: le professioni diffuse oggi (scriveva circa un anno fa) non fanno uso della matematica e sono quelle che vanno in un'economia forte e in crescita, marketing, personal shopping, new media, consulenza d'immagine e di management e così via.
Ora, io non so se Jenkins sia veramente così stupido da non rendersi conto che quello che stava dicendo in effetti era che, dal momento che i ricchi si iscrivono tutti al circolo del tennis, il modo per diventare ricchi è iscriversi al circolo del tennis - perchè quello che è in effetti successo nella Gran Bretagna degli ultimi 10 anni è che un sacco di gente ha deciso di laurearsi all'equivalente locale del DAMS, perchè con tanti soldi che giravano chiunque poteva trovare qualcuno disposto a pagarlo per fare quasi qualsiasi cosa, dallo scrivere poesie ermetiche da usare nei brindisi ai company parties all'analizzare il feng shui nelle sale riunioni. Questo, caro Simon, non significa che un'economia per crescere ha bisogno di esperti di feng shui, significa che un'economia che cresce si può permettere di pagare da mangiare persino a uno che nella vita sa solo spostare le sedie da qui a là seguendo il tracciato della spina dorsale di un drago immaginario. Con quell'articolo Jenkins ha inventato da zero una nuova fallacia logica: a fare un post hoc ergo propter hoc son capaci tutti, si è detto, vediamo chi è capace di fare un pre hoc ergo propter hoc. Come del resto l'economia si è premurata di spiegargli neanche qualche giorno dopo che il suo articolo era stato pubblicato.
Allo stesso modo Jenkins sostiene che la scienza è inutile, che non dovrebbe essere insegnata a scuola in favore di materie più importanti e soprattutto meno noiose. L'insegnamento obbligatorio delle scienze, dice, è frutto delle pressioni della "lobby scientifica", questa oscura e pericolosa organizzazione di professori universitari e scienziati che, resisi conto che le loro materie non servono a nulla, fanno opera di lobby per creare giovani che, costretti a studiare le scienze, si ritroveranno poi costretti a iscriversi a Fisica o a Chimica impedendo così la chiusura di quei vetusti e, diciamocelo, obsoleti dipartimenti.
Di nuovo, non so se Jenkins sia veramente così stupido (la sua costante affermazione di fallacie logiche sembra favorire questa ipotesi), ma di certo fa un certo spavento che questo signore sia considerato un intellettuale di punta e non si renda conto di quanta parte dell'infrastruttura che gli permette tutto sommato di non sapere un cazzo e vantarsene sia basato sulle tanto disprezzate hard sciences. Forse Jenkins crede che Internet funzioni grazie al lavoro di un gruppo di web designer e che la trasmissione delle informazioni sia solo frutto del brillante e innovativo design dei siti, che la posta elettronica viaggi grazie alle qualità intrinseche dei font con cui è scritta; forse crede che i circuiti del suo telefono cellulare nascano come effetto collaterale del design esterno firmato dallo studio del famoso Jut van Putzel, o forse non ha idea che il suo telefono cellulare abbia dei circuiti interni, forse pensa che la voce viaggi grazie al feng shui; o forse, peggio ancora, crede che possa andare avanti all'infinito un mondo in cui altri - cinesi, thailandesi, albanegri in generale - fanno le cose e lui (o la società a cui appartiene) le rivende incamerando il 98% dei profitti solo per aver deciso di che colore farne l'involucro o il logo. Come l'economia si sta premurando di spiegargli in questi giorni.
Dice, sì, ma che c'entra il titolo? Perchè sei preoccupato?
Perchè fino a ieri, pensavo che l'allarme sull'influenza suina fosse un mix di sincere preoccupazioni degli scienziati per una possibile mutazione che la renderebbe davvero pericolosa (è un fatto che una così prima o poi arriverà, e per evitare rogne bisogna tener d'occhio ogni nuova schifezza e cominciare subito a lavorare ad un vaccino: better safe than sorry) e titoloni urlati dai tabloid perchè la paura rende. Ero insomma relativamente tranquillo.
Poi oggi il Guardian ha pubblicato un editoriale di Simon Jenkins che dice che l'influenza suina non esiste, è una bufala, è un complotto degli scienziati (La Scienza È Male), e nessuno potrà mai morire di un'epidemia di influenza.
Siamo fottuti.
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28 aprile 2009
La legge di Blair
La legge di Blair (da Tim Blair, blogger e giornalista australiano - niente a che vedere con Tony) diche che è inevitabile che grazie a e tramite Internet le varie forme di idiozia del mondo si combinino un giorno in una sola, gigantesca, inarrestabile forza che porterà al trionfo dell'imbecillità più profonda.
Signore e signori, Alex Jones, quello che gli ebrei controllano il mondo e Obama è un agente infiltrato dal KGB per far insegnare l'evoluzione a scuola alle bambine vaccinate contro il cancro al collo dell'utero che diventeranno autistiche dopo essere state messe incinte da un albanegro, e Marco Cedolin, quello della decrescita sostenibile voglio vivere nelle pubblicità del Mulino Bianco no TAV no Dal Molin no al nucleare no alla chimica no ai motori a scoppio no all'agricoltura no alla pastorizia no alla ruota no all'ipotenusa:
L'influenza suina l'è tutta un complotto.
Imbecilli di tutto il mondo, unitevi! Non avete nulla da perdere, se non quei dieci-quindici punti residui di QI.
(attenzione: NON sto dicendo che sta per scoppiare la pandemia, facciamo scorta di farmaci, chiudiamoci nel bunker in giardino, moriremo tutti. Ci sono motivi di allarme, che non sono quelli che dicono i tabloid, e alcune case farmaceutiche stanno facendo soldi sfruttando la credulità e l'ignoranza dei lettori degli stessi tabloid. Questo non ha nulla a che vedere con un complotto, ed anzi è un prodotto della stessa diffusa, gretta e impenetrabile ignoranza che genera i complottisti)
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11 marzo 2009
Bowling for Mamiani
A quanto pare vogliono cominciare a dare porto d'armi e licenza di caccia ai ragazzini da 16anni in su. Mi sembra una grande idea: Nanni Moretti mi sembra a corto di idee ultimamente, con un bel documentario sulle stragi in classe magari ripiglia smalto - poi dice che questo governo non fa mai nulla per la cultura.
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03 dicembre 2008
Scuola per aspiranti terroristi
Questi hanno bisogno dell'insegnante di sostegno...
Lezione numero 1: andate alla lavagna e scrivete 100 volte "L'ossigeno è un comburente, non un combustibile"
Lezione numero 2: volete terrorizzare i brianzoli? Non fate saltare il Duomo, denunciateli alla Finanza
Lezione numero 3: se vostra moglie vi dice "prima comprami la casa, poi vai a farti saltare in aria con la mia benedizione", la pianificazione lasciatela a lei. È evidentemente la metà pensante della coppia
Non so se il codice penale italiano preveda il reato di "coglionaggine pervicace e continuativa", ma se c'è, per quei due butteranno via la chiave.
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09 giugno 2008
Let's have a conservative party
Premetto subito che Boris Johnson mi sta antipatico quanto qualunque altro parassita raccomandato e impaccato di soldi. Ciò detto, credo che quelli che in quest'ultima settimana l'hanno attaccato per i fatti del 31 maggio siano, se non cretini, almeno in colossale malafede.
Un breve antefatto per coloro che vivono fuori dall'anello delle tangenziali londinesi: il giorno dopo aver vinto le elezioni, Boris ha annunciato che la sua prima misura sarebbe stata vietare il consumo di alcolici nell'intero sistema di trasporto pubblico londinese; la misura entrava in vigore a mezzanotte e un minuto del primo giugno, e allineava Londra alla maggior parte delle metropoli europee e americane.
Essendo i londinesi londinesi, hanno immediatamente organizzato un gigantesco party da tenersi la sera del 31 a bordo dei treni della metropolitana, con copioso consumo di alcolici, per inaugurare degnamente la nuova era di proibizionismo Tory.
E fin qui, tutto normale.
Purtroppo, essendo i londinesi londinesi, dopo qualche ora di party e consumo smodato di alcolici è successo di tutto: alcune carrozze della metropolitana sono state inondate di vomito, sono stati concepiti bambini in quantità, molti in pubblico e fra l'incoraggiamento dei presenti, ci sono state risse fra passeggeri e passeggeri, fra passeggeri e personale della metropolitana, fra passeggeri e poliziotti, qualcuno è finito in ospedale in coma etilico, qualcuno è finito in commissariato, qualcuno (il personale della metropolitana) è finito per tutto il weekend a pulire e disinfettare carrozze ridotte come fogne di Calcutta.
E fin qui, ancora, tutto normale.
Finito il party, sono arrivati i postumi, sotto forma di una richiesta dei sindacati (a cui la stampa, soprattutto progressista, ha dato vasta eco) che Boris Johnson presenti le sue scuse ai lavoratori della metropolitana di Londra per il caos "creato dal suo provvedimento".
Il caos non è stato creato dal provvedimento di Boris Johnson. Il caos è stato creato da una mandria di deficienti che sembrano ritenere l'ubriachezza molesta un diritto sacrosanto e, se devo dirla tutta, il tentativo di certa stampa di esimerli da ogni colpa per segnare qualche punto propagandistico potrebbe persino, in un universo parallelo, rendermi meno che rivoltante l'idea dell'esistenza in vita di Boris Johnson.
Arrivati ad un certo punto, il tentativo tipicamente progressista di addossare le colpe di ogni cosa a chiunque tranne che ai colpevoli diventa nauseante. L'idea, per esempio, che gli autovelox (speedcam, in questo Paese) siano causa di incidenti perchè la gente che viaggia a 3 volte il limite di velocità li vede, inchioda ed esce di strada è ai limiti del grottesco, eppure ha diritto di cittadinanza su ITV e sulla BBC; o l'idea che l'afflusso di martiri palestinesi che si fanno saltare in aria in Giordania, Egitto e Iraq sia colpa del muro israeliano, perchè i poverini non possono andare a farsi esplodere a Tel Aviv e insomma, da qualche parte devono pur farlo, che sinceramente mi sembra dovrebbe trovar spazio, al più, in un cartone animato di Bugs Bunny, viene espressa da una baronessa lib-dem, pubblicata sull'Independent ("il Daily Mail di chi fa raccolta differenziata") e quel che è peggio, presa sul serio.
E adesso abbiamo qualche migliaio di idioti che, a sentire i sindacati e il Guardian, sarebbero stati costretti da Boris The Wonder Toff a salire sulla metropolitana, sbronzarsi da bestie, vomitare dappertutto ed aggredire chi stava lavorando per loro di sabato sera. E quella svergognata, Vostro Onore, mi ha costretto a violentarla: portava la minigonna.
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15 maggio 2008
L'evoluzione non è un pranzo di gala
Niccolò e il suo amico cinghiale mannaro commentano con sdegno e scandalo un grave fatto di cronaca.
Io mi limito a salutare l'evento come una rivincita dell'evoluzione. Sarà che mi sono svegliato un po' più cinico del solito, ma ho la sempre più forte impressione che la società moderna dedichi di gran lunga troppe risorse al disperato tentativo di proteggere gli idioti (e, quel che è peggio, il loro genoma) da sè stessi, e su un pianeta in cui siamo sei miliardi questo è un lusso che non possiamo più permetterci.
I genitori di quella povera ragazza non sono, mi pare, due cavernicoli vestiti di pelli di criceto e armati di clava: sono due cittadini italiani dotati di televisore, acquirenti di giornali, regolarmente scolarizzati. Sono, in altre parole, due idioti che hanno deciso un bel giorno di credere che la realtà sia democratica e rispettosa dei diritti, che mettendo su un piatto della bilancia la sperimentazione, i test in doppio cieco, la biochimica, tutto il fottuto progresso scientifico da Galileo a oggi, e sull'altro il fatto che un sacco di gente ci crede, all'omeopatia, e sarebbe tanto bello che fosse vero, e che mia figlia ha il diritto inalienabile di guarire dal diabete e la natura questo diritto lo deve rispettare, la bilancia pende dal lato dell'omeopatia perchè io preferisco così.
Una lunga serie di accadimenti e di spunti di dibattito mi stanno convincendo che l'approccio socialista (proteggere anche gli idioti da sè stessi) a questo tipo di problema sia sbagliato. In particolare l'articolo di Francis Sedgemore (secondo link) dimostra come, anche dotati delle migliori intenzioni, non si possa che far danno e fornire scuse agli idioti quando si cerca di spiegar loro qualcosa: la tesi di Sedgemore è che la colpa del fiasco-Wakefield non sia dei giornalisti, che, poverini, si sono limitati a strombazzare ai quattro venti, senza alcuna verifica, le conclusioni di Wakefield sulla vaccinazione trivalente, conclusioni sbagliate derivate da esperimenti fallaci condotti con metodi discutibili; la colpa, spiega Sedgemore, è degli scienziati, che si sono scagliati come un sol uomo contro Wakefield, facendo immediatamente sospettare un cover-up ai giornalisti che, poveri, non hanno avuto altra scelta se non prendere le difese di Wakefield e propagandare ad nauseam la sua fuffa.
La risposta non può essere quella, dunque, di imporre a tutti ciò che è meglio per loro, nè in generale di proteggere gli imbecilli da sè stessi. L'alternativa può essere solo quella di lasciare che l'evoluzione segua il suo corso. Una scelta dolorosa, lo so, ma laddove l'unica vittima di questa scelta è, appunto, l'imbecille, è anche la scelta evolutivamente (ed economicamente) più pagante. Se l'NHS passa sia chemioterapici che bottigliette d'acqua caricate energeticamente attraverso un mistico procedimento iniziatico denominato "aprire il rubinetto", più gente sceglie l'acqua energizzitificata, più soldi rimangono per comprare i chemioterapici per chi a) ne ha bisogno e b) ha abbastanza cervello da usarli. Poi, vabbe', io sono un estremista e curerei le infezioni batteriche dei creazionisti con gli antibiotici del 1945 - tanto, i batteri mica si evolvono, ma quello è un altro discorso. In sostanza, credo che i benefici della medicina moderna dovrebbero essere riservati esclusivamente a coloro che sono abbastanza intelligenti da servirsene. Credo che tutti dovrebbero avere accesso alle informazioni relative all'omeopatia e alla medicina vera (chiamarla medicina "tradizionale" fa pensare che anche l'omeopatia sia una medicina, magari più nuova), ma che poi tutti dovrebbero avere libera scelta su come curarsi, come vaccinare (o meno) i loro figli. Allo stesso modo, non mi dispiacerebbe vedere un sistema scolastico improntato all'assoluta libertà di scelta. Io voglio che mio figlio vada in una scuola in cui imparerà chimica, biologia, fisica, matematica, letteratura (italiana e inglese, se possibile), storia, filosofia, e che i figli dei miei vicini vadano invece, naturalmente per libera scelta dei genitori, in una scuola in cui non impareranno niente di tutto questo perchè la scienza è brutta/moderna/fa male/rovina il karma/offende una rappresentazione antropomorfica a scelta, studieranno solo autori non-degenerati secondo i criteri morali del particolare amico immaginario dei loro consiglieri spirituali, useranno la Bibbia o il Corano come testo di storia.
Alla fine, salvare gli idioti da sè stessi costa troppo. L'unica cosa che possiamo fare è metterli davanti a due porte, una delle quali ha la scritta "vita normale" e l'altra "colossale inculata" e smetterla di piangerci addosso quando cominciano a picchiarsi per il privilegio di scegliere la seconda.
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17 aprile 2008
Don't panic
In mezzo al disastro elettorale, una notizia rassicurante: Gabriella Carlucci è stata rieletta. I lulz sono sicuri per altri cinque anni.
(e si comincia presto: se scrollate un tantino in basso, la signora ci sta ricicciando con Maiani. Pare che sullo stemma di famiglia del casato Carlucci ci sia il motto "You can't have too much of a good thing")
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07 marzo 2008
Toglietela di lì
Non so quanti dei miei tre lettori hanno letto il Vernacoliere (il cui sito stamattina sembra essere irraggiungibile), ma leggendo le mirabolanti avventure dell'On. Grabriella Carlucci nel mondo della fisica teorica non riesco a non farmi venire in mente le strisce di quell'omino che pestava una merda in ogni striscia, saltandoci sopra, piroettando, cambiando strada apposta per trovarla, raccogliendone grandi quantità in un barile e saltandoci dentro...
Ecco, con la sua ultima uscita, che le ha fruttato quasi 400 commenti tutti negativi, la Carlucci dopo averla pestata, rimestata, ripestata, aver gridato al mondo che è Nutella, è riuscita a trovare un tombino aperto che portava dritto alle fogne di Calcutta e a saltarci dentro con una piroetta da Nureyev.
Superato un certo limite non è più neanche divertente, ci si sente in imbarazzo per lei. Per cui, segnalo ai miei tre lettori questa petizione per far tornare in TV Gabriella Carlucci. E perlamordiddio, NON a presentare il Mondo di Quark o Leonardo.
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26 febbraio 2008
AAA OFFRESI
Causa vergogna e conseguente decisione di non utilizzarlo mai più, vendo passaporto italiano, ottime condizioni, quasi nuovo, appena insozzato da incredibili manifestazioni di ignoranza e incompetenza a livello internazionale dei miei (scusate se rido) rappresentanti ma perfettamente utilizzabile da chiunque creda ancora ai benefici della teocrazia, al milione di posti di lavoro di Berlusconi, alle armi di distruzione di massa irachene o al creazionismo scientifico.
Due to utter shame and consequent decision not to use it ever again, I am selling my Italian passport, excellent condition, almost new, slightly soiled by incredible demonstrations of ignorance and incompetence displayed on the international scene by my (excuse me while I laugh) representatives, but perfectly usable by anyone still believing in the benefits of theocracy, in Berlusconi's million new jobs, in the Iraqi weapons of mass destruction or in creation science.
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14 gennaio 2008
Maggioranze
C'è un motivo molto preciso per cui questo blog si chiama "in minoranza", e non è strettamente un richiamo a Nanni Moretti e al suo bellissimo monologo sul sentirsi a disagio quando si è in accordo con la maggioranza, o almeno, estende quel senso di disagio con delle ragioni.
Il motivo principale per cui questo blog si chiama così è la mia personale, intima e incrollabile convinzione che la maggioranza degli esseri umani siano, in fin dei conti, dei perfetti imbecilli, e la mia altrettanto intima e immodesta convinzione di non far parte di quella maggioranza.
Sono certo, per esempio, che il QI medio degli esseri umani non sia affatto 100, ma intorno a 75. Se pure. Astenersi commentatori pignoli, lo so che è un paradosso. Non sono mica imbecille (appunto).
Certo, anch'io ammetto forme di imbecillità nella mia vita: ho fumato per vent'anni, al supermercato sono un assiduo frequentatore del banco dei prodotti biologici e di quello equo e solidale, riciclo la plastica pur sapendo che costa energeticamente di più che smaltirla normalmente e produrne di nuova, voto regolarmente scegliendo fra gli esponenti di due/tre partiti che di diverso hanno giusto il simbolo e occasionalmente l'accento regionale; ma c'è di peggio.
Ho detto in passato come non esiste stronzata, al mondo, che non possa trovare una mezza dozzina o più di seguaci. Non esiste paranoia, ipotesi di complotto, leggenda metropolitana, che non galvanizzi l'attenzione di qualche manipolo, e spesso di legioni, di imbecilli, e ultimamente il fenomeno, grazie anche (ma non solo) all'accesso universale a Internet si è trasformato da endemico a epidemico. Gli imbecilli si riuniscono, formano club e associazioni, scrivono su Comment is Free, riescono a istigare discussioni parlamentari.
Quando un medico/ciarlatano riesce a pubblicare un articolo che insinua, in base ad un'estrapolazione a partire da sette casi senza campione di controllo, che le vaccinazioni causano l'autismo, vaste fette (maggioranza, appunto) della popolazione inglese fanno il possibile per non vaccinare i figli, col sostegno dei maggiori organi di stampa, e col risultato che adesso a Londra abbiamo la seconda epidemia di morbillo in due anni - epidemia che ha già fatto i primi due morti. Tanto per chiarire che l'imbecillità non è un fattore che si accompagna alla latitudine di nascita, al colore della pelle o alla religione, un imam nigeriano, qualche anno fa, ha lanciato l'allarme sulle vaccinazioni antipolio, sostenendo che erano parte di un diabolico piano dell'OMS per sterilizzare i neri africani e farli estinguere; risultato, epidemie di polio a raffica in Nigeria.
Quando qualche paranoico - di quelli che si rifugiano nelle capanne di tronchi sulle Montagne Rocciose con il cappellino di stagnola in testa e 18 fucili d'assalto per proteggersi dalle truppe d'assalto dello ZOG - comincia a scrivere articoli su qualche sito web cospirazionista, denunciando il fatto che il malefico governo ha registrato il suo nome e cognome, ecco che fioriscono garanti della privacy in mezzo mondo: come osa il governo conservare le mie impronte digitali? Chi lo sa cosa potrebbe farne, un giorno? E i miei dati biometrici, parolone che sa tanto di fantascienza asimoviana! Il governo ha i miei dati biometrici! Panico, orrore e raccapriccio! Sanno di che colore ho gli occhi! E così veniamo investiti da un'esplosione di moduli di consenso, leggi, leggine, distinzioni bizantine fra dati sensibili, dati personali, dati riservati e dati di cui, diciamolo, non frega veramente un caxxo a nessuno, documenti programmatici di sicurezza da inviare alla Gazzetta Ufficiale in triplice copia prima di poter mandare un messaggio per email a mio cognato, leggo cospirazionisti italiani lanciare l'allarme perchè l'Inghilterra è all'anticamera dello Stato di polizia in quanto, orrore orrore, vuole introdurre le carte d'identità, famigerata misura dittatoriale.
Da ultimo, una persona che conosco - la civil partner di una collega, per la precisione - che lavora per il CID, l'equivalente inglese della DIGOS, all'incirca, mi racconta una storiella interessante a proposito di un dato francamente sconcertante, quello che dice che un numero consistente, la maggioranza per certe fasce di età e appartenenza sociale, delle donne violentate si rifiutano di sottoporsi a visita medica ed al prelievo di campioni. La questione era saltata fuori in una vecchia discussione su Secondoprotocollo, e quando questa conoscente ha menzionato lo stesso fenomeno ha solleticato la mia curiosità. Il 99% delle donne che si rifiutano di sottoporsi a visita medica vedono, com'è ovvio, il loro aggressore rimesso in libertà, quando pure si arriva ad una formalizzazione delle accuse; perchè, allora, un comportamento così autolesionista? La poliziotta mi ha spiegato che nella grande maggioranza dei casi di cui lei si è occupata personalmente, le donne - quasi sempre di estrazione medio-alto-borghese, colte, istruite - ponevano un problema di privacy. Non volevano sottoporsi a visita medica, e al prelievo di campioni di fluidi e DNA, perchè temevano che il loro DNA venisse archiviato dalla polizia, cosa che è, come vi spiegheranno tutti gli attivisti della privacy, Male. Queste donne sono state bombardate ogni giorno con il messaggio che la più grande minaccia alla loro incolumità, sicurezza, tranquillità, non sia lo stupratore che rimane a piede libero, ma la catalogazione, da parte della polizia, delle loro impronte digitali o del loro DNA - anche se non sarebbero in grado di spiegare perchè, a parte vaghi timori che la polizia rivenda queste informazioni a qualche compagnia di assicurazioni sanitarie che poi magari potrebbe rifiutar loro una polizza perchè il loro DNA mostra una predisposizione alle unghie incarnite - e anche questo timore viene espresso solo in alcuni casi. In generale, l'obiezione è un semplice "ma poi il governo avrà dei dati estremamente personali su di me!".
Il problema è che anche il conforto un po' snob che deriva dall'essere minoranza aiuta solo fino ad un certo punto. Certo, per le vaccinazioni la soluzione è semplice: rendiamole gratuite ma facoltative, e facciamone un metodo di selezione naturale: chi vuole, vaccina i figli; gli altri confidano nelle vibrazioni positive della verdura biodinamica per prevenire le malattie. Il gene egoista, alla fine, vince. Per il criminale che rimane a piede libero perchè la polizia dopo un po' deve distruggere le impronte digitali dei sospettati, invece, il problema è collettivo: lo stupratore a piede libero è un problema anche per mia figlia, anche se lei acconsente alla visita medica - se vogliamo, a quel punto è pure tardi per preoccuparsi.
L'imbecillità è, mi sto convincendo, un'Idra: tagli la testa che blatera del buco del Pentagono l'11 settembre e ne spuntano due, una che straparla di vaccinazioni assassine e l'altra di medicina olistica; mozzi quella che accusa gli zingari di rapire i bambini ed ecco che vengono fuori gli Skulls & Bones e il complotto di John Kerry per perdere le elezioni presidenziali; tagli la regina Elisabetta discendente dei rettiliani, vengono su l'omeopatia e gli psicanalisti per animali da compagnia. E se non ho il timore che abbiano ragione loro (come dicevo sopra, non sono imbecille), ho il timore, ogni giorno più fondato, che questa maggioranza, prima o poi, cominci a darsi ragione per legge, come stanno cercando di fare in USA per l'insegnamento delle scienze o la ricerca sulle staminali, o in Italia con la legge sulla fecondazione asssitita. Certo non potrebbe per forza di cose durare molto, due, tre generazioni al massimo, ma mi infastidisce non poco l'idea di essere coinvolto mio malgrado, io o i miei discendenti, nel collasso degli imbecilli. Voglio dire, se i Vulcaniani arrivano e ci trovano impegnati a ricostruire la società dopo la guerra e a creare il primo motore a curvatura, magari si fermano e ci danno una mano; ma se ci trovano moribondi di fame e malattie perchè siamo imbecilli, e per giunta abbiamo messo in galera Zefram Cochrane perchè si rifiutava di credere alla teoria dell'Orgone, quelli al più si fanno una risata e ci danno l'equivalente interstellare di un calcio in culo prima di ripartire per sempre...
Update: per qualche motivo l'editor aveva cancellato tutti i link durante la pubblicazione. Vediamo se stavolta compaiono.
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14 dicembre 2007
Forma e funzione
Sarà che sono scazzato perchè quando un viaggio di lavoro ti viene cancellato per due volte, poi rimandato, poi cancellato del tutto, poi forse ci ripensano, eccetera, uno un po' si inacidisce.
Comunque.
Ci sono persone che vorrei avere per le mani per una mezz'ora per sperimentare su di loro la legge del contrappasso. Uno di questi, molto vicino alla cima della lista, è lo stilista/ingegnere del design/experience consultant che ha lanciato la moda di rivestire i cavi delle cuffie e degli auricolari di iPod, telefonini e quant'altri in neoprene antisdrucciolo. Vorrei avercelo fra le mani solo mezz'ora, giuro, e solo per poterlo sodomizzare con un enorme dildo rivestito in neoprene antisdrucciolo, per fargli capire che anche se il neoprene è innegabilmente piacevole al tatto e quindi si pone da ideale complemento alla mia listening experience, anche se ci sono oggetti che è bene facciano immediatamente presa e non scivolino (i tappetini da mettere sotto ai sacchi a pelo, le scarpe da freeclimbing, i guanti per arrampicata in ghiacciaio), esistono altresì oggetti che sarebbe bene scivolassero via leggeri come nuvole in una mattina di primavera, come il cavo della cuffia del mio iPod contro la giacca di tutti i miei vicini di metropolitana, o un vibratore sovradimensionato contro le mucose del tratto terminale dell'intestino di un ingegnere del design.
Per dire.
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Eugenio Mastroviti
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10:07 AM
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27 giugno 2007
Bello essere sysadmin
Questo post non parla della sinistra, dei diritti umani o del razzismo, ed è scritto in buona parte in un linguaggio gergale, da addetti ai lavori. Parla del difficile rapporto fra una categoria di esseri (nonostante le apparenze) umani, i sysadmin, o sistemisti, o amministratori di sistema, categoria alla quale mi pregio di appartenere, e il resto dell'universo mondo. Parla di come l'essere umano medio, per motivi oscuri, messo davanti ad un computer diventi un idiota sbavante. E naturalmente, come ogni storia che si rispetti ambientata in un contesto corporate, parla del principio di Dilbert, quello secondo cui quella che chiamiamo carriera altro non è che l'ascesa verso il nostro appropriato livello di incompetenza.
Esiste una categoria di utOnti che io chiamo passivi-aggressivi, quelli che non esigono, non protestano, non rompono attivamente le pa**e, si limitano a stare lì e a piagnucolare, ripetendo come un mantra il loro problema finchè un manager non passa di lì e non li sente.
U:"Il mio computer non parte più"
(per la precisione: U è un programmatore senior che pare abbia una paccata d'anni di esperienza come quant developer)
IO:"Chiama quelli di corporate IT, sono loro che si occupano dei desktop"
U:"Sì ma il mio computer non funziona più"
IO:"Lo so, il numero di corporate IT è su questo post-it"
U:"Sì ma il mio computer non parte e io non posso lavorare"
IO:"Ho capito, chiama corporate IT, lo vedi che ho da fare?"
U:"Sì ma il mio computer non parte"
Manager di passaggio verso la saletta caffè:"Non si può fare qualcosa? Mica possiamo permetterci di avere una persona che sta qui a non far niente perchè il suo computer non parte"
IO:"Certo che possiamo fare qualcosa, possiamo chiamare corporate IT e lasciarmi in pace a finire di sistemare e installare il plugin per monitorare le prestazioni e i parametri operativi del cluster di produzione"
Manager:"Ma corporate IT è due piani più su"
(quando un manager ricorre ai non sequitur, è di solito il momento di ammettere la sconfitta, ma io mi pregio di essere cocciuto)
IO:"Abbiamo i turboascensori che fanno due piani al secondo, vedrai che ce la fanno a mandar giù qualcuno"
Manager:"Ma non puoi dare un'occhiata tu?"
IO:"Certo, tanto il monitoraggio delle prestazioni del cluster ha una bassa priorità, anche se lunedì prossimo saltano di nuovo tutte le valutazioni perchè un cretino ha sottoposto sei volte lo stesso set di dati e sovraccaricato tutti i nodi, cosa vuoi che sia?"
(quando un sysadmin fa ricorso al sarcasmo, è fottuto)
Manager:"Ah perfetto, allora ci pensi tu" (sbonk!)
Per farla breve: il computer è un Dell Precision 470 della serie con i condensatori difettosi, abbiamo già dovuto rimpiazzare quattro motherboard perchè i condensatori son saltati come tappi di champagne. Chiamo il supporto Dell dove oggi è in servizio la seconda tipologia di tech support operator, lo scozzese biascicante (l'altro tipo è l'irlandese ubriaco, ma è più raro). Mi faccio strada attraverso il pesantissimo accento di Glasgow finchè riesco a spiegargli il problema. Domani mattina arriva la nuova motherboard corredata di tizio che la installa.
U:"Ma il mio computer non parte"
IO:"Lo so, cosa ci posso fare?"
U:"Non mi puoi trovare un altro computer?"
Gli indico il tavolo dove ci sono tre bei Precision 470 per ospiti, contractors ed emergenze
IO:"Quelli cosa sono secondo te?"
U:"Computer?"
IO:"Bravo!"
Un quarto d'ora di lamentazioni e il passaggio del manager di prima di ritorno dalla saletta caffè evidenziano il nuovo problema: l'utonto vuole tutte le personalizzazioni che aveva prima, senza non riesce a lavorare. Il manager mi guarda, io mi scordo di avere il sistema di monitoraggio online per oggi (e anche di pranzare) e procedo a sostituire i dischi fissi scambiandoli fra il computer scassato e quello utilizzabile.
IO:"E così quando parte ti ritrovi lo stesso desktop di prima"
WindowsXP:"FizzFrrrrrBleurghBSODReboot!"
IO:"...o forse no"
Scambio le schede video (Dell ha la disdicevole abitudine di installare hardware molto diverso in macchine con lo stesso nome e anche comprate in periodi di tempo molto vicini. Questi due 470 hanno uno una dual-head ATI e l'altro una NVidia Quadro, cosa che non avevo notato immediatamente)
WindowsXP:"FizzFrrrrrrBleurghGSODHang!"
(non avevo mai visto un Green Screen Of Death)
Io (grattandomi la testa):"Ma per caso avevi disabilitato il RAID sulla tua macchina?"
U:"Raid?"
IO:"Vabbe'..."
U:"Ah si, a un certo punto avevo bisogno di piu spazio e allora ho seguito delle istruzioni che ho trovato in rete per trasformare il disco in due dischi"
IO:"..."
Disabilito il RAID, la macchina parte, l'utonto si siede felice e sorridente.
Passa mezz'ora.
U:"Mi è sparito un disco fisso"
IO:"Hai guardato nel cassetto della cucina? Ogni tanto uno dei miei ci finisce dentro, sospetto me li nasconda mia moglie"
U:"Guarda che dico sul serio"
IO:"Pure io, e dovresti vedere cosa fa ai miei calzini"
U:"Manca il disco con fra l'altro tutto il codice che ho scritto le ultime due settimane"
Campanello d'allarme
IO:"Vabbè, alla peggio ce l'hai in CVS"
U:"No, io non faccio quasi mai il check-in in CVS perchè non mi va di perder tempo"
(tempo medio per un check-in CVS: 25 secondi a fine giornata)
Lascio perdere tutte le obiezioni che mi vengono alla mente, perdo un secondo a compiangere il development manager, improvvisamente capisco perchè ogni nuova release ha problemi apocalittici con l'integration testing, e vado a dare un'occhiata al computer
IO:"Non vedo niente di strano"
U:"Manca il disco D:"
Penso che magari ho collegato male un connettore, spengo il computer, apro, ri-connetto tutto, riaccendo.
A darmi il benvenuto è la schermata che mi dice che i due dischi sono in RAID-1 e l'array è ottimale
IO:"Scusa, ma il RAID non era disabilitato?"
U:"Sì ma ho pensato che con tutta la roba importante che ho sul computer forse era il caso di abilitarlo, ho installato il driver, ho riavviato e l'ho abilitato"
IO:"..."
U:"Solo che quando è partito mi ha detto che era degradato e si è offerto di ricostruirlo"
IO:"..."
U:"Mi reinstalli l'altro disco per favore?"
IO:"..."
U:"Scusa, era un'operazione semplice, dovevi solo trasferire i miei dischi da un computer all'altro, perchè hai lasciato che capitassero tutti questi casini?"
Devo dire, la mia fortuna è che lo Head of IT è stato in passato sysadmin pure lui, perchè l'utonto è andato come un fulmine dal suo manager a dire che io gli avevo cancellato due settimane di lavoro, e il suo manager è andato dall'Head of IT quasi altrettanto rapidamente a chiedere la mia testa. Per fortuna il big boss non era del tutto impervio alle spiegazioni e adesso l'utonto sta lì a cercare di convincere il big boss medesimo ed una rappresentante delle risorse umane che si è trattato di un momentaneo episodio di follia che non si ripeterà.
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Eugenio Mastroviti
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5:02 PM
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Tags: imbecilli, lavoro, management
25 gennaio 2007
Poligamia
Segnalo, dalla nuova consulente co.co.co. di questo blog, un post sui benefici della poligamia.
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Eugenio Mastroviti
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11:40 AM
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Tags: Dacia Valent, imbecilli, poligamia
10 agosto 2005
Caso mai qualcuno avesse dei dubbi...
Il primo post su questo blog riguardava il fatto che "tollerare" l'imbecillita' e l'ignoranza, in un mondo sempre piu' strettamente interconnesso, in nome di una malintesa forma di political correctness, e' pericoloso e alla lunga autolesionistico, perche' prima o poi ci si ritrova imbecilli ignoranti in posizioni di potere, eletti da altri imbecilli ignoranti.
Certe volte odio avere ragione.
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Eugenio Mastroviti
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10:02 AM
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Tags: Bush, creazionismo, imbecilli