30 aprile 2006

Chiamarlo un genio e' ancora poco


Michele Serra:

Manualetto delle frasi utili: Contiene alcune pratiche e brevi espressioni da utilizzare in pubblico in caso di difficoltà. Esempio: se la Margherita propone di raddoppiare i fondi alle scuole dei preti, e di introdurre l'eucaristia obbligatoria per i funzionari dello Stato, la frase suggerita è 'Ku graft okke mitturke, Alliut vorjo!', che in italiano significa 'Non saprei davvero che cosa dire, io provengo dalle isole Aleutine'. Nel caso, invece, che la Rosa nel Pugno proponga di abolire le pensioni di anzianità perché sono un residuo del vecchio assistenzialismo, la frase da pronunciare, per l'elettore unionista, sarà 'Ku graft okke mitturke, Kurula vorjo!', che in italiano significa 'Non saprei davvero che cosa dire, io provengo dalle isole Curili!'.
Leggetelo tutto, ne vale la pena.

Dilemma elettorale


Questa settimana ci sono elezioni amministrative nella maggior parte dell'Inghilterra - incluso il ridente comune di Barnet, di cui East Finchley fa parte. E qui ho un dilemma.

Vorrei, e come me un sacco di altra gente, mandare un segnale chiaro a Mr. Blair, un messaggio che dica che ne ho, scusate il francese, le palle piene di lui, del suo comportarsi da barboncino di Bush, della distribuzione di favori agli amici, dei prestiti al suo partito in cambio di onorificenze, del malaffare, dei suoi demenziali tentativi di introdurre il Patriot Act anche qui, e soprattutto, ovviamente, della guerra in Iraq. Quindi dovrei votare per qualcuno che non sia il Labour - e non siano i Tories, ovviamente. Mi restano Lib-Dem e Verdi.

Problema: i Lib-Dem e i Verdi non sconfiggeranno mai i Tories che amministrano Barnet, non hanno i numeri e non ce li avranno nel prevedibile futuro; e i Tories hanno fatto una serie di porcate da quando abito qui. Hanno cercato di vendersi il palazzo storico in cui sorge la biblioteca pubblica di East Finchley e poi cercato di cancellarla completamente, sostituendola con una costruita privatamente (su suolo pubblico) al secondo piano di un ipermercato Waitrose, in modo che chi voleva usare la biblioteca dovesse necessariamente attraversare il supermercato e la tavola calda (una mezza sollevazione popolare ha, fortunatamente, cancellato il progetto); hanno anche tagliato i fondi a tutte le biblioteche pubbliche del comune, riducendo, fino a dimezzarli, gli orari di apertura; hanno cancellato la maggior parte delle piste ciclabili, tanto che adesso non posso piu' portare le bottiglie di plastica al centro di riciclaggio in bici, perche' percorrere il cavalcavia che supera la North Circular e' diventato praticamente suicida; hanno asfaltato e aperto al traffico automobilistico diversi sentieri pedonali.

Insomma, il mio personale dilemma del prigioniero e': voto per i Lib-Dem, mando un segnale a Blair contro la guerra, e contribuisco a regalare Barnet ai Tories per altri 5 anni? O voto Labour, dando la mia tacita approvazione al barboncino di Bush, nella speranza di strappare il comune ad altri 5 anni di berlusconismo all'inglese? E se poi i miei concittadini sono tanto scazzati con Blair che votano comunque Lib-Dem e Green in misura sufficiente da far vincere i Tories lo stesso, quanto mi sentiro' coglione?

28 aprile 2006

The law of unintended consequences


In inglese esiste una definizione che credo la nostra lingua non abbia, law of unintended consequences, che indica quella regola universale per cui ogni azione comporta delle conseguenze diverse, o addizionali, rispetto a quelle attese. Un esempio assolutamente classico e' quello dell'introduzione delle manguste in Australia per tenere sotto controllo i serpenti velenosi: le manguste si trovarono davanti decine di specie di uccelli che nidificavano a terra ed erano molto meno combattivi dei serpenti, per cui entro qualche generazione avevano smesso completamente di mangiare rettili ed avevano portato quasi all'estinzione un gran numero di altre specie.
Un esempio moderno nel campo della politica internazionale e della Guerra al Terrorismo (TM) ce lo da' American Leftist, citando il caso di due musulmani cinesi rinchiusi a Guantanamo.

In breve: Abu Bakker Qassim e A'del Abdu Al-Hakim, catturati in Pakistan e detenuti per non si sa esattamente quanto tempo a Guantanamo, non sono "enemy combatants", secondo la formula para-giuridica che, a sentire l'amministrazione USA, li renderebbe non-persone, prive di diritti civili. Dovrebbero dunque essere liberati, ma non si puo': i due poveracci sono cittadini cinesi, e sono due attivisti politici della minoranza Uighur, etnicamente non cinese e culturalmente araba, che da decenni lotta per l'indipendenza dalla Cina e per la creazione della repubblica autonoma del Turkestan Orientale. La procedura del rilascio da Guantanamo prevede il rimpatrio, ma in questo caso il rimpatrio di Qassim e Al-Hakim porterebbe all'imediata detenzione e probabile successiva scomparsa (salvo addebito alle loro famiglie del costo di una pallottola ciascuno), e gli americani, pare, desiderano mantenere il monopolio della detenzione senza processo e della violazione dei diritti umani dei sospetti di terrorismo.

D'altra parte, prosegue l'articolo, non si puo' dargli un po' di soldi e lasciarli liberi a New York: perche' questo comporterebbe l'ammissione che erano del tutto innocenti e che gli Stati Uniti sequestrano e imprigionano senza prove e senza processo, e forse torturano, cittadini stranieri del tutto innocenti in base a quelli che generosamente potremmo definire vaghi sospetti.

Che fare? Intanto che si decide, i due sono tuttora rinchiusi a Guantanamo, ma adesso arriva il colpo di scena: la Cina vuole partecipare alla Guerra al Terrorismo (TM), e' piena di buona volonta' e vuole aiutare le democrazie occidentali a difendersi da questo tremendo nemico. E come vuole partecipare? Per il momento, definendo il movimento per il Turkestan Orientale un movimento terrorista, e chiedendo che gli americani consegnino Qassim e Al-Hakim.

Una serie di conclusioni si possono trarre. La prima, ovvia, e' che come trama di un film questa e' perfetta - se il titolo del film e' Joseph K goes to Guantanamo. La seconda e' che questa e' una meravigliosa applicazione della law of unintended consequences, con la Cina che sfrutta la propaganda americana sulla Guerra al Terrorismo (TM) per farsi consegnare dissidenti politici, e/o per mettere in ridicolo la stessa offensiva propagandistica dell'esecutivo di Bush. La terza e' che comincio sinceramente a temere che un giorno o l'altro qualcuno, in quello stesso esecutivo, compia il passo finale e decida che il buon vecchio Josef Vissarionovich non aveva tutti i torti quando diceva "Un uomo, un problema. Nessun uomo, nessun problema", proprio a proposito di un cittadino incarcerato ingiustamente.

P.S. Ho appena scoperto, sfrugugliando su American Leftist, che a proposito di un diverso ma ugualmente agghiacciante episodio legato a Guantanamo, qualcuno ha usato la frase "Joseph K goes to Cuba". Posso solo giurare che io c'ero arrivato indipendentemente...

Presidenza del Senato


La Lega vota per Andreotti.

Questa gente ha con la dignita' lo stesso rapporto che il mio gatto ha con i trichechi - li ha visti una volta in televisione.

27 aprile 2006

Sinistra tosta, sinistra moscia


Qualche giorno fa ho rilanciato qui l'annuncio dell'Euston Manifesto. In qualcosa come due settimane si e' aperto un dibattito che ha catturato l'attenzione di molti, su blog, giornali e radio: "Euston Manifesto" e' stato per qualche tempo nella top 10 delle ricerche su Technorati, e anche il mio blog, nel suo piccolo, ha visto aumentare di parecchio gli hit grazie a gente che googlava quelle parole.

L'annuncio ha anche generato molte critiche, sia qui in UK sia, ho scoperto, in Italia. Alcune critiche sono strumentali e non meritano piu' che una menzione passeggera, tipo "Ha ha, XXX ha firmato, e' di destra, vuol dire che siete di destra", o il suo equivalente italiano, "Piacete al Foglio, quindi siete di destra". Chi si riduce a fare questo tipo di osservazioni, e interpreta la realta' con simili parametri, ha gia' una vita tristissima di suo, e mettercisi pure a discutere mi sembra crudele (ciao, Serg1, mi leggi ancora? Sono sorpreso).

A parte i casi patologici, comunque, esistono tre gruppi di critiche che vengono mosse al Manifesto di Euston: critiche sui contenuti, critiche sui fondamenti, e critiche dovute a malintesi.

Discutiamo prima dell'ultima categoria: l'Euston Manifesto e' stato definito il manifesto della sinistra "interventista" o "filoamericana", e in questo mi sembra ci sia un malinteso, che nasce in parte dal fatto che il New Statesman, fra i primi a parlarne, ha pensato di attribuire al gruppo le opinioni di Norman Geras, uno degli estensori. L'Euston Manifesto Group non e' filoamericano e non e' interventista: semplicemente, non pone come pregiudiziali per l'adesione l'essere contro l'intervento in Iraq o contro gli USA; riconosce che possono esistere, per quanto le si possa
non condividere, motivazioni per l'intervento in Iraq. Un articolo in proposito l'ha scritto Alan Johnson, uno dei firmatari originali, contrario alla guerra, ed un altro viene da Shalom Lappin, entrambi ospitati su normblog. Parlare di "manifesto della sinistra interventista" e' sicuramente impreciso per quanto riguarda la guerra in Iraq; potrebbe essere appropriato, in senso generale, guardando al punto 10, laddove dice (cito dalla traduzione del Foglio):

Se minimamente uno stato protegge la vita quotidiana dei propri cittadini (senza torturare, uccidere o massacrare la popolazione, e soddisfacendone i bisogni essenziali per la sopravvivenza), allora la sua sovranità va rispettata. Ma quando uno stato viola atrocemente la vita quotidiana dei cittadini, ha rinunciato alla propria sovranità e la comunità internazionale ha il dovere di intervenire e prestare soccorso. Quando si arriva alla disumanità, vige il dovere di proteggerne le vittime.
il che giustificherebbe il concetto di intervento umanitario, che a quanto pare e' giustificato ed anzi auspicabile solo quando non viene messo in pratica (Darfur, Rwanda), ma inaccettabile e colonialista quando viene in effetti posto in essere (Bosnia, Kosovo, Somalia).

La seconda categoria di critiche comprende quelle che chiamo critiche sui fondamenti. Sono critiche rispettabilissime, lo dico immediatamente, anche se personalmente non le condivido, e mi concentro solo su quelle italiane, un po' perche' il dibattito in UK e' troppo vasto per darne un'idea qui, un po' perche' sono troppo pigro per mettermi a tradurre tutto quello che dovrei per dare un quadro decente della discussione. Cito ad esempio Kamau, in un articolo che vale la pena di leggere (cosi' come i commenti): la critica, qui, verte sulle premesse di base, ossia sul fatto che gli estensori del Manifesto hanno abbandonato il marxismo e la pratica rivoluzionaria, e considerano complessivamente accettabile il sistema politico-economico occidentale laddove si riesca a influenzarlo in senso socialdemocratico. La critica e' in larga parte comprensibile: l'Euston Manifesto e' molto vago sulle questioni economiche, e quel poco che dice va nella direzione di un capitalismo dal volto umano, sulla modifica normativa delle istituzioni esistenti piuttosto che sul loro rovesciamento o sulla loro eliminazione; chi ritiene la pratica rivoluzionaria, oggi, la via da seguire per l'Occidente, chi ritiene che la globalizzazione possa/debba essere fermata, chi ritiene che cambiare le regole e la cultura non sia che un'operazione cosmetica, non puo' in alcun modo sottoscrivere il Manifesto. Fin qui, tutti d'accordo; l'unico problema che ho e' con l'idea che per cio' stesso chi si riconosce nell'Euston Manifesto non sia di sinistra: che la sinistra si debba identificare strettamente ed esclusivamente con la critica radicale/marxista e con la pratica rivoluzionaria a breve o lungo termine. Questo, semplicemente, non e' mai stato vero, neanche durante la breve egemonia del comunismo messianico di stretta osservanza sovietica; la storia della sinistra europea e' una storia ricca e complessa, di cui Marx e la pratica rivoluzionaria sono parti importanti, fondamentali, ma sicuramente non uniche. Purtroppo, la storia della sinistra europea e' anche la storia di un sacco di gente che passava il proprio tempo a conferire patenti di ortodossia e a comminare scomuniche, e molte delle critiche all'Euston Manifesto risentono esattamente di questa abitudine - se fossimo in Brian di Nazareth, mi aspetterei da un momento all'altro un gruppo di blogger che mi gridano "Parolaio!" quando gli passo davanti.

Ragazzi, rassegnatevi: esiste anche una sinistra che non ritiene fattibile - e probabilmente neanche auspicabile - una rivoluzione proletaria in Europa, e che la globalizzazione economica sia un fatto che non siamo in grado di fermare, quand'anche lo volessimo, ed e' il caso di cercare di pilotarla in una direzione che sia eticamente accettabile. C'e' chi ritiene che Seattle e Genova siano la strada da seguire; c'e' chi ritiene che la strada da seguire sia quella della cancellazione del debito, che, con buona pace di Casarini & co., non e' stata ottenuta "violando la zona rossa"; credo che faremmo un gran bene evitando di perder tempo a scomunicarci a vicenda.

La terza categoria di critiche e' quella delle critiche sui contenuti. Si tratta di critiche all'incompletezza del documento e alla definizione delle proprie posizioni, piu' che in conseguenza di un'analisi e di una riflessione, in base ad una contrapposizione critica con le posizioni di molta parte della sinistra europea; peggio, al fatto che il documento cerchi esplicitamente la contrapposizione e la critica con la sinistra "dura e pura" contraria alla guerra e alla svolta neoliberista di Blair.

Anche qui credo che buona parte delle critiche derivino da un malinteso di fondo. L'Euston Manifesto non e', e non vuole essere, un programma politico completo o un manifesto elettorale: e' un work in progress, e soprattutto e' inteso un po' come un sasso nello stagno ed un po' come un punto di aggregazione. E' vero, mancano le analisi economiche, mancano osservazioni sulle politiche di Blair, sull'Unione Europea, manca la critica radicale del sistema capitalista, manca un po' di tutto: perche' l'intenzione non era di fondare un partito, ma di mettere in evidenza certi punti, di richiamare l'attenzione su certi temi, e di ribadire che per alcuni, a sinistra, certi principi costituiscono ancora una discriminante forte; di contarsi, se vogliamo, di mandare un segnale ai partiti e ai movimenti esistenti, di dare voce ad una parte della sinistra che non ha visibilita', sommersa da associazioni per il disarmo nucleare che difendono il diritto dell'Iran all'atomica, da femministe che considerano il niqab "liberatorio", da paladini dei diritti umani che difendono la pena di morte a Cuba. Le critiche di incompletezza al Manifesto derivano dal considerarlo qualcosa che non e', dall'attribuirgli ambizioni che non ha.

E' vero, poi, che chi si riconosce nel Manifesto definisce la propria posizione in gran parte nella contrapposizione con certe idee di certa sinistra; ma d'altra parte non potrebbe essere altrimenti: chi si riconosce negli ideali di sinistra ma non nei fischi alla Brigata Ebraica il 25 Aprile, chi ritiene che la discriminante per distinguere amici e nemici sia la democrazia e non l'opposizione all'Occidente, si ritrova oggi ad avere ben strani compagni di strada; e se Berlusconi e Fini, o Cameron e Griffin, sono il nemico, la minaccia maggiore in questo momento viene dai George Galloway e Miguel Martinez di questo mondo, dai "cretini pagati da Calderoli" che pero' ai cortei sono sempre i benvenuti: perche' sono loro che stanno snaturando la sinistra, e la sinistra, vi piaccia o no, e' anche casa mia, e se la riducete ad un porcile io non ho piu' un posto dove stare, e questa, se vogliamo, e' una minaccia ben maggiore che avere contro uno come il nano pelato, perche' mina alla base la mia identita' politica e il mio senso di appartenenza.

Per cui si', e' vero, l'Euston Manifesto si definisce anche in base alla contrapposizione con un'altra parte della sinistra, ma lo fa solo perche' oggi, nel 2006, ci ritroviamo costretti a ribadire come se fossero affermazioni rivoluzionarie che picchiare una donna se parla senza permesso e' un crimine indipendentemente dalla religione di chi la picchia; che lo Stato deve essere laico senza compromessi, perche' e' l'unico modo per assicurare liberta' di religione per tutti; che la liberta' di religione non comporta l'esenzione da critiche; che le dittature sono male e la democrazia e' bene; che l'antisemitismo e' una forma di razzismo e come tale e' inaccettabile comunque. Se queste affermazioni sono, oggi, cosi' forti da determinare un contrasto con una parte della sinistra, a mio modestissimo parere il problema non e' dell'Euston Manifesto.

UPDATE: Ipazia scrive meglio di me - caso mai ci fossero dubbi.

C'e' grossa crisi


Voli andata e ritorno per Bologna, verso la fine di giugno, prenotando oggi:

British Airways: 95 sterline (incluse tasse aeroportuali), volo diretto per Bologna
Ryanair: 99 sterline (incluse tasse aeroportuali), volo per Forli'
Alitalia: 579 sterline, piu' circa 60 sterline di tasse aeroportuali, scalo a Roma e atterraggio a Bologna

Dice che l'Alitalia e' in crisi. Ci credo, non dev'essere facile tirare avanti se selezioni la clientela solo fra i polli impaccati di soldi. Immagino abbiano accordi pubblicitari col mago Do Nascimiento, se sono abbastanza polli per uno, c'e' il caso che paghino pure per l'altro (stavo per dire qualcosa a proposito delle offerte speciali per gli elettori di Berlusconi, ma mi dicono che sia incostituzionale prendere per il culo la parte politica che non ha perso affatto, ha solo avuto qualche migliaio di voti in meno, quindi mi astengo)

L'Italia e' la piu' grande charity del mondo: ogni 5-6 anni i contribuenti si mettono una mano sul cuore e salvano un'azienda che produce automobili che non riescono a fare la strada fino al meccanico senza scassarsi, o una che ti porta dal punto A al punto B con una spesa pari al debito pubblico di una piccola nazione africana; e ogni volta pagano sapendo che fra 5 anni la situazione sara' identica a quella di oggi, e dovranno pagare di nuovo. Degli angeli, altroche'.

Ci fa una pippa, a noi, Bob Geldof.

25 aprile 2006

L'antifascismo


...ha molte facce, molte storie e molti protagonisti, come racconta Ipazia.

Anche il fascismo, come mostra il secondo paragrafo di questo articolo.

Il 25 aprile


Ogni anno, per un anno, specie dall'inizio della guerra in Iraq, i destri nostrani non fano che scassarci l'anima con la storia di quanto si debba essere grati agli americani che ci hanno salvati dal nazifascismo (insieme a russi, francesi, inglesi, indiani, giamaicani, canadesi, vietnamiti, olandesi, australiani, neozelandesi, marocchini, sudafricani eccetera, ma il destro medio grasso che cola se conosce gli USA), di quanto l'Europa sia ingrata a non fare esattamente tutto quello che George Bush dice, di quanto incomparabilmente, incommensurabilmente malefici fossero i regimi nazifascisti.

E fin qui, uno puo' anche essere in parte d'accordo. In una storia lunga e travagliata, raramente gli esseri umani sono riusciti a mettere insieme una rappresentazione della favoleggiata mente di Satana piu' perfettamente che col nazifascismo del XX secolo; e nessuno sicuramente nega il debito di gratitudine che l'Europa ha verso l'immensa armata di cittadini-soldati, per citare Ambrose, che con molte luci e qualche ombra ha contribuito a portare a questa parte d'Europa la liberta' (per i Paesi occupati), la salvezza (per la Gran Bretagna) e persino una qualche forma di redenzione (per l'Italia e la Germania). Questo ci rende, ci obbliga ad essere, quasi, amici degli USA. Si comincia a dissentire quando il destro medio ci da' la sua definizone di amicizia, che recita all'incirca "fate tutto quello che cazzo vi dico io o mi metto a pestare i piedi per terra, non vi parlo piu' e cambio nome alle patatine fritte". Ruolo di un amico, come dice Michael Moore (col quale mi trovo d'accordo forse piu' spesso di quel che mi piacerebbe) e' anche quello di avvertirti quando stai per pestare una merda, e se ci vuoi saltare dentro, di rifiutarsi di farlo assieme a te.

Ma sto divagando. Dicevo, ogni anno, per un anno, tocca ascoltare la recitazione dei mali del nazifascismo da parte di gente che passa il resto del proprio tempo a proporre o giustificare soluzioni nazifasciste ai problemi del mondo, dalla deportazione in campi di prigionia per gli immigrati e, e questo e' cruciale, per i discendenti di immigrati, alla cittadinanza basata sul sangue, dalla soluzione militare contro le popolazioni civili recalcitranti alla negazione dell'universalita' dei diritti umani (vedi le affannose giustificazioni per le detenzioni a Guantanamo); questa dicotomia li spacca dentro, poveretti: essere costretti a condannare e vituperare i propri referenti politico-ideologici in nome di propaganda politica spicciola causa loro tic nervosi, gastriti, conflitti di interessi e perdita di capelli.

Per fortuna c'e' il 25 aprile: l'unico giorno in cui possono permettersi di ignorare la propaganda spicciola filoamericana ad ogni costo, e concentrarsi sulle cose di casa. Il 25 aprile e' una festa dei partigiani comunisti, e' la commemorazione di uno scontro diretto in cui i loro referenti sono stati sconfitti e scacciati, e quindi delegittimare questa ricorrenza diventa una priorita'.

Guardateli, i destri, il 25 aprile: finalmente possono dare sfogo a tutto quello che hanno represso per 364 giorni, i ragazzi di Salo', i crimini dei partigiani, i soldati marocchini che violentavano le donne, i Gurkha che ammazzavano i preti, i buffalo soldiers che mangiavano i bambini (o era che ammazzavano i bambini, mangiavano le donne e violentavano i preti? Boh, mi confondo sempre), il fascismo che aveva dato ordine all'Italia, il rispetto internazionale, il nazismo che tutto sommato Hitler non era peggio di Stalin, San Sabba era solo un centro di smistamento, un partigiano ha detto zoccola a mia nonna...

Sono felici come bambini, possono finalmente dar fondo a quella riserva d'odio, di astio, di menzogne che hanno accumulato per un anno, possono mostrare il loro vero volto, possono dire con fierezza che loro a Kesselring gli avrebbero dato appoggio, aiuto, rifugio, possono dire che in Italia non c'e' stata una guerra di liberazione, ma una guerra civile, fra due parti di uguale dignita', da una parte chi voleva eliminare le razze inferiori con la segregazione e la sterilizzazione e dall'altra chi voleva eliminare le razze superiori col meticciato e il rimescolamento forzato (non ridete, l'ho sentita veramente).

Sono realizzati, in pace con se stessi, possono sopportare la gastrite e la perdita di capelli per un altro anno. E in Italia qualcuno vorrebbe addirittura eliminare questa ricorrenza? Ma non avete cuore!

22 aprile 2006

Resistere, resistere, resistere


Oggi fanno esattamente quindici anni che la donna piu' fantastica del mondo mi sopporta.

Fatemi i complimenti.

20 aprile 2006

Due volte coglione


Non contento di aver votato a sinistra, ho i miei contributi pensionistici investiti in un fondo etico - niente armi, attivita' inquinanti/antiecologiche, attivita' condannate da varie commissioni ONU. Da' un rendimento piu' basso, ed e' tassato da far venire l'itterizia, pero' la sera almeno dormo.

Altri, invece, meno coglioni di me, investono le loro vaste fortune, derivanti in buona parte da una strettissima protezione dei copyright, in fondi a massimo rendimento e trust instaurati in paradisi fiscali. Eh, bello essere la mente piu' acuta della sinistra antagonista mondiale...

18 aprile 2006

Serendipita'


Ieri abbiamo fatto una Pasquetta atipica, con la mia dolce meta'. Nell'ambito del programma "101 motivi per non sposare una zoologa", la mia signora m'ha trascinato a Southend-on-Sea, dove, vacanza o non vacanza, sta lavorando al trasferimento forzato di tritoni, lucertole, rane e rospi (tutti specie protette) da un'area dove vogliono costruire un ipermercato ad uno stagno protetto.

Sveglia alle 6.30 (mi pare, non ero molto coerente quando m'ha buttato giu' dal letto), benzina, Guardian, statale A127 per Southend, e per fortuna guidava lei, senno' probabilmente staremmo ancora cercando l'imbocco della tangenziale.

Mentre la mia signora guidava, m'e' caduto l'occhio su un editoriale del Guardian a firma di Martin Jacques che m'ha fatto rizzare i capelli in testa. Afferma Mr. Jacques (comparando l'atteggiamento occidentale oggi e nel 1945):

Has the effect of globalisation been to promote a less respectful and more intolerant attitude in the west, and certainly on the part of the US, towards other cultures, religions and societies?
Traduco per il lettore non anglofono:
L'effetto della globalizzazione e' stato quello di promuovere un atteggiamento meno rispettoso e piu' intollerante nell'occidente, e certamente in parti degli USA, verso altre culture, religioni e societa'?
La risposta e', a quanto pare, si', oggi siamo molto piu' intolleranti che nel 1945:
In short, globalisation has brought with it a new kind of western hubris - present in Europe in a relatively benign form, manifest in the US in the belligerent manner befitting a superpower: that western values and arrangements should be those of the world; that they are of universal application and merit. At the heart of globalisation is a new kind of intolerance in the west towards other cultures, traditions and values, less brutal than in the era of colonialism, but more comprehensive and totalitarian.
Ossia:
In breve, la globalizzazione ha portato con se' un nuovo tipo di hubris occidentale - presente in Europa in forma relativamente piu' benigna, manifestatasi negli USA nella maniera belligerante adatta ad una superpotenza: che i valori e gli schemi occidentali dovrebbero essere quelli del mondo intero; che abbiano applicabilita' e meriti universali. Nel cuore stesso del concetto di globalizzazione c'e' un nuovo tipo di intolleranza nell'occidente verso altre culture, tradizioni e valori, meno brutale che nell'era del colonialismo, ma piu' onnicomprensiva e totalitaria.
E come si giunge a questa conclusione, che oggi siamo di gran lunga piu' totalitari e intolleranti? La prova sta nel fatto che pretendiamo di estendere a tutti i concetti di democrazia e di diritti umani:
Of course, it can rightly be argued that European colonialism embodied a fundamental intolerance, a belief that the role of European nations was to bring "civilised values" to the natives, wherever they might be. It made no pretence, however, at seeking to make their countries like ours: their enlightenment, as the colonial attitude would have it, depended on our physical presence. In no instance, for example, were they regarded as suitable for democracy [...] Where once democracy was not suitable for anyone else, now everyone is required to adopt it, with all its western-style accoutrements.

Ovviamente, si puo' argomentare che il colonialismo europeo era la manifestazione di una intolleranza fondamentale, la convinzione che il ruolo delle nazioni europee fosse di "portare la civilta'" ai nativi, dovunque questi fossero. Non pretendeva, tuttavia, di far diventare le loro nazioni come le nostre: la loro "illuminazione", come l'atteggiamento colonialista la descriveva, dipendeva solo dalla nostra presenza fisica. in nessun caso, per esempio, venivano considerati adatti alla democrazia [...] Laddove un tempo la democrazia non andava bene per nessun altro, oggi si richiede a tutti di adottarla, assieme a tutti i suoi orpelli occidentali.
Devo dire che la lettura dell'articolo mi ha reso furioso fino a farmi diventare incoerente per un paio di minuti. Non riuscivo a capacitarmi che quest'articolo venisse dal Guardian, e non da qualche pezzo di carta da cesso pubblicato dal BNP per le elezioni amministrative di Maggio. Non riuscivo a capacitarmi che un autoproclamatosi progressista potesse scrivere simili assurdita' razzistoidi, associare strettamente la democrazia ed il rispetto dei diritti umani con la cultura occidentale (affermandone implicitamente, senza mai dirlo, per carita', una non specificata ma certa superiorita' morale), negare a chiunque non sia nato bianco ed europeo - e con una casa a Chelsea, se possibile - il rispetto dei suoi diritti umani fondamentali, alla liberta' di espressione e di opinione, alla democrazia; peggio, senza dirlo apertamente, affermare che qualunque cultura che non sia quella occidentale, bianca e suppongo anglosassone sia incompatibile con la democrazia e il rispetto dei diritti fondamentali.

Quest'ultima e' in effetti la cosa piu' grave. La conseguenza naturale delle argomentazioni di Mr. Jacques e' che la democrazia sia parte integrante della cultura occidentale, e sia completamente estranea a qualunque altra cultura - tanto da dover essere imposta con la forza o con la coercizione economica. Non, dunque, un sistema di governo che preserva e protegge la cultura di una popolazione conferendo il potere ultimo alla popolazione stessa - e quindi trasformando lo Stato e la legge in espressione della cultura stessa; ma una creazione della cultura occidentale che puo' solo essere adottata da altre culture sradicandole e alterandole radicalmente fino a trasformarle in copie scadenti dell'East End o di Tor Bella Monaca.

Pochi giorni fa ho scritto un post su questo blog, in cui esprimevo il massimo disprezzo nei confronti di quei sedicenti progressisti che vanno dicendo cose come "gli arabi non sono maturi per la democrazia", paragonandoli ai colonialisti di un paio di secoli fa e al loro atteggiamento paternalistico nei confronti dei nativi. L'ultima cosa che mi sarei potuto aspettare era che qualcuno prendesse quei colonialisti vittoriani ad esempio di virtu' nel paragone con chi, oggi, vorrebbe che la democrazia e i diritti umani diventassero valori realmente universali.

Si', dice, vabbe', ma che c'entra il titolo? C'entra, perche' ieri sera, tornato a casa, ho acceso il computer e ho trovato che su normblog c'era un bell'articolo molto critico nei confronti di Martin Jacques - da parte di una persona dichiaratamente di sinistra. Se aggiungiamo poi che Norman Geras e' uno degli estensori dell'Euston Manifesto, del quale mi onoro di essere uno dei primi 200 firmatari, credo sia lecito parlare di serendipita'. Il fatto di incazzarmi per un articolo, tornare a casa e leggere di una persona egualmente incazzata, per gli stessi motivi e in difesa di quelli che sempre piu' in minoranza ci ostiniamo a considerare diritti fondamentali e inalienabili, m'ha dato la conferma di cui avevo bisogno che esistono persone e gruppi con cui vale ancora la pena di impegnarsi politicamente.

16 aprile 2006

...e buona Pasqua



La sinistra sta maturando


Non posso che esserne contento: non sono mai stato convinto della scelta antinucleare a priori della sinistra europea e in particolare italiana; non mi ha mai convinto la reazione, francamente isterica, che scattava in automatico appena si ventilava l'ipotesi nucleare per ridurre la dipendenza dal petrolio e l'emissione di gas-serra.

Non posso che essere contento, quindi, per il passaggio a posizioni piu' razionali di tanta parte della sinistra, anche ambientalista, europea, che difende la scelta nucleare dell'Iran.

(no, quanto sopra non e' da interpretare come un post serio, santamadonna, tutto vi devo spiegare? Buona Pasqua)

15 aprile 2006

Relativismo


Mai una volta mi e' capitato che un duro e puro di sinistra, in nome del relativismo culturale e della nostra scarsa conoscenza della cultura e della storia afrikaans, chiedesse di giustificare, o almeno di non condannare, il regime dell'apartheid o il razzismo degli afrikaner.

Chissa' come mai.

13 aprile 2006

Annuncio: The Euston Manifesto

Gli anglosassoni, ed in particolare i britannici (anche quelli d'adozione), hanno questa fantastica tradizione di incontrarsi in un pub, cominciare a discutere di una cosa o di un'altra, bere una birra, berne un'altra, occasionalmente berne una terza, scrivere un Manifesto, fondare un movimento politico. Gli estensori dell'Euston Manifesto non saranno Karl Marx e Friedrich Engels, ma nel loro piccolo stanno lanciando un segnale molto importante:

Today, 13Apr06, we - bloggers, academics, campaigners, writers, scientists, journalists, citizens - launch the Euston Manifesto. With this document we hope to publicly assert our progressive, democratic, egalitarian, internationalist principles in the face of recent attacks upon them from the Right and, to our dismay, the Left.

Many of us are of the Left, but we come from across the range of political positions. We are not founding a political party. There were differences amongst us over Western military intervention in Iraq. Our declaration is not definitive, final, or perfect; it is, we hope, the beginning of a renewed debate, grounded in a common set of progressive values. You can read and sign the document at our Website where donations towards our costs are also welcome.

Comments are closed on this announcement alone because that is all this post is: an announcement. We simply want to launch this movement in a co-ordinated way and make sure there is time for people to understand exactly what we stand for before criticising it. We welcome discussion of the Euston Manifesto across blogs, in the media, and in the public world and intend that the Euston Manifesto Group, the organisation founded upon the manifesto's principles, will promote such debate by organising meetings, sponsoring seminars, and publishing ideas.
Una traduzione, come al solito, per il mio lettore non anglofono:
Oggi, 13 Aprile 2006, noi sottoscritti - blogger, accademici, attivisti, scrittori, scienziati, giornalisti, cittadini - lanciamo l'Euston Manifesto. Con questo documento intendiamo affermare pubblicamente i nostri principi progressisti, democratici, egualitari, internazionalisti, di fronte ai recenti attacchi che questi hanno subito da destra e, con nostro sconforto, da sinistra.

Molti di noi appartengono alla sinistra, ma proveniamo da ogni parte della distribuzione politica. Non stiamo fondando un partito politico. Vi sono state differenze fra di noi sull'intervento militare occidentale in Iraq. La nostra dichiarazione non e' definitiva, finale o perfetta: costituisce, noi speriamo, l'inizio di un rinnovato dibattito, basato su un insieme comune di valori progressisti. Chi lo desidera puo' leggere il documento sul nostro sito web, dove e' anche possibile effettuare eventuali donazioni per coprire i costi di gestione.

Su questo annuncio non e' possibile lasciare commenti perche' si tratta appunto di questo: di un annuncio. Vogliamo semplicemente lanciare questo movimento in maniera coordinata ed assicurarci che ci sia tempo sufficiente perche' la gente capisca esattamente cosa vogliamo prima di lanciare critiche. La discussione sul Manifesto di Euston e' benvenuta sui blog, sui media e fra il pubblico, ed intendiamo fare si' che l'Euston Manifesto Group, l'organizzazione fondata sui principi del manifesto, promuova il dibattito organizzando incontri pubblici, sponsorizzando seminari e pubblicando idee.
Io ho gia' firmato il manifesto, ed invito il mio lettore da Londra a fare altrettanto. Credo che iniziative simili facciano un gran bene alla sinistra.

11 aprile 2006

Voto dall'estero (repost da IPI)

Queste elezioni, col centrosinistra salvato dal voto degli emigranti, dimostrano una volta di piu' che non e' il caso di far votare i residenti all'estero: la democrazia e', o dovrebbe essere, il sistema che garantisce un governo giusto, non il governo migliore possibile; e non vedo alcuna giustizia nell'immagine di una popolazione composta in maggioranza di minchioni - elettori del nano piu' imbecilli che "non votano per uno come Prodi" - salvati da un intervento dall'estero.

Checcaxxo, sono stato 3 anni a manifestare contro l'esportazione di democrazia, e adesso la vado a esportare in Italia?

Contratto con gli italiani


(almeno con quelli di IPI)

Io sottoscritto, Eugenio Mastroviti,

sostanzialmente sano di corpo e anche di mente (non state a sentire mia moglie) mi impegno solennemente a percorrere in bicicletta la distanza fra la mia abitazione ad East Finchley, Londra, e la ridente cittadina di Cambridge, e ritorno, per un totale di circa 100 miglia, se il nuovo governo italiano di centrosinistra dovesse riuscire a fare una legge non dico severa, ma almeno dignitosa, sul conflitto di interessi. Il percorso verra' coperto nell'arco di una sola giornata (un sabato da definirsi), e se possibile documentato da fotografie e invio di cartoline da Cambridge a chi ne fara' richiesta.

Ecco qua. Mo' vediamo cosa fanno questi.

Da it.politica.internazionale: commento al risultato


Ripubblico qui un commento apparso su Usenet - un commento che, purtroppo, condivido in pieno:

Beh, ci risiamo.

Contro ogni previsione non è andata neppure stavolta e dire che si erano vinte tutte le precedenti tornate elettorali e tutti i sondaggi davano il csx in vantaggio.

Dopo 5 anni di cleptarca ci ritroviamo con un FI ancora primo partito (quasi un quarto degli italiani ha riconfermato il bastardo), il cdx ancora intorno al 50%, praticamente sono gli stessi risultati di 5 anni fa.

La cosa si è svolta come in USA, sondaggi e exit poll davano la sinistra come vincitrice nettissima, sbagliavano, clamorosamente. Ora dopo ora il vantaggio è andato assottigliandosi con una regolarità inquietante.

Ci sono stati brogli? Non lo so e francamente poco me ne frega. Dubito che possano essere stati così macroscopici da permettere un cambiamento di più di 7 punti.

La verità è che B. aveva ragione, ha semre avuto ragione. Mentre noi ci interrogavamo su come fosse possibile ritenere un grande comunicatore un individuo maniaco-ossessivo in grado soltanto di ripetere le stesse frasi per poi ritrattarle pochi minuti dopo, tanto avido da non aver trovato tra una legge ad personam e l'altro un minuto per far qualcosa a favore dell'Italia, lui plasmava una moltitudine silenziosa che si vergogna a dire che vota per lui exit poll docent), ma ce lo fa comunque.

E' stata questa la genialità del cleptarca, mentre tutti i politici parlavano agli Italiani aspettandosi da loro un minimo di intelligenza, lui li ha trattati da idioti, o come ama dire da "bambini di undici anni e neppure troppo svegli", e ha trionfato.

Ha promesso miracoli economici e la gente si ritrova al limite della sopravvivenza eppure vota ancora per lui.

Ha promesso prestigio internazionale mentre invece siamo lo zimbello del mondo e la gente vota ancora per lui.

Dice che viene demonizzato e la gente gli crede eppure non si accorge di quanto deliri quando accusa qualunque oppositore di comunismo (pure l'economist).

Dice che la magistratura è contro di lui e fa di tutto per distruggerla, schiva i processi facendosi fare le leggi dai suoi avvocati in parlamento e la gente non se non accorge.

Si lamenta dei killer e degli stupratori che escono troppo presto di galera e poi depenalizza reati, fa condoni su condoni e la gente non nota l'ipocrisia della cosa.

Promette imponenti opere pubbliche e fa fatica a finire un'autostrada, ma alla gente questo va bene.

Ha un passato oscuro in maniera talmente ovvia da doversi chiedere perchè non sia stato sbattuto in galera e alla gente sta bene.

Candida cani e porci, attrici soubrette nani e ballerine, individui a cui non affiderei neppure il mio cane e alla gente questo va bene.

Ha avuto contro tutti, perfino i grandi industriali, eppure nel nord ha stravinto, ancora.

Ha cambiato la legge elettorale per tentare di limitare i danni di una sconfitta annunciata, a pochi mesi dal voto, contraddicendo se stesso per l'ennesima volta e la gente non ha notato niente.

La cosa divertente è che la nuova legge elettorale ci ha probabilmente favorito, neppure B. credeva che gli Italiani potessero giungere a tanto, perfino il più grande conoscitore dell'idiozia nel mondo ci aveva sopravvalutato, la cosa è inquietante lasciatemelo dire.

E non mi si venga a dire che la supremazia massmediatica non ha fatto la sua parte, guardate i voti degli italiani all'estero, qual è la differenza principale?

Noi abbiamo perso, e continueremo a perdere finchè non diventeremo esattamente come lui, finchè il nostro leader (ma perchè diavolo serve un leader?!) non farà battute, finchè non diventeremo provinciali, burini e ignoranti.

E' la democrazia che tutti tentano di far passare come la panacea di tutti i mali, la forma di governo suprema. La democrazia funziona perfettamente: da al popolo il governo che si merita, non darà mai un buon governo perchè il popolo non lo meriterà mai, tutto qui.

Riot

10 aprile 2006

Confessate


Quanti di voi sapevano che nella Rosa nel Pugno c'era Ugo Intini e non mi hanno detto niente?

Calma, calma


Restiamo calmi, le proiezioni sono ancora incomplete e basate su un set di dati di gran lunga troppo ridotto. Stiamo calmi, prendiamo lo champagne dal frigo con calma, prepariamo con la massima tranquillita' i mortaretti in balcone, ma per carita', e' importante restare calmi e non lasciarsi prendere da facili entusiasmi. Calma. Restiamo calmi e non facciamoci prendere la mano...


EVVAI!

La quarta "I"


Incompetenza (da Macchianera)

06 aprile 2006

Viva Harry Potter


J.K. Rowling, la "mamma" di Harry Potter, si scaglia contro il modello offerto alle sue figlie dai media: anoressia, egotismo, ignoranza:
Potter Author Hits Out At Skinnies

Io l'avevo gia' detto in passato e lo ripeto, che una radiografia non e' sexy, e peggio che peggio se e' una radiografia il cui unico scopo nella vita e' di continuare ad essere emaciata.

Era inevitabile...


Vedi banner nell'angolo in alto a sinistra

04 aprile 2006

I coglioni


Devo (incredibilmente) solidarizzare con il Cav. Presdelcons Silvio Berlusconi per la bagarre scoppiata sull'epiteto di cui al titolo.

Devo solidarizzare perche' credo che si stia facendo chiasso a vuoto, in maniera strumentale - Berlusconi non ha detto di me, dopotutto, niente piu' di quello che io dico dei suoi elettori sin dal lontano 1994. In piu', come nota personale, devo confessare di aver avuto qualche giorno fa una disavventura simile.

Eravamo in sala riunioni, tutti e circa 50 quanti siamo in questa business unit, e c'era una rappresentante delle Risorse Umane della compagnia, che ci spiegava le meraviglie e i vantaggi del fantastico cambiamento che avverra' a ottobre, che comportera' un trasloco di uffici, tre quarti d'ora al giorno in piu' in metropolitana (o, per me, 12 Km in piu' in bicicletta), un sacco di spese addizionali, e il fatto che occuperemo i tre piani piu' alti di uno dei grattacieli piu' alti d'Europa: praticamente come andare al lavoro con un bersaglio disegnato sulla schiena ("la compagnia e' riuscita a negoziare un prezzo di favore": ettecredo, quei 3 piani erano vuoti dal dicembre 2001!)

Insomma la tizia ci ha spiegato che stanno lanciando un programma di incontri motivazionali, per spiegare individualmente ad ognuno di noi quanto siamo fortunati ad andare a lavorare nei Docklands, quali enormi opportunita' ci si aprano davanti adesso che tutti e 2000 i dipendenti di Londra verranno concentrati in un singolo posto, e quanto sia importante che i dipendenti mantengano un outlook positivo per superare le inevitabili piccole difficolta' che sorgeranno durante il trasloco.

Nel silenzio perplesso che ha seguito questa perorazione, qualcuno (io) ha borbottato, purtroppo abbastanza distintamente, "Yeah, they're not only going to buttfuck us, they want us to thank them afterwards".

La ragazza delle risorse umane, poverella, e' impallidita, quasi tutti i colleghi si sono girati a guardarmi, e io che diavolo potevo fare? Ho cercato di fare una faccia sorpresa e ho chiesto, "I'm sorry, did I use my outer voice?"

Secondo me Berlusconi avrebbe dovuto fare lo stesso.

Pro-life, pro-choice, pro-women


Bellissimo
post che sottoscrivo al 100%

02 aprile 2006

Islamofobia


Volete vedere un esempio di islamofobia? Eccolo qui.

Far sparire una rivista da oltre 1000 librerie negli USA e altre centinaia in Europa non e' "rispetto"; come non lo e' vietare i calendari con Winnie the Pooh e Piglet negli uffici dei consigli comunali, perche' un consigliere musulmano trova "offensiva" la raffigurazione di un maiale da cartoni animati; come non lo e' cercare di rimpiazzare un'antica statua di un cinghiale, simbolo di una citta', con un animale "non offensivo" per la comunita' musulmana; come non lo e' per una banca smettere di regalare porcellini salvadanaio a clienti non-musulmani perche' alcuni clienti musulmani trovano offensiva la pratica in se'; come non lo e' cancellare dalla refezione scolastica le tradizionali brioche pasquali, i cross buns, perche' hanno un intaglio a forma di croce, o qualunque piatto contenente carne di maiale, perche' i genitori di alcuni bambini musulmani trovavano offensivo che altri mangiassero maiale.

Tutti questi episodi non ottengono che un risultato: quello di dipingere un miliardo e mezzo di persone, in larghissima maggioranza tolleranti, aperte e pacifiche, con la vernice di minuscoli gruppi di integralisti e oscurantisti, per la gioia delle leghe e dei BNP di questo mondo, che si trovano il compito di fare di ogni erba un fascio svolto in anticipo dai media e dall'opinione pubblica "progressista".

Per intenderci, se domani mattina cambiassero la legge inglese autorizzando gli immigrati italiani a segregare in casa le mogli "perche' e' nella loro cultura tradizionale", magari in risposta ad una formale richiesta di un minuscolo gruppo di completi imbecilli con l'orologio indietro di un secolo buono (e neanche un secolo fa questa era pratica comune, sia chiaro), sfiderei chiunque a non accusare il governo inglese del piu' becero razzismo; non mi spiego perche' tanti idioti politically correct salutino invece con entusiasmo multiculturale l'abolizione dei calendari col maialino.

Se volete un secondo esempio di profonda, intollerabile islamofobia, sintonizzate le orecchie su una conversazione a cui partecipino piu' di due "fautori del multiculturalismo" come lo si intende di recente. Fate attenzione alle parole, ai concetti, al tono soddisfatto con cui si afferma che "non sono maturi per la democrazia", che "ogni cultura esprime un diverso concetto di diritti e di tolleranza", che "e' nella loro cultura reagire cosi' alle offese", che "non abbiamo il diritto di interferire"... dopo una decina di minuti che ascolto di queste perle, il mio cervello si imbarca in automatico in un viaggio nel tempo, e mi ritrovo circondato di gentildonne e gentiluomini in abiti vittoriani che disquisiscono di quanto i selvaggi dell'Africa nera siano "come bambini", non siano "capaci di governarsi da se'", di come "gli stiamo facendo un favore, veramente". L'atteggiamento e' lo stesso, l'intima convinzione di essere moralmente superiori anche, la soddisfatta accettazione della propria superiorita' mascherata da tolleranza non potrebbe fare piu' ribrezzo se venisse da cadaveri in decomposizione da una settimana. Una persona con un'educazione cattolica un po' piu' forte della mia li chiamarebbe sepolcri imbiancati.

Quote rosa?


L'Unione, elezioni della Camera dei Deputati, circoscrizione Estero, ripartizione Europa: dodici candidati, una sola donna.

Alla faccia.