27 febbraio 2009

Analisi ineccepibile


Perfetta la descrizione della recessione data dal Daily Mash:

It's a fascinating dynamic. The politicians blame the bankers, the bankers blame the politicians, and the ordinary taxpayer is down on all fours with a confused look on his face, being fucked at both ends

E' una dinamica affascinante: i politici danno la colpa ai banchieri, i banchieri danno la colpa ai politici, e il contribuente sta a quattro zampe con un'espressione confusa mentre viene trombato davanti e didietro

26 febbraio 2009

La scienza non è cultura


Marco lamenta il pregiudizio che colora l'ultima uscita di Alessandro Baricco, salutata come una giustificata provocazione da tanti degli autonominatisi intellettuali in Italia e altrove: "Che senso ha salvare l'Opera e produrre studenti che ne sanno più che chimica che di Verdi?"

La chimica, pensa Baricco, è roba da manovali, come un po' tutta la scienza. La cultura, anzi, potrebbe quasi essere definita per esclusione: ciò che per prodursi non richiede alcuna conoscenza di scienza e/o tecnologia, se non quella, elementare, per l'operazione manuale di creazione: usare un word processor per scrivere un libro, o la posta elettronica per scambiarsi informazioni - e anche quella è una concessione recente, chè fino a qualche anno fa scrivere su un computer era "spersonalizzante" per un vero intellettuale.

Non si è mai chiesto, Baricco, quali siano i meriti relativi di quella che lui considera "cultura" e della robetta da manovali che dovrebbe essere spazzata via dalle scuole per far posto all'apprezzamento di Verdi, della musica dodecafonica e della pittura impressionista norvegese. Non si è mai chiesto, per esempio, quale parte di quella che lui considera cultura abbia contrinuito a cambiare e chiarire la posizione dell'uomo nell'universo quanto hanno fatto la biologia e la zoologia con la teoria dell'evoluzione e l'eliminazione della necessità di un Dio creatore. Non si è mai chiesto a quanti secoli di seghe mentali sue e/o dei Wu Ming corrisponda la rivoluzione intellettuale di Newton, che ha dispiegato davanti ai nostri occhi l'armonia dell'universo; o quella di Einstein che ha esteso quell'armonia oltre la nostra capacità di visualizzazione intuitiva.

Nell'ultimo secolo quest'attività di secondo piano - che, magari, dovrebbe sparire dalle scuole e dalle università per far posto a corsi seminariali sul New Italian Epic - ha cambiato radicalmente la nostra vita intellettuale: la meccanica quantistica ci ha mostrato il fondamento del concetto di libero arbitrio (astenersi deterministi einsteiniani, per pietà, non ho intenzione di accendere una pippa interminabile sulle variabili nascoste), l'astronomia si avvicina ogni giorno di più a trovare altri pianeti simili alla Terra e, forse, alla prova che la vita non è dopotutto un caso unico, la biologia molecolare ha aperto lo scrigno - o il vaso di Pandora - dei segreti della vita e dell'ereditarietà, l'informatica negli ultimi 15 anni ha prodotto una rivoluzione culturale comparabile con quella del torchio di Gutenberg, riducendo, come allora, di diversi ordini di grandezza i tempi e i costi della riproduzione e diffusione delle informazioni, e ci ha catapultati in un'epoca in cui i paradigmi sull'accumulazione e fruizione della conoscenza stanno collassando uno dietro l'altro. E mi limito, per brevità, agli esempi più ovvi e immediati.

Quale influenza, Baricco, quali cambiamenti nel pensiero umano, nel nostro modo di vedere la vita e il nostro rapporto con l'universo ha avuto Charles Darwin, e quali i Wu Ming? E come si misura la cultura, se non con la capacità di aprire e illuminare la mente umana, porre domande, cambiare il modo in cui guardiamo l'universo?

P.S. No, ovviamente non vorrei eliminare lo studio della letteratura o del latino o della storia dalle scuole superiori. Non vorrei eliminare (che Manitù mi perdoni) neanche la filosofia, figuriamoci. Temo solo che lo snobismo degli intellettuali nostri contemporanei, la loro compiaciuta auto-emarginazione da qualunque cosa puzzi di scienza e tecnologia, li condanni ad una progressiva irrilevanza e soprattutto alla progressiva fossilizzazione dell'importante parte della produzione culturale di cui si piccano di essere la punta di diamante.

23 febbraio 2009

Lo strano caso di Mrs. Henrietta Lacks


Mrs. Inminoranza, come sa chiunque abbia dato una scorsa al suo blog, ha un'insana passione per i racconti dell'orrore; questa passione risale a prima che si appassionasse alla zoologia, ed esisteva già quando qualche (ahem) anno fa ci siamo incontrati, e lei era una promettente biochimica.

È stata, la nostra, una relazione che ha incontrato diverse difficoltà iniziali. Per dirne una, ci ho messo del tempo ad abituarmi al suo hobby di spiegarmi, per ogni piatto ordinato al ristorante cinese, le caratteristiche meno note di tutte le malattie deturpanti/invalidanti che quel piatto stesso poteva trasmettermi; ma ancora di più ricordo con qualche brivido la storia di Mrs. Henrietta Lacks, una storia strettamente legata ai suoi studi di biochimica.

Henrietta Lacks è una donna nata a Roanoke, Virginia, nel 1920 e diventata, per una curiosa serie di coincidenze, immortale. La maggior parte di Henrietta è morta nel 1951 di cancro al collo dell'utero, ma una coltura di cellule prelevata durante un intervento chirurgico mirante a rimuovere le masse tumorali non solo è sopravvissuta, ma ha prosperato e proliferato, diventando, col nome di HeLa cells, una presenza comune nei laboratori di biologia molecolare. Queste colture, rese
dal cancro capaci di moltiplicarsi all'infinito, non vanno soggette ad invecchiamento e sono, a tutti gli effetti, immortali.

L'idea di queste colture cellulari immortali appartenenti ad una donna morta mezzo secolo fa, fatte riprodurre e distribuite nei laboratori di ricerca, a me ha sempre messo un po' i brividi; ma adesso, da qualche giorno, mi sta facendo affacciare alla mente interrogativi che non mi ero mai posto prima.

Vorrei chiedere, per esempio, ai nostri amici cattolici che ci vogliono tanto bene da volerci proteggere da noi stessi, se Henrietta Lacks sia viva o morta. Vorrei chiedere loro se quando c'è da buttar via una di quelle colture - in grado di vegetare autonomamente almeno quanto lo era Eluana Englaro - loro vanno davanti ai laboratori a dare degli assassini ai tecnici. Vorrei sapere quale numero di cellule considerano il limite minimo perchè
una persona sia "viva", o se è una questione di forma, tipo che se infiliamo quelle cellule in un contenitore a forma di Barbie Henrietta ridiventa viva, o se, come ha detto il loro (che mio non è) ineffabile presidente del consiglio, è questione di poterla ancora considerare una fattrice per dar figli alla patria - e quelle colture si riproducono: cazzo, se si riproducono, contaminano altre colture e bisogna adottare protocolli particolari per ridurre il rischio di infestazioni.

No, davvero, cari cattolici, spiegatemi: Henrietta Lacks è viva? Cosa manca a quelle colture cellulari che una persona cerebralmente morta ha?

Fra l'altro, a questo punto si rende necessaria una precisazione. Chi mi conosce potrà pensare che sia strana, questa presa di posizione, visto che io, per quel che mi riguarda, gradirei invece (per motivi che adesso è lungo spiegare) restare attaccato alla macchina per quanto possibile e senza limiti di tempo.

Le questioni sono in realtà due. La prima è che credo che ognuno dovrebbe essere in grado di disporre della propria vita (e della propria morte) come crede, entro limiti ragionevoli e senza imposizioni da parte dell'amico immaginario di Tizio o Caio. Voglio che quando si arriva alla fine le persone che amo non debbano ritrovarsi anche l'animo appesantito dall'invettiva e dall'accusa di assassinio da parte di miserabili che, non contenti del proprio fallimento umano e morale, esigono di ridurre il resto dell'umanità al loro stesso stato, come succede in Italia; e d'altra parte voglio, se è il caso, cercare di resistere fino alla fine o anche oltre, durare quel che posso, evitando magari di fare la fine di quello che s'è lasciato morire di qualche infezione, stanco di tutto, il giorno prima che mettessero in commercio la penicillina, e senza dovermi sentir dare del vigliacco, dell'egoista, senza sentirmi compatire per la mia mancanza di dignità per non essere andato in Svizzera a farmi un'overdose di barbiturici non appena la mia qualità della vita scende al di sotto di un limite più o meno arbitrario deciso da un editorialista del Guardian, come si fa, più o meno sottovoce, da queste parti.

Poi c'è un'altra ragione, ancora più importante - la religione è un sistema totalitario, non accetta e non ammette limiti alla sua area di influenza. Ogni limite all'influenza delle religioni moderne deriva solo dal fatto che in qualche momento del passato sono state sconfitte, politicamente o qualche volta persino militarmente, e si son fatte abbastanza male da non aver voglia di riprovarci per il momento. Accettare che questa gente decida come possiamo morire non è un evento isolato: apre la porta alla loro pretesa di decidere come possiamo vivere, chi possiamo sposare, come possiamo avere figli, e cosa possiamo insegnare loro. Preferirei, visti i precedenti, non correre il rischio.

P.S. Mrs. Inminoranza, che è del mestiere, dice che le cellule di Eluana Englaro e Terry Schiavo sono differenziate, le HeLa no, ma dice anche che il primo cattolico che fa un'obiezione del genere lo corca, perchè anche una morula è fatta di cellule indifferenziate: insomma ogni coltura HeLa gettata via equivale ad un aborto.

P.P.S. Mrs. Inminoranza mi chiede anche di smetterla di dare idee ai cattolici, che non se li vuole ritrovare accampati a protestare a Oxford o Cambridge o all'Imperial College, bastano e avanzano gli animalisti.

22 febbraio 2009

"Fa ridere, ma è drammatico"


"Come quel dittatore che caricava i dissidenti su un aereo e poi apriva il portello e gli diceva, è una bella giornata, andate fuori a giocare"
(risate)
"No, fa ridere ma è drammatico"

Allora, chiariamo un punto: non fa ridere. Può divertire giusto un animale come te e degli animali come i tuoi elettori, che applaudono i pacchetti sicurezza con le squadracce di picchiatori e i ghetti per i nomadi. Del resto, anche un sacco di tedeschi, ne sono convinto, consideravano "Arbeit macht frei" una battuta brillante. Anzi, già mi vedo la tua uscita al prossimo congresso "...li facevano lavorare come schiavi e poi invece di liberarli li ammazzavano, neanche fossero dei precari" (risate) "No, no, fa ridere ma è drammatico".

Se c'è una cosa che fa ridere ma è drammatica, non sono i dittatori argentini, è il fatto che tu sia presidente del consiglio.

20 febbraio 2009

Zaphod Beeblebrox


The job of the Galactic President was not to wield power
but to attract attention away from it


Douglas Adams, The Hitch-Hiker's Guide to the Galaxy

Ogni volta che sento quale nuova minchiata ha tirato fuori Silvio Berlusconi, non riesco a non pensare a Douglas Adams e alle sue geniali intuizioni. Non posso credere che sia così stupido - o che lo siano quelli che gli stanno intorno e che ormai dovrebbero aver imparato a mettergli il bavaglio appena comincia a dar segni di squilibrio. È evidente dunque che queste uscite sono intenzionali; e a pensarci, non è così strano.

Una vasta fetta di qualunque elettorato si sente rassicurata all'idea di avere un massimo rappresentante politico "come noi"; e dal momento che si tratta di quella fetta dell'elettorato che guarda avidamente il Grande Fratello e vorrebbe avere una figlia velina e/o un figlio tronista, ne risulta che per loro un massimo rappresentante politico come noi è uno che scorreggia fragorosamente ad una prima della Scala o che, appunto, fa gaffe clamorose dovute all'ignoranza. Questo, agli occhi degli idioti, lo rende migliore: perchè la caratteristica distintiva del vero idiota è di sentirsi superiore a chiunque sia più intelligente o più colto di lui.

Se a questo si somma un'altra forma di idiozia, quella che porta la stampa e l'opposizione a concentrarsi su un solo elemento per volta dell'operato del governo - e per giunta quello con il maggior impatto mediatico invece che istituzionale - si trova che le uscite imbarazzanti, le gaffe, le vere e proprie figure di merda internazionali tornano dopotutto utili: per dire, questa ennesima cazzata del nano ha bellamente rimpiazzato i ghetti per nomadi e il decreto sicurezza. Mica male, per un coglione che appena apre la bocca fa un disastro, no?

18 febbraio 2009

Film già visti


Crisi finanziaria internazionale, in Italia ritornano i ghetti, si invoca/si auspica/si aspetta l'uomo forte, si raffreddano le alleanze occidentali e ci si comincia ad allineare con una superpotenza che flirta con l'ultranazionalismo e con ricette socioeconomiche di stampo fascista.

Perchè ho la sensazione di aver già visto questo film?

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International financial crisis, in Italy ghettos make a comeback, people invoke/await/expect the rise of a strongman, the traditional friendly relationships with the west are left to cool and a slow realignment begins with a superpower flirting with ultra-nationalism and proto-fascist socioeconomic reforms.

Why does this sound like a film I've already seen?

(sorry for the links in Italian)

17 febbraio 2009

Varia umanità


Fra tutti i visitatori di questo blog, credo che quello di cui più vorrei vedere la faccia è quello che è arrivato qui poco fa cercando su Google ghiri gay.

Dizionario universitario


Vale decisamente la pena di andare a leggere sul blog di Ipazia il piccolo disperato dizionario demagogico dell'università: per chi ci sta dentro, per chi ne è fuori da un pezzo, per chi si chiede che succede, spiega le cose meglio di 50 articoli di Repubblica.

16 febbraio 2009

Fuffa News


Solo l'Independent, altrimenti noto come il Daily Mail di chi fa raccolta differenziata, poteva pubblicare un articolo (mettendolo pure fra gli Editor's Picks) che rivela come Charles Darwin fosse in segreto buddista ed abbia ricavato la teoria dell'origine della specie a partire dalle conoscenze segrete dei monaci tibetani.

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Only the Independent, a.k.a. the Daily Mail for those who recycle, could print a story (and select it among the Editor's Picks) about Charles Darwin being a closet Buddhist and deriving the theory of the origin of species from the secret teachings of Tibetan monks.

For fuck's sake.

15 febbraio 2009

Self-hate


Di recente più di una persona che conosco m'ha fatto due maroni così con The day the Earth stopped. E lo devi vedere, ed è bellissimo, e ti fa ripensare al senso della vita e al nostro posto nell'universo... e alla fine l'ho visto.

Ed è un'ora e mezza del mio tempo che nessuno mi darà indietro, e la cosa mi irrita non poco.

L'originale non era terribile, anzi: giocava molto sulla paranoia maccartista dell'invasione, e il messaggio era tutto sommato condivisibile, qualcosa del tono "se insistete a giocare con giocattoli che fanno il botto prima o poi vi fate male, quindi datevi una calmata o ve li leviamo dalle mani". Appropriato, comprensibile, in certo senso in controtendenza con il filone, appunto, del bug-eyed monster, con un colbacco e una stella rossa mai esplicitamente filmati ma sempre presenti, che voleva invadere la Terra. Questo qui, invece, sembra un sogno bagnato di un simpatizzante del Fronte di Liberazione di Gaia.

SPOILER

La cosa che mi ha dato veramente fastidio del film è che il messaggio di fondo è l'espressione del self-hate più puro che sembra aver infettato un grande numero di aspetti del pensiero progressista occidentale, il riflesso condizionato che ci fa dare ragione a chiunque esprima nei nostri confronti concetti che, se venissero da noi, sarebbero tacciati del più becero razzismo e della più retriva intolleranza.

Insomma, abbiamo questi alieni che vengono sulla Terra e quel che dicono è, più o meno, "Siete aggressivi e il vostro tasso di sviluppo tecnologico è troppo rapido, avete otto ore per dimostrarci che valete qualcosa in base a criteri del tutto arbitrari che non vi stiamo neanche a spiegare, se non ci riuscite il nostro avanzatissimo e superiore senso morale ci impone di sbriciolare il vostro pianeta. E il senso della vostra vita ce lo deve spiegare il primo tizio che incontriamo, mica potete scegliere un rappresentante".

La fondatezza morale di questo comportamento, val la pena di notare, non viene messa in discussione quasi neanche una volta, tranne quando il tizio delle forze speciali protesta e cerca di spiegare all'alieno maschio che il valore della vita per lui sta in suo figlio - e viene messo a tacere dall'alieno che gli risponde "E non dovresti essere con lui allora? Perchè sei qui?". Una persona normale gli avrebbe risposto "Perchè sto cercando di impedire che un paio di alieni newage con l'hobby del genocidio gli facciano esplodere il pianeta sotto il culo, o stai dicendo che l'unico modo che abbiamo per non essere sterminati è passare tutto il tempo a mangiare loto, tenerci per mano e cantare Kumbaya? I robottoni alti 600 metri che inceneriscono chiunque cerchi di comunicare con loro li avete costruiti cantando ommm finchè non si sono materializzati?"; ma siccome per gli sceneggiatori l'alieno ha ragione, il tizio ammutolisce, illuminato da tanta saggezza cosmica intergalattica di livelli vibrazionali superiori, gli spunta una lacrimuccia e si apparta per cercare di telefonare al figlio.

Questi alieni, insomma, viaggiano per il cosmo con questi giganteschi robot da guerra e si occupano di sterminare le specie che mostrano adesso un livello di aggressività sufficiente a renderli un problema per i loro vicini, se per caso dovesse rimanere immutato dopo qualche migliaio di anni di progresso tecnologico, e sono i buoni - anche se vogliono sterminare gli esseri umani, le balene, i delfini, gli scimpanzè, le lepri marzoline e i fringuelli; e questo è credibile perchè il self-hate funziona a strati concentrici, come una cipolla.

Ogni volta che, per dire, un giornale tedesco rivanga qualche stereotipo sugli italiani, tipo ai mondiali del 2006, chiunque voglia aspirare al titolo di progressista si spertica a dargli ragione - lo stesso per i progressisti inglesi quando un giornale spagnolo o francese riciccia qualche trito stereotipo, per carità. Però anche i tedeschi, o i francesi, o gli spagnoli, che sono tanto intelligenti quando parlano male di noi (chiunque sia noi) sono merda se è un giornale russo a parlar male dell'Europa occidentale; e anche i russi, diciamocelo, sono cacca davanti a qualunque Paese in via di sviluppo. Per non parlare, per dire, di quanto schifo faccia qualunque società che accetta il modello di sviluppo di tecnologia e industrializzazione, tipo India, quando c'è da giustificare che i suoi abitanti vengano fatti saltare in aria da gente che ritiene che lo stato di pastori nomadi sia il massimo della vita. E così via. Se gli esseri umani morissero tutti per salvare i pappataci e le talpe marsupiali, insomma, sarebbe anche una buona cosa. E naturalmente, quando arrivano gli alieni, anche i pappataci e le talpe marsupiali diventano merda. Il sottotesto che permea tutto il film è immutato e immutabile: "sì, ce lo siamo meritato, siamo cattivi come dimostra il fatto che accogliamo queste pacifiche macchine da guerra alte 600 metri armate di raggi della morte di 14 tipi diversi con due soldatini armati di M-16, hanno fatto bene a incenerirli"

Oh, e un'altra cosa. Gli sceneggiatori basano la decisione degli alieni di sbriciolare il pianeta sul fatto che le caratteristiche che tendiamo a considerare più negative della società occidentale - corsa alle armi, inclinazione alla violenza, nessun rispetto per l'ecosistema (essì, perchè dopo che hai fatto a pezzetti il pianeta l'ecosistema ha orgasmi multipli, invece) - vengono attribuite all'intera specie umana nel suo complesso: praticamente la specie umana si identifica con la civiltà occidentale, e ipso facto è lecito sterminarla; ma d'altro canto si sparano in un piede quando cercano di aggiungere a questo un altro elemento che dovrebbe vieppiù dimostrare il superiore senso morale degli alieni e la loro diversità da noi (dove, ancora, noi dovrebbe comprendere l'intera umanità, ma identificata con l'Occidente), facendo ripetere ogni 5 minuti all'aliena il concetto che "noi non interferiamo mai". Ultimamente questo è diventato un altro ritornello "progressista", l'idea che restare a guardare sia eticamente preferibile, in principio, a cercare di fare qualcosa - per cui la tipa può tranquillamente annunciare che loro ci stanno studiando da 2000 anni e hanno visto tutti i casini che abbiamo fatto, tutti gli errori che abbiamo commesso, fino ad arrivare al punto di non ritorno, quello che rende necessario sterminarci tutti. E il protagonista, reso dagli sceneggiatori un cretino irrecuperabile, neanche le urla in testa "Ma come cazzo è, avvertirci prima degli errori era immorale, e invece sterminarci tutti dopo che li abbiamo fatti è cosa buona e giusta?! Ma il senso morale, per caso ce l'avete al posto del buco del culo?"

Insomma, onestamente, 'sti alieni avranno pure una rappresentante figa, ma sono indiscutibilmente dei criminali genocidi, e l'unico finale anche solo vagamente realistico sarebbe stato il lancio di un programma globale di riarmo e ricerca e sviluppo militare, per essere sicuri che al più presto possibile si possa andar su e sterminarli, prima che siano loro a cancellare dalla galassia non si capisce quante specie intelligenti che non hanno avuto la botta di culo di far incontrare
alla loro rappresentante una donna a cui s'erano rotte le acque.

P.S. Ci vogliono sterminare in base ad uno studio durato migliaia di anni e non sanno un cazzo non solo della nostra cultura ("cos'è una chiesa?") ma neanche della nostra biologia? Non sanno come ci riproduciamo? Sono dei delinquenti pericolosi, dei criminali galattici. Oppure gli sceneggiatori sono dei pirla epocali a cui non dovrebbe essere concesso di scrivere neanche la recensione di Henry pioggia di sangue sul manifesto.

P.P.S. Avranno robottoni alti 600 metri che resistono alle esplosioni nucleari, ma ancora non hanno scoperto il segreto del mascara resistente alle lacrime.

13 febbraio 2009

Merry Darwinmas


Domani vado a festeggiare (in ritardo) il compleanno di Charles Darwin con un ritorno agli anni della mia gioventù. Partecipo ad una manifestazione, la prima dal 2003 - questa volta contro il Vaticano e le sue ingerenze nella vita politica italiana ed europea. Partenza alle 14 dal Natural History Museum, attraverso Hyde Park e fino all'ambasciata italiana in Grosvenor Square: il percorso più o meno classico delle manifestazioni qui a Londra, soprattutto Hyde Park - fin dall'epoca vittoriana, quando l'obiettivo dei manifestanti era la casa londinese del duca di Wellington, primo ministro (incidentalmente, è un fatto poco noto che il soprannome di "Iron Duke" non gli viene da particolari qualità morali sul campo di battaglia ma dalle imposte di ferro che si fece installare, stufo di farsi sfondare le finestre a sassate dai manifestanti che gli si riunivano quotidianamente sotto casa).

Curioso che su uno dei blog che leggo regolarmente, all'annuncio della manifestazione gli amaryllidi locali abbiano cotonato più di un pippone contro la manifestazione stessa. Curioso, ma forse neanche tanto: dove il Vaticano non è, come in Italia, una forza politica appartenente ad un ben preciso schieramento parlamentare ma semplicemente una delle tante forze oscurantiste, nemiche della modernità e dei diritti, non stupisce più di tanto che i compagni antimperialisti si ergano a sua difesa.

12 febbraio 2009

La discriminante


Devo dire che avevo ogni intenzione di festeggiare lo spuntare collettivo di almeno un testicolo al Parlamento inglese - mi riferisco al fatto che, dopo il solenne impegno di Jacqui Smith a impedire l'ingresso nel Paese ad estremisti e propagandisti dell'odio, Geert Wilders, il parlamentare razzista olandese autore di Fitna, fosse stato rimandato indietro alla frontiera. Wilders fa sembrare Pym Fortuyn (possa non riposare in pace) un capolavoro di tolleranza, vuole deportare cittadini del suo stesso Paese in base all'appartenenza religiosa, vuole mettere fuorilegge la pubblicazione e la lettura del Corano, ha realizzato un cortometraggio che sembra la trasposizione cinematografica della collezione degli anni d'oro di Der Stürmer, ed ha portato il suo partito a collaborare con i neofascisti del Vlaams Belang. Personalmente approvo in pieno l'idea di tener fuori i fascisti, o al limite di farli entrare giusto per un giro turistico di Cable Street, un'occhiata ai murales commemorativi, un colpo di Hazet 36 nel cozzetto e via, raus, come amano dire loro.

Poi però ho notato una cosa strana che mi ha lasciato vagamente perplesso. Il signore che ha guidato la rivolta dei Lord contro l'arrivo di Wilders (e la proiezione di Fitna nella Camera dei Lord, evento che personalmente ritengo sarebbe stato motivo di vergogna nazionale) è Lord Nazir Ahmed, Barone Ahmed di Rotherham, Pari a vita e membro del Partito Laburista.

Lord Nazir Ahmed, Barone Ahmed di Rotherham, ha collaborato qualche anno fa alla visita in UK - per lanciare il suo nuovo libro - di un gentiluomo che va sotto il nome d'arte di Israel Shamir, un giornalista russo legato ad ambienti dell'estrema destra russa ed europea e a neonazisti americani del calibro di David Duke, uno che ha addirittura accusato il BNP di non essere abbastanza fascista e di "essersi venduto agli ebrei". Lord Ahmed, presentando il libro del suo "caro amico" Shamir, ha fatto anche una serie di affermazioni sugli ebrei come primo motore e quinta colonna dell'imperialismo britannico e ipso facto dei mali occorsi al mondo musulmano nel corso degli ultimi due secoli.

Insomma, Lord Ahmed guida la protesta contro la visita di un propagandista del razzismo e dell'intolleranza legato ad ambienti dell'estrema destra, pur avendo in passato aiutato e sostenuto un propagandista del razzismo, dell'intolleranza e dell'antisemitismo legato ad ambienti dell'estrema destra. Mi chiedo quale sia la discriminante che gli ha fatto cambiare opinione.

04 febbraio 2009

Cose in comune


Alla luce dei fatti riguardanti la povera Eluana Englaro, devo constatare che almeno una cosa io e la Chiesa Cattolica ce l'abbiamo in comune: tutt'e due vogliamo occuparci dei cazzi miei.

02 febbraio 2009

Tratta degli schiavi


Siccome in Italia se ne parla, e mi par di capire che se ne parli nei termini di "ci sono le ronde inglesi che vanno in giro a bastonare gli italiani" (sottinteso: avete visto che dopotutto le nostre ronde padane non sono nè uniche nè poi tanto male?) sarà il caso di fare un minimo di chiarezza. La questione della raffineria in Lincolnshire è una delle prime conseguenze della direttiva Bolkestein, un escamotage inventato dalla Commissione Europea per rendere, in pratica, di nuovo legale la tratta degli schiavi. Sono certo che tutti e tre i miei lettori sanno di cosa si tratta, ma sarà il caso di ricordare a grandi linee che è una direttiva che permette ai datori di lavoro di assumere o affittare lavoratori temporanei per usarli nel proprio Paese ma aggirando la locale legislazione sul lavoro e sottoponendo invece il loro trattamento (salariale e non) alle condizioni vigenti nel Paese in cui sono stati assunti.

Per esempio, permette di portare qui lavoratori siciliani pagati meno di due terzi di quel che viene pagato un lavoratore inglese, senza assistenza sanitaria (rimangono comunque a carico del SSN italiano, eccetto che per le emergenze mediche) e così via: e i lavoratori del Lincolnshire si trovano in mezzo a una strada perchè gli appaltatori, molto semplicemente, non possono competere se vogliono continuare a pagare stipendi che qui vengano considerati decenti: se vogliamo, una corsa dei disperati su scala europea. Naturalmente, soprattutto grazie all'infelice slogan del Grande Timoniere Mao-Tze-Brown, l'estrema destra e il Daily Heil non hanno perso tempo a infiltrare la protesta e a cercare di riorientarla in senso xenofobo, e proprio di recente i sindacati inglesi hanno preso posizione. Lascio la parola all'ottima HakMao:


Il segretario generale della TUC [la più importante confederazione sindacale britannica, NdT], Brendan Barber, si è sentito in dovere di prendere posizione contro il BNP e il resto della feccia di estrema destra - inclusi i sempre più razzisti tabloid - che cerca di sollevare un polverone xenofobo e anti-immigrazione a partire dalla disputa sulla raffineria Lindsey in Lincolnshire, dopo che lo stupido e ridicolo slogan "Posti di lavoro britannici per i lavoratori britannici" (di per sè una sintesi fraintesa di un comunicato egualmente stupido e ridicolo del governo Brown) è stato adottato dagli operai rimasti senza lavoro a causa di un contratto di subappalto fra la Total, proprietaria della raffineria, la compagnia americana Jacobs, che ha vinto l'appalto per i lavori, e la società italiana di costruzioni IREM.

I leader sindacali ribadiscono che lo sciopero non è diretto contro i lavoratori stranieri ma contro il management e il loro evidente tentativo di costringere i lavoratori ad accettare un peggioramento delle condizioni salariali, lavorative e di rappresentazione sindacale. Se sono sinceri in questo, dovrebbero immediatamente dissociarsi dallo slogan "Posti di lavoro britannici per i lavoratori britannici" e da affermazioni dettate da intolleranza e nazionalismo come

"Io sono una vittima, voi siete vittime, migliaia di persone in questo Paese sono vittime di questa discriminazione, di questa vittimizzazione dei lavoratori britannici"

che non fanno che dividere i lavoratori per nazionalità - come se la lotta fosse fra lavoratori inglesi e stranieri e non fra lavoratori e padronato. La legislazione europea sul lavoro permette agli appaltatori di aggirare la legislazione britannica e importare forza lavoro economica e non sindacalizzata in una pratica nota come "social dumping" - spingendo al ribasso salari e condizioni di lavoro mettendo i lavoratori in competizione gli uni con gli altri. L'unica risposta appropriata a questa strategia transnazionale di sfruttamento è una lotta per la piena sindacalizzazione e per uguali condizioni salariali e lavorative per tutti.

01 febbraio 2009

Le regole della casa del C++


(nota: post per addetti ai lavori e geek)
(nota2: noi non lavoriamo in C++ - ma l'assonanza era perfetta per il titolo)

Esistono delle regole universali, nel mondo dell'informatica, tramandate di padre in figlio e di sysadmin in sysadmin, che risalgono, si mormora, a quando i Druidi hanno costruito il loro primo NTP server a Stonehenge. Le regole sono semplici e lineari

1) Tu non manderai in produzione un daemon che genera log in debug mode
2) Tu non manderai in produzione un daemon che genera log in debug mode in ragione di 20-30 righe per evento, e processa 20-30 eventi per secondo
3)
Tu non manderai in produzione un daemon che genera log in debug mode in ragione di 20-30 righe per evento, e processa 20-30 eventi per secondo, con un framework obsoleto che non riesce a gestire file più grandi di 2 GB e non ha meccanismi di gestione delle eccezioni
4) Se proprio non riesci a obbedire ai primi 3 comandamenti, tu non irriterai il sysadmin.

Un breve antefatto:

Quando ho letto il bellissimo post di EdipeoEnciclopedico sulle 10 buone ragioni per andarsene dalla Francia ho riso moltissimo, ma c'era qualcosa di più che non riuscivo a mettere a fuoco - fino a quando non mi sono reso conto che molte delle ragioni di scontento di EE (3,4,5 e 8, in particolare) si riflettevano perfettamente nella cultura del lavoro comune a tanti latini - italiani, francesi, greci. Ora, attenzione, non voglio dire che i latini siano "peggio" e i tedeschi o gli inglesi "meglio": ognuno ha il proprio set di pregi e difetti, la tipica, estrema familiarità inglese sul posto di lavoro indispone molti continentali (anche con ragione, qualche volta), la prevenzione della maggioranza dei tedeschi nei confronti delle capacità professionali di qualunque straniero è a dir poco irritante, e così via; mi limito a dire che quella di EE è una divertente descrizione di problemi che ho incontrato sul lavoro anche in Italia, problemi che per quella che è la mia personalissima forma mentis trovo difficili da superare.

Purtroppo, la compagnia per cui lavoro al momento è anglo-francese. La compagnia inglese qualche anno fa ha comprato una piccola compagnia francese, e nel corso della fusione il CTO della compagnia francese è diventato Head of IT della risultate idra a due teste. La medaglia è che passa la maggior parte del tempo in Francia a lavorare con gli sviluppatori, che sono in maggioranza lì. Il rovescio della medaglia è che la Francia non è abbastanza lontana.

Questo signore di suo non è cattivo - almeno non più della media; ma riconosco in lui una serie di difetti che affliggevano la maggior parte dei manager pubblici o privati con cui ho avuto a che fare in Italia, e relativamente pochi dei manager che ho incontrato qui. Ad esempio la necessità di stabilire una gerarchia e di rinforzare il concetto ad ogni piè sospinto, o quella di far passare cose perfettamente normali per privilegi: non credo, per dire, che i membri del mio team di supporto della piattaforma si debbano profondere in ringraziamenti per aver magnanimamente ricevuto il blackberry con cui vengono allertati di problemi nel weekend, e non credo neanche che la richiesta di un portatile condiviso da portare in giro negli hosting centre, per usarlo come macchina diagnostica, terminale seriale e tutte quelle cose pazzerelle e divertenti che i sysadmin fanno nel corso della loro vida loca vada evasa con una smorfia sprezzante e un lungo discorso che si può riassumere in "E tu quante ore hai dedicato a leccare il mio prezioso culo per pensare di poterti meritare un sì mirabile privilegio? Vuoi anche uno yacht personale? Una cameriera che ti serva i drink?".

Sono certo che in ogni posto gli indigeni hanno caratteristiche che qualcuno trova supremamente irritanti; per me, l'abitudine latina di far pesare costantemente che qualunque cosa accada accade per la magnanimità di un Gentile Concessore che detiene qualche miserevole autorità è difficile da sopportare. È anche una abitudine generalmente estranea, per quel che ho visto, alla cultura del lavoro di anglosassoni, teutonici e scandinavi - che poi è il motivo per cui nonostante tutto mi trovo decisamente bene a lavorare qui: non è che i locali non abbiano difetti, è che ho girato finchè ho trovato una nazione in cui i difetti degli indigeni mi davano meno fastidio.

(fine dell'antefatto)

Come diceva Tolkien, "Do not meddle in the affairs of sysadmins, for they are subtle and quick to anger"; lavoro in questa compagnia da un anno e mezzo, e un po' perchè sul lavoro cerco di essere pacioso, un po' perchè ho delle mansioni un po' particolari che mi fanno sysadministrare al massimo per metà del tempo, non m'era mai capitato di dover rafforzare il concetto. Però a tutto c'è un limite.

(due settimane fa)
Telefono: "ring ring ring"
Io: "Hello?"
L: "Ciao sono L, scusami, lo so che tu non sei a disposizione nel weekend, ma ho un problema e non sapevo a chi chiedere"
Io: "Tranquilla, stavo giocando col server di casa, non hai interrotto niente di particolare"
(intermezzo: siccome se sei a disposizione nel weekend e risolvi i problemi da casa vieni pagato, anche essere a disposizione nel weekend è un privilegio che bisogna meritarsi. E io non sono particolarmente interessato a meritarmelo)
L: "È saltato il daemon di XXX, Nagios continua a mandarmi allarmi e io non so che fare, ho provato a riavviarlo ma mi dà un errore"
(altro intermezzo: quelli che lavorano al supporto piattaforma sono praticamente sistemisti Windows piuttosto junior; devono da qualche tempo supportare anche piattaforme Linux ma, avete indovinato, il training è un privilegio che bisogna meritarsi e loro non se lo sono ancora meritato abbastanza)
Io: "Vabbe', fammi dare un'occhiata, se ci son problemi ti richiamo io fra 10 minuti"

Controllo e scopro che il daemon muore perchè il log, un file su cui scrive un diario della propria attività, ha raggiunto la dimensione magica di 2 gigabyte. Uccido pezzetti del daemon (è un processo che chiama altri daemon ma non li uccide correttamente, per cui ogni volta che lo fermi poi devi uccidere a mano i processi-figli), rinomino il file, lo faccio ripartire, tutto a posto. Do un'occhiata al log che il daemon ha ri-creato: 3 megabyte. 4. 5. Guardo che c'è dentro, e scopro che sta scrivendo un centinaio di righe al secondo, tutte uguali:

[DEBUG]: XXX daemon doing some work

Dissolvenza. Lunedì, interno giorno, non troppo lontano dal luogo in cui si svolgono i fatti di Orgoglio e Pregiudizio:

Io: "...e il problema si risolve facilmente disabilitando la funzione di debug del daemon"
Gentile Concessore Francese: "Impossibile"
Io: "Pardon?"
(intermezzo: la colpa è mia. Il GCF è costantemente in guerra per il territorio, non si sa bene con chi, e il suo territorio sono, principalmente, gli sviluppatori; dire che il problema si risolve così e cosà lascia intendere che esista un problema col codice, cosa che lui vede come un attacco personale; da quel momento quel pezzo di codice diventerà immutabile nei secoli dei secoli)
GCF: "Smettiamola di cercare di dare la colpa del disastro di ieri ad H. e al suo daemon. Se il servizio di rotazione dei log avesse funzionato come tu mi avevi assicurato che funzionava il problema non si sarebbe verificato affatto"
Io: "Il servizio di rotazione dei log funziona esattamente come tu hai richiesto che funzionasse - ossia solo durante i giorni lavorativi, perchè il riavvio dei daemon durante il weekend era troppo rischioso"
GCF: "E perchè Nagios non controlla la dimensione dei log? Eh? Eh?"
Io: "Nagios non controlla un sacco di cose che non abbiamo mai avuto ragione di controllare"
GCF: "Io ho promesso a T. una soluzione entro oggi, quindi sarà meglio..."
Io: "...disattivare il debug"
GCF: "Il modo in cui il log viene scritto è assolutamente ininfluente e per l'ultima volta non ne voglio più sentir parlare. Entro questa sera dobbiamo monitorare tutti i log su tutti i server della compagnia. Vai in teleconferenza con ognuno degli sviluppatori in Francia e chiedigli il valore per cui ciascuno dei log deve essere considerato critico"
(intermezzo: stiamo parlando dei log di un paio di centinaia di virtual host Apache, di una cinquantina di daemon assortiti e di una dozzina di applicazioni VoiceXML, il tutto distribuito su una cinquantina di server)
Io (cinque minuti dopo): "Non ne hanno idea"
GCF: "Allora usa una stima prudenziale"

E così passo una giornata inutile a scrivere gli script di monitoraggio (ognuno dei quali, fra l'altro, deve essere visionato e approvato da uno sviluppatore: motivazione ufficiale, io non sono un programmatore, loro sì, e gli script sono dopotutto dei programmi), li installo, li testo, funzionano tutti e non manderanno mai un allarme, ovviamente, tranne quello per XXX, ma almeno il management è contento di questo nuovo e scintillante sistema configurabile su ognuno dei server per controllare la dimensione di un numero a piacere di file. Che bello.

Dissolvenza. Domenica scorsa:

Telefono: "ring ring ring"
Io: "Hello?"
A: "Ciao, sono A., scusami, non volevo disturbarti ma sto ricevendo un allarme ogni cinque minuti relativo a..."
Io: "...al log di XXX"
A: "Come lo sai?"
Io: "È una storia lunga. H. dovrebbe avervi lasciato delle istruzioni su cosa fare"
A: "Le ho seguite, ma continuo a ricevere questi allarmi"
Io: "Mi leggi le istruzioni di H?"
A. esegue, e per non scendere troppo nei dettagli H si è dimenticato che la rotazione dei log richiede un riavvio del daemon per funzionare
Io: "Vabbe', non è un problema, riavvia il daemon e dovrebbe andare tutto a posto"

Non va tutto a posto. Il daemon viene riavviato, e quando riparte comincia a inviare 30-40 email al secondo ad H. A quanto pare H ha introdotto una funzione per cui il daemon, quando non riesce a scrivere nel proprio log, comincia a inviare direttamente a lui, per email, le informazioni che non riesce a scrivere. Purtroppo ha trascurato a) di considerare che per ogni email che manda, il daemon cerca di scrivere una riga nel log e non ci riesce, e b) di introdurre una regoletta per smettere di mandare email quando il log ricomincia a funzionare. Per le successive 24 ore, fino al momento in cui H torna alla sua scrivania per fermare il daemon impazzito, il processo continua a inviare fra le 20 e le 30 email al secondo. Uccidere sendmail causa problemi con una serie di altri servizi che girano sullo stesso server, uccidere il daemon responsabile è inaccettabile perchè interromperebbe un servizio per cui il GCF ha firmato allegramente un SLA capestro.

Dissolvenza. Lunedì scorso

Io: "Sospetto che dover aspettare che H torni al lavoro per interrompere il flusso di email sia poco pratico"
GCF (al telefono): "Questo è un problema che non ti riguarda, non credo che qualcuno ti abbia nominato Head of Development a mia insaputa. Piuttosto, perchè sei intervenuto tu ieri? A non riusciva proprio a combinare niente?"
Io: "Ricordi quando hai licenziato il mio junior sysadmin e l'unico del supporto che sapeva qualcosa di Linux lasciandomi con tre specialisti Windows, perchè tanto Linux non ha bisogno di supporto continuo?"
GCF: "Allora mi spiace ma da domani quei tre non devono più metter mani su sistemi Linux, fanno solo danni"
Io: "Mi spiace che la pensi così, e guarda che in questo momento io non credo di potermi mettere in reperibilità per il weekend"
GCF (con risatina sprezzante): "Certo, ti pare che stiamo tutti qui pronti a pagarti uno stipendio extra per lavorare la notte e il weekend? Magari vuoi anche un'auto della ditta? Una segretaria personale?"
Io: "Ma se i log file crescono oltre i 2 GB..."
GCF: "Finiscila con questa storia dei logfile, non tollero che cerchi di dare la colpa ad altri per coprire l'incompetenza tua e del tuo team. I log sono sotto controllo, l'hai detto tu stesso"
Io: "Sì, i log vengono controllati dal sistema di allerta. Controllati."
GCF: "Appunto, quindi problema risolto. Se qualcosa va storto riceveremo immediatamente un allarme"
Io: "Però se non ti spiace voglio che tu mi metta per iscritto che non vuoi che il mio team tocchi le macchine Linux e che non hai bisogno che io sia disponibile durante il weekend"

Il messaggio arriva subito, in tono anche più sprezzante del solito.

Dissolvenza. Stamattina.

Telefono: "ring ring ring"
Io: "Hello?"
L: "Scusa Eugenio, sto avendo un allarme ogni cinque minuti dal daemon XXX, ma ho una tua email che mi dice di non preoccuparmene, confermata da un'altra email del GCF in cui dice che sono troppo cretina per risolvere questi problemi"
Io: "Lo so, scusa, mi spiace per il tono di quell'email..."
L: "Mica è colpa tua se è uno stronzo"
Io: "Comunque non preoccuparti degli allarmi. Il GCF vuole che li ignoriamo e noi li ignoriamo"

Circa un'ora dopo.

Telefono: "Ring ring ring"
Io: "Hello?"
GCF (con voce più stridula del solito): "Eugenio! È successo un disastro! Il servizio per XXX è crollato!"
Io: "Lo so"
GCF: "Lo sai?"
Io: "Certo. Non poteva non crollare, se il log continua a crescere e anche dopo gli allarmi nessuno va a rimuovere manualmente il file"
GCF: "Lo sapevi?"
Io: "E ti ho anche mandato un'email in cui ti dicevo che senza una rotazione manuale dei log gli allarmi erano inutili"
GCF: "Inutili?"
Io: "Ma non preoccuparti, fra un po' gli allarmi smetteranno di arrivare"
GCF: "Arrivare?"
Io: "Sì, a quest'ora il server Exchange dovrebbe star già ricevendo i suoi bravi 30-40 messaggi al secondo e non ci metterà molto a crollare, e usiamo quello anche per trasmettere gli allarmi di Nagios sia per email che al gateway SMS"
GCF: "Crollare?"
Io: "Ma c'è l'eco sulla linea?"
GCF: "Devi fare qualcosa! T. mi ha telefonato due volte, rischiamo di perdere il contratto!"
Io: "Mi spiace, ma temo di non potere. Hai insistito tanto sul fatto che non avevi bisogno di me, così ho preso la mountain bike e me ne sono andato alla foresta di Epping. Sono in bosco in questo momento, non so neanche dove potrei trovare un internet cafè, e comunque non ho con me le mie chiavi per la VPN"
(due volte falso: ero a casa a giocare con la gattina e a mettere insieme un cluster Rocks con dei vecchi server, e comunque chi mi conosce sa che non andrei neanche in mezzo alla giungla senza le mie chiavi ssh)
GCF: "Chiama L! Dille di far ripartire il servizio! Subito!"
Io: "Con piacere, ma non servirà a nulla. Come da tue istruzioni, ho rimosso le sue chiavi di accesso dal sistema di autenticazione per le macchine Linux, quindi non potrà accedere ai server almeno fino a quando io non le riattivo"
GCF: (starnazzamenti in francese)
Io (tranquillo): "Allora ci sentiamo domani, sì?"
GCF: (starnazzamenti in francese)

Due minuti dopo, telefonata a L.:

L: "Hello?"
Io: "Ciao, sono io. Fra cinque-dieci minuti ti telefonerà il GCF chiedendoti di metterti in macchina e andare in ufficio per risolvere in loco il problema di XXX dal mio computer [le cui chiavi sono ancora attive, NdE]. Mi aspetto che tu gli risponda che hai l'auto dal meccanico"

Viste le condizioni dell'SLA, sospetto che qualcuno vedrà il proprio bonus sensibilmente decurtato quando ad Aprile si chiude il bilancio, soprattutto quando le istruzioni che quel qualcuno ha messo per iscritto verranno accluse come da policy, domani mattina, all'incident report che va al senior management e al cliente.