The Tube nutter
Una delle caratteristiche più curiose della vita a Londra è l'esistenza del Tube nutter - il matto della metropolitana. Chiunque viva a Londra ne ha incontrato almeno uno, spesso molti di più soprattutto se viaggia a tarda sera. Il Tube nutter assume svariate forme: una volta un anziano signore irlandese mi ha spegato, da King's Cross a Borough (abitavo ancora nelle lande desolate a sud del fiume), quanto amasse l'opera lirica italiana, producendosi anche in diverse arie fra le sue favorite - in particolare un pregevole fior da fiore del Nabucco. Una volta una ragazza dal pesante accento caraibico, saputo che ero già sposato, mi ha chiesto se conoscevo un italiano da farle sposare perchè gli italiani have the biggest dicks in the world. In generale il Tube nutter è inoffensivo, se togliamo la nuvoletta talmente ricca d'alcool da risultare infiammabile che viene fuori ogni volta che rutta, o la tendenza a levarsi le scarpe per esporre piedi lavati l'ultima volta durante l'inondazione del 1953.
Ieri sera, tornando a casa dal lavoro, m'è capitato un Tube nutter dell'altro tipo, quello minaccioso - o almeno, quello che vorrebbe essere minaccioso.
Sono sicuro che se fosse qui (e parlasse italiano) risponderebbe subito che la colpa è mia, che me la sono cercata e che tutto quello che ha fatto è stato rispondere ad una grave provocazione; il che è, se vogliamo, vero. La provocazione era il fatto che stavo leggendo un libro.
Non un libro qualsiasi: questo libro qui. Un bel libro, fra l'altro, non estremo come mi ero aspettato e certo non beceramente razzista e retrogrado come il Londonistan di Melanie Phillips di cui ho parlato qui.
In pratica quel che è successo è che mentre leggevo (in piedi: provate voi a trovar posto a sedere a Bank alle 6 di sera; per qualche motivo tutte le donne incinte nella stazione si danno appuntamento nel vagone dove salgo io) un tipo si è avvicinato e ha cercato di strapparmi di mano il libro. La scena veramente andava sul comico: il tipo era piccoletto, barbuto, vestito di una shalwar kameez bianca e giubbotto marrone senza maniche, ed era così incazzato che quando non è riuscito per la terza volta a strapparmi di mano il libro ed ha cominciato ad inveire in, credo, urdu, si sollevava ritmicamente sulle punte dei piedi e sembrava quasi saltellare.
Se fossi stato da solo, e il vagone fosse stato meno affollato, probabilmente sarei semplicemente scoppiato a ridere: il tizio mi arrivava, giuro, poco più su dell'ombelico, era magro all'incirca quanto me e c'era qualcosa di irreparabilmente comico nel suo tentativo di intimidirmi fisicamente. Il problema era che c'era un sacco di gente intorno ed un paio di persone stavano cominciando ad apparire preoccupate. Cercare di parlargli era inutile, non si fermava neanche per riprendere fiato, e semplicemente non mi ascoltava, così quando la gente ha cominciato a farsi indietro ho cercato di allontanarmi.
Lui mi ha preso per un braccio.
Io ho questo grave difetto, ho un cervello rettile ipersviluppato, che tende a reagire in maniera aggressiva a qualunque cosa lui interpreti come una potenziale minaccia fisica. Mi sono girato di scatto e gli ho urlato in faccia "Touch me again and I'll rip yer fuckin' hand off", scoprendo così che a) capiva l'inglese e b) anche i Tube nutters hanno un istinto di conservazione. Non ha smesso di urlare e inveire, capiamoci, ma è stato attentissimo a lasciare sempre mezzo metro di spazio fra me e lui.
Era una comica, sembrava una di quelle scenette da YouTube con un levriere (ok, un levriere molto meno elegante della media) importunato da un Jack Russel Terrier, io mi allontanavo e lui mi veniva dietro, io mi giravo e lui si faceva spazio a gomitate fra le altre persone per cercare di girarmi intorno e ritrovarmisi di faccia. Alla fine sono sceso a Camden Town, qualche fermata prima di casa, e ho cercato i due poliziotti che stanno in pratica in pianta stabile nella stazione, sempre col Jack Russell che mi saltellava dietro. È stato esilarante parlare con i due poliziotti e spiegargli la situazione avendo questo tipo che continuava imperterrito a urlare, inveire e saltellarmi intorno, e anche i due bobbies erano più divertiti che altro. Alla fine mi hanno chiesto nome e cognome, e se intendessi sporgere qualche tipo di denuncia, e al mio diniego si sono offerti di trattenerlo per una mezz'ora intanto che io prendevo un altro treno e me ne andavo.
Forse non avrei dovuto abbandonarlo a Camden. Mi chiedo cosa avrebbe risposto Mrs. Inminoranza se gliel'avesso mostrato con la classica frase "Mi ha seguito fino a casa, posso tenerlo?"
8 commenti:
Ti ha seguito fino sul blog. Si e' trasformato in una gif "Questo blog aderisce a Kilombo, metablog delle sinistre".
Uriel
Um, grazie, m'ero scordato di levarlo.
Perchè accomuni le due cose?
Per nessuna ragione. Per scrivere cose come questa:
http://www.liaceli.com/2007/05/30/tutti_in_piazza_per_il_family.html
devi per forza accostare due cose che non c'entrano e trasformare l'una nell'altra.
E' la satira, darling.
Uriel
abbiamo gia' tre gatti, gli insetti stecco e ratatouille in giardino. no, non puoi tenerlo. Chiuderei un occhio per una capretta tibetana, ma per un fondamentalista proprio no, mi spiace. Riportalo alla RSPCA. Hai idea di quanto costa farlo vaccinare?
Mrs IM
Eh, nei momenti giusti le origini si fanno sentire.
Se gli avessi detto una cosa tipo "ci u fasc arret t' spasc'k la cap'" avrebbe anche smesso di inveire! :)
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Chiuderei un occhio per una capretta tibetana
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Dipende dalle dimensioni del giardino. Desertificano il verde a velocita' impressionanti.
Uriel
MrsIM: Non lanci quelle occhiatacce, che poi spaventa anche chi passa di qui. Omaggi. :-)
restodelmondo: moi? occhiatacce? solo perche' preferisco la capra e il ratto al fondamentalista religioso? naaa :)
spero tu tutto ok. bacioni
Mrs IM
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