08 febbraio 2010

I diritti bisogna meritarseli


Trovo molto interessante l'atteggiamento di una vasta maggioranza degli attivisti per i diritti umani e contro la pena di morte. Se ci fate caso, nonostante sostengano di schierarsi contro le sentenze di morte e contro attività come la tortura e la detenzione in condizioni inumane, quello che in realtà fanno, quasi sempre, è organizzare campagne per il riconoscimento dell'innocenza dei condannati.

In altre parole, non dicono "Mumia Abu-Jamal non deve essere giustiziato", ma "Mumia Abu-Jamal è innocente"; motivo per cui non ci sono attivisti che abbiano cercato, a suo tempo, di far sospendere la sentenza di morte per Timothy McVeigh. Nessuno dice che la prigione di Guantanamo deve essere chiusa, ma che i detenuti di Guantanamo devono essere liberati (sottinteso, in quanto innocenti). In realtà la maggioranza dei cosiddetti attivisti per i diritti civili non riescono, forse condizionati da decenni di film americani in cui i poliziotti buoni pestano solo i colpevoli e i poliziotti cattivi solo gli innocenti, a considerare che la tortura e le condizioni inumane di prigionia non vadano applicate neanche ai colpevoli.

Il risultato di questo atteggiamento è, in senso lato, la scarsa credibilità della maggior parte delle campagne che i suddetti attivisti lanciano, specie in occidente, e nello specifico episodi come quello della storia d'amore fra Moazzam Begg e Amnesty International.

Moazzam Begg è un ragazzo di Birmingham che intorno ai 16 anni, nei primi anni '90, è entrato in una gang, e quando la polizia lo ha arrestato - per benefit fraud, non per attività correlate con la gang - ha trovato durante una perquisizione della sua stanza del materiale "strano": un giubbotto antiproiettili, un visore notturno, materiale propagandistico integralista. Tutta roba che, sostiene in tribunale il giovane Moazzam, è lì solo perchè lui ne fa "collezione". Il giudice gli crede.

Quando viene arrestato, il giovane Begg è già stato (1993) in un campo di addestramento in Afghanistan (ne parla nel suo libro), anche se, povero, lui credeva che volessero addestrarlo a fare il volontario, una versione musulmana dei Peace Corps, e una volta arrivato lì gli sembrava cattiva educazione andarsene subito, e poi è stato in Bosnia durante la guerra civile - ma anche in questo caso per errore: lui voleva fare l'insegnante e gli avevano detto che in Bosnia c'erano posti liberi, lui non leggeva i giornali e non sapeva che c'era una guerra civile.

Ha anche cercato di arrivare in Cecenia, sempre per fare l'insegnante, o il giardiniere, e immaginate la sua sorpresa quando le guardie di frontiera georgiane l'hanno rimandato indietro per via della guerra. Il poverino avrà cominciato a pensare che la sfortuna lo perseguitava.

Alla fine, insh'allah, ha coronato il suo sogno, lasciando la Gran Bretagna a metà del 2001 con la famiglia per andare a coltivare patate in Afghanistan. Il poverino deve essere stato assolutamente disperato quando dopo pochi mesi è successo quel che è successo, e in preda al panico ha deciso di lasciare Kabul, guarda caso, sulla stessa strada e nello stesso convoglio con cui viaggiavano le forze dei Talebani in fuga dalla capitale.

Insomma, se Moazzam Begg è finito a Guantanamo è stato per sfiga, un po' come quando il mio bisnonno, a Brooklyn, è finito dentro solo perchè la polizia (razzista e italianofoba) l'ha trovato con una mazza da baseball in mano vicino ad un portuale con entrambe le ginocchia fratturate, che s'era appena convinto a pagare la tassa di iscrizione al sindacato. Prove, al meglio, circostanziali, eppure...

Ma vabbe'. Il problema è che Moazzam Begg doveva, effettivamente, essere tirato fuori da Guantanamo perchè quella di Guantanamo è una prigione illegale, ma questo non significa che sia innocente - esattamente come Timothy McVeigh non doveva essere giustiziato sebbene fosse innegabilmente colpevole (e, per giunta, di destra). Invece Mo, il caro ragazzo, non ha fatto a tempo a ritornare in UK, libero come l'aria, che è diventato dalla sera alla mattina una ragazza pon-pon per le associazioni pacifiste e soprattutto per Amnesty International.

Ha fondato un'associazione, Cageprisoners, che si occupa dei diritti dei prigionieri (solo se sono jihadisti, ça va sans dire) e organizza tour e conferenze sponsorizzate da Amnesty International. Amnesty International, sarà il caso di notarlo esplicitamente, sponsorizza le conferenze di un signore che definisce la giustizia dei Talebani "austera" e l'unica in grado di "portare ordine in Afghanistan". Perchè ad Amnesty e ai suoi attivisti, che sono, per usare un termine caro a Yossarian, Ur
iel, Niccolò e molti altri, dei farlocchi della più bell'acqua, non sta mica bene difendere i diritti di un colpevole, loro vivono su un elevatissimo piedistallo morale e difendono solo innocenti. Alla fine, non sono diversi dai poliziotti di Bolzaneto: per entrambi, i diritti spettano a chi se li merita, agli innocenti - cambia solo la definizione di chi sia innocente.

Poi capita che una responsabile di Amnesty, una che ha studiato i problemi dell'integralismo religioso per trent'anni, e sta con Amnesty proprio perchè conosce le violazioni dei diritti umani perpetrate da regimi teocratici, in Afghanistan, Iran o Alabama, abbia il coraggio di mandare una lettera ai direttori dell'associazione, chiedendo se sia una buona idea associare il nome di Amnesty a quello di Moazzam Begg - il "più famoso sostenitore inglese dei Talebani", come si è definito in qualche occasione lui stesso - non per islamofobia, ma perchè un'organizzazione come Amnesty non ci guadagna dallo sponsorizzare quella che è a tutti gli effetti un'ideologia ultraconservatrice e avversa al concetto stesso di diritti umani universali.

Il risultato, com'era ovvio, è che poche ore dopo che la notizia è trapelata ai giornali, la responsabile di Amnesty è stata sospesa dal suo incarico e Amnesty si è preoccupata di ribadire che la guerra continua al fianco dell'alleato germanico afghano.

18 commenti:

Yossarian ha detto...

"non sta mica bene difendere i diritti di un colpevole, loro vivono su un elevatissimo piedistallo morale e difendono solo innocenti"

E' proprio questo il punto Eugenio, hai centrato il bersaglio.

Difendere i diritti del colpevole secondo in canoni dello stato di diritto e' faticoso, lungo e complicato.

Sai, quelle minuzie chiamate leggi, habeas corpus etc etc.

E stai mai a vedere che poi un colpevole non lo sia davvero...

Meglio l'utopia, ovvero alla presunzione d'innocenza si sostituisce l'assunzione d'innocenza.

Un ritorno pirotecnico, dopo la lunga assenza.

:-)

Chapeau

Palmiro Pangloss ha detto...

Non fa una piega, tyranne un piccolissimo appunto: anche Moazzam Begg, come Timothy McVeigh, e' di estrema destra.

sassicaia molotov ha detto...

Gli attivisti per i diritti civili sono degli zozzoni con le Birkenstock che saranno i primi ad essere messi al muro quando avremo fatto la rivoluzione. A Pisa hanno aperto da qualche anno la facoltà di Scienze per la pace, in capo a qualche altro anno saremo invasi da mediatori di conflitti precari incazzati neri che manderanno il mondo a puttane. Vedrai se non ho ragione.

Palmiro Pangloss ha detto...

@sassicaia molotov: appena avrete fatto la Rivoluzione, se le saro' sopravvissuto, mi candido come ufficiale dei servizi di sicurezza preposto ad occuparsi della Facoltà di Scienze per la Pace. dopo mi potete tranquillamente mandare a Kolyma, ma ci andro' consapevole di aver fatto il mio dovere nei confronti dell'umanita'.

Eugenio Mastroviti ha detto...

Siccome sono rincoglionito, ho rifiutato un commento perfettamente legittimo di Ormazad, che riporto qui:


Tutto giusto , a parte quel " (e, per giunta, di destra) " che mi ha dato un filo fastidio .
Ormazad


Con la dovuta risposta:

temo che l'ironia fosse talmente sottile da risultare invisibile. Sorry.

Yossarian ha detto...

@Sassicaia Molotov

Senti, sono stramazzato al suolo e mi sono ripreso a fatica, con i "precari incazzati" della Facolta' di Scienze per la pace.

Per non parlare degli "zozzoni con le Birkenstock"

Pensi che un giorno mi concederai di linkarti, anche se temo di non essere un simpatizzante della sinistra radicale?

:-)

sassicaia molotov ha detto...

@Yossarian: Detto fra noi, penso di essere di sinistra poi guardo quelli che dicono di essere di sinistra e sto ore ed ore a scervellarmi per capire dove ho sbagliato. Poi mi ricordo che il senso di colpa è di matrice cattolica e comincio a pensare dov'è che sbagliano quelli che dicono di essere di sinistra. Poi fortunatamente qualcuno mi avverte che la cena è pronta. Quindi linkami pure.

sassicaia molotov ha detto...

@Eugenio: ho qualcosa che può farti veramente irritare e di conseguenza farti scrivere un ottimo post.

http://www.ansa.it/ambiente/notizie/notiziari/natura/20100213173735028524.html

Yossarian ha detto...

Mastroviti, beccati sto link:

Achmed the Dead Terrorist.

Sto rotolando. :-)

http://www.youtube.com/watch?v=1uwOL4rB-go

sassicaia molotov ha detto...

@Yossarian: Achmed che intima "Silence! I kill you!" E' la mia suoneria del cellulare. E suona sempre nei momenti meno indicati.

Anonimo ha detto...

Eh si, la mania della difesa ad oltranza del "diversamente bastardo" ha molti adepti.

Bel blog! Tornerò spesso!

Anonimo ha detto...

OT ma credo apprezzerai, non sei obbligato a pubblicarlo

http://xkcd.com/

Anonimo ha detto...

@Sassicaia:

Silence, I Kill you! e' strepitoso.

E' una delle cose piu' devastanti dal "Risveglio di Frodo" del Nido del Cuculo.

"C'hai avuto la diarrea..."

Oppur, sempre del Nido del Cuculo, Frodo che legge l'iscrizione dell'anello:

"C'e' scritto...il budello di tu ma', ver tegame"

Sassicaia, a parte che ora provvedo al lincaggio, sono un uomo molto sbadato e vecchio, ma sai che se la sinistra radicale fossa tutta come te, potrei farci un pensierino?

Yossarian sloggato

Anonimo ha detto...

Mi sembra che molte delle premesse di questo post siano false.
da dove viene l'idea che nessuno dice che guantanamo debba essere chiusa?
perche' se io cerco con google, sul sito di Amnesty, la parola Guantanamo, i risultati che emergono parlano quasi tutti di campagne per i diritti umani. questo e' un esempio: "Amnesty International i(...) demand the immediate closure of the detention centre." Su Moazzam Boaz, non so, e non posso esprimermi, quindi assumo le informazioni siano corrette.
Su Scienze per la Pace, che dire?
Ci ho studiato, un lavoro -buono, direi- l'ho trovato appena finito, nel 2004. Ma certo, ci saranno precari, come ce ne sono in ogni settore. p.

Eugenio Mastroviti ha detto...

@Anonimo: che dirti? Quando un esponente di Amnesty interviene in qualsiasi dibattito lo fa prima per proclamare l'innocenza dei detenuti di Guantanamo, e poi per chiederne la chiusura. La differenza é sostanziale.

Su Moazzam Begg non é difficile informarsi (fra l'altro, mi pare che ampi stralci della sua autobiografia siano disponibili in rete). E poi, se sei maschio puoi sempre andare ad una delle sue conferenze e sentire in diretta quanto sia umana l'austera giustizia dei Talebani, con il tizio di Amnesty sul palco che sorride e annuisce.

(nota: a molte delle conferenze ci puoi andare anche se sei una donna, ma mi sa che ti tocca sederti dietro nell'area riservata alle donne, perché a quanto pare essere segregate é un diritto umano inalienabile delle donne)

Su "Scienze" per la Pace che dire? Tutto il male possibile, a cominciare dal nome.

Anonimo ha detto...

Caro Eugenio,
di che dibattiti parli quando dici che Amnesty interviene prima per proclamare l'innocenza, e poi per chiederne la chiusura? Ho assistito due volte a conferenze organizzate da Amnesty, ed erano entrambe molto focalizzate sul diritto internazionale e aspetti legali generali. Pero' erano anche dibattiti diretti ad un pubblico specifico, diciamo con un background legale e di profilo alto.
Un'ipotesi (visto che la mia esperienza e' semplicemente aneddottica e non permette di trarre nessuna conclusione) e' che Amnesty aggiusti il tiro a seconda dell'audience, puntando a suscitare un fattore di empatia/compassione verso casi specifici. Questo allarga la domanda a se ha senso che le organizzazioni non-profit semplifichino le loro cause per raggiungere piu' persone (e raccogliere piu' fondi), domanda a cui non ho risposta.
Per quanto riguarda Scienze per la Pace, perche' tutto il male possibile (sia riguardo al nome che al resto)?
Grazie,
ciao,
prisca

Anonimo ha detto...

(un'aggiunta al commento precedente, che altrimenti mi risulto odiosa: non e' che ho specificato che (gli unici) due dibattiti a cui ho partecipato erano per un pubblico di fascia alta per sottolineare "belin, quanto sonoprofondamente intellettuale io che vado ai convegni con irene khan"; era per dire, non hanno parlato di casi individuali a guantanamo, ma magari non erano convegni rappresentativi, magari amnesty dice cose diverse a seconda di chi ha davanti)
p.

sassicaia molotov ha detto...

@Yossarian: a me non mi vuole manco la sinistra radicale. Essendo uno che ama le comodità avevo proposto un cambio di simbolo con Falciatrice & martello, ma figurati se quei fossili hanno apprezzato.