11 gennaio 2011

The little people


Uno degli effetti della forte stratificazione della società inglese, della separazione tuttora esistente – sebbene più a livello culturale che pratico – fra le classi sociali é la nascita di parole e modi di dire che sono difficili da tradurre in lingue di Paesi che non siano altrettanto fortemente stratificati (sospetto di aver appena bestemmiato contro il Beato Chomsky; i credenti possono risparmiarsi correzioni, la mia ignoranza é talmente abissale che probabilmente non le capirei).

Un esempio é la frase “the little people”. The little people sono “piccoli” nel senso che non hanno alcuna importanza, rilevanza sociale, peso economico: talmente inferiori a me da appartenere quasi ad un’altra specie. In italiano tendiamo a rendere l’espressione con “popolino”, ma non é una traduzione precisa: “popolino” ha sempre una connotazione critica, implica l’ignoranza o la scarsa educazione dei suoi appartenenti, mentre the little people sono talmente poco importanti che non fa differenza se siano colti o ignoranti, beneducati o cafoni. Sono privi di importanza per diritto di nascita.

Oggi ovviamente la frase viene usata, almeno in maniera esplicita, solo in senso ironico; ma il comportamento di un sacco di gente, e non solo qui, lascia pensare che il concetto faccia parte della forma mentis di molti.
Yasmin Alibhai-Brown é una giornalista di fama dell’Independent e del Guardian, sposata ad un finanziere della City divenuto superdirigente della FSA (la Consob inglese), opinionista molto seguita e tranzi di punta dell’establishment intellettuale britannico; musulmana, si definisce fautrice della democrazia laica – lodevole, anche se il suo concetto di democrazia é appunto quello tranzi/multiculturalista forte. Qualche settimana fa la signora Alibhai-Brown parlava alla radio di questo e di quello, e ad un certo punto é tornata alla carica su un tema a lei molto caro – sostenendo che gli occidentali, e soprattutto i politici occidentali, non dovrebbero mai interferire o anche solo denunciare apparenti violazioni dei diritti umani in società diverse dalla loro, neanche quando si tratta di lapidazioni o impiccagioni di donne in Iran o Pakistan per “reati” che per noi non sono affatto tali. Ha ripetuto, davanti alla domanda del conduttore, che no, i politici occidentali dovrebbero astenersi dal dire alcunché quando una donna musulmana viene lapidata (*)

Un consigliere comunale di qualche villaggio del sud dell’Inghilterra (se non ricordo male) che stava ascoltando la trasmissione, ha scritto su Twitter “Qualcuno potrebbe per favore lapidare Yasmin Alibhai-Brown? Prometto di non dire niente”.

1)     La signora Alibhai-Brown, letto questo messaggio, ha riso e scosso la testa, ha compreso l’ironia della situazione e deciso che forse, dopotutto, aveva detto un po’ una cazzata.

2)     La signora Alibhai-Brown, informata dalla figlia di questa criminale, oltraggiosa affermazione di un maschio fallocratico che voleva ridurre al silenzio la voce indipendente di una donna, é andata alla polizia, l’ha denunciato, e il consigliere comunale é stato sospeso dal partito (conservatore), arrestato, rimesso in libertà su cauzione, ed é al momento in libertà vigilata in attesa di giudizio. La signora Alibhai-Brown ha anche denunciato con forza il clima di odio contro di lei in quanto donna, musulmana e femminista e il colpevole silenzio della classe politica su questi inqualificabili atti di intimidazione.

Una pinta a chi indovina quale delle due versioni é quella vera.

Vabbé, troppo facile. La signora Alibhai-Brown, io temo, é in perfetta buona fede nel reagire a questa maniera: perché quando si parla di lapidazione, impiccagione o frustrate in piazza per le vittime di violenza sessuale (o anche solo per aver indossato i pantaloni sotto al burqa, come in Sudan) non si parla di lei o delle sue amiche che vanno con lei all’inaugurazione delle gallerie d’arte a Chelsea: si parla di little people, di donne che non sono esseri umani completi come lei, di oggetti che esistono per fare da argomento dei suoi articoli, o attraverso le cui vicende la giustezza delle opinioni espresse nei suoi articoli viene dimostrata. Questo concetto é radicato così profondamente nella sua psiche che il suo sdegno, il suo scandalo, davanti all'idea, per quanto ironica, che la sua augusta ed intellettuale persona venga trattata alla stessa maniera delle non-persone in Iran e Pakistan, é perfettamente genuino e sincero. La reazione scandalizzata, sospetto, non veniva tanto dal suggerimento poco serio che venisse lapidata, quanto piuttosto dalla lesa maestà, dal suo essere accomunata ai little people.

O per fare un altro esempio, prendiamo Diane Abbott – parlamentare laburista di lungo corso e specchiata fede anti-blairiana, attivista antirazzista, recentemente candidata dall’ala sinistra del partito alla segreteria del Labour Party. La signora Abbott predica la chiusura delle grammar school statali, ha recentemente approvato la proposta di chiudere/sanzionare le scuole che offrono il baccalaureato europeo (più difficile/selettivo del GCSE come esame di Stato) ed ha fortemente criticato la decisione dei Blair di mandare i figli ad una scuola statale selettiva (una grammar).

Tutto questo, ovviamente, vale per gli altri, for the little people: perché la signora Abbott ha frequentato lei stessa una grammar statale, ed ha iscritto suo figlio ad una delle public schools più esclusive del regno, la City of London School for Boys – sostenendo che, sì, era ingiusto ma lei voleva il meglio per suo figlio. In altre parole: le public schools e le scuole statali selettive sono effettivamente migliori delle scuole non-selettive a cui lei vorrebbe obbligare per legge the little people a mandare i propri figli: le scuole più qualificate dovrebbero essere riservate a persone importanti, a persone vere come lei e i suoi amici dell’All-Party Parliamentary Group for Tribal Peoples che scrivono editoriali di fuoco sull’Independent contro la barbarie degli esami scolastici e universitari e di un sistema di istruzione che impone lo studio della matematica e della fisica piuttosto che stimolare la capacità creativa con l'analfabetismo. Doptutto, come ha detto anche giustamente la signora, se avesse mandato suo figlio in una di quelle scuole di merda che ha contribuito a creare, il pargolo sarebbe finito in una gang senza che nessuno potesse dir niente (perché combattere le gang che reclutano nelle scuole é razzista. Almeno a sentire l'on. Abbott. Almeno nelle scuole che suo figlio non frequenta)

Insomma, rockstar che vanno a parlare all'ONU contro il fenomeno del nomadismo fiscale mentre il loro avvocato completa le pratiche per spostare la residenza fiscale in Olanda e risparmiare un paio di punti percentuali di capital gain; vice-primi ministri che vogliono chiudere le scuole che vanno troppo bene perché sono divisive mentre loro hanno frequentato (con i soldi di papà) public schools esclusivissime; ambientalisti milionari e figli di milionari che protestano perché le linee aeree a basso costo permettono anche agli operai di andare in vacanza - comincio a sospettare che molti di quelli che il mio amico Yossarian chiama Opliti del Bene abbiano la disdicevole tendenza a dividere il mondo nelle due categorie di "io e i miei amici" e untermenschen. E la cosa mi piace poco.

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(*) In linea di principio, la sua posizione é meno delirante di quell che potrebbe sembrare se si tiene conto delle sue premesse; come detto, la signora Alibhai-Brown é a tutti gli effetti una tranzi, e come tale non dà alcun peso alle posizioni od opinioni degli individui (ad eccezione delle sue, ovviamente). Dal suo punto di vista l’individuo in quanto tale non é affatto depositario/titolare di diritti. Il soggetto di diritto nella sua visione del mondo é il raggruppamento socioculturale a cui gli individui appartengono. Dire “X é americano ed é contro la pena di morte” é per la signora Alibhai-Brown un’affermazione non sbagliata, ma semplicemente priva di senso: quello che si dovrebbe dire é “X é americano, e gli USA hanno la pena di morte”. Questo, ad esempio, spiega perché, nel commentare una lunga lista di firme in calce ad una petizione contro l’esecuzione di non so che condannato/a a morte in Iran, la signora ha commentato che la petizione non aveva alcun valore in quanto conteneva le firme di intellettuali americani. Nella visione del mondo della signora Alibhai-Brown, l’opinione di qualunque individuo che non si chiami Yasmin Alibhai-Brown non ha valore, peso o significato e solo l’espressione della volontà dei vari raggruppamenti etnici/religiosi/sociali é da considerare. In questo senso é giusto dal suo punto di vista dire che per gli “occidentali” (che come raggruppamento contengono gli USA) é ipocrita condannare le esecuzioni capitali in Iran.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Ti ringrazio per la citazione Eugenio: essere citato in tuo post mi fa sempre piacere e mi ricorda che proprio con te ho scoperto la blogopalla, rompendoti le scatole in maniera invereconda.

Sai bene che questo non te lo perdoneranno mai: ma dico, far parlare un "fascista" che odia il meraviglioso mondo multi-culti di Diane Abbot e dei suoi amici alla costante ricerca di minoranze oppresse?

;-)

A parte questo condivido tutto, e il post e' molto bello.

Quanto a Diane Abbott e all'altra signora che dire?

Semplice: quella che era la sinistra con i suoi pregi e difetti, e parlo sia di quella socialdemocratica, sia di quella di ispirazione socialista, marxista, marxista-leninista o comunista, non esiste piu'.

Anche parlare di "progressisti" mi sembra fuori luogo: quello della Abbott e della sua amica e' una specie di culto New Age per ricchi, figlio della controcultura hippy, scemenze velleitarie e solidariste alla Che Guevara, troppo Herman Hesse e le pippone catalittiche sullo spiritualismo indiano per occidentali annoiati alla Maharishi Yogi.

La mia non e' nostalgia di una sinistra che non c'e' piu': magari la sinistra si fosse evoluta in qualcos'altro: no, no, e' che non c'e' proprio piu'.

La mia e' una semplice constatazione.

Del resto per un comunista le donne avevano tutte gli stessi diritti, mentre per la scema amica della Abbott, le donne occidentali o ricche come lei hanno dei privilegi e le altre si fottano.

Ripeto, e' una constatazione e non nostalgia: questa non e' la sinistra. Non sono i principi della sinistra. Buoni o cattivi che fossero quei principi, questi non sono principi di sinistra.

Per finire, credo che quelli come te che credo ancora si definiscono di sinistra, non dovrebbero sentirsi offesi da quanto ho detto.

Perche' quella di cui sto parlando non e' sinistra.

Yossarian

gio ha detto...

In realtà un termine per tradurre esiste: paria. Gli inglesi dovrebbero ben conoscerlo ed anzi magari usarlo, anche se capisco maschera ben poco di ciò che si pensa senza poter dire.
L'ipocrisia è forte in certe, privilegiate categorie sociali - di queste si parla d'altronde - al punto da esserne praticanti malsani senza rendersene conto.
Non è un reato ma non è scusabile.

Unknown ha detto...

In questo senso é giusto dal suo punto di vista dire che per gli “occidentali” (che come raggruppamento contengono gli USA) é ipocrita condannare le esecuzioni capitali in Iran.
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Il modello potrebbe essere interessante se venisse applicato con coerenza. Cioe', per un iraniano che ha la pena di morte, e' davvero cosi' scandaloso crepare sotto le bombe?

A me va benissimo se si dice che i diritti umani sono una convenzione locale occidentale. Pero' non ti lamenti se ti brucio col napalm: non sto violando i tuoi diritti perche' non li hai.

E' ipocrita da parte mia protestare contro la lapidazione in Iran, perche gli USA hanno la pena di morte, ok: ma allora quanto e' ipocrita per gli iraniani protestare contro la pena di morte in iran?

Uriel

Eugenio Mastroviti ha detto...

@gio: in realtà non sono molto d'accordo. L'uso del termine "paria" (peraltro diffuso in inglese) implica un qualche senso di repulsione. I "little people" non sono intoccabili nel senso dei paria; semmai, il termine, in senso ironico, può essere tradotto con l'altrettanto ironico "comuni mortali" - ad implicare una contrapposizione con chi si ritiene molto al disopra di tale rango

gio ha detto...

Pariah mi risulta termine di origine inglese.
E' chiaro che ha altre connotazioni, e una storia a parte, è chiaro che è un po' tirato, ma per dire pane al pane ben s'adagia sulla forma mentis della specifica superiorità inglese di casta. Non saranno fisicamente intoccabili queste little people ma una sorta di repulsione morale a quanto pare esiste. E' anzi il cardine della faccenda. I termini dopotutto mutano significato, lo ampliano se estratti da un ambito per venire inseriti in nuovo contesto.
Comuni mortali va bene ma di nuovo è mal stimato, stavolta per difetto: diciamo allora una via di mezzo tra le due categorie, specie di vassallaggio di feudale memoria, con buona pace del (sigh) 'ethically correct'.