04 aprile 2007

Anno Zero


Alla fine l'ho vista anch'io, la famosa puntata dell'imam che dice che non ci deve essere tregua con gli atei (che poi, non lo dice - lo scrive). Pur confermando la mia radicata antipatia per le religioni organizzate in generale, e per chi vuole trasformarle in pratica politica in particolare (che si chiami Ratzinger, Robertson o ibn Wahab), ci sono due o tre cose che vorrei dire.

La prima è che Santoro è fazioso. L'ho sempre saputo, e Santoro non mi è particolarmente simpatico, ma mi sembra che l'altra sera sia sprofondato a livelli da Libero o Padania, facendo fra l'altro, come capita in questi casi, un disservizio grave proprio alle persone che sosteneva di voler proteggere.

Il problema è che, come mi è capitato di ribadire a Maedhros per altre faccende, un aneddoto, o una collezione di aneddoti, non è scienza. Intervistare 50 donne nordafricane che dicono di essere picchiate dai mariti non significa assolutamente nulla, al massimo serve da propaganda di infimo livello per la stessa fascia di popolazione che si fa infinocchiare da Libero o dalla Padania. Per tutti gli altri, vale la risposta - vera, peraltro - che per ognuna di quelle donne ci sono 50 italiane picchiate, e a volte ammazzate, dai loro italianissimi e cattolicissimi mariti. Non abbiamo bisogno degli immigrati, dopotutto, per contendere alla Spagna il primato europeo delle violenze domestiche: facciamo benissimo da soli, grazie - a differenza della raccolta dei pomodori, è un lavoro che gli italiani ancora non si rifiutano di fare.

Se dunque Santoro voleva difendere i diritti delle donne immigrate, ha ottenuto semmai il risultato opposto: perchè gli unici che hanno preso sul serio la sua disamina di casi pietosi sono quelli che, comunque, vedrebbero bene le donne immigrate appese al lampione a fianco a quello dei mariti - leghisti e feccia analoga. Gli altri, semplicemente, non sono stati convinti da un documentario realizzato con i piedi.

Capiamoci, è probabile che l'incidenza delle violenze domestiche sia in percentuale più elevata all'interno della comunità musulmana - per una lunga serie di motivi. Il problema è che urlare in prima serata "i musulmani picchiano le mogli", lungi dal risolvere il problema lo aggrava, spingendo la comunità immigrata a chiudersi maggiormente su sè stessa e a considerarsi assediata. Se si vuole cercare una soluzione al problema, semmai, bisogna andare nella direzione opposta: cancellare per quanto possibile le linee di demarcazione.

Una cosa interessante (ma ovviamente poco rimarcata) della puntata di Anno Zero è stata la testimonianza delle donne italiane picchiate da mariti o padri italiani: in tutti i casi le donne raccontavano del proprio isolamento, della sensazione di non avere alcun contatto, alcuna possibilità, alcun appoggio fuori dalla famiglia: erano tagliate fuori dalla società, dalla comunità umana, interagivano col mondo solo tramite gli stessi uomini che le opprimevano e le picchiavano. Erano prigioniere senza possibilità di fuga.

Dalle nostre parti questa è una situazione che ha del patologico: non è una regola assoluta, per carità, ma casi simili si verificano spesso se la donna ha subito traumi precedenti, se è nata e cresciuta in una simile realtà. Mrs Inminoranza, per dire, sa perfettamente che se io dovessi impazzire e cercare anche una sola volta di darle uno schiaffo, lei può uscire dalla porta di casa e trovare 10 vicini che la lasceranno entrare in casa, dormire una notte nella stanza degli ospiti e la accompagneranno anche alla polizia per una denuncia. Sa che cè un mondo, fuori, che sta dalla sua, sa di essere parte di una società civile che condannerebbe me, non lei. Che questo sia vero o falso, poi, conta poco: magari i miei 10 vicini sono degli stronzi che non le aprirebbero la porta perchè si fanno i fatti loro, magari non chiamerebbero neanche la polizia; non conta, la cosa importante è la percezione di Mrs Inminoranza di poter trovare aiuto, là fuori, e la consapevolezza che una volta che lei ha superato la porta di casa ed è arrivata ad un poliziotto, io sono fottuto e passo i prossimi 5 anni in galera (lasciamo perdere per un attimo il fatto che sia lei a picchiare me, di solito: il mio è un discorso del tutto ipotetico).

Oh, intendiamoci, non sto dicendo che questo sia sempre vero: so perfettamente che molte donne sono maltrattate in casa loro ogni giorno, e so perfettamente che la polizia non fa neanche un centesimo di quel che dovrebbe per aiutarle; ma il fatto rimane che man mano che questa consapevolezza cresce, il numero di uomini disposti a correre il rischio, o anche solo a considerare l'opzione della violenza, diminuisce. Non è un caso che da qualche tempo, come stupratori e pedofili, anche i wife-beaters, come li chiamano qui, abbiano bisogno di misure speciali di protezione in prigione.

Il problema è che una donna immigrata non ha la percezione di far parte della società. Peggio, viene condizionata a sentire il mondo esterno come ostile: il poliziotto non è quello a cui chiedere aiuto, è quello che la rimanda in patria se la becca senza documenti, è quello che la prende in giro perchè parla con uno strano accento, è quello che esercita un'autorità arbitraria e capricciosa su di lei e su tutti quelli con cui ha contatti regolari. Una donna immigrata non si sogna neanche di ricorrere ad una società di cui non fa parte per ottenere protezione, l'idea è semplicemente ridicola: perchè chi l'ha considerata fino ad oggi come un cancro, un corpo estraneo da espellere, improvvisamente dovrebbe aiutarla?

Mi spiace dirlo, ma in Italia questa situazione viene esasperata dalla maniera criminale in cui la questione dell'immigrazione (il problema dell'immigrazione, come lo chiamano certi commentatori, il che già rende l'idea) è stata gestita. Gli immigrati sono formalmente riconosciuti come un corpo estraneo, con diritti limitati, tassati ma impossibilitati a dire la loro su come le loro tasse verranno utilizzate, sottoposti al ricatto del permesso di soggiorno legato a filo doppio al lavoro - lo stesso sistema che in USA, con la green card, ha dato origine a quella che Red Herring, non esattamente una rivista della sinistra antagonista, chiamava la nuova servitù della gleba.

Quelle donne continueranno ad essere picchiate, perchè continueranno a credere che i maltrattamenti in famiglia siano preferibili all'espulsione dall'unica società di cui credono di poter fare parte - il ristretto ambito della famiglia e dei pochi conoscenti (e probabilmente sodali) del marito, e i mariti continueranno a picchiarle perchè sapranno di poter godere dell'impunità più assoluta.

In UK, premetto, il trattamento degli asylum seekers (gli extracomunitari senza permesso di soggiorno) ha degli aspetti che non si possono non definire ignobili: stipati in ostelli e vecchi alberghi, spesso fatiscenti, impossibilitati a lavorare per almeno il primo anno in UK e dipendenti da un salario di sussistenza, i loro figli parcheggiati in scuole scadenti, sottoposti a continui linciaggi mediatici e politici; eppure, i laburisti sono riusciti a infilare in questo quadro due-tre cose che vanno nella direzione esattamente opposta, provvedimenti che l'Italia non farebbe troppo male ad adottare - provvedimenti che vanno esattamente nella direzione di far sentire le donne, immigrate e inglesi, parte integrante di una società che le protegge e garantisce loro diritti be precisi.

Intanto c'è la questione del voto amministrativo: se risiedi in questo Paese, in altre parole se dormi sotto un tetto e hai un lavoro (e quindi, se paghi tasse statali e comunali), hai il diritto di voto per le elezioni amministrative. Questo significa che ogni 6 mesi ti arriva un documento dal comune che chiede conferma che abiti ancora a questo indirizzo, che tua moglie abita ancora a questo indirizzo, e ricorda che entrambi avete diritto a votare. E ad ogni elezione, due certificati elettorali arriveranno nella buca delle lettere, uno a tuo nome ed uno a nome di tua moglie. Certo, magari non permetterai a tua moglie di uscire per votare, ma lei saprà, le verrà ricordato periodicamente, che lei qui ha dei diritti, appartiene ad una società più grossa, e con maggiori garanzie, del pianerottolo con ringhiera filmato da Santoro.

Poi ci sono le questioni fiscali. Se una coppia ha un bambino (per coppia, lo dico per i miei due lettori dall'Italia, in Paesi non-teocratici si intendono due adulti consenzienti che coabitano, indipendentemente dalla benedizione di questo o quel prete), in questo Paese, ha diritto a dei crediti fiscali; il trucco però è che questi crediti vengono rimborsati comunque nel conto in banca della madre, anche se provengono dalle tasse del padre. Questo, ancora, significa che la donna deve uscire, andare in banca, firmare i documenti, ricevere una telefonata ogni tanto se ci sono problemi. Lo so che sembra una cazzata, ma se una persona deve prendere una decisione difficile come lasciarsi tutta una vita alle spalle, avere o meno un conto in banca con quattro soldi sopra può fare tutta la differenza - e, ancora, al di là di questo c'è la percezione che lei sia, e sia considerata, una persona, parte di una società, e non semplicemente un'appendice di un marito che si considera preposto a mediare tutte le sue interazioni col mondo esterno.

Se Santoro voleva far caciara, c'è riuscito alla perfezione. Se voleva fare uno spot per la Lega, pure. Se voleva far qualcosa contro i maltrattamenti in famiglia, ha fallito miseramente.

P.S. Ci sarebbe anche molto da dire sull'immonda performance della parlamentare della Lega, ma sebbene questo non sia un blog per famiglie, ci sono sempre limiti imposti dal buon gusto, e vedere quella forma di vita fingere di preoccuparsi dei diritti delle donne immigrate, e dei diritti delle donne in generale, va di gran lunga al di là di questi limiti. Va bene che quando entri nella Lega ti rimuovono chirurgicamente la dignità, ma mi sa che quella lì ne aveva poca pure prima.

14 commenti:

dacia ha detto...

Post assolutamente leggendario. Da invidia allo stato puro.

Dacia

Anonimo ha detto...

Sono quello che ti sta sul cazzo, come da relativo post.

Posso dirti che il sentimento non è reciproco?

Questo post è veramente bello.

Anonimo ha detto...

quando gli avversari politici cominciano a farti i complimenti, è ora di preoccuparti ;-)

Eugenio Mastroviti ha detto...

Macchè preoccuparmi, lo sanno tutti che ambisco al titolo di "Islamofobo preferito di Dacia Valent".

Quanto a Martinez: ci sono molte cose che ha scritto con cui concordo in pieno, probabilmente più di quelle che ho scritto io con cui concorda lui. Il famoso post che cita lo dovrei stampare e incorniciare come promemoria che non si dovrebbe mai scrivere di politica quando si è incazzati per conto proprio.

Trovo molto, molto discutibili le premesse politico/ideologiche di Martinez, ma su di lui la penso più come Rosalux, che sa dare dei bastardi ai suoi avversari politici in maniera molto più elegante di me :)

Anonimo ha detto...

Euge, tranquillo sto privatamente convincendo Dacia a Miguel a iscriversi alle sedute di gruppo degli AA
Antisionistiviscerali Anonimi.
Gia' vedo la scena in terapia di gruppo "Buonasera son Miguel Martinez e sono un antisionistaviscerale ma voglio smettere" e Dacia nella platea che applaude "Bravo Miguel anche io sto cercando di smettere"

MMAX, deprogrammatore

dacia ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
dacia ha detto...

Eugenio,

le cose non stanno esattamente così: io glielo faccio credere giusto perché mi terrorizza.

Ha tentato di uccidermi con una potentissima arma batteriologica sionista, ne sto ancora scontando gli effetti nefasti.

Tu, cosa avresti fatto, tu, al mio posto?

Ci vado si, ma a crossed fingers.

Dacia

Anonimo ha detto...

Uno o due punti che considero "fermi"
-Islam e Cristianesimo avevano gli stessi comportamenti verso i "diversi"(ebrei ad esempio) e verso le donne.
Il Cristianesimo, poi, è stato costretto a cambiare(poco), a calci in culo, dalla Riforma, dai Lumi ecc. L'islam no, è rimasto al 1.400.
- Tutti i "deboli" vanno sempre difesi dai prevaricatori
- Tutti gli immigrati, dotati di lavoro, registrati e che accettino le leggi locali hanno gli stessi diritti di ogni cittadino. Voto amministrativo ai 5 anni di residenza. Voto politico mai.

Perché? per un minimo di reciprocitá.
Un europeo residente in sud america, per ottenere un visto di residenza deve avere un lavoro o mezzi di sussistenza(soldini), non deve commettere reati (ovvio) ma anche sono problematiche le infrazioni gravi, tipo incidente autombilistico con feriti gravi.
L'europeo non voterá MAI; per nulla, nemmeno il consiglio di quartiere. Ho parlato di s.america NON arabia.

Saluti
Augusto

Anonimo ha detto...

"-Islam e Cristianesimo avevano gli stessi comportamenti verso i "diversi"(ebrei ad esempio) e verso le donne."

Completamente falso. Gli ebrei vivevano MOLTO meglio nel mondo islamico che in quello cristiano. L'odio e' un fenomeno contemporaneo.

idem per gay e donne.
A quei tempi, i barbari eravamo noi e ci guardavano schifati.

Poi, qui e' arrivato l' Illuminismo. E tutto e' cambiato. La riforma ha cambiato sega, bruciavano gente tale e quale.

Uriel

Anonimo ha detto...

Uriel, hai ragione, non ho voluto infierire piú di tanto sul Cristianesimo.
Di certo ed in particolare nella penisola iberica del 1.400, l' eden erano i califfati.
Gli stati cristiani erano posti violenti incolti e puzzolenti.

Ciao
Augusto

Anonimo ha detto...

Eugenio, mi pare di ricordare quel tuo post.

ma non credo che il Martinez si sia offeso... in fondo si parlava di lui.

comunque, se vuoi farti perdonare .... beh fagli un regalo.

uno specchio credo che gli farà piacere ma che sia uno di quelli grandi (e quando glielo dai , ricordati di tenere le finestre aperte)


se poi sei davvero molto dispiaciuto potresti provare con un corso rapido di cinese. E' probabile che dall'anno prossimo vada di moda un altro scontro di civiltà : quello cina/occidente.

e bisogna imparare il nuovo gioco di ruolo se non si vuole diventare obsoleti.

sono sicuro, data la malleabilità (quasi fosse di fango) , non avrà problemi.

mmm... Miguel sicuro di non essere mio parente? ti ci vedo bene con il mio cognome


ciao
l "estremista di Destra" se ricordo bene la definizione kelebekiana

Anonimo ha detto...

Faccio appello a Mrs. Inminoranza di picchiarti in maniera meno violenta, e soprattutto di evitare colpi alla testa, che poi vengono fuori capoversi come i due o tre contenuti in questo post.
Può contattare il sito dell'ambasciata saudita, dove troverà dettagliate istruzioni su come picchiare correttamente la propria metà.

La differenza tra islam e cristianesimo è inutile spiegarvela, perché non volete capirla.
Data per buona la suggestione fatta che noi dobbiamo la nostra attuale civiltà all'illuminismo (e pure ci sarebbe da discutere, perché la versione francese a differenza di quella anglosassone ha parecchi elementi "teocratici", la teocrazia degli atei può essere molto più pervasiva e fanatica di quella dei credenti), non mi risulta che i cristiani ci abbiano messo sopra un copyright; e quindi i musulmani avevano ed hanno tutte le possibilità di abbeverarvisi.
Non lo hanno fatto, e non lo fanno, e vi spiegherei i motivi, se voi voleste ascoltarli.
Ma non lo volete, e allora ciccia.

Però, se magari si evitasse di assumere funghi allucinogeni prima di scrivere commenti, si farebbe a meno opportunamente di decantare lo splendore civile dei califfati islamici medievali.
Ottenendo la mia riconoscenza, invece di un perentorio invito a non scrivere cazzate!

Segnalo poi la contraddizione nella denuncia fatta del legame permesso di soggiorno-lavoro, assimilato a nuova servitù della gleba, con la rivendicazione dei diritti politici a livello amministrativo "se hai casa e lavoro".
Io sono d'accordo con quella rivendicazione, e sono dell'avviso che ogni Paese appartiene a chi lo ama (ed amarlo significa contribuire lealmente al suo benessere, che equivale a quello della comunità che lo forma), ma mi sai dire come questo si concilierebbe con un nullafacente, o con un facente cose tipo quelle fatte dagli africani di via degli Anelli a Padova (ed in decine di altre città italiane)?

Riguardo l'aneddotica, ti ho già riconosciuto la libertà di andare a farti immunosopprimere, nel malaugurato caso. Tu continui a non riconoscermi quella di curarmi con l'acqua di fogna, vedo.
Poi, quando decidi di informarti sul razionale della terapia biologica dei tumori, e parlarne quindi con cognizione di causa (dopotutto 24.000 pubblicazioni scientifiche sull'efficacia anti-tumorale della sola somatostatina, mi pare un'aneddotica niente male), me lo fai sapere, ed io accetterò di discuterne.

Buona Pasqua!
Sì, lo so che sei ateo, ma sai quanto me ne frega!
;-)

P.S. - Mi hai quasi convinto a votare Lega alla prossima tornata elettorale.

Anonimo ha detto...

Per Eugenio,

infatti la mia era una battuta, come Dacia mi dimentico di usare le faccine.

Su molte cose non siamo d'accordo, sicuramente, ma apprezzo molto la tua umanità, la tua curiosità e i tuoi interessi.

Anonimo ha detto...

Riguardo alle violenze familiari, credo tu abbia tralasciato una componente fondamentale. Non è sufficiente, e non è neppure necessario, che la donna (o l'uomo, se è per questo) sia economicamente dipendente, oppure sia rinchiusa all'interno di una microsocietà, per accettare di essere picchiata.
Quello che fa la parte del leone, in questo genere di cose, è la consapevolezza da parte della vittima di meritare questo trattamento. La sua accettazione della punizione come adeguata alla colpa. In assenza di ciò, diventa difficile picchiare qualcuno, per quanto debole.
E la sottomissione alla pena vista come giusta può anche derivare da un imprinting sociale, non dico di no, ma è basata su un fondamentale meccanismo psicologico umano, quello che porta a cercare giustificazioni, ragioni, alla fin fine giustizia in ciò che ci accade.
_Prima_ di essere picchiata, la donna magari vede la cosa come un'ingiustizia. Ma _dopo_, la cosa è avvenuta. Non si può negarla. E l'unico modo per mantenere la confortevole visione di un mondo sensato consiste nell'inventarsi un motivo per cui ciò è successo, nell'inventarsi una colpa, una inadeguatezza, che giustifichi l'accaduto.
Perciò temo che denaro e diritto di voto non possano fare più di tanto per cambiare la situazione. L'intervento dovrebbe semmai essere mirato su chi opera la violenza, ed essere tale da far sì che costoro non sfruttino questo comodo meccanismo psicologico. Ma la vedo dura. Voglio dire, integrazione, ok, ma chi integra chi?

Danilo