12 febbraio 2008

Riconosciuta la necessità urgente ed assoluta di dettare ulteriori disposizioni per la difesa della razza


Per i due aficionados che mi leggono dall'Inghilterra, un breve riassunto delle puntate precedenti. Un cretino pubblica una lista di "infiltrati ebrei" nella scuola e nell'università, uno degli infiltrati lo denuncia per violazione della privacy (e qui un mezzo sorriso ci sta bene), il blog del cretino viene chiuso, gli antimperialisti insorgono. Tutto normale, siamo in Italia.

Salvo poche, felici eccezioni che il vecchio e saggio Mmax riporta puntualmente, gli antimperialisti, sia chiaro, insorgono in difesa del nazista. Non vorrei che ci fossero dubbi in proposito.



15 commenti:

Uriel ha detto...

A forza di distinguo tra gli antisionisti dagli antisemiti, finisce che non distingui piu' tra un antisionista e un antisemita....

Uriel

Anonimo ha detto...

Un altro cretino pubblica sul suo blog una lista di professori
anti-papisti, e nessuno dice niente:

http://www.gasparri.it/html2/editoriale.php?id=185

Eugenio Mastroviti ha detto...

"Nessuno dice niente"? Non mi pare proprio che sia mancata la solidarietà ai firmatari di quell'appello, da queste parti.

Nidiaci ha detto...

Scusami, non riesco proprio a capire il riferimento agli antimperialisti.

Per "antimperialismo", si intende una posizione, minoritaria in Occidente, che sostiene che la contraddizione principale sia tra centro e periferia capitalista, e non all'interno del mondo capitalista avanzato.

C'è un dibattito enorme in materia, che risale a prima di Lenin e che dura tuttora.

Non sono sicuro che Gennaro Carotenuto, che tu citi, si possa definire un "antimperialista" - non ho letto i suoi testi più teorici.

Secondo me, la questione della lista di firme non c'entra quasi niente con la problematica dell'antimperialismo.

Casomai c'entra una questione tutta interna all'Occidente.

La democrazia comporta la libertà di espressione; e molte persone hanno cose cretine da esprimere.

Fino a che punto si deve accettare che si conculchi la libertà di espressione, per mettere a tacere i cretini?

La risposta cambia se alla parola "stato" associamo il pronome "noi" o il pronome "loro".

Io personalmente appartengo allo schieramento di coloro che vedono nelle istituzioni statali sostanzialmente (non esclusivamente) un "loro".

Tra il mio antimperialismo e il mio libertarismo possibilista (che non è anarchismo in senso rigoroso) esiste un nesso, ovviamente.

Ma non credo che sia così per tutti: si può essere tranquillamente libertari senza essere antimperialisti; e si può essere antimperialisti e statalisti.

Uriel ha detto...

Per "antimperialismo", si intende
----

Siamo troppo marxisti per considerare le intenzioni come un dato di fatto.

E il dato di fatto e' che quando qualcuno sputa su un ebreo, l'antiimperialista applaude , relativizza o minimizza.

O parla di zingari.

Uriel

Eugenio Mastroviti ha detto...

Martinez: purtroppo nei blog le faccine vengono male. L'uso del termine antimperialisti era al più semiserio e semmai faceva riferimento più ad un'autodefinizione da parte di un certo gruppo di commentatori che a un effettivo inquadramento ideologico. Sai, un po' come chiamare razza superiore Bossi e Calderoli.

Eugenio Mastroviti ha detto...

Martinez: una risposta un po' più seria, comunque, è che io, personalmente, non avrei chiesto la chiusura di quel blog - così come, del resto, non avrei fatto processare la Fallaci per vilipendio della religione islamica.

La questione della lista è stata trattata, come dice Mmax, in maniera mediaticamente cialtronesca, e oltretutto non è nè un caso isolato nè una novità. Non vorrei che quella gente venisse ridotta al silenzio dai Carabinieri, ma d'altro canto sono convinto che quella gente vada isolata da chi si picca di far riferimento al pensiero progressista in una qualsiasi delle sue forme. Non è la pubblicazione della lista che mi crea problemi, è la gente che ha difeso il tizio.

Anonimo ha detto...

Quel "nessuno" era impersonale, Mastroviti, non era rivolto a te
o al tuo blog (che ho appena scoperto).

Il cretino ha pubblicato una lista (che peraltro era gia' pubblica) di persone, schedandole in base ad una loro idea. Bene, anzi male, malissimo, non si fa! Ed e' stato
GIUSTAMENTE perseguito. Bene.

E di tutti gli altri "pubblicatori di liste" che ne vogliamo fare? Gasparri pubblica una lista di anti-papisti, Magdi Allam una di presunti filoislamici, Libero una di dipendenti Rai...

Eugenio Mastroviti ha detto...

Anonimo: sul "giustamente" non ci metterei la mano sul fuoco; e anche lo scandalo di Repubblica mi sembra campato in aria - prova a mettere "lobby ebraica" in google e guarda che florilegio ti viene fuori.

Personalmente trovo che le persone e gli organi di stampa che hai menzionato (sarà una coincidenza) meritino l'identico disprezzo ma non un silenzio imposto per via giudiziaria. Il mio post chiariva semplicemente che (IMHO) identico disprezzo meritano quelli che si ergono a paladini degli estensori di queste liste.

Nidiaci ha detto...

OK, accettato il concetto di antimperialismo per approssimazione :-)

Mi sembra di capire che i magistrati hanno escluso accuse in base alla Legge Mancino; per cui perde di senso gran parte della discussione che c'è in giro sul tipo, "è lecito o no esprimere odio razziale?", confronti con la negazione dell'Olocausto, ecc.

I magistrati, leggo, stanno procedendo contro Re Shaulos II per due accuse precise: diffamazione e violazione della privacy.

1) Diffamazione. Re Shaulos II dice che tutte le persone elemcate sono "ebrei", che può essere errato, ma non è certo un'offesa; e dice genericamente che sono tutti un branco di raccomandati, che è effettivamente offensivo.

Comunque, nulla di nuovo o di interessante qui.

2) Violazione della privacy. E' o no "violazione della privacy" riprendere su un blog letto da 10 persone, un testo apparso sul Corriere della Sera (un milione di lettori), con il consenso dei diretti interessati?

Se i magistrati hanno trovato che c'era più sostanza per questa accusa, che per un'accusa in base alla Legge Mancino, il problema evidentemente esiste.

Sorgono non poche domande. Anche per me: io ho ripreso un articolo della Voce della Campania, che contiene una lunga lista di persone "associate" all'Opus Dei.

Badate, non si tratta di firmatari di un appello pubblico, come nel caso di Re Shaulos II; ma di un elenco che nasce per la prima volta proprio grazie all'inchiesta della giornalista di cui ho ripreso l'articolo.

In altre parole, la mia "lista di proscrizione" è molto peggiore di quella di Re Shaulos II.

Che fine farà il diritto di riprendere in rete liste tratte da altre pubblicazioni?

Credo che sia una domanda molto importante.

Anonimo ha detto...

@Martinez. Non è corretto paragonare una lista di persone "associate" all'opus dei e una lista di persone ebree. Se non altro perchè l'opus dei, detta un po' sommariamente, non è un'identità. E' un'organizzazione, con sedi, amministratori, ruoli, come ogni organizzazione. Credo che faccia una bella differenza, e che il fatto che non esista una lista pubblica di appartenenti all'o.d. sia sconosciuto ai più. La prima inchiesta rigorosa su questo è arrivata solo due anni fa col libro di Pinotti, Opus Dei segreta (Rizzoli 2006). E' un lato in ombra non solo della democrazia italiana, ma anche della chiesa cattolica.
Credo che ci vorrebbe più giornalismo di inchiesta in Italia su questioni trasversali alla politica.

gopk

Anonimo ha detto...

@Martinez. Non è corretto paragonare una lista di persone "associate" all'opus dei e una lista di persone ebree. Se non altro perchè l'opus dei, detta un po' sommariamente, non è un'identità. E' un'organizzazione, con sedi, amministratori, ruoli, come ogni organizzazione. Credo che faccia una bella differenza, e che il fatto che non esista una lista pubblica di appartenenti all'o.d. sia sconosciuto ai più. La prima inchiesta rigorosa su questo è arrivata solo due anni fa col libro di Pinotti, Opus Dei segreta (Rizzoli 2006). E' un lato in ombra non solo della democrazia italiana, ma anche della chiesa cattolica.
Credo che ci vorrebbe più giornalismo di inchiesta in Italia su questioni trasversali alla politica.

gopk

Nidiaci ha detto...

Per Gopk

Non sto dicendo cosa sia "giusto", né sto discutendo del ruolo dell'Opus Dei nella politica italiana.

Mi pongo semplicemente dalla parte dei magistrati, che stanno facendo un'indagine che riguarda la presunta violazione della privacy (e non, ad esempio, accuse generiche contro movimenti religiosi).

Re Shaulos II non fa semplicemente un elenco di presunte persone ebree.

Lui dice che quelle 162 persone fanno parte attivamente di un gruppo, a sfondo religioso, che promuove raccomandazioni nelle università ecc.

Sappiamo tutti che sbaglia, per il semplice motivo che la maggioranza di quelle persone non appartengono a quel gruppo a sfondo religioso.

Ma nell'articolo di persone vicine all'Opus Dei che ho pubblicato io, c'è un elenco di appartenenti a un gruppo a sfondo religioso, che viene accusato (a torto o a ragione) di promuovere raccomandazioni, ecc.

La differenza sta nel fatto che la lista pubblicata da Re Shaulos II è una lista comunque voluta (anche se con altri intenti) dai diretti interessati; quella che pubblico io è invece molto più grave in termini di violazione della privacy, perché i diretti interessati non hanno scelto di far parte di quella lista.

Quindi il punto è: la pubblicazione in rete di simili elenchi è lecita o no?

Eugenio Mastroviti ha detto...

Martinez: la risposta definitiva è "dipende". Con la legislazione italiana sulla privacy, è un miracolo se non sto commettendo un reato a scrivere il tuo nome senza aver compilato duecento moduli di richiesta di autorizzazione.

Personalmente credo che *in principio* la pubblicazione di questi articoli dovrebbe essere lecita ai sensi della difesa della privacy; la questione della diffamazione, che non consiste nel dire che sono ebrei, ma che tramano per mantenere un controllo "sionista" (qualunque cosa questo significhi) sulla scuola, l'università e la cultura, promuovono e bocciano in base alle esigenze delle loro trame segrete, e via dicendo, è una cosa che magari qualcuno può trovare diffamatoria. Se io dicessi che Miguel Martinez è un messicano che traduce intenzionalmente male i manuali tecnici nel tentativo di far esplodere le turbine a gas utilizzate da persone non di origine centroamericana, la diffamazione ci sarebbe, e non starebbe nel fatto che ho detto che sei messicano.

Anonimo ha detto...

Con la legislazione italiana sulla privacy, è un miracolo se non sto commettendo un reato a scrivere il tuo nome senza aver compilato duecento moduli di richiesta di autorizzazione.
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Quello che hanno fatto e' un reato. A prescindere dal fatto che i nomi siano gia' pubblici, occorre comunque il consenso dei proprietari.

Ma quella pagina, accusando i professori in questione di portare i lavori degli studenti italiani in Israele , commette calunnia e diffamazione, a patto che si possa dimostrare che sia stato letto da piu' di tre persone.

Questo discorso pero' rientra in quel "parlare d'altro" che piace tanto ai revisionisti: stiamo parlando di una lista di professori ebrei, e l'italia ha la storia che ha. Quindi, una legge astratta e generale non e' il problema: una lista di vegetariani e una lista di ebrei, per via della storia italiana, sono due liste MOLTO diverse.

Uriel