Il manager è come il metano: puzza, ma ti dà una mano
Certe volte sono le piccole cose che ti fanno incazzare.
Voglio dire, tu sei pagato per lavorare 7 ore e mezza al giorno, più un'ora per la pausa pranzo da prendere un po' quando ti pare. In altre parole, entri alle nove, esci alle cinque e mezza (alle sei, perchè c'è sempre un cretino che segnala un problema alle cinque e venticinque - ma tant'è) e ti prendi un po' di tempo per mangiare. Che poi: in generale quello che succede è che fai una corsa di sotto e compri un paio di sandwich o un'insalata con la polpa di granchi (tempo: 10 minuti), torni di sopra, e intanto che mangi continui a lavorare, sistemi le cosette veloci tipo rivedere i tempi di risoluzione dei problemi del tuo team o riorganizzare gli appuntamenti e i meeting della prossima settimana per azzeccare i fusi orari di USA, UK, Israele e Australia ed evitare di fare teleconferenze con un partecipante in pigiama e un altro che sta ancora facendo colazione, poi fai un'altra corsa di sotto, arrivi da Starbucks, ti fai un caffè (tempo: altri 10 minuti) e torni al lavoro. Tempo in cui non hai effettivamente lavorato: 20 minuti, o se preferite, tempo in cui hai lavorato gratis per l'azienda: 40 minuti.
Eh, no, troppo facile. Ad un certo punto, è una legge di natura, deve arrivare il managèr laureato in Managemènt dei Processì della Minchià Platinatà all'Ècole Polytechnique Supercazzolèe di Parigi (terzo Arrondissement con scappellamento a destra) che, vedendoti uscire per il caffè, ti chiede "E tu dove vai?". "Esco a farmi un caffè", gli rispondi tu innocentemente. Troppo facile, caro il mio sfaticato italiano: sei già uscito una volta, mica puoi fare avanti e indietro solo perchè ti consideri ancora in pausa pranzo. Si esce una volta per mangiare, si rientra, si lavora. Così È Scritto. Ma, dici tu, sono uscito solo a comprare il sandwich, dieci minuti prima, dieci minuti adesso, fanno venti minuti, poi, voglio dire, non è che vogliamo metterci a contare i minuti di lavoro, sennò fra le chiamate notturne non pagate, il lavoro nel weekend e tutto il resto, finisce che ogni giorno io me ne vado a casa alle tre, no? "No", ti dice l'esperto di processi della minchia platinata, ma è una questione di procedure e organizzazione, come mi hanno insegnato all'Ècole Polytechnique Supercazzolèe, per pranzo si esce una volta e basta, questione di regole, non di tempi.
E così da un certo punto in poi a pranzo esci, ti fai una tranquilla passeggiata nel centro commerciale, compri i sandwich o le insalate di salmone di Marks & Spencer, che sono anche meglio, te li mangi al parco (se fa caldo) o ai tavoli della galleria commerciale (se fa freddo o piove), vai con tutta calma da Starbucks, fai due chiacchiere con la cassiera che vuole andare in Italia per sposarsi e crede che tutti gli italiani siano di Firenze, torni al lavoro facendo il giro lungo il canale, totale, un'ora e venti. È questione di processi, mica di tempo. E infatti sono tutti contenti e nessuno ti dice niente, perchè sei uscito una volta sola e nessuno, dopotutto, sta a contare i minuti. E se da domani ti porti il netbook, magari ce la fai anche a farti un'oretta su Eve Online o un pezzo di scenario di Combat Mission: Shock Force, se riesci a farlo andare sotto Wine. Gran cosa, il managemènt continentalè.
5 commenti:
Chiedigli di formalizzare i KPI della tua attivita'.
Le regole sono regole, e sono piu' regole quando sono scritte.
Uriel
LOL
"Maitland stand up, now is your time!"
Wellington, Waterloo 18 giugno 1815...
Senti, ora che arrivano le vacanze dobbiamo sfidarci a Combat Mission online.
Lo so che mi temi perche' sono la piu' brillante mente tattica e strategica della Galassia Centrale, ma chissa', magari uno scenario puoi vincerlo...
:-)
@Yossarian: Sei Bel Riose?
LOL non cominciamo con le citazioni dai classici
Bel Riose e' un personaggio che ammiro incondizionatamente. Assomiglia un po' a Lee e von Manstein
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