07 luglio 2006

Bella gente


Avevo scritto tutto un bel pezzo su quanto sia agghiacciante l'atteggiamento di certe persone sedicenti di sinistra che, in occasione della commemorazione del 7/7, tornano alla carica con le solite, trite e ritrite argomentazioni a proposito della responsabilità collettiva degli inglesi nella guerra in Iraq, le giustificazioni dette/non dette per gli attentati suicidi, la malcelata soddisfazione perchè una cinquantina di piccoli Eichmann, per dirla con Ward Churchill, sono stati giustiziati da un eroe della rivoluzione proletaria nella gloriosa tradizione della teocrazia integralista.

L'avevo scritto, ma poi l'ho cancellato. Non credo, sinceramente, che gente del genere meriti un contraddittorio, ma al più disprezzo. Questa è gente che, per un accidente di nascita, oggi plaude - senza avere i coglioni per dirlo apertamente: sono prontissimi a dire che la loro riaffermazione della responsabilità collettiva degli inglesi e il paragone col numero di morti iracheni mica implica che loro approvino, ci mancherebbe altro - agli attentatori suicidi nella metropolitana di Londra, ma potrebbe equivalentemente intonare cori di incoraggiamento ai carri armati israeliani che stanno entrando a Gaza in base allo stesso principio di responsabilità collettiva. Si sgolano a ridurre, relativizzare e contestualizzare la strage della scuola di Beslan (i giorni pari: quelli dispari è stata organizzata dal KGB/FSB) ma se fossero nati da un'altra parte, o magari se fossero solo andati in una scuola diversa, o avessero letto libri diversi, giustificherebbero invece le stragi di civili compiute dall'esercito russo a Grozny - anche se forse ho scelto un esempio infelice: perchè la guerra cecena è una di quelle situazioni difficili in cui al vero pacifista antagonista antimperialista tocca cambiar fronte più in fretta e di frequente dei Savoia nel '43, pro-ceceni per via della solidarietà con gli integralisti scannagente ma pronti a diventare pro-russi appena Putin fa qualche rumorino anti-NATO e poi di nuovo indietro quando le relazioni si distendono.

Molta di questa gente è mossa da un sincero desiderio di combattere quello che vede come la fonte di ogni male - chiamatelo occidente, chiamatelo democrazia, chiamatelo capitalismo, i termini ad un certo punto diventano intercambiabili, anche perchè spesso capita che coprano l'antipatia per l'uno con una (magari comprensibile) avversione per l'altro; e per questi non c'è molto da fare, è una religione come un'altra, gli è stato rivelato il volto del demonio e interpretano il mondo in funzione della loro personale versione della contrapposizione fra Male Assoluto e resto dell'universo.

Alcuni però, i più interessanti da un punto di vista etologico, sembrano affetti da una forma di solipsismo politico grazie alla quale sembrano non considerare reale tutto ciò che accade al di fuori dei confini di quello che hanno deciso essere il loro teatro di battaglia politica. Tutti gli eventi vengono valutati e considerati solo in base all'influenza che hanno sulla loro causa preferita - i 50 morti di Londra sono una buona cosa, perchè Blair ci fa una figura di merda; non sono veramente esseri umani, Londra non è un posto reale, sono caratteri scritti su una pagina di giornale che portano come risultato che il movimento pacifista italiano aveva ragione, che è l'unica cosa, più che importante, reale, l'unico concetto che riescono a sentire come parte del loro mondo.

Le tragedie umane non hanno un peso reale, esistono solo in base alla risonanza politica che avranno sulla loro particolare visione del mondo. In Iraq è meglio una democrazia, o il ritiro completo degli occidentali, una guerra civile con qualche centinaio di migliaia di morti, la pulizia etnica delle zone a popolazione mista e l'ascesa al potere dei tagliatori di teste modello Zarqawi? Dipende. Dipende da quanto ne escono danneggiati gli americani. Se una guerra civile e altri 200.000 morti danneggiano gli USA, ben vengano.

Molti movimenti, in passato, sono stati composti di persone che credevano di possedere la verità rivelata, e di aver identificato il Male Assoluto da combattere. Molti sono stati composti (e in casi particolarmente tragici, guidati) da persone che non ritenevano che gli altri fossero veri esseri umani, che fossero persone reali. Non uno di questi ha prodotto risultati che una persona sana di mente troverebbe auspicabili.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Sono completamente d'accordo con te. Non se ne puo' più di gente come (io faccio i nomi che mi frega) Diliberto, Minà, Giulietto Chiesa ecc. Che da un lato plaudono ai resistenti iracheni e si dichiarano pacifisti, dall'altro non toccategli Castro perchè lui giustizia solo colpevoli.
Io sonon stato e sono contro la guerra in iraq ma non per motivi ideologici, penso che ogni guerra vada contestatualizzata e valutate sul momento quali sono le motivazioni.Sono rabbrividito sia per le morti inglesi che per quelle americane che per quelle spagnole. Penso che chi non ha capito che colpendo loro, i terroristi, hanno voluto colpire anche noi sia un'idiota, ed è lo stesso che alle manifestazioni contro la guerra grida a cento mille Nassyiria. Penso anche, però che la maggioranza delle persone che partecipano a tali manifestazioni lo faccia non perchè spinta da un'odio contro qualcuno ma perchè pensa effetivamente che non sempre la guerra è una soluzione. O almeno lo spero. Penso che in Italia fino a quando saranno persone di questo genere a essere seguite non si potrà avere una sinistra moderna come Dio comanda.
Tumy