30 gennaio 2007

Mondi virtuali


Poco più di un mese fa mi é capitato di dare una mano ad una persona conosciuta attraverso un forum. Aveva un problema con delle patch al kernel di Linux, un problema in cui tempo fa mi ero imbattuto e su cui avevo lavorato non poco (come nella migliore tradizione delle multinazionali, il progetto era stato abbandonato 2 giorni dopo che ero riuscito a mettere insieme una soluzione) - gli ho passato quel che ho potuto recuperare dei miei dati e delle mie informazioni, e a quanto pare ne ha tratto beneficio.

Circa una settimana dopo questa stessa persona mi ha invitato ad un Open Day che la sua compagnia ha organizzato per incontrare, e nel caso selezionare, potenziali nuovi impiegati. Non ci sono andato, nonostante questa persona mi avesse promesso per lo meno di arrivare ad un colloquio alla fine dell'open day - primo, perché in realtà non ritengo di avere le capacità per lavorare con loro (reclutano gente che viene, per dire, dalla NASA, dal Livermore e così via), e secondo perché la sede della compagnia é a Los Angeles, io non intendo andare a fare il servo della gleba col sistema della Green Card e comunque Mrs. Inminoranza piuttosto mette il burqa e va a vivere fra i talebani.

Diranno i miei tre lettori, ma a noi cosa ce ne frega? T'hanno invitato ad un colloquio, non ci sei andato, mo' vuoi una medaglia?

L'obiezione é lecita. Il fatto é che l'invito m'ha fatto scoprire un pezzo del Web 2.0 (o magari 3.0) della cui esistenza ero in qualche modo al corrente, ma a cui non mi ero mai avvicinato - grave per uno che fa il mio mestiere, lo riconosco, ma temo di essere tutto sommato un dinosauro, mi sto ancora riprendendo dallo choc delle interfacce grafiche e ogni tanto sono tentato di lasciar perdere Firefox per usare wget e leggere direttamente il sorgente html... ma non divaghiamo. Questo pezzo dell'Interweb é quello dei MMORPG - gli universi interattivi online in cui migliaia di persone vanno in giro, fanno cose, vedono gente... [cit] e ovviamente, siccome la serendipità continua a regolare la mia vita, altri blog hanno cominciato a parlarne proprio mentre io mi chiedevo se unirmi o meno al coro.

Per la precisione, ho scoperto SecondLife, e ne sono rimasto affascinato. A differenza dei normali MMORPG, in cui il ciclo di azione é tutto sommato definito - crea personaggio; ammazza mostro; sali di livello; ammazza mostro più potente; trova bottino; sali ancora di livello; ad libitum... - SecondLife é, o cerca di essere, esattamente quell che il nome dice: una simulazione in cui i personaggi (avatar) fanno più o meno quel che gli pare. Non ci sono regole, ambientazioni predefiniti, scopi. Non si vince - cosa che, ho scoperto, fa scazzare più di un nuovo utente.

Eppure proprio per questa mancanza di uno scopo predefinito, SecondLife riesce a creare un ambiente ricchissimo di possibilità, col solo espediente di lasciare campo libero a qualunque idea. LindenLabs, la compagnia che ha creato il sistema (s'incazzano se qualcuno lo chiama gioco) ha stabilito poche regole di base, creato una valuta (i Linden Dollars) e messo a disposizione la terra virtuale. Il resto sta ai residenti.

E' difficile anche solo decidere da dove cominciare a descrivere questo mondo. Ci sono aneddoti a sufficienza da riempire un libro - dalla ragazza anoressica che é uscita dal problema creandosi un avatar e facendolo gradualmente dimagrire fino a ridurlo ad una specie di scheletro - cosicché adesso é una ragazza normale con un avatar anoressico - alla ditta che sta tenedo i corsi per i propri clienti in un palazzo virtuale, dalla IBM che ha praticamente creato un arcipelago enorme e lo usa per i propri meeting, allo stuolo di maschi frustrati americani che hanno ricreato il continente fantasy di Gor, in cui le donne hanno la forza di un bambino di 10 anni, la loro condizione normale é quella di schiave e la violenza sessuale é una delle forme di interazione sociale più comuni; il problema é che elencare aneddoti non descrive il mondo e la sua complessità.

Si potrebbe parlare di soldi, del fatto che SecondLife sta vivendo un'esplosione imprenditoriale difficile da misurare, con un'economia vivissima in cui ogni giorno centinaia di milioni di Linden Dollars cambiano di mano (e con un cambio di 270 L$ per un dollaro americano, questo significa che i l volume quotidiano degli scambi si aggira sul milione di dollari) - ma questo é fuorviante, ed ha attratto migliaia di persone per i motivi sbagliati: perché se é vero che la famosa Anshe Chung ha guadagnato un milione di US$, é anche vero che questi dollari sono tuttora virtuali, e che se Ailin Graef, la donna dietro ad Anshe Chung, cercasse di vendere i suoi 300 milioni di L$ tutti d'un colpo, il risultato sarebbe probabilmente un collasso dell'indice LindeX ed un crollo del valore dei Linden Dollars. In altre parole, come nella famosa storiella, potete diventare miliardari su SecondLife, ma solo nel senso che vi troverete in mano un cane che vale un miliardo: e se cercate di venderlo, al massimo potrete scambiarlo per due gatti da cinquecento milioni (e sento già le voci levarsi: é una truffa, é una truffa - può darsi, ma non più di quanto lo fosse il mercato immobiliare di Tokyo).

Potrei parlare degli ovvi paragoni letterari: con il cyberspazio di William Gibson, con la Strada di Snow Crash - il romanzo che, dopotutto, ha dichiaratamente ispirato i creatori di SecondLife; ma anche questi paragoni sono in qualche misura forzati, o almeno molto incompleti, se non altro perché il cyberspazio di Gibson non é un elemento a sé stante, ma é parte di una società distopica da cui viene in qualche maniera definito, e che a sua volta contribuisce a definire la società, mentre la Strada é, semmai, ciò che SecondLife potrà essere fra dieci anni, quando la sua situazione si sarà stabilizzata e tutti i grossi attori dell'economia mondiale se ne saranno ritagliati uno spazio - allo stesso modo in cui Internet si é evoluta negli ultimi 10 anni.

No, se trovo SecondLife affascinante non é per gli aneddoti, per i soldi, o per i romanzi, o meglio, questi tre aspetti non sono che sfaccettature, io credo, di una realtà più basilare: in qualche modo, più per fortuna ed accidente che per precisa volontà, la società di SecondLife si sta evolvendo allo stesso modo, e secondo le stesse linee, in cui si sono evolute molte società di frontiera. Non esistono in SecondLife leggi e norme che regolino la maggior parte delle interazioni fra giocatori; non ci sono tasse se non quelle sul possesso di terreni; reati come le truffe sono talmente difficili da punire che nella maggior parte dei casi LindenLabs neanche ci prova, o quando lo fa interviene con una mano pesante che fa più danni dei truffatori stessi; il comportamento violento, distruttivo o vandalico é anch'esso talmente difficile da punire istituzionalmente che nella maggior parte dei casi i residenti preferiscono difendersi da soli; e come in ogni società di frontiera che si rispetti, i quattro mercati più ricchi sono, nell'ordine, quelli delle proprietà terriere, del gioco d'azzardo, della prostituzione e delle armi.

SecondLife é sicuramente un esperimento tecnologico affascinante, il primo passo verso qualcosa che possiamo solo immaginare con difficoltà; ma prima di tutto questo, é un fantastico esperimento sociale, in cui é possibile con un po' di sforzo intravedere alcuni dei meccanismi di base che portano allo sviluppo di società ordinate attraverso l'auto-organizzazione, senza imposizione dall'alto. Rousseau avrebbe probabilmente dato via la madre ai cannibali per poter studiare questo fenomeno in prima persona.

Se solo non fosse così inesorabilmente palloso starci dentro...

7 commenti:

Hari Seldon ha detto...

In effetti, io me ne sono andato dopo un quarto d'ora: ci capivo pochissimo e non avevo proprio voglia di mettermi a studiare o di perdere ulteriore tempo oltre a quello che sto dedicando al blog. Adesso che dici tutte queste meraviglie mi fai sentire uno str...o troglodita. Ma, in fondo, non lo siamo un po' tutti?

Anonimo ha detto...

magari con second life è possibile osservare come si comporta un determinato sistema economico e sociale... e quel che potrebbe rivelarsi rivoluzionario è che l'economia potrebbe magari trasformarsi in una scienza predittiva...

Rosa ha detto...

boh, io conto di farmi un avatar da zingara e andare a leggere le mani in giro... non so, ti dirò, se è palloso.

Palmiro Pangloss ha detto...

Ha ragione la tua Signora: stai diventando di destra... assapora il lato oscuro!

Eugenio Mastroviti ha detto...

Guarda Palmiro, non é questione di ideologie: io sono cresciuto a western, anche se é una cosa da Heinlein non riesco a non sentire il fascino delle società di frontiera

Palmiro Pangloss ha detto...

Euge', era una battuta riferita all'altra sera. BTW, ti piace RAH?

Halley Fire ha detto...

In effetti ha diversi punti di contatto con Wikipedia ed è vero che possa essere palloso. A un certo punto ho iniziato a pensare che fosse una chat che occupa un sacco di banda. Io l'ho conosciuto poco tempo fa, grazie alla parodia di First Life (http://www.macchianera.net/images/getafirstlife-italian.html). A proposito delle citazioni c'è pure il film Avalon, dell'autore di Ghost in the shell. Prima di arrivare alle realtà virtuali immaginate dalla fantascienza ci sono ancora un po' di passi da fare, primo la possibilità di comunicare non attraverso la scrittura ma con la parola.

P.S. lo Snap, almeno secondo me, è una palla.