19 dicembre 2007

Pull it


È un pezzo che ho smesso di preoccuparmi delle uscite dei cosiddetti complottisti. Ribattere a creazionisti, ufologi, complottisti, è non solo impossibile, ma inutile: giocano con un mazzo di carte truccato ad un gioco di cui non capiscono le regole, e la descrizione che più si addice loro è quella che Douglas Adams fa di Wonko il Sano di Mente, che sostiene che gli angeli vanno a trovarlo ogni giovedì, indossando sandali del Dr. Scholls, e a chi gli chiede le prove, mostra un paio di sandali del Dr. Scholls. Siete in grado di spiegare come sono arrivati qui? No? Dunque devono averceli portati gli angeli che hanno la concessione per il chiosco delle bevande vicino al Messaggio Finale di Dio alla Creazione.

Ogni tanto, però, mi imbatto in qualcosa che conferma che tutto sommato i miei complessi di superiorità sono più che giustificati, qualcosa di troppo stupido persino per l'opinione che ho del complottista medio.

Prendi la storia di pull it, per dire. Ora, capisco che se la bevano gli americani, che notoriamente non parlano inglese; ma che se la bevano degli italiani, sinceramente, mi fa specie: per l'esperienza che ho, gli italiani che parlano inglese (lo ammetto, non sono tantissimi) lo parlano anche decentemente, e una puttanata simile più che un'occasionale crisi di ilarità non dovrebbe causare.

Il fatto è che chi ha tirato fuori la bufala del pull it non conosce una struttura grammaticale che rende l'inglese una delle lingue più flessibili e interessanti del mondo, i phrasal verbs. I phrasal verbs sono forme verbali costituite da un verbo e da una preposizione; noi non abbiamo nulla di simile, e quindi ci riesce difficile, a volte, capire che per un anglofono turn, turn on e turn down sono a tutti gli effetti tre verbi completamente distinti, il primo dei quali significa girare, il secondo accendere e il terzo rifiutare. Semplicemente, un anglofono non dirà mai e poi mai turn per intendere turn off, perchè nella sua testa quella non è una preposizione ma parte integrante del verbo; esattamente come noi non ometteremmo l'ausiliare in certe forme verbali; non diremmo mai io ho o io fatto per intendere io ho fatto. Quindi il tizio del WTC7 non avrebbe mai detto pull it per intendere pull it down, demolitelo. Come noi sottintendiamo il soggetto, ma mai l'ausiliare, gli anglofoni in un phrasal verb possono sottintendere l'oggetto o sostituirlo con un pronome, ma mai la preposizione.

Dice, e allora cosa stavano tirando, al WTC7?

Potrei semplicemente rispondere che non lo so e non me ne può fregare di meno; potrei dire che il fatto che io non sappia nei dettagli quali siano i componenti dei satelliti di Giove non concede alcuna autorevolezza all'ipotesi che siano fatti di formaggio; una volta dimostrato che pull it non significa pull it down, che è un verbo completamente diverso nella testa di un anglofono, come io ho è un verbo completamente diverso da io ho mangiato nella testa di un italiano, potrei lasciare tranquillamente il complottista ad arrotolarsi su se stesso ad libitum.

Il fatto è che la spiegazione è così banale, in quel contesto, che sono esterrefatto, davvero, che qualcuno ancora si beva 'sta bufala. To pull è un verbo flessibile, e mica poco: pull down significa tirar giù, o demolire; pull up significa richiamare, nel senso di un aereo in picchiata (ma guarda, aerei: deve trattarsi per forza di un complotto!); pull apart significa separare, dividere; e to pull, senza preposizioni, ha un significato che dipende molto dal contesto. Può significare semplicemente tirare, ma riferito ad una donna o ad un uomo si traduce come rimorchiare. E, per finire facendo riferimento ad un meeting di ieri pomeriggio, si può anche tirare lo sforzo, pull the effort, che non c'entra niente con Spaceballs: significa, semplicemente, smettere di sforzarsi di salvare qualcosa o qualcuno che non può essere salvato. La situazione è così disperata che si è deciso di pull the effort, di interrompere gli sforzi - ed è un termine che purtroppo si sente fin troppo spesso in TV e alla radio, ogni volta che capita qualche tipo di disatsro, ogni volta che qualcuno si perde in mare, ogni volta che c'è un crollo in una miniera. Prima o poi, they pull it. Di nuovo, capisco gli americani, che si sa, hanno in media un vocabolario di 300 parole, capisco Blondet e Mazzucco, che devono mettere il pane in tavola ogni giorno, ma gli altri, che scusa hanno?

(con ringraziamenti a mia cognata, la sorella di Mrs. Inminoranza, feticista dei phrasal verbs)

17 commenti:

falecius ha detto...

Ma soprattutto, se anche avesse fatto una cosa folle come dire ai pompieri di demolire un edificio (ahahah... e io sulla versione ufficiale del 9/11 ho dei dubbi) sarebbe stato così incredibilmente imbecille, il tizio, da dirlo in un intervista?

falecius ha detto...

Scusa non so perché il commento appare due volte.

Eugenio Mastroviti ha detto...

T'h cancellato il duplicato

(è tutto un astuto complotto per non far capire che il messaggio che ho cancellato e insabbiato in realtà conteneva acute obiezioni al mio post, ma i Savi di Sion che mi pagano lo stipendio mi hanno imposto di cancellarlo)

falecius ha detto...

Naturalmente ;) I Savi di Sion e la Nuova Gestapo Massonica si sono alleate per impedirmi di rivelare al mondo quello che io so, e Mastroviti è il loro agente n.1 XD

Claudio ha detto...

Eugenio scusa, pagan bene? Perche' gli Illuminati non mi dan un aumento da anni, ed i benefit son un po' scarsi.

cla

Uriel ha detto...

Personalmente credo che la combustione di magnesio ed alluminio sia piu' che sufficiente a fondere qualche piano di un edificio (ma qui sono reminescenze di padre carpentiere e di polvere da taglio detta "termite") , anche perche' le due torri avevano una caratteristica che le rendeva piuttosto vulnerabili a questo, e cioe' la loro resistenza alle sollecitazioni meccanica era dovuta ad una serie di pilastri tubolari in acciaio tutti interni all'edificio, ovvero nella zona dove un incendio produce le temperature piu' alte.

"To solve the problem of wind sway or vibration in the construction of the towers, chief engineer Leslie Robertson took a then unusual approach — instead of bracing the buildings corner-to-corner or using internal walls, the towers were essentially hollow steel tubes surrounding a central core and perimeter columns sharing the loads. The 208 feet (63.4 m) wide facade was, in effect, a prefabricated steel lattice, with columns on 39 inch (100 cm) centers acting as wind bracing to resist all overturning forces; the central core took the majority of the gravity loads of the building. A very light, economical structure was built by keeping the wind bracing in the most efficient area, the outside surface of the building, thus not transferring the forces through the floor membrane to the core, as in most curtain-wall structures. The core supported the weight of the entire building and the outer shell containing 240 vertical steel columns called around the outside of the building, which were bound to each other using ordinary steel trusses. In addition, 10,000 dampers were included in the structure. With the large core and high load-bearing perimeter for structural integrity, Robertson created a tower that was extremely light for its size."

Anonimo ha detto...

Scusate ma c'e' un "apply" da qualche parte per essere assunti come "conspiration specialist" ?

Uriel ha detto...

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Scusate ma c'e' un "apply" da qualche parte per essere assunti come "conspiration specialist" ?
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Certo che c'e'. Ma e' criptata, ovviamente. E' il tuo parrucchiere.

Uriel

Anonimo ha detto...

URIEL sa proprio tutto.
Non esiste campo dello scibile nel quale non possa cimentarsi.
La sua competenza e' davvero mostruosa.
Anche la combustione di magnesio e alluminio rientra nel campo dei suoi stratosferici interessi!
Ma dove trova il tempo di istruirsi in modo cosi analitico sulla conoscenza del "Tutto"?
E' davvero un tuttologo. E di quelli con le superpalle.
E quando non ci arriva di suo, una "gugolcliccata", un "catta-e-pesta", ed ecco che l'umanita' mediocre si abbevera alla sua fonte....
Sei sempre il "Migliore", URIEL...

Uriel ha detto...

Anche la combustione di magnesio e alluminio rientra nel campo dei suoi stratosferici interessi!
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Figliolo, che alluminio e magnesio brucino alle alte temperature non e' certo una novita' e lo sa chiunque abbia frequentato il liceo.

Se poi hai avuto un padre carpentiere, ti avra' mostrato una cosa "magica": si prende una fiamma ossiacetilenica, si scalda il ferro sinche' diventa rosso vivo quasi giallo, poi si spegne l'acetilene e si punta un getto di ossigeno puro e puf, anche il ferro brucia....

Per la cronaca, comunque, mi insegnavano in Marina che lo spegnimento di elicotteri in fiamme sul ponte di volo e' qualcosa che si tenta per pochi secondi, perche' appena inizia a bruciare la carlinga che e' in lega di magnesio e alluminio, e' meglio prendere due catene passarle per il ponte e scaraventare tutto in acqua prima che fonda il ponte e finisca di sotto.

Contento della lezioncina? Se vuoi, passa pure per wikipedia e cerca "termite", e c'e' anche la spiegazione chimica del perche' alluminio in presenza di ossido di ferro e calore faccia quell'effetto...

Uriel

Palmiro Pangloss ha detto...

"La cosa piu' interessnte di questo post e' la seguente: "la sorella di Mrs. Inminoranza".. come? quando?

Anonimo ha detto...

Tu, caro Uriel, racconti balle.
La conoscenza tecnica di cui fai sfoggio non deriva dal Liceo e nemmeno dal papa' carpentiere.
E tantomeno da quello che ti insegnavano in Marina.
Deriva invece dalla lettura approfondita del Manuale delle Giovani Marmotte, un'associazione di cui sei socio benemerito.
Ed allo stesso manuale si e'abbeverato anche Osama bin Laden che l'ha fotocopiato e messo in Rete per la pubblica consultazione di ogni aspirante terroristello come te che si sveglia tutte le mattine con il dente avvelenato.

Anonimo ha detto...

Ciao, seguo con interesse il tuo blog, in particolare dal post sui pannelli solari, linkato da numero6. Mi farebbe piacere leggere la tua opinione sulle immagini (che nessuno ha mai mostrato) dell'impatto avvenuto al pentagono. Magari ne hai già parlato però mi servirebbe per capire se rifiuti del tutto l'ipotesi complottista o lasci aperto qualche spiraglio.
Ovviamente sono uno aperto alle teorie complottiste, abbastanza con i piedi per terra da non abboccare a tutto (soprattutto se l'amo ha un prezzo...) ma altrettanto stanco degli americani e del loro modo di vivere, da esser diventato scettico.


Grazie

Anonimo ha detto...

ps: la foto di grillo è casuale: lo seguo molto e con interesse, ma in particolare la foto la metto per far rosicare tutti quelli che ritengono i lettori di grillo dei cretini senza cervello ;-)

Eugenio Mastroviti ha detto...

Acar,

forse non ho capito la tua domanda; se ho inteso correttamente, mi chiedi se il fatto che alcuni dei video/foto ancora coperti dal segreto istruttorio che (forse) riprendono l'impatto al Pentagono diano in qualche modo più forza all'ipotesi complottista. La mia risposta è che no, non lo credo.

Gli elementi disponibili fino a questo momento dicono che ci sono pochi dubbi sul fatto che quello fosse un aereo, che fosse proprio l'aereo che la versione ufficiale dice, che non fosse teleguidato (e anche se lo fosse stato, i video non avrebbero potuto dircelo).

Certo, esiste la (remota) possibilità che quei video mostrino qualcosa di così mirabilmente diverso da tutto quello che sappiamo da costringerci a rivedere tutta la nostra interpretazione dell'evento; mostrino un generatore di ologrammi che fa vedere alle centinaia di testimoni un aereo dell'American Airlines, mostrino centinaia di agenti del PNAC che spargono i rottami dell'aereo sul prato, mostrino le cariche esplosive o il missile cruise o chissache che fa un buco perfettamente compatibile con quello di un Boeing, mostrino le microcariche esplosive che hanno tranciato i lampioni sull'autostrada esattamente come se fossero state le ali di un Boeing.

Dico, esiste una remotissima possibilità che mostrino tutto questo, che contraddicano le centinaia di prove che dicono che le cose sono andate proprio così. Io però non ci scommetterei dei soldi.

Anonimo ha detto...

l'ipotesi complottista naufraga nel ridicolo, certo. Mi chiedo solamente perchè alimentarla NON derubricando quei filmati dall'agenda segreta. Blondet et similia ringraziano assai, e non è una bella storia.

Anonimo ha detto...

Trovo che il provocatore/disinformatore (due figure simili ma non del tutto identiche) sia interessante soprattutto dal punto di vista psicologico.

Si richiama quasi sempre ad una verità oscura ed inoppugnabile. E quando gli viene replicato, fa finta di niente o dice di essere frainteso.
O di possedere fonti e notizie segrete che non può rivelare ad alcuno.

Il caso dei "professionisti" del complotto dell'11/9 è esasperante ma anche importante; apprezzo molto la pazienza di Attivissimo ed altri che continuano a ribattere. Informare bene può essere utile, anche se i complottisti (che NIENTE hanno a che vedere con giornalisti d'inchiesta che indagano su punti oscuri o dubbi di una data vicenda) sono come i cartomanti: esistono perché c'è chi vuole farsi ingannare, credendo che il mondo dello spionaggio e delle collusioni e prossimità incoffessabili abbiano il pur minimo punto di contatto con la serie fascinosamente cialtrona di 007.

Per quanto riguarda la serva Italia, di scazzi secolari ostello, le discussioni sulla mafia e sulle quattro o cinque antimefie annesse (procura palermitana-Travaglio vs Incensurati, Jannuzzi-Il foglio versus i sopraddetti; la Repubblica-Unità vs Radicali e tutti contro tutti e chi più ne ha più ne metta) bastano ed avanzano a farmi girare nel mio piccolo le palle.
Perché le diatribe sull'11 settembre non hanno un grande ruolo sulla lotta al terrorismo internazionale, mi pare (anche se gli effetti su parte dell'opinione pubblica non vanno certo sottovalutati).

Su certe questioni nazionali invece, se non si riesce a mettersi d'accordo con problemi reali per TUTTI, neanche su pochi fatti indiscutibili, beh allora raga stiamo proprio andando a farci un bagno...


http://casocontrada.blogspot.com/2007/06/la-visita-palermo-della-regina.html