...e uno alla botte
E siccome gli dei mi odiano, mi mettono sulla strada almeno un tube nutter o due all'anno, e l'ultima mi é piombata in testa la scorsa settimana. Anche se, devo dire, questa volta é stata colpa mia, nel senso che il mio comportamento, aspetto ed abbigliamento davano luogo ad equivoci.
Prima di tutto, indossavo un gessato nero. Il che, bisogna dire, é colpa mia solo in parte: la banca ha un dress code piuttosto stretto e bisogna adattarcisi, quindi un gessato uno prima o poi se lo compra, se non altro perché tutti i colleghi ne hanno uno. Poi leggevo il Times - ma anche lì non era del tutto colpa mia, l'edicola della stazione della metropolitana aveva finito il Guardian. Cos'altro? Ah, sì, i capelli a spazzola che tendo a tagliare quando superano gli 8 mm di lunghezza, ma quello é perché sono pigro - il taglio a spazzola ultracorto non necessita di essere pettinato ogni mattina, il che mi fa risparmiare quei buoni 25-30 secondi. Infine, e quella era colpa grave, il braccialetto di Help for Heroes: a quanto pare, dare 5 sterline per contribuire alla costruzione di un ospedale per la riabilitazione di feriti e mutilati in combattimento é una Brutta Cosa.
Insomma io ero in metropolitana - semivuota perche' cominciavo tardi (un "volontario" ogni settimana deve cominciare tardi e uscire dal lavoro alle 19), leggevo per i fatti miei e stavo in piedi perché, da bravo maschilista, avevo ceduto il posto a sedere ad una signora, quando a Camden Town una tipa mi si para davanti, e giuro, dai calzerotti equi e solidali al giubbino cruelty-free, dalla borsa di canapa biologica alla gioielleria etnica, sembrava una caricatura della manifestante no-global, le mancava giusto un libro di Naomi Klein in mano per essere perfetta - e mi apostrofa, in un inglese impeccabile da public school, con una litania di accuse che purtroppo non posso riportare letteralmente perche' era bella lunga e la pulzella parlava anche veloce - il succo, comunque, era che quelli come me hanno reso questo Paese una merda, noi capitalisti thatcheriani privi di cuore tranne quando ci commuoviamo se i mercenari assassini e massacratori dei bambini di Falluja vengono feriti o mutilati dalla resistenza, noi sostenitori dei Tories, noi elettori di Cameron, noi...
Insomma, che potevo fare? Ho aspettato - a lungo, eh, da Camden Town a King's Cross - che riprendesse fiato, e soprattutto che arrivasse al punto in cui proclamava che la Gran Bretagna non sara' mai una nazione civile finche' non si sara' liberata di quelli come me che votano Tory e sostengono Cameron, e ho dispiegato l'opzione nucleare, calcando un tantino sull'accento straniero:
"I'm sorry, but I am not sure I understand, I am an immigrant, I cannot vote in Britain. Are you saying that I should be deported back to my country?"
E' finita che quasi dovevo soccorrerla, e' impallidita cosi' repentinamente che temevo mi svenisse davanti. Non ha detto una parola ed é scesa di fretta a Euston senza più guardarmi in faccia.