25 marzo 2006

Spostamento di significanti

Lo spostamento di significanti e' un fenomeno ben noto, che si ha quando il significato associato ad un termine viene radicalmente alterato, attraverso il suo uso ripetitivo in un contesto sempre meno appropriato rispetto al significato originario. Lo spostamento puo' essere involontario o intenzionale: ad esempio, e' involontario, e dovuto all'uso della parola per indicare una categoria di persone oppresse, lo spostamento di significanti della parola "negro", che e' passato dalla parola latina, spagnola o anche dell'italiano piu' forbito per indicare il colore nero, a diventare un termine offensivo, appunto, per i neri. Un classico spostamento intenzionale, dovuto all'uso ripetitivo in contesti inappropriati e sempre a mo' di slogan piu' che in argomentazioni ragionate, e' quello che si e' verificato in Italia con il termine "liberismo", che e' diventato un jolly generalmente associato ad un'idea di "buono" anche per chi non ha idea di cosa esattamente significhi - e soprattutto per chi, dall'imposizione di forme di liberismo sfrenato come quelle che piacerebbero a parte dei politici italiani, almeno sulla carta, avrebbe tutto da perdere.

Adesso c'e' un nuovo spostamento di significanti in corso, che riguarda il termine "tolleranza religiosa". C'era un tempo in cui con questo termine si tendeva ad indicare il diritto a praticare le proprie pratiche religiose senza dar fastidio ad altri e in cambio senza subire condanne ufficiali da parte delle autorita'. Tolleranza religiosa era, per esempio, avere una moschea ed una chiesa nello stesso isolato senza che i fedeli si menassero quando si incontravano; era avere uno Stato che faceva il possibile per garantire la liberta' di culto ai fedeli che rispettavano le sue leggi (niente sacrifici umani, per capirci).


Questo concetto e', mi spiace dirlo, superato, colonialista ed eurocentrico, con i suoi richiami alla Riforma, alla battaglia di Breitenfeld, al pluralismo religioso e politico. Oggi il
Principe Carlo ci spiega che la tolleranza religiosa sta subendo, deve subire, uno spostamento di significanti. Che per tolleranza religiosa si deve intendere il divieto di criticare le religioni, tutte, o almeno quelle che gli sono simpatiche. Si deve intendere il divieto, ad esempio, di criticare le autorita' religiose afghane perche' stanno condannando a morte un tizio per aver cambiato religione. Il divieto di criticare chi usa una lettura perversa del Corano per giustificare stragi di civili. Il divieto di criticare chi brucia ambasciate e mette taglie sulla testa di scrittori e disegnatori. "Tolleranza religiosa" significa accettare passivamente e acriticamente non solo tutte le religioni e le loro imposizioni (che da dove sono io, sembra gia' un'idea turpe) ma anche le loro perversioni ed estremizzazioni.

Ora, con i problemi che Sua Altezza Reale ha avuto in passato con la stampa, non mi stupisce che colga ogni occasione per prendersela con la liberta' di espressione. Mi infastidisce non poco, pero', che tanta parte dell'area liberal e di "sinistra", quale che sia il significato che oggi si vuole dare al termine (un altro spostamento di significanti?), si associ a questo tipo di appelli in nome del mai abbastanza maledetto pensiero politically correct

2 commenti:

Rosa ha detto...

Concordo: c'è un partito trasversale integralista, che ritiene che qualsiasi crimine perpetrato in nome della religione sia intoccabile, in onore alla tradizione e alle diversità culturali. In poche parole, io uccido ginecologi, tu infibuli, egli tira le pietre a chi lavora di sabato, noi uccidiamo le adultere, voi bruciate le vedove, essi mettono la mestruata in una capanna nel bosco. Chi contrasta questa visione viene ritenuto affetto da "laicismo", che con un nuovo funambolico spostamento di significato è venuto a significare "mangiapreti integralista". (laico, oggi, è invece chi ritiene il crocifisso un simbolo universale)
Anche la definizione di "correttezza politica" che tu usi, però, ha subito uno spostamento di significato, ma è un discorso lungo: prima o poi ci faccio un post.

Eugenio Mastroviti ha detto...

Pienamente d'accordo su tutto, purtroppo. Aspetto con una certa impazienza le tue opinioni sul "pensiero politically correct" (e riconosco di stare, nel mio piccolissimo, contribuendo anch'io allo spostamento in questione)