01 settembre 2006

Neutralità


Ogni tanto riaffiora la discussione sulla neutralità della Croce Rossa, e di quanto sia importante mantenerla; l'ultima volta che mi è capitato di leggerne è stato al tempo della selezione dei testimoni per il processo sui crimini contro l'umanità in Ruanda. La Croce Rossa, pur avendo subito essa stessa attacchi ed avendo perso del personale nei massacri, espresse un netto rifiuto alle richieste dei pubblici ministeri.

Personalmente credo si sia trattato di una scelta giustificata. Attraverso gli sforzi e i sacrifici di coraggiosi operatori locali e volontari stranieri, la Croce Rossa salvò un numero imprecisato, ma probabilmente dell'ordine delle decine di migliaia, di persone che altrimenti sarebbero morte per denutrizione, malattie, ferite riportate durante la pulizia etnica; e tutte le parti in causa, inclusi i capi della milizia Interahamwe, permisero ai volontari e ai medici l'accesso ai campi profughi esattamente in virtù della assoluta neutralità dell'organizzazione. Offrire testimonianze al processo, sebbene assolutamente giustificabile (ed anzi, io personalmente non credo sarei mai riuscito a non farlo) avrebbe avuto come unica conseguenza che nel corso del prossimo genocidio la Croce Rossa non avrebbe avuto il permesso di soccorrere le vittime.

Ci vuole una enorme forza d'animo per prendere decisioni del genere, una forza d'animo che io molto probabilmente non avrei; e ci vuole una grande lucidità, indispensabile per capire ed accettare in partenza tutte le conseguenze di un'assoluta neutralità, quelle positive come quelle negative.

Proprio per questo, non mi spiego l'atteggiamento della Croce Rossa in Libano. Non mi spiego le accuse lanciate a Israele sul supposto "attacco missilistico" ad un'ambulanza, e non me le spiegherei nemmeno se fossero fondate, figuriamoci poi quelle basate su un'evidente contraffazione, nè le reazioni isteriche quando la contraffazione viene esposta. Uno dei miei tre lettori ha qualche idea?

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Il tuo terzo lettore legge te per avere qualche idea. Quindi non cominciare anche tu a fare come Arbasino che su 4 frasi che scrive ne finisce 5 con un punto di domanda. ;) Trovo molto bella e condivisibile la prima parte del post sulla neutralità "necessaria". Trovo invece, e me ne scuso, poco rilevante la seconda questione e cioè quella che avviluppa i blog di mezzo mondo e che porta a "vivisezionare" ogni critica ai comportamenti di Israele quasi che un commento sbagliato, o superficiale o in malafede o dettato da bassi tornaconti personali o di bottega aggiunga o tolga qualcosa alle ragioni o ai torti di Israele. E' un po' come il calcio parlato. Ma sicuramente mi sbaglio io.

Marco

Anonimo ha detto...

te la faccio io, che ho postato cose simili a quelle che scrivi tu nel mio blog nei giorni scorsi, una domanda.
che ne pensi dell'uso di cluster bomb da parte di israele in libano?

Anonimo ha detto...

Nessuna idea anche da parte del secondo lettore.

Ma sono assolutamente convinto che ormai la risposta vada ricercata nel campo metafisico.

Ed il commento di Marco, che è persona degna, riguardo la seconda parte del post, dopo tutto quello che son stati capaci di fare l'Ufficio Propaganda di Hezbollah e le sue succursali occidentali, lo dimostra.

La razionalità non è cosa che riguardi il Mistero.

P.S. - A proposito, Marco, complimenti per la sovraperformance rispetto a Buffett.
Anche se un portafoglio composto da un solo titolo è un modo piuttosto stravagante di gestione.....