...mi fanno infuriare. Prendi la storia delle carte di identita', per esempio.
Nei Paesi anglosassoni il concetto di carta di identita' e' pressoche' sconosciuto, e viene di solito considerato l'anticamera dello Stato di polizia o di una dittatura fascista. Il concetto alla base e', molto semplicemente, che nella cultura anglosassone la parola di un uomo (e nell'ultimo secolo, persino quella di una donna) e' sacra. Se io dico di essere Tizio, sono Tizio, e se non mi credi, se vuoi mettere in dubbio la mia parola, l'onere della prova sta a te. L'evoluzione della cultura e della societa' e' stata tale che lo Stato in quanto tale (che e' comunque concepito come molto piu' leggero anche in principio rispetto ai Paesi latini) e' dalla parte del torto fino a prova contraria. In altre parole, non sono io a dover provare la mia identita' con una carta, sei tu, Stato, a dover provare che io non sono chi dico di essere se nutri dei dubbi. Mi chiedi come dovresti fare? E che ne so io? Son fatti tuoi, mica te l'ho detto io di fare lo Stato, potevi fare un altro mestiere se non eri capace.
A questo, si aggiungono poi tutti i film sul Sudamerica, sulla Spagna di Franco e sulla Germania nazista, in cui dei poliziotti dall'accento pesante (sudamericano o tedesco, a seconda) chiedono all'eroe i documenti di identita'. Visto, dice lo spettatore, e' una cosa che si fa nelle dittature, qui non lo farebbe mai nessuno, non abbiamo proprio poliziotti con quel tipo di accento, noi, e non vogliamo che qualcuno ci fermi per strada mentre stiamo andando a distruggere l'Arma Ti Fine Ti Monto Ti Professor Finkelbergerschultz per chiederci la carta di identita'. Niente da fare.
Per tutte queste ragioni, una serie di semplici operazioni come traslocare, fare l'abbonamento alla metropolitana, noleggiare una videocassetta, diventano un incubo. Dice, perche'?
Per via della proof of identity e della proof of residence. La proof of identity non e' un problema. Devo dimostrare chi sono? Ho il passaporto, e la patente. La maggior parte degli inglesi viaggia piu' di quasi ogni altro europeo, quindi il passaporto ce l'hanno tutti (non avendo la carta di identita', gli serve il passaporto pure per un weekend a Parigi); quelli che non hanno il passaporto, hanno almeno la patente. Quelli che (come un terzo dei londinesi) non hanno manco la patente, insomma, s'arrangino. No, no, la tragedia e' la proof of residence: una prova che tu abiti proprio dove hai detto che abiti. Gli sta bene una bolletta del gas, dicono. Ma l'allacciamento del gas non te lo fanno senza una proof of residence. Gli sta bene una bolletta della luce, dicono. Ma la corrente te la fornisce la stessa ditta che ti fornisce il gas, quindi ciccia. Ma gli sta bene un estratto conto della banca, dicono. Pero' un conto in banca mica lo puoi aprire senza proof of residence. Ma accettano che il tuo datore di lavoro garantisca per te, dicono. Peccato che non puoi avere un lavoro senza proof of residence. o meglio, potresti, formalmente, ma non te lo da' nessuno. Pero' accettano un contratto d'affitto come proof of residence, se e' firmato e porti una proof of signature. Una CHE??? Un documento che attesti che la tua firma e' proprio quella li', uguale a quella sul contratto d'affitto. Va bene anche una carta di credito a tuo nome (ma non me la fanno, la carta di credito, senza conto in banca...) o se il tuo passaporto e' firmato. YAY!!! Il mio passaporto e' firmato! Non nel senso che e' di Valentino, nel senso che c'e' la mia firma sopra. Che ce l'ho messa tre mesi dopo il rilascio, a casa mia, e per quanto ne sanno loro quella potrebbe benissimo essere la firma di Abu Amal al-Jihad, terrorista internazionale, ma e' meglio non mettergli la pulce nell'orecchio...
E via, verso nuove avventure: avendo il contratto d'affitto si puo' lavorare, e un datore di lavoro garantisce sempre, anche con una certa rassegnazione (ci sono abituati) per l'apertura di un conto in banca. Col conto in banca hai l'estratto conto, con quello puoi avere luce e gas intestati a te, e con bollette di luce e gas puoi avere il telefono, magari anche l'ADSL se hai culo, e con tutte queste bollette insieme puoi addirittura andare alla stazione della metropolitana e farti fare un'Oyster Card (la tessera magnetica per l'abbonamento al trasporto pubblico), dove pero' si scordano di chiederti la proof of identity, quindi in realta' tutto quello che sanno e' che c'e' un tipo che abita li' e si chiama Tizio, ed hanno rilasciato un'Oyster Card a suo nome, ma non hanno la minima idea se la persona che l'ha ritirata corrisponde in effetti a Tizio. E finalmente, meraviglia delle meraviglie, con una bolletta del telefono, un estratto conto della banca, una bolletta del gas, il passaporto e la patente (due proof of identity perche' sono documenti stranieri), si puo' addirittura noleggiare un DVD da VideoBiz, su Finchley High Road. E quando arrivi a questo punto, sai che il mondo e' la tua ostrica, come dicono qui.
O meglio, lo sarebbe se non ci fosse il problema aggiuntivo del furto di identita', che qui ha raggiunto proporzioni epidemiche. E si', perche' in una societa' in cui sei chi dici di essere, e al limite corrobori la tua affermazione con una bolletta del gas, non ci vuole moltissimo per andare all'ufficio postale con una bolletta del gas trovata rovistando nel cassonetto davanti al numero XXX di YYY Road, due foto tessera, un po' di faccia tosta, e dire di essere il signor John Smith e di aver perso la patente, eccomi qua, questa e' la mia proof of residence, queste sono le foto, ne potrei avere un'altra? A proposito, non e' che me la potete far spedire in ufficio invece che a casa? Cosi' anche se non ci sono c'e' sempre qualcuno che la puo' ricevere e firmare, altrimenti tocca andare all'ufficio postale, ecco, si', grazie, ben gentile. E qualcuno improvvisamente diventa una copia di John Smith, con tanto di documenti di identita' (insomma, una patente), e con quella patente e quella bolletta del gas richiede altra roba, cambia residenza, si fa un secondo allacciamento del gas, della luce, apre un conto in banca (in una banca diversa), garantisce per un paio di immigrati dall'Afghanistan, mette insieme debiti per ventimila sterline al casino' di Blackpool, colleziona multe, apre una societa', s'indebita, la chiude, prende trecento punti sulla patente per aver fatto Londra-Edimburgo a 120 miglia all'ora... e un giorno il vero John Smith si ritrova in galera per aver aiutato un paio di terroristi afghani ad entrare in UK e farsi saltare in aria in un supermercato, la moglie lo lascia dopo che arriva un'ingiunzione di pagamento per una settimana passata nel piu' prestigioso bordello di Las Vegas, e gli pignorano anche il gatto per i debiti al casino'. Allegria.
Il governo Blair ha introdotto uno schema per una carta di identita' nazionale, obbligatoria probabilmente a partire dal 2008. Gli inglesi protestano con grande veemenza. Protestano perche' andare a ritirare la carta dall'ufficio preposto, e rinnovarla ogni 5 anni, e' troppo complicato. E perche' se uno la ruba, la falsifica, sostituisce la foto e i dati biometrici memorizzati sopra, e il proprietario si scorda di denunciare il furto, potrebbe essere usata per praticare un furto di identita'.
Vorrei tanto avere una macchina del tempo. Ma mica per vedere i dinosauri, come dice mia moglie. No, per andare ad Agincourt e fare il tifo per i francesi.