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02 settembre 2005

Weekend librario

Per quello dei miei due lettori che ha l'opportunita' di comprare libri in inglese, consiglio vivissimamente due libri, The Dark Heart of Italy di Tobias Jones, e Midnight in Sicily di Peter Robb.

Jones e' inglese, Robb australiano, entrambi hanno vissuto in Italia per molti anni, uno a Siena e l'altro un po' a Napoli, un po' a Bari e un po' a Palermo. Il libro di Jones e' un tipico libro da espatriato inglese, inizia con un resoconto di abitudini, stranezze e particolarita' degli italiani, getta un occhio divertito sulla lingua e sulla cucina - le due cose che gli inglesi trovano piu' affascinanti - ma man mano che si procede nella lettura, il tono diventa meno divertito e scanzonato, e sempre piu' appassionato - e l'argomento cambia, passando dalla nostra passione per tipi di pasta dai nomi poetici come i capelli d'angelo, alla politica, al terrorismo, alla mafia, a Berlusconi; e man mano che Jones si integra, assume atteggiamenti e modi di pensare italiani, comincia a sentire Siena come casa sua, una passione tipicamente italiana comincia a filtrare nella sua descrizione dell'anomalia politica italiana, fino alla descrizione della vittoria elettorale di Berlusconi, per la quale sembra aver provato piu' rabbia e sconforto di tanti italiani che pure ne hanno subito danni ben peggiori.

Il libro di Robb e' piu' diretto, si apre con una meravigliosa descrizione dei colori e degli odori del mercato della Vucciria a Palermo ma diventa entro poche pagine un libro-inchiesta, una specie di Bignami di storia della mafia, dall'alleanza fra Lucky Luciano e Patton fino a Toto' Riina.
Anche Robb, come tutti gli anglosassoni, non riesce a parlare di Italia senza parlare di cibo, ma mentre Jones accomuna nei suoi racconti il piacere della tavola ad altri piaceri piu' carnali, Robb gioca sul contrasto con la violenza e la morte, i ristoranti che visita sono quelli, a Palermo, dove l'eliminazione dei giudici veniva decisa e pianificata, o a Bari, dove la Sacra Corona Unita organizzava i meeting col clan Parisi e con gli inviati siciliani e calabresi.

E' specialmente affascinante vedere come scrittori stranieri danno per scontati certi fatti che da noi si possono appena sussurrare - Robb non ha problemi a parlare di Corrado Carnevale, Giulio Andreotti, Salvo Lima, con gli stessi toni con cui si parla di Al Capone; e puo' raccontare cose che in Italia sono state passate, di comune accordo, sotto silenzio - come il rifiuto da parte del governo italiano, alla fine degli anni '80, di garantire la sicurezza dell'ambasciatore australiano durante una visita ufficiale in Calabria, dopo che il governo australiano aveva distrutto piantagioni di canapa indiana impiantate dalla 'ndrangheta nel Nuovo Galles del Sud (so che almeno uno dei miei due lettori dovra' rileggere quello che ho scritto per rendersi conto della gravita' del fatto - e della gravita' del fatto che sia stato passato sotto silenzio in Italia)

Entrambi i libri hanno suscitato polemiche in Italia, mi dicono, soprattutto quello di Jones, che riporta orgogliosamente in quarta di copertina il commento di un austero esponente del governo italiano, Francesco Storace, a proposito del fatto che un libro del genere poteva essere scritto solo da un cittadino di un Paese dove i giudici portano la parrucca - geniale battuta di spirito che, temo, potra' essere apprezzata in pieno solo da quelli che condividono le stesse tare genetiche di Storace.