Sono forse io...
...il custode di mio fratello?
La BBC in questi giorni non fa che parlare della forza ibrida ONU/UA di interposizione che verrà dispiegata in Darfur fra qualche mese, in sostituzione della forza dell'Unione Africana che si è dimostrata in massima parte inefficace. Ed io sono sempre più perplesso dall'impulso occidentale (che istintivamente condivido) di andare a risolvere, o a cercare di risolvere, i problemi degli altri.
OK, come tutta la mia generazione sono cresciuto fra le altre cose a botte di fumetti Marvel con i supereroi: "ad un grande potere corrisponde una grande responsabilità". Noi occidentali abbiamo il potere, abbiamo il denaro, abbiamo le risorse, e ipso facto siamo responsabili anche per chi non ha nessuno dei tre. Per tutta la vita sono stato indottrinato a pensare che se tu stai bene, fai sport, non hai problemi, e la tua vicina di casa è una vecchietta paralitica, se non ti offri almeno di portarle di sotto la spazzatura sei un pezzo di merda. Il problema si pone, però, quando la vicina paralitica, ogni volta che ti vede, comincia a strillare che lei è paralitica perchè tu cammini, che i soldi che hai speso per la mountain bike avrebbero dovuto essere usati per una rampa per disabili, che non paghi abbastanza tasse per contribuire alla sua pensione, ti tira sassi ogni volta che passi sul pianerottolo, e ti denuncia alla polizia per aver rubato la sua spazzatura. E peggio ancora, quando ogni sera torni a casa e tua moglie ti tira piatti in testa per aver abusato della povera vicina paralitica che ha sempre desiderato vivere in mezzo alla spazzatura.
La presenza di truppe infedeli in un pezzo di Dar-ul-Islam sta già portando all'itterizia le ragazze pon-pon della resistenza islamica antimperialista globale in Europa e USA, qualunque stronzata il governo sudanese s'inventi (l'ultima è l'opposizione alla presenza di un centinaio di genieri norvegesi che dovrebbero contribuire a riparare le infrastrutture locali: perchè? Sono troppo bianchi? Vengono da un Paese troppo laico? Boh) diventa una legittima motivazione per la resistenza, un'offesa che giustifica anticipatamente azioni violente contro i caschi blu. La missione in Darfur, con regole di ingaggio ONU, con una logistica confusa, con una leadership politica il cui scopo è non contrapporsi ad alcuna delle parti in conflitto, inclusi i responsabili dei genocidi (immagino l'equivalente quotidiano di un poliziotto che cerchi di mediare rispettando le esigenze sia dello stupratore sia della stuprata - non credo avrebbe molta fortuna) può solo risolversi nel tipo di umiliante debacle a cui abbiamo assistito in Ruanda, in Somalia e in Bosnia, con l'aggiunta del riflesso condizionato antimperialista, che ormai coinvolge fette sempre più vaste della popolazione, che rischia di crearci problemi politici anche in casa e proprio in un momento in cui di problemi aggiuntivi non se ne sente il bisogno.
Guardiamo in faccia la realtà: il Darfur è fottuto, come lo sono probabilmente l'Iraq e l'Afghanistan, e non credo ci sia qualcosa che possiamo realisticamente fare per modificare questo risultato. Non sarebbe il caso di smettere di gettare soldi e vite umane in un pozzo potenzialmente senza fondo, e accettare il semplice fatto che se con un grande potere viene una grande responsabilità, questa responsabilità non si estende fino a soccorrere chi non può o non ha alcuna intenzione di essere soccorso?
Personalmente credo molto nel dovere di aiutarsi a vicenda, ma il dovere deve essere reciproco. La polizia difende le ragazzine picchiate dal padre, ma se le ragazzine vanno in tribunale a difendere il diritto del padre a pestarle, l'unico dovere della polizia a quel punto è regalare al padre una mazza da baseball; se il mio vicino picchia la moglie, io sono dispostissimo a chiamare la polizia, ma solo fino al giorno in cui la moglie mi denuncia per aver violato la sua privacy; sono felice di manifestare per impedire l'aumento delle tasse universitarie, ma solo fino al giorno in cui il mio compagno di corso, figlio di cassintegrato+casalinga, mi dice che lui le manifestazioni le vieterebbe perchè è ora di finirla con questo assistenzialismo di sinistra - e l'anno dopo, meritatamente, abbandona gli studi per difficoltà economiche (ognuno di questi casi è reale, ma sono testimone diretto solo del terzo).
E, incidentalmente, credo che il sottosegretario inglese alla cooperazione internazionale, che ha detto di sperare che il caso Gibbons non scoraggi altri medici, infermieri e insegnanti inglesi dall'andare a fare volontariato in Sudan, sia un cretino. Opinione personale, eh.