Visualizzazione post con etichetta islam. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta islam. Mostra tutti i post

05 marzo 2008

Il Mossad m'ha rubato due post


...e li ha passati a Mmax.

Ieri il filmato, preso con un telefonino, di una piccola rivolta di piazza a Teheran, una delle tante che scuotono il potere dei mullah sulla società civile: una ragazza viene fermata dalla polizia religiosa per qualche infrazione alla legge sul velo islamico, e la folla di giovani nel centro commerciale insorge in sua difesa, costringendo gli sbirri a rilasciare la ragazza e poi a scappare a gambe levate. Fate caso, fra l'altro, a quanta gente nel filmato sta a sua volta riprendendo la scena con i telefonini: mi viene il sospetto che il samizdat del ventunesimo secolo sarà il filmato Quicktime.

Oggi, poi, un articolo di Comment is Free, l'impagabile blog/edizione online/sito di approfondimento del Guardian, che parla dello strano meccanismo per cui gruppi come Hamas ed Hezbollah finiscono per avere più amici ed ammiratori a occidente che in casa loro. Le voci critiche in Medio Oriente diventano sempre più forti, le gerarchie dell'Islam sciita in Libano fanno fuoco e fiamme contro Hassan Nasrallah ed i suoi padrini/padroni iraniani, ma a leggere i giornali progressisti occidentali, il Medio Oriente parla con una voce sola, quella dei fanatici.

'Sta cosa deve finire, e diffido ufficialmente il Mossad dal fregarsi i link che mi interessano per passarli a Mmax. Intanto ne approfitto per prenderli di sorpresa e segnalare un altro interessante articolo che non hanno fatto in tempo a rubarmi; un articolo doppiamente interessante in quanto proveniente da una importante rivista ideologica neocon, Commentary, e ciononostante non sposa la solita posizione propagandistica del "sono tutti brutti e cattivi, siamo assediati e dobbiamo difenderci" ma punta ad interessanti e importanti sviluppi nel mondo islamico che fanno pensare che il mostro integralista che starebbe sollevando la testa sia almeno in parte una creazione mediatica costruita ad arte per fini propagandistici e di tiratura/audience.


06 febbraio 2007

La minaccia islamica


Eh, questi barbutacci. Una vera minaccia al nostro stile di vita.

Abbiamo un padre che, nella più pura tradizione monoteista, vuole sfruttare la propria religione per costringere la figlia dodicenne ad un'esistenza di sottomissione asessuata, ed è disposto a portare la scuola in tribunale finchè questa non acconsentirà a far portare il niqab alla bimba.

La causa è costosa: il padre, essendo povero, dispone di assistenza legale gratuita dallo Stato (in altre parole, pago io), la scuola, invece, deve prepararsi a sborsare mezzo milione di sterline in avvocati e carte bollate. La scuola dipende da un consiglio comunale, al quale si rivolge per avere appoggio finanziario, se non giudiziario; e la risposta, sia del consiglio, sia della contea, sia dello Stato, è improntata al più classico liberalismo illuminista: ca**i vostri, rispondono, se non avete soldi per gli avvocati fate portare il niqab alla bimba, tenetevi il precedente e aprite la porta all'integralismo religioso in classe. Opprimere le figlie è un diritto umano, cosa vi credevate?

Ed ecco che arrivano invece quei barbuti del Muslim Educational Council of Oxford, che si offrono di aiutare a pagare le spese legali della scuola e a combattere certe derive oscurantiste eterodirette. Ma come si permettono, dico io.

06 gennaio 2007

Dacia


Un bel post di Dacia Valent, che a quanto pare qualunque mestiere faccia, la poliziotta, l'europarlamentare, la paladina dell'Islam italiano, non riesce ad esimersi dal suo ruolo principe, quello di rompicoglioni, di spina nel fianco di quelli che, dalla sua stessa parte, credono di poter campare di privilegi e sotterfugi.

Vale appena la pena di precisare che non la penso come lei su moltissime cose - per esempio non credo che l'affiliazione religiosa debba diventare necessariamente identità politica principale (sì, lo so, in Italia c'è stata, e all'atto pratico c'è ancora, la Democrazia Cristiana; ma questo, semmai, dovrebbe servire da esempio negativo, non da giustificazione); ciononostante consiglio la lettura dell'articolo ad almeno tre dei miei quattro lettori - il quarto s'incazza solo a sentirla nominare, quindi suppongo non ne valga la pena. Consiglio la lettura dell'articolo anche a quanti pensano all'Islam, in Italia ed altrove, come ad una specie di enorme, monolitica struttura che non prevede possibilità di critica o dissenso.

24 ottobre 2006

L'altra metà della mezzaluna


Un bellissimo post di Dacia Valent sulla condizione delle donne musulmane. Condivido al 99%, con l'unica obiezione che sì, molti di quelli che discutono sul velo oggi lo fanno strumentalmente, ma questo è vero da entrambe le parti.

Certo, non è neanche lontanamente pensabile dare una soluzione legislativa a queste questioni - così come le grandi battaglie femministe del nostro passato non sarebbero state aiutate da leggi che imponessero alle donne di lasciare culle e fornelli e andare a lavorare; ma non si può chiedere neanche il silenzio "perchè è un problema interno alla comunità musulmana". È anche un problema interno alla comunità italiana, o europea, e se imporre una soluzione legislativa (in un senso o nell'altro) sarebbe un atto di ingiustizia, guardare dall'altra parte e fare finta che la questione non esista non credo sia una mossa molto più intelligente - esattamente come per tutte le altre battaglie femministe, magari anche a costo di raccattare per strada avanzi di solidarietà pelosa e strumentale.

20 settembre 2006

Offese


Un articolo di Christopher Hitchens che riassume molto bene la mia posizione sulla querelle Nazinger/Islam.

In particolare questo (traduzione mia):

Soprattutto, durante l'intero discorso fatto a Regensburg, l'uomo che modestamente si considera il vicario di Cristo non cessa di attaccare l'idea che la ragione e la coscienza individuale siano preferibili alla fede. Finge di credere che Logos possa significare "parola" o "ragione", il che può essere vero in greco, ma sicuramente non lo è nella Bibbia, dove invece viene presentato come verità rivelata. Menziona en passant Kant e Cartesio, omette completamente di citare Spinoza e Hume, e, in maniera disonesta, cerca di far credere che la religione, l'Illuminismo e la scienza siano in ultima analisi compatibili, quando in realtà l'intera impresa del libero pensiero ha sempre dovuto affermarsi, spesso con gravi rischi, contro la fantasiosa illusione della verità "rivelata" e i suoi fin troppo terreni rappresentanti. Si dice spesso - e fu lo stesso Ratzinger a dirlo quando era un sottoposto dell'ultimo Papa - che l'Islam è incapace di una Riforma; ma anche noi non avremmo neanche il termine nel nostro linguaggio se la Chiesa Cattolica avesse avuto campo libero. E adesso il suo nuovo e reazionario leader ha seriamente "offeso" il mondo musulmano, e allo stesso tempo ci ha chiesto di rinunciare all'unica arma - la ragione - su cui fare affidamento in questi tempi di oscurantismo.
(hat tip: To The Tooting Station)

11 agosto 2006

Terze vie


O con noi o con loro. O Bush o Bin Laden. O Pat Robertson o Ali Khamenei. O Tsahal o Hezbollah. E se invece non fosse necessariamente così?

(qui il documento in italiano)

30 luglio 2006

Senso di giustizia


Una delle giustificazioni più risibili portate per il terrorismo integralista sarebbe il grande senso di giustizia dei fedeli musulmani: un grande senso di giustizia che non permetterebbe ad un musulmano di restare impassibile a guardare i crimini veri o presunti commessi in Iraq, in Afghanistan, a Gaza, in Cecenia e così via; e gli imporrebbe di colpire chiunque sia direttamente o indirettamente connesso con questi crimini.

Allora, cerchiamo di sgombrare il campo dagli equivoci: quanto descritto sopra NON si chiama senso di giustizia. Non so come si chiami, ma l'idea che al mondo si possa ammazzare, massacrare, affamare, violentare, pulire etnicamente, e però, se una delle vittime è musulmana e c'è coinvolto il cugino del barbiere di uno che una volta ha fatto affari con te, allora io sono autorizzato a metter bombe nelle case di tutti i tuoi vicini, a me non sembra che abbia molto a che spartire con la giustizia. Poi naturalmente bisogna vedere, perchè ormai le parole cambiano significato più rapidamente di quanto il partito laburista cambia finanziatori, quindi magari adesso quello di giustizia è un concetto divenuto variabile in base all'appartenenza religiosa - così come di recente la repressione della libertà di espressione è diventata un diritto umano.

Rimane il fatto che questa spiegazione/giustificazione delle bombe in treni e metropolitane mi sembra incompleta. Mi spiego: in Iraq, secondo le stime più pessimistiche, sono morte finora circa 100.000 persone (la stima è probabilmente esagerata), e stiamo contando tutto, compresi i morti di malattia che hanno ricevuto cure insufficienti, chi non ha potuto ricevere un farmaco salvavita, i morti in incidenti d'auto, i morti di vecchiaia eccetera; e la colpa di tutti questi morti, convenzionalmente, viene addossata agli americani o in generale all'occidente, ed usata come giustificazione del terrorismo e della violenza integralista.

In Darfur, guarda caso, è in corso proprio dal 2003 una sanguinosa guerra civile presto degenerata in pulizia etnica e genocidio. A seconda delle stime, le vittime, quasi tutte civili, sono qualcosa come 200.000, o forse 400.000 (una stima di 450.000 morti non ha ancora ricevuto alcuna verifica indipendente) fra morti per fame e vittime delle milizie. 200.000, o 400.000, musulmani morti, assassinati barbaramente o lasciati a morire di fame nel deserto - interi villaggi cancellati, due milioni di profughi, una generazione di orfani.

Abbastanza stranamente, il senso di giustizia che porta alcune persone a farsi saltare in aria in metropolitana, ed altre a giustificarne le azioni, nel caso del Darfur latita: le masse che in Libia e in Arabia Saudita spontaneamente assaltavano e bruciavano ambasciate non hanno detto una parola ai loro stessi governi per aver equipaggiato e armato le milizie Janjaweed e l'esercito sudanese; le masse che in Europa manifestavano in nome di una presunta violazione dei loro diritti umani (vorrei sapere chi ha messo in giro questa storia che se io non vivo secondo il dettato della tua religione sto violando i tuoi diritti) anche nei Paesi in cui i giornali si erano autocensurati e non avevano pubblicato le vignette, sono sorprendentemente assenti dalle piazzette di fronte alle varie ambasciate sudanesi.

Curioso, questo senso di giustizia che si attiva soltanto quando può fare da giustificazione per attentati suicidi e non e manifestazioni contro l'Occidente in solidarietà a questa o quella dittatura teocratica o organizzazione terroristica: il problema non sono, a quanto pare, i morti, ma chi li causa. Non si spiegherebbe altrimenti come mai 600 morti in Libano pesino tanto di più di 400.000 in Sudan.

P.S. Sì, lo so, San Gino Strada ha detto che non c'è alcun genocidio in Sudan (audio). Allo stesso modo il Profeta Noam Chomsky ha detto a suo tempo che non c'era alcun genocidio in Cambogia, e ogni tanto prova a negare quello dei musulmani in Bosnia. Ci sono persone che quando fanno un'affermazione le conferiscono parte della propria autorità morale o intellettuale; ci sono affermazioni che definiscono la statura morale o intellettuale di chi le fa. Lascio decidere ai miei due lettori quale sia il caso.

20 giugno 2006

Anniversari


Fra circa un paio di settimane sara' un anno esatto dagli attentati del 7 Luglio a Londra. In corrispondenza della ricorrenza, ad Alexandra Palace si terra' l'Islam Expo - ospiti, fra gli altri, Sir Iqbal Sacranie ("Salman Rushdie? La morte e' troppo poco per uno come lui"), Muhammad Abdul Bari ("E' arrivato il momento che i musulmani britannici comincino a farsi giustizia da soli") e Yvonne Ridley, dirigente dell'Islam Channel.

Yvonne Ridley, quella che si e' convertita all'Islam dopo che i Talebani l'hanno rapita e ha scoperto che erano proprio dei bei ragazzi (ahem), quella che dice che "c'e' qualcosa di ripugnante in quelli che si affrettano a denunciare gli atti di terrorismo", che "preferirei di molto la compagnia di un fratello come Al-Zarkawi piuttosto che un padre o un parente traditore [i.e. che si oppone al terrorismo]". Quella che le bombe ad Amman erano giustificate perche' nei bar di quegli alberghi si serviva alcool. Senza dubbio, la persona ideale per un simile anniversario.

Per citare un altro ineffabile, Oliviero Diliberto, saranno pure questi dei cretini pagati da Calderoli? Ma dove li trova, Calderoli, tutti 'sti soldi?