09 marzo 2007

Fuori controllo


Strana settimana. Mi sono capitate un paio di cose che non esito a definire stupefacenti.

Per prima, una lettera dei nostri amici delle Risorse Umane. Con l'amichevole premessa che non si tratta di un richiamo ufficiale, io e altri due colleghi veniamo informati che ci sono state proteste per il nostro uso di una terminologia "razzista" e "offensiva", ed invitati a moderare il nostro linguaggio in base ai termini del compliance document che abbiamo firmato all'atto dell'assunzione.

Dice, razzista e offensiva? I miei tre lettori staranno già sghignazzando al pensiero di quello che possiamo aver detto, delle barzellette sul camionista afgano transessuale con una gamba di legno che ci siamo raccontati.

Niente di tutto questo. In ripetute occasioni, parlando di hard disk (in almeno due casi) e di architettura del sistema di monitoraggio (in almeno un caso) abbiamo usato in pubblico i termini master e slave, invece di quelli approvati dalle Risorse Umane, ossia primary e secondary (o subordinate).

Lo ripeto perchè magari uno dei miei tre lettori non faceva attenzione: parlando di computer, o di componenti di computer, abbiamo usato termini in uso nell'informatica praticamente da che esiste l'informatica, e la cosa che veramente mi fa girare gli zebedei non è che quelli delle Risorse Umane si siano messi di mezzo (sono pagati per rompere i coglioni, dopotutto) quanto che qualche collega sia andato/a a protestare. Per cui da ora gli hard disk, per quello che ci riguarda, si dividono in democratically (where applicable and respectful of culture and traditions) elected to leadership e subordinate but in a context of great respect for its diversity and unique skills. E vediamo.

Poi, siccome quando gli dei decidono di farcele girare ci si mettono d'impegno, stamattina avevo sulla scrivania il libro che sto leggendo nelle due ore di metropolitana giornaliere. Il mio manager, passando, ha notato che si trattava dell'elemento che mi mancava della triade di Jac Weller sul duca di Wellington, Wellington in India (gli altri due, consigliati, sono Wellington in the Peninsula e ovviamente Wellington at Waterloo), e mi ha chiesto, amichevolmente ed educatamente, di evitare in futuro di portare libri simili in ufficio. "Simili?" è stato tutto quello che ho potuto rispondere, ricevendo la spiegazione che libri sul passato coloniale della Gran Bretagna potrebbero risultare offensivi per colleghi appartenenti a minoranze provenienti da Paesi ex-colonie.

Spero di tornare sul mio pianeta dopo il weekend.

16 commenti:

Anonimo ha detto...

ahah oddio, manco quando lavoravo per i mormoni...
Prova a portare Good omens, oppure un libro della trilogia His Dark Materials, che son curioso di veder se ci son scene di panico...

ipazia.dioniso at gmail.com ha detto...

Ti capisco, ma solo razionalmente. qui si vive una realtà del tutto diversa, epperò sono certa di preferire la tua a quella che vivo io, rispetto a certe questione (e anche a un pacco delle altre mi sa)

annarella ha detto...

Slave e master non vanno bene ? E se fossi una seguace del BDSM non posso, a quel punto, aprire un contenzioso perche' un tale atteggiamento delle HR potrebbe suonare offensivo nei miei confronti ?
Qui e' punito qualsiasi accenno che possa suonare sgradito a religione e sesso.
Poi succedono cose bizzarre tipo l'aver ravanato un'ora per trovare un modo elegante e "non denominational" per fare gli auguri di buon anno al mio muslim boss, lui mi ha risposto buon natale.

Eugenio Mastroviti ha detto...

Annarella: potevi mandarlo affanculo. Comunque se lavorava qui il tuo boss era già in violazione della policy aziendale e poteva esser messo sotto accusa per aver rischiato di offendere la sua stessa sensibilità.
A proposito, ma tu lavori qui in UK o in Francia?

Ipazia - capisco quello che vuoi dire. Sono anche d'accordo, il mio timore è che questo tipo di esasperazione susciti una reazione diametralmente opposta.
(per inciso, avevi duplicato il commento, ho cancellato la copia)

Palmiro Pangloss ha detto...

Sappi che sto ridendo come uno scemo, sara' colpa dei due bicchieri di vino, due birre, un gin tonic e un negroni a stomaco quasi vuoto. Mi chiedo solo chi recitera' la parte di Romolo Augustolo, e quando.

dacia ha detto...

Palmiro Pangloss ha usato il termine "negroni" facendo addirittura un riferimento cinico ai noti problemi di hunger a noi connessi.

e io chiamo le risorse umane.

ekkekkazzo.

daciona valent

Palmiro Pangloss ha detto...

Dacia: LOL

restodelmondo ha detto...

Dacia: Mi hai distrutto la possibilità di ordinare uno dei miei aperitivi preferiti, sappilo.

annarella ha detto...

@Eugenio: multinazionale inglese, team virtuale internazionale, progetti su Italia e Germania.
Adesso sta arrivando la bella stagione e ritengo sia il caso mi facciano di nuovo migrare a nord :)
Come etnia, per l'azienda, risulto caucasian not british :P

Anonimo ha detto...

Io non sono razzista. Odio tutti allo stesso modo.

Eugenio Mastroviti ha detto...

Uriel: un po' s'era notato

Anonimo ha detto...

Non ci credo.
Non posso crederci.

Io davvero non riesco a crederci.

MMAX ha detto...

Euge'...ti vogliono licenziare, mi sembra evidente.

MMAX

Eugenio Mastroviti ha detto...

Mmax: chettedevodi', hanno un modo strano per dimostrarlo. M'hanno appena offerto un aumento maggiore di quel che avevo chiesto durante la performance review, e la promessa scritta di un altro aumento fra 6 mesi se non lascio.

Anonimo ha detto...

Eugenio, ti seguo nell'ombra da un po' ma ora mi devo delurkare: ti prego dimmi che non è vero, dimmi che è uno scherzo, ti prego! Ma davvero il politically correct a tutti i costi è arrivato a simili aberrazioni?

Anonimo ha detto...

dopo tanto lurking mi svelo in tutta la mia beltade per unirmi al coro di coloro che non riescono a crederci :).

ciao eugenio
alek