12 giugno 2008

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Chi ha seguito West Wing, o le diatribe all'interno della sinistra radicale americana sulla nomination presidenziale, sarà d'accordo con me nel dire che quella che in inglese si chiama one issue politics è la forma più perniciosa di attivismo o impegno politico.

Counterpunch, per esempio, ha visto una lunga successione di articoli a sostegno di Ron Paul: in nome dell'Iraq qualunque altra causa passava in secondo piano. L'aborto? I diritti delle donne? Le minoranze? Il razzismo? Dobbiamo, rispondevano femministe radicali e attivisti antirazzisti, smetterla di tirar fuori argomenti che causano divisioni e discussioni. Una questione, l'Iraq, sicuramente importante, diventava l'unica questione, più che una cartina di tornasole, più che una discriminante: come i pacifisti del Bloomsbury Group, alcuni attivisti hanno deciso che non c'era causa più importante della pace, e che se per avere pace bisognava dare il proprio sostegno ai fascisti, questo era ancora il minore dei mali. Oswald Mosley è vivo e lotta insieme a noi.

Inutile dire che trovo questa posizione eminentemente disprezzabile. Per questo, è con non poco sconforto che mi rendo conto di essere diventato un one issue activist. Per quello che mi riguarda, il mio voto (se mi decido a far tutte le carte per la cittadinanza, altrimenti il mio lavoro volontario in campagna elettorale) va alla prima forza politica che si impegna chiaramente a rigettare, una volta al governo, l'estensione della detenzione preventiva a 42 giorni.

I miei due lettori dall'UK possono fare a meno di ricordarmi che c'e' qualche buona ragione, che viene fatto sotto stretto controllo della magistratura, che è una misura più vicina alla custodia cautelare in carcere (che in Italia, per esempio, mi pare duri qualche mese) che al fermo di polizia. Lo so che gli inquirenti non possono più interrogare l'accusato o effettuare determinate indagini una volta che le accuse sono state formalizzate; lo so che ogni provvedimento deve passare attraverso l'esame di almeno uno o due giudici e finanche di una commissione parlamentare. Non me ne potrebbe fregare di meno.

I fatti sono che

  • questo governo non ha una strategia contro il terrorismo (si, lo so, il terrorismo non esiste, la CIA il Mossad gli illuminati i rettiliani i vampiri alieni sbroc sbroc. La pillolina, svelto)
  • questo governo cerca di coprire quanto sopra con misure di facciata come, appunto, l'estensione della carcerazione preventiva che è stata giudicata inutile, fra gli altri, da diversi capi della polizia, dall'MI5 e dal Crown Prosecution Service (magistratura inquirente)
  • i massimi esponenti di questo governo hanno giocato per anni all'apartheid politically correct, subappaltando la gestione di vaste sacche di degrado sociale ed economico all'interno della comunità musulmana a "rappresentanti della comunità" non eletti e vicini a gruppi integralisti sovranazionali
  • dopo essersi sparato nel piede sinistro con la strategia di cui sopra, questo governo sta cercando di spararsi nel piede destro creando centinaia di martiri: oltre metà di coloro che sono stati finora arrestati e trattenuti fino a 28 giorni erano del tutto innocenti
  • l'habeas corpus è un principio troppo importante per mandarlo a donnine allegre in questa maniera. Quasi ogni soluzione alternativa era migliore di questa, ad esempio permettere agli inquirenti di interrogare gli imputati o evitare, magari previa revisione giudiziaria, la sospensione delle indagini, anche dopo la formalizzazione delle accuse; ma a questo governo non interessa trovare soluzione ai problemi, interessa fare scena e far vedere che siamo forti, siamo cazzuti, bla bla bla, perchè ha perso le amministrative.

Insomma, questo è il mio one-issue moment. Vediamo se Cicciobello Cameron è disposto a comprare il mio voto.

2 commenti:

Numero 6 ha detto...

Per reati di mafia la carcerazione preventiva può arrivare anche a due anni.

Anonimo ha detto...

cioè tutta 'sto post per dire:

Brown mi sta sul cazzo e voglio una scusa per non votarlo? ;-)