15 maggio 2006

Multiculturalismo e questione femminile


Un articolo affascinante del '99 (in inglese) sul rapporto, a volte conflittuale, fra multiculturalismo e diritti delle donne, scritto da Susan Muller Okin, una delle grandi vecchie del femminismo moderno, scomparsa pochi anni fa.

Vale la pena di leggerlo tutto, per chi parla inglese, perche' cita esempi lampanti, ma poco noti, in cui il riconoscimento di diritti di gruppo ha violato diritti individuali fondamentali - ed e' successo sotto il nostro naso, qui nel tranquillo Occidente (e anche perche', insomma, io non sono un granche' come traduttore).

Il concetto di diritto di gruppo e' sempre stato, a mio personalissimo parere, estremamente pericoloso - l'idea che a determinati sottogruppi di una societa' si riconoscano diritti che non valgono per la societa' intera; ad esempio il fatto che qui in UK i poliziotti Sikh possono indossare il turbante invece dell'elmetto, cosa che non sarebbe permessa ad un poliziotto anglosassone. In molti casi come questo il riconoscimento di diritti di gruppo non ha tutto sommato alcun effetto indesiderato. In alcuni casi, pero' aprono la porta alla negazione di diritti individuali per alcuni appartenenti a quei gruppi. Il caso citato da Susan Okin e' eclatante: la poligamia all'interno della comunita' musulmana in Francia - un diritto di gruppo che andava a ledere, gravemente, i diritti (e i desideri) delle stesse donne musulmane.

On this issue, no politically effective opposition galvanized. But once reporters finally got around to interviewing the wives, they discovered what the government could have learned years earlier: that the women affected by polygamy regarded it as an inescapable and barely tolerable institution in their African countries of origin, and an unbearable imposition in the French context. Overcrowded apartments and the lack of each wife's private space lead to immense hostility, resentment, even violence both among the wives and against each other's children.

Su questo punto, l'opposizione politica non fu galvanizzata. Ma una volta che i giornalisti finalmente arrivarono ad intervistare le mogli, scoprirono cio' che il governo avrebbe potuto scoprire anni prima: che le donne coinvolte nella poligamia la consideravano ineludibile e a malapena sopportabile nei loro Paesi africani di origine, ed un'imposizione insostenibile nel contesto francese. Appartamenti sovraffollati e la mancanza di spazi privati per ciascuna moglie portavano ad una immensa ostilita', risentimento, ed anche a violenze, sia fra le mogli che l'una contro i figli dell'altra.
La regola generale, afferma Okin, e' che
Most cultures are suffused with practices and ideologies concerning gender. Suppose, then, that a culture endorses and facilitates the control of men over women in various ways (even if informally, in the private sphere of domestic life). Suppose, too, that there are fairly clear disparities of power between the sexes, such that the more powerful, male members are those who are generally in a position to determine and articulate the group's beliefs, practices, and interests. Under such conditions, group rights are potentially, and in many cases actually, antifeminist. They substantially limit the capacities of women and girls of that culture to live with human dignity equal to that of men and boys, and to live as freely chosen lives as they can.

La maggior parte delle culture sono infuse di pratiche ed ideologie di genere. Supponiamo, quindi, che una cultura approvi e faciliti il controllo degli uomini sulle donne in modi diversi (anche solo informalmente, nella sfera privata della vita domestica). Supponiamo anche che esistano chiare diseguaglianze di potere fra i sessi, tali che i membri di sesso maschile, piu' forti, si trovino in generale nella posizione di determinare e articolare il sistema di credenze religiose, pratiche ed interessi del gruppo. In queste condizioni, i diritti di gruppo sono in potenza, e in molti casi in atto, antifemministi. Essi limitano sostanzialmente le capacita' di donne e ragazze di quella cultura di godere di pari dignita' rispetto a uomini e ragazzi, e di vivere la propria vita altrettanto liberamente.
Perche' succede? Molti motivi, dice Okin, soprattutto il fatto che i difensori dei diritti di gruppo
tend to treat cultural groups as monoliths - to pay more attention to differences between and among groups than to differences within them. Specifically, they give little or no recognition to the fact that minority cultural groups, like the societies in which they exist (though to a greater or lesser extent), are themselves gendered, with substantial differences of power and advantage between men and women.

tendono a trattare i gruppi culturali come monoliti - a prestare piu' attenzione alle differenze fra gruppi che alle differenze al loro interno. Specificamente, non fanno caso al fatto che i gruppi culturali di minoranza, cosi' come le societa' in cui esistono (sebbene in misura maggiore o minore) sono essi stessi sessuati, con sostanziali differenze di potere e privilegi fra uomini e donne
Parole sacrosante, con cui Susan Okin mette in luce, fra le altre cose, un grave limite del comunitarismo "alla Galloway". Molte culture sono patriarcali, molte culture, se vogliamo dirla tutta, sono ben piu' patriarcali di quella in cui viviamo; e la maggior parte delle minoranze che richiedono - o esigono - diritti di gruppo lo fanno anche e in buona parte per preservare questi privilegi patriarcali.
[...]the overwhelming majority of "cultural defenses" that are increasingly being invoked in US criminal cases concerning members of cultural minorities are connected with gender - in particular with male control over women and children. Occasionally, cultural defenses come into play in explaining expectable violence among men, or the ritual sacrifice of animals. Much more common, however, is the argument that, in the defendant's cultural group, women are not human beings of equal worth but subordinates whose primary (if not only) functions are to serve men sexually and domestically

[...]la stragrande maggioranza delle "difese culturali" che sempre piu' spesso vengono invocate negli USA in processi penali riguardanti membri di minoranze sono collegate col genere - in particolare col controllo maschile su donne e bambini. Occasionalmente, una difesa basata sulla cultura entra in gioco per spiegare episodi di prevedibile violenza fra uomini, o il sacrificio di animali. In ogni caso, e' molto piu' comune l'argomentazione difensiva che, nella comunita' a cui appartiene l'imputato, le donne non sono esseri umani di uguale valore ma esseri subordinati la cui funzione primaria (se non unica) e' quella di servire gli uomini sessualmente e nel focolare domestico
L'articolo e' lungo, dettagliato e affascinante. Vale la pena di leggerlo per intero - a sinistra il termine diritti delle minoranze viene usato un po' troppo spesso come formula magica per porre fine a qualunque discussione. Se qualcosa viene definito come diritto delle minoranze e' automaticamente sacro e inviolabile. Non e', o non dovrebbe essere, cosi': i diritti di gruppo raramente sono giustificati, spesso coprono prevaricazioni gravi all'interno delle stesse minoranze, e spesso sono solo una coperta di Linus per permettere alla maggioranza di dormire sonni tranquilli nonostante la negazione di diritti individuali degli appartenenti alle minoranze - come l'affirmative action, che altro non e' se non una cortina fumogena che nasconde il diritto negato all'istruzione primaria e secondaria per neri e ispanici.

Non che vadano cancellati di botto, sia chiaro - la Francia con la poligamia ha fatto proprio questo, con conseguenze disastrose - ma dovremmo sempre tener presente che non dovrebbero essere la regola, e che se ci sono, e' perche' la societa' ha in qualche punto, in qualche momento, fallito, mancato ai suoi doveri, e la priorita' non puo' essere mantenere all'infinito un diritto di gruppo, ma correggere l'errore, la mancanza, il fallimento.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

La questione è molto complessa e credo che il conflitto fra i due diritti esista eccome, però credo che in generale esistano sempre conflitti fra diritti diversi. Per me rimane una ed una sola regola: quella dell'applicatio, cioè applicare una regola generalissima (in questo caso di diritto) ad un caso particolare...tenendo conto sempre e soltanto il caso particolare. In questo caso si salvaguarda il diritto dell'individuo che in quanto porattore di vita ha più diritto di un'entità astratta quale può essere una minoranza etnica

Anonimo ha detto...

Ci sono centinaia di articoli a riguardo e di persone molto competenti.
Mi sembra piuttosto riduttivo farne un argomento di un blog.