La frase che fa da titolo a questo post è stata a suo tempo il motto che ha portato alla vittoria Tony Blair e il New Labour nel '97: istruzione, istruzione, istruzione - fa il paio col famoso "It's the economy, stupid!" di Bill Clinton. L'istruzione, massacrata dalle "riforme" thatcheriane - i Tories tendono a chiamare "riforme" tutti i tagli indiscriminati ai finanziamenti - sarebbe stata la chiave di volta delle riforme (vere, si sperava) blairiane. Blair non ha mantenuto la promessa: come ho detto in passato, pur riversando un fiume di soldi sulla scuola, ne ha fatto una enorme linea di produzione di analfabeti funzionali, con poche, fortunate eccezioni che si sta facendo il possibile per cancellare.
I Tories, curiosamente, stanno applicando in questo periodo la loro personale versione del motto "education, education, education" - ma non nel senso che bisogna fare qualcosa per porre rimedio al disastro. Oh no, santo cielo, un sistema d'istruzione decente potrebbe portare i figli dei prolet a competere con i loro superiori per entrare a Oxford o a Cambridge: inaccettabile. No, la centralità dell'istruzione è affermata solo nel senso che per avere un posto nel direttivo Tory, o una speranza di candidatura a qualsiasi livello, è importante aver avuto l'istruzione giusta: quella impartita nella stessa scuola, o nella stessa università, di David Cameron, l'attuale segretario. L'80% del direttivo Tory è composto di ex-studenti di Eton; una percentuale simile di old Etonians popola il governo-ombra; e adesso un buffone ossigenato, già messo a dirigere lo Spectator, il periodico ideologico, diremmo in Italia, del partito conservatore e distintosi per aver dato la sua approvazione ad articoli risultati poi basati su assolute falsità, già protagonista delle cronache per aver definito i cittadini del Commonwealth che assistono alle visite della regina "piccaninnies" - vecchio termine razzista di origine vittoriana, che indica un selvaggio con uno sviluppo intellettuale simile a quello di un bambino - verrà candidato a sindaco di Londra. Perchè? Per via della sua education. Per la precisione, per via del fatto che è stato compagno di scuola di David Cameron e poi sono entrati assieme nel Bullingdon Club - l'ho menzionato in passato, il club oxfordiano composto di studenti iper-privilegiati la cui occupazione era dar prova di come la loro condizione economica li ponesse al di sopra della legge.
Con tutte le sue pretese di cambiamento e rinnovamento, Cameron è, come dicono qui, a chip off the old block, è un Old Tory in tutto e per tutto - le origini e i privilegi sociali contano ben più della competenza, come potrebbe testimoniare Margaret Thatcher, odiata e disprezzata all'interno del suo partito (e finalmente estromessa con un colpo di mano) essenzialmente per essere una figlia di nessuno venuta su dai ranghi.
Una delle cose che mi rassicurano di questo Paese è che in casi come questo non è difficile assistere al fenomeno dell'evoluzione in atto. I Tories si stanno condannando da soli ad un futuro di assoluta irrilevanza: alle ultime elezioni supplettive, in collegi considerati conservatori, e contro un Labour scosso dal cambio di leader, non solo non hanno vinto, ma sono riusciti a farsi superare anche dalla sinistra patetica, per dirla con Starnone, dei Lib-Dem, diventando il terzo partito. In tutti gli altri settori della società, venire da una scuola prestigiosa ti dà ancora diritto ad un minimo di considerazione, ma non ti apre più automaticamente le porte: Eton, Harrow, la City School for Boys, Oxford, Cambridge, il King's - sono tutti nomi che sul curriculum fanno ancora impressione, come da noi la Bocconi o la Luiss, ma non ti garantiscono un lavoro o una posizione.
Con qualche eccezione.
Circa tre anni fa, quando ho deciso di passare a lavorare nella City, oltre a rispondere alle offerte messe su dai reclutatori, ho mandato anche qualcuno di quelli che qui si chiamano CV speculativi: identificata qualche ditta appetibile, prese un po' di informazioni, mandavo il CV direttamente alle Risorse Umane nella speranza che magari stessero cercando qualcuno o almeno che lo tenessero da conto quando si presentava la necessità di un'assunzione.
In generale i CV speculativi servono a poco, le probabilità che la tua offerta e la loro domanda si incrocino sono quasi zero; ma noi italiani abbiamo il Totip, l'Enalotto, il Totogol, e una fede incrollabile nel colpo di culo. E il colpo di culo, incredibilmente, arrivò davvero, sotto forma della telefonata di una gentile signorina delle Risorse Umane che mi invitava per un colloquio in una delle banche d'investimento più antiche e prestigiose d'Inghilterra. Ora, a noi italiani, che abbiamo il Monte dei Paschi di Siena, dire "banca più antica d'Inghilterra" ci fa un baffo, è come dire "la migliore amatriciana di Birmingham"; però era un nome, una banca poco nota fuori dei circoli finanziari, ma prestigiosissima - anche se, a causa di recenti rovesci, era stata in effetti acquistata da un'altra grande banca.
Insomma mi presentai al colloquio vestito da City, scarpe lucidate a puntino, armato di tutto il lavoro di intelligence delle ultime due settimane che mi aveva fatto scoprire che stavano ultimando i test di fattibilità per il trasferimento a Linux di parte dell'infrastruttura, e invece di trovarmi davanti l'atteso IT manager e la pila di fogli per il test tecnico che screma il 90% dei candidati, mi trovai seduto in una sala che non avrebbe sfigurato in un qualsiasi film su Sherlock Holmes (probabilmente come ambientazione per il Diogenes Club), davanti ad un lungo tavolo su cui una mezza dozzina di signori anziani e molto distinti mi fissavano dubbiosi.
Nessuna domanda su Linux. Se qualcuno avesse detto "tcp/ip" in quella sala, gli altri probabilmente avrebbero risposto "salute". Nessuna domanda su Solaris. Niente sulle mie esperienze nei media, sulla mia disponibilità a supportare una rete 24/7, sulle mie capacità di risoluzione dei problemi.
"Lei è italiano, mr. Mastroviti?"
"Sì"
"Interessante. Deve essere stato difficile per un italiano entrare a Eton"
"Uhhh..."
Non c'era modo in cui potessi introdurre l'argomento "liceo scientifico statale Arcangelo Scacchi" senza causare un disastro; d'altra parte, non c'era risposta che potessi dare a quel punto che non fosse disastrosa - ma devo dire che non ero veramente preparato all'abbassamento di temperatura della stanza quando dichiarai di non aver mai messo piede a Eton. Se non fossi stato impegnato a piangere la prematura morte di una sfolgorante carriera nel settore delle banche d'investimento, probabilmente avrei trovato divertenti gli sguardi sorpresi, quasi scandalizzati, che i miei intervistatori si scambiarono. Il colloquio andò avanti per un po', ma era evidente a quel punto che loro non avevano assolutamente la competenza necessaria per valutare la mia adeguatezza per il lavoro offerto, e io, del resto, mancavo dell'unico requisito necessario per ottenerlo.
Non ho mai avuto altre notizie da quella banca, neanche per dirmi che il colloquio non era andato bene. Diversi mesi dopo, quando già lavoravo nella City, un uccellino mi ha detto che la persona che aveva selezionato il mio curriculum come adatto al lavoro aveva avuto a sua volta innumerevoli problemi per aver avuto la sfrontatezza di suggerire un non-Etonian per un ruolo chiave, e alla fine se n'era andato verso i più verdi pascoli forniti dalla National Westminster Bank.
Anche questo è, dopotutto, un caso di evoluzione in azione: anni prima la banca era stata portata al collasso finanziario da un trader che aveva bruciato quasi un miliardo di sterline in un paio di notti di transazioni non autorizzate - cosa impossibile in qualsiasi altra banca, ma non lì: era un old boy anche lui (non lo era affatto: ma aveva avuto i riflessi più pronti dei miei al colloquio, e gliel'aveva lasciato credere), che bisogno c'è di controlli fra gente cresciuta in mezzo agli stessi privilegi? In seguito, salvata dall'ignominia della bancarotta dall'acquisto, per la cifra nominale di una sterlina, da una grande e moderna banca olandese è stata da questa suddivisa e rivenduta a due grandi compagnie finanziarie americane, mentre buona parte dell'infrastruttura londinese è andata ad una grossa banca inglese, dove è rimasta per qualche tempo un'unità grosso modo indipendente, ma proprio a causa di comportamenti come quelli che ho descritto si è trovata a dover essere sempre più strettamente controllata e infine inglobata nella banca-madre. Come lo so? Beh, la banca-madre mi vuole per un colloquio venerdì - stanno inglobando quel che resta dell'infrastruttura della banca-figlia e vogliono qualcuno che abbia esperienza di questo tipo di lavoro.
Certe volte se ti siedi sulle rive del Tamigi e aspetti con un minimo di pazienza, non c'è fine ai cadaveri che vedi passare.