14 novembre 2006

Cold Turkey


"To go cold turkey", letteralmente, ridursi ad un piatto freddo di tacchino, significa farsi la crisi d'astinenza smettendo improvvisamente, senza una riduzione graduale, di assumere una sostanza a cui si era assuefatti. Mi dicono derivi dalla sensazione tattile della propria pelle quando ci si sveglia di notte in preda alla crisi: fredda, umidiccia, come un piatto di tacchino arrosto appena preso dal frigo. Passare da trenta sigarette al giorno a zero, per esempio, è un cold turkey mica da ridere; smettere alla stessa maniera con la Nutella, almeno a sentire i medici, è del tutto impossibile.

Il servizio carcerario di Sua Maestà è stato in questi giorni portato davanti ad un giudice da un paio di centinaia di carcerati che, una volta in prigione, hanno dovuto smettere di drogarsi e "go cold turkey" o sottoporsi alla terapia di disintossicazione: cosa che paragonano nella denuncia ad una violenza fisica e ad una violazione dei loro diritti umani.

La direzione del servizio carcerario ha deciso, paradossalmente, di non andare affatto in tribunale, ma invece di patteggiare un accordo extragiudiziario: ogni detenuto che sia stato costretto, in violazione dei propri diritti umani, a smettere di comprare eroina mentre era in carcere, riceverà qualche decina di migliaia di sterline a compensazione della violenza subita.

Ci sarebbero molti commenti da fare, ma, anche se questo non è un blog per famiglie (tm), preferisco astenermi. Son contento, comunque, che i soldi delle mie tasse vengano usati in questo Paese per proteggere i diritti umani o per risarcire le loro violazioni.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Perche' "paradossalmente"?