Cold Turkey
"To go cold turkey", letteralmente, ridursi ad un piatto freddo di tacchino, significa farsi la crisi d'astinenza smettendo improvvisamente, senza una riduzione graduale, di assumere una sostanza a cui si era assuefatti. Mi dicono derivi dalla sensazione tattile della propria pelle quando ci si sveglia di notte in preda alla crisi: fredda, umidiccia, come un piatto di tacchino arrosto appena preso dal frigo. Passare da trenta sigarette al giorno a zero, per esempio, è un cold turkey mica da ridere; smettere alla stessa maniera con la Nutella, almeno a sentire i medici, è del tutto impossibile.
Il servizio carcerario di Sua Maestà è stato in questi giorni portato davanti ad un giudice da un paio di centinaia di carcerati che, una volta in prigione, hanno dovuto smettere di drogarsi e "go cold turkey" o sottoporsi alla terapia di disintossicazione: cosa che paragonano nella denuncia ad una violenza fisica e ad una violazione dei loro diritti umani.
La direzione del servizio carcerario ha deciso, paradossalmente, di non andare affatto in tribunale, ma invece di patteggiare un accordo extragiudiziario: ogni detenuto che sia stato costretto, in violazione dei propri diritti umani, a smettere di comprare eroina mentre era in carcere, riceverà qualche decina di migliaia di sterline a compensazione della violenza subita.
Ci sarebbero molti commenti da fare, ma, anche se questo non è un blog per famiglie (tm), preferisco astenermi. Son contento, comunque, che i soldi delle mie tasse vengano usati in questo Paese per proteggere i diritti umani o per risarcire le loro violazioni.
1 commento:
Perche' "paradossalmente"?
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