25 dicembre 2009
24 dicembre 2009
Tanti auguri
Tanti auguri in particolare ad Ottagono Irregolare, con due considerazioni spicciole.
La prima è che, insomma, vabbe' che sei cattolico, a quanto pare, ma almeno farti venire la curiosità di controllare come mai tutte le culture umane abbiano una festività a ridosso/a cavallo del solstizio d'inverno, mica costava troppa fatica.
La seconda è che a me personalmente la perdita di qualche giorno di ferie extra sembra un prezzo tutto sommato modico da pagare per liberarsi dei preti, soprattutto di quelli fermamente intenzionati a farsi i cazzi miei, con l'incoraggiamento dei loro degni fedeli.
La terza (sono ateo, dunque non ho un codice morale e mento liberamente) è che io rinuncio al Natale il giorno che voialtri cominciate a curarvi le infezioni con la penicillina del 1945, che tanto, come anche le gerarchie cattoliche sembrano affermare con crescente insistenza, l'evoluzione è un complotto satanico/islamico(rotfl)/ateomassonlaicista.
(incidentalmente: se vescovi cattolici e il direttore di Radio Maria "non sono la chiesa cattolica", la prossima volta che un parlamentare dell'IdV parla di menare Berlusconi, il primo che dice "ma l'opposizione così e cosà" si prende una statuina del Duomo di Milano in fronte)
Buon Natale
Pubblicato da Eugenio Mastroviti alle 11:23 AM 9 commenti
Tags: cattolici, natale, who will rid me of this meddlesome priest?
17 dicembre 2009
Il manager è come il metano: puzza, ma ti dà una mano
Certe volte sono le piccole cose che ti fanno incazzare.
Voglio dire, tu sei pagato per lavorare 7 ore e mezza al giorno, più un'ora per la pausa pranzo da prendere un po' quando ti pare. In altre parole, entri alle nove, esci alle cinque e mezza (alle sei, perchè c'è sempre un cretino che segnala un problema alle cinque e venticinque - ma tant'è) e ti prendi un po' di tempo per mangiare. Che poi: in generale quello che succede è che fai una corsa di sotto e compri un paio di sandwich o un'insalata con la polpa di granchi (tempo: 10 minuti), torni di sopra, e intanto che mangi continui a lavorare, sistemi le cosette veloci tipo rivedere i tempi di risoluzione dei problemi del tuo team o riorganizzare gli appuntamenti e i meeting della prossima settimana per azzeccare i fusi orari di USA, UK, Israele e Australia ed evitare di fare teleconferenze con un partecipante in pigiama e un altro che sta ancora facendo colazione, poi fai un'altra corsa di sotto, arrivi da Starbucks, ti fai un caffè (tempo: altri 10 minuti) e torni al lavoro. Tempo in cui non hai effettivamente lavorato: 20 minuti, o se preferite, tempo in cui hai lavorato gratis per l'azienda: 40 minuti.
Eh, no, troppo facile. Ad un certo punto, è una legge di natura, deve arrivare il managèr laureato in Managemènt dei Processì della Minchià Platinatà all'Ècole Polytechnique Supercazzolèe di Parigi (terzo Arrondissement con scappellamento a destra) che, vedendoti uscire per il caffè, ti chiede "E tu dove vai?". "Esco a farmi un caffè", gli rispondi tu innocentemente. Troppo facile, caro il mio sfaticato italiano: sei già uscito una volta, mica puoi fare avanti e indietro solo perchè ti consideri ancora in pausa pranzo. Si esce una volta per mangiare, si rientra, si lavora. Così È Scritto. Ma, dici tu, sono uscito solo a comprare il sandwich, dieci minuti prima, dieci minuti adesso, fanno venti minuti, poi, voglio dire, non è che vogliamo metterci a contare i minuti di lavoro, sennò fra le chiamate notturne non pagate, il lavoro nel weekend e tutto il resto, finisce che ogni giorno io me ne vado a casa alle tre, no? "No", ti dice l'esperto di processi della minchia platinata, ma è una questione di procedure e organizzazione, come mi hanno insegnato all'Ècole Polytechnique Supercazzolèe, per pranzo si esce una volta e basta, questione di regole, non di tempi.
E così da un certo punto in poi a pranzo esci, ti fai una tranquilla passeggiata nel centro commerciale, compri i sandwich o le insalate di salmone di Marks & Spencer, che sono anche meglio, te li mangi al parco (se fa caldo) o ai tavoli della galleria commerciale (se fa freddo o piove), vai con tutta calma da Starbucks, fai due chiacchiere con la cassiera che vuole andare in Italia per sposarsi e crede che tutti gli italiani siano di Firenze, torni al lavoro facendo il giro lungo il canale, totale, un'ora e venti. È questione di processi, mica di tempo. E infatti sono tutti contenti e nessuno ti dice niente, perchè sei uscito una volta sola e nessuno, dopotutto, sta a contare i minuti. E se da domani ti porti il netbook, magari ce la fai anche a farti un'oretta su Eve Online o un pezzo di scenario di Combat Mission: Shock Force, se riesci a farlo andare sotto Wine. Gran cosa, il managemènt continentalè.
Pubblicato da Eugenio Mastroviti alle 3:05 PM 5 commenti
Tags: lavoro
14 dicembre 2009
What goes around, comes around
Ah, a proposito, cavalie', Gianfranco Mascia le manda tanti cari saluti.
Pubblicato da Eugenio Mastroviti alle 12:35 PM 19 commenti
Tags: Berlusconi, Italia
10 dicembre 2009
Lunghi silenzi
Per ripetere quel che dice il mio amico Yossarian, no, non sono morto, non mi sono arruolato volontario per l'Afghanistan, non sono diventato ministro per l'istruzione della Corea del Nord e non ho trovato un nuovo lavoro come talent-scout per le ragazze da mandare ai party di Silvio Berlusconi.
Ho semplicemente un'iradiddio di cose da fare, lavoro più di quel che dovrei e quella mezz'ora al giorno che non lavoro, non coccolo le mie gatte, non contemplo sconsolato lo sventramento della cucina operato dai muratori per porre rimedio alle infiltrazioni di umidità e non sperimento la posizione n. 318, o del dragone ansimante, con Mrs. Inminoranza, cazzeggio su Eve Online, che incidentalmente consiglio a tutti coloro che tanti anni fa hanno perso le loro notti su Privateer, Privateer 2, Space Rogue (per quelli di voi veramente vecchi) o uno qualsiasi dei primi Elite.
Comunque, approfitto per infilare una new entry nel blogroll qui di fianco, il blog di Ottagono Irregolare, che vale davvero la pena di leggere, e per segnalare in particolare alcuni suoi post molto belli/interessanti, uno sulla classica diatriba a proposito di bellezza femminile e anoressia, uno su quella che chiama iMentality - Apple, iPod, iPhone, iTutto - ed uno sul motivo per cui, tutto sommato, il problema dell'Italia non sia Berlusconi più di quanto il problema della peste bubbonica siano quelle antiestetiche eruzioni cutanee.
Pubblicato da Eugenio Mastroviti alle 9:57 AM 6 commenti
Tags: altri blog
22 novembre 2009
Garantisti del caxxo
Come ho già avuto modo di far presente alla mia signora, finchè i garantisti del kaiser continueranno a impedirci di impiccare i preti con le loro budella, cose come queste ve le dovrete aspettare sempre più frequentemente
P.S. Assieme ai preti, ovviamente, ci si devono mettere tutti quelli che "il crocifisso è laico e fa parte della nostra cultura". Perchè dei collaborazionisti non si può avere pietà.
Pubblicato da Eugenio Mastroviti alle 2:04 PM 27 commenti
Tags: baciapile, preti impiccioni, who will rid me of this meddlesome priest?
10 novembre 2009
Ubuntu! (e due)
Per i fortunati possessori di un netbook Compaq mini 700 (non troppo rari, da queste parti - è il netbook che Three regala quando si sottoscrive un contratto dati), due righe di consigli su cosa fare per installarci una distribuzione che si suppone essere user-friendly.
In primo luogo, la connessione di rete. Se c'è un modo per far funzionare Ubuntu 9.10 con le schede di rete del mini 700, io ancora non l'ho trovato. Se installate da zero Ubuntu 9.10, non sembra esserci modo di farle funzionare affatto (sebbene i driver vengano caricati correttamente e lspci identifichi entrambe le schede). Dovete dunque installare Ubuntu 9.04 e poi aggiornare a 9.10, per provare il piacere di avere un netbook funzionante per circa due riavvii e/o un aggiornamento del kernel, prima che Ubuntu, per suoi motivi misteriosi, rinomini la vostra scheda wireless "eth1_renamed" e smetta di riconoscerla. A quel punto (saranno passati circa due giorni) vi tocca ricominciare da zero.
Potreste rimanere con Ubuntu 9.04, che funziona perfettamente col problema, relativamente minore, che non ha audio. Il problema si risolve scaricando i sorgenti di alsa-driver, alsa-lib e alsa-utils e ricompilandoli a mano (./configure && make && sudo make install in ciascuna delle tre directory). Il processo porta via poco meno di mezz'ora e va ripetuto (premettendo un make clean) ogni volta che il kernel viene aggiornato.
L'alternativa è Kubuntu, con qualche accortezza. Intanto, assicuratevi di avere il netbook connesso con l'alimentatore fin dal momento del riavvio: altrimenti Kubuntu non riconosce la scheda di rete (quella fissa). Problema minore, direte voi, tanto io sul netbook conto di usare solo la wireless: e qui casca l'asino, perchè Kubuntu non ha i driver della scheda wireless e deve scaricarli dalla rete - utilizzando la scheda wired.
L'interfaccia utente di Kubuntu Netbook Remix non è delle migliori (spero che la versione definitiva, attesa per il prossimo anno, sia almeno marginalmente utilizzabile). La lista delle applicazioni è dinamica e viene gestita in maniera piuttosto oscura, spostando le icone, mi pare, in base alla frequenza d'uso delle varie applicazioni; non sembra possibile modificarla in alcuna maniera, non esiste, come in Ubuntu Netbook Remix, un pannello dei "favorites" dove piazzare in permanenza le applicazioni più usate - il pannello superiore sembra essere adibito ad una funzione simile, ma l'utente non può controllarlo, mi par di capire che il sistema ci piazzi le applicazioni usate più di frequente, ma all'atto pratico sembra che le icone appaiano e scompaiano in maniera più o meno casuale. La cosa più curiosa di tutte però l'ho vista nel pannello delle applicazioni per Internet. Sotto l'icona di Firefox (con la dicitura "Mozilla Firefox Browser") si trova in realtà uno script che cerca di installare Firefox anche se è già installato. Per far comparire un'icona corrispondente in effetti a Firefox bisogna lanciare l'installatore almeno una volta e poi riavviare il computer. Al riavvio, ci saranno due icone di Firefox, quella giusta è quella con la dicitura "Firefox Web Browser", a cliccare sull'altra si finisce semplicemente a cercare di reinstallare Firefox all'infinito.
Tanto per non farvi sentire la mancanza di Ubuntu, anche in Kubuntu l'audio non funziona. C'è stato il grande passaggio a Pulse come infrastruttura audio unificata, e il team di Kubuntu lamenta (giustamente) che un sacco di applicazioni fanno casino perchè cercano di usare ancora Alsa; dunque, per facilitare la vita a tutti, hanno stabilito dei default che assicurano che nessuno dei due sistemi funzioni correttamente.
Per far funzionare l'audio dovete
Non sono ancora riuscito a capire come far funzionare la webcam (per ora non si accorge neanche della sua esistenza) e purtroppo, a differenza di Ubuntu Netbook Remix, non sembra esserci un modo per liberarsi dell'atroce interfaccia utente per passare a quella regolare di KDE. Anche l'audio MIDI, per ora, non sembra funzionare, quindi scordatevi i vecchi giochi MS-DOS in Dosbox/Dosemu. Per il resto sembra ragionevolmente stabile e la procedura di installazione e configurazione è piuttosto semplice in confronto, per esempio, a cercare di suonare il pianoforte con i testicoli.pcm.pulse {
type pulse
}
ctl.pulse {
type pulse
}
pcm.!default {
type pulse
}
ctl.!default {
type pulse
}
Pubblicato da Eugenio Mastroviti alle 9:38 PM 9 commenti
Tags: Linux
03 novembre 2009
Random rant
Penso che ci sia un girone speciale dell'inferno dedicato a quelli che decidono che il default per una funzione di ricerca debba essere "OR". Meglio ancora, dal momento che non credo nell'aldilà, sarebbe un enorme campo di lavoro volontario in Siberia in cui venisse loro spiegato da amorevoli guardiani mongoli, equipaggiati con robusti manganelli con punta-taser (come in Blade 2), che NESSUNO su questo cazzo di pianeta quando cerca "to-do list" sta cercando tutti gli elementi che contengano "to-do" oppure "list".
Pubblicato da Eugenio Mastroviti alle 10:08 AM 1 commenti
Tags: Linux
22 ottobre 2009
Feel the power of the dark side
Io non lo so se è possibile: dopo mesi di colloqui, telefonate, cauti approcci, mi ritrovo tre offerte molto vicine ad essere sul tavolo e vengono, in ordine crescente di vicinanza all'imperatore Palpatine
da un hedge fund
da un fabbricante d'armi
dal giornale (semiufficiale) del Partito Conservatore
Dove ho lasciato la spada laser?
Pubblicato da Eugenio Mastroviti alle 1:57 PM 26 commenti
14 ottobre 2009
Segni che è tempo di cambiare lavoro
Una voce che ti chiama dall'altro capo della stanza e fa
"Eugenio! We need the RFC from the PVG for CCB to go in ASAP for the ACW"
Pubblicato da Eugenio Mastroviti alle 12:15 PM 5 commenti
05 ottobre 2009
Però una cosa non l'ho capita
OK, tutti a ridere di Repubblica che intervista una battona come se fosse Giovanna d'Arco, tutti a menarla che la sinistra diseduca le ragazzine perchè gli fa credere che a battere poi si diventa eroine del popolo, però, cacchio, che da quelle bocche fosse uscito un solo mormorio di condanna perchè, insomma, anche prendere delle battone e candidarle per servizi ricevuti ad elezioni che spaziano dalle europee alle amministrative, non sarà un minimo diversamente educativo per le ragazzine di cui sopra?
Cioè, fatemi capire, intervistare una battona è male e farle fare in quanto battona l'europarlamentare o la consigliera comunale è ineccepibile?
Pubblicato da Eugenio Mastroviti alle 1:41 PM 34 commenti
Tags: Berlusconi, Italia, ma che mi stai a pigghià p'u'culo?, politica
27 settembre 2009
iTunes feedback
Per la prima volta in tre anni, ieri sera ho deciso di lasciare del feedback sul sito della Apple dopo l'upgrade di iTunes, che è stato il solito trionfale successo. Ogni volta so che non dovrei aggiornare iTunes, ma dopo duemila volte che la fottuta finestrella modale mi salta su e mi ricorda che una nuova e mirabolante versione è disponibile e non voglio proprio aggiornarla e installare magari anche Safari, Quicktime, l'iPhone iManager e cristolosacosaltro compreso il nuovo iSpring iLoaded iDildo iUnder iYour iChair, alla fine cedo e aggiorno, spinto più che altro dalla curiosità di scoprire quale pezzo della mia esistenza verrà fottuto stavolta. E devo dire che rispetto alle ultime tre volte (il firmware dell'iPod, 75 GB di musica, video e audiobook e il filesystem) m'è andata pure bene.
Dear sirs,
After a few years of use, I feel compelled to inform you that iTunes is, in fact A HUGE STINKING PILE OF SHIT!
I have never, and I mean FUCKING NEVER been able to upgrade iTunes without incurring in some disaster, from it screwing my XP install to it screwing my music collection to it screwing, as is the case today, my playlists. NEVER. Apple has NEVER released an update that worked out of the box in THREE FREAKING YEARS! How fucking incompetent do you need to be to work at Apple? Why does iTunes delete my playlists? Why does it refuse to sync the playlists with the iPod? Why have my "Commute", "Cycling", "News podcasts" and "Onion" playlists disappeared from the iPod? Why all the playlists i create on iTunes aren't transferred to the iPod anymore although I haven't changed ANY OF THE FUCKING SETTINGS? What default have you changed this time? How much time shall I have to waste this time to force something as trivial as an MP3 player to work again?
I swear to whatever deity is listening, I'd rather be buggered by a herd of Cape buffaloes than buy ANYTHING from Apple again. Fuck Jobs. I hope next time he needs a transplant he receives one Apple-style and they replace his liver with a testicle because it's more stylish and marketing approves.
Yours somewhat disgruntedly
Eugenio Mastroviti
Pubblicato da Eugenio Mastroviti alle 5:09 PM 37 commenti
Tags: Apple, cazzeggio, irritazioni quotidiane
24 settembre 2009
Giochi di società
Gioco inventato dalla nostra cliente K. e che coinvolge anche me e il mio collega C. mentre i rispettivi boss si perdono in interminabili meeting.
Aggiungere alla propria pagina iGoogle il feed "Top News". Al via, prendere le tre notizie in mostra e costruire in meno di 45 minuti un'ipotesi di complotto a partire da tutte e tre. Questa mattina:
Scienziati scoprono vaccino che previene l'infezione da HIV (The Guardian)
Acqua in abbondanza scoperta sulla Luna (Daily Telegraph)
La Russia considera sanzioni contro l'Iran (flash di agenzia)
Sbizzarritevi nei commenti. Punti extra per il coinvolgimento degli Illuminati o degli alieni, punti in meno se vi ispirate ad una leggenda metropolitana esistente (tranne se riuscite a "dimostrare", come ha fatto C. una volta, che la leggenda metropolitana è stata messa in giro dal Mossad per screditare l'ipotesi di complotto). Il complotto più carino verrà inviato in forma anonima a Luogocomune e Massimo Mazzucco ci farà un DVD.
Pubblicato da Eugenio Mastroviti alle 9:19 AM 4 commenti
Tags: cazzeggio
22 settembre 2009
"Non mi interesso di queste cose"
Podcast di Repubblica, ieri, Miriam Mafai:
"Per un lungo periodo sono stati molto popolari in Italia i Bersaglieri", e si affretta ad aggiungere "non so il perchè, non mi interesso certo di queste cose", nello stesso tono disgustato che userebbe se si stesse parlando di pedofilia.
Non sa il perchè, la signora Mafai. Non si interessa certo di queste cose, povera stella, immaginate che vergogna se sapesse qualcosa dei Bersaglieri.
Vediamo se riusciamo a darle un piccolo aiuto. Magari visivo, così non si deve sforzare troppo:
Ci arriva, o preferisce chiedere l'aiuto del pubblico?
Pubblicato da Eugenio Mastroviti alle 9:16 AM 9 commenti
21 settembre 2009
La fine della satira
Con la satira ho sempre avuto un buon rapporto, mi fa ridere quella di costume, trovo esilarante quella politica - anche e soprattutto quando colpisce la mia parte politica - e adoro quella religiosa. Non sono riuscito finora a trovare della satira sugli atei, il che non mi stupisce - sono soprattutto i religiosi integralisti ad avere motivo di praticarla, e per l'integralista medio un autodafè o una lapidazione è il massimo dell'umorismo.
È stato bello, insomma, il mio rapporto con la satira, ma ormai è finita. Da oggi non ci sarà più satira che possa farmi ridere, il mitico Visti da Lontano di Serra con Natta che punta agli studenti fuori corso del DAMS come il nuovo target elettorale del PCI, il Mistero Buffo di Fo, Avanzi, Cuore, il Daily Mash, Private Eye. Sono arrivato alla fine della satira, il punto estremo, e oltre non c'è nulla.
Ho scoperto il Santissimo Prepuzio.
Cioè, non è che l'ho scoperto personalmente. Ne ho scoperto l'esistenza. Ho scoperto che si venera il Santissimo Prepuzio di Gesù.
No, un attimo, tornate su e rileggete, lentamente. Si... venera... il... Santissimo... Prepuzio... di... Gesù. Ed è vero, non è satira! Lo tengono in chiesa come reliquia! Anzi ne hanno otto o dieci o tredici, non ho capito, e si danno dei bugiardi a vicenda, e uno l'hanno pure rubato trent'anni fa!
E da oggi in poi se dovessi leggere una nuova poesia di Rocco Smitherson, un nuovo racconto di Stefano Benni, non potrò non pensare, "Sì, ma venerano il Santissimo Prepuzio?" e stringermi nelle spalle senza neanche sorridere.
E a voi, fa ancora ridere Paolo Rossi? Mah.
Pubblicato da Eugenio Mastroviti alle 9:26 AM 21 commenti
16 settembre 2009
L'idiozia è bipartisan
Secondo un recente sondaggio, fra gli abitanti del New Jersey che si definiscono "conservatori", un terzo è convinto che Barack Obama sia o possa essere l'Anticristo. In compenso, un terzo dei sostenitori del Partito Democratico sono convinti che l'11 Settembre sia il risultato di un complotto dell'amministrazione Bush.
Hat Tip: Harry's Place
Pubblicato da Eugenio Mastroviti alle 9:20 PM 16 commenti
Tags: complottisti, imbecilli, USA
09 settembre 2009
Abito a Filthy Seance
Internet è, ogni giorno di più, il paradiso degli ossessivo-compulsivi. Qualcuno ha preso la famosa mappa della metropolitana di Londra ed ha fatto l'anagramma del nome di ogni singola stazione. Questo è il risultato (cliccare per ingrandire):
Hat tip: Norm.
Pubblicato da Eugenio Mastroviti alle 5:53 PM 8 commenti
Tags: Londra, mappe, metropolitana
07 settembre 2009
Il pesce puzza dalla testa, parte II
Senatore Gianni Nieddu, DS
Onorevole Piero Ruzzante, DS (l'originale era sul sito personale dell'onorevole, che non esiste più)
Senatore Amedeo Ciccanti, UDC
Ce n'è per tutti i gusti.
Pubblicato da Eugenio Mastroviti alle 10:44 AM 17 commenti
04 settembre 2009
Schadenfreude
Confesso che, esattamente come fa chi non vive in Sicilia e osserva l'ennesima mattanza di mafia, il mio istintivo commento davanti alla querelle Boffo/Feltri è stato, più o meno, "mah, vabbe', finchè s'ammazzano fra loro è tutto guadagno".
Però fa male al cuore vedere che, in nome del mai abbastanza vituperato concetto "il nemico del mio nemico è mio amico", Repubblica sforna quintali di editoriali in difesa della minacciata libertà di espressione dei poveri cattolici oppressi, e soprattutto di un signore che ha appena finito di dare del satanista assassino al papà di Luana Englaro; fa male al cuore costatare una volta di più che i compagni italiani sanno, al più, contare in binario e quindi si dividono fra quelli che viva Feltri perchè va in culo al Vaticano e quelli che viva Boffo perchè va in culo a Berlusconi; fa male al cuore pensare che se andiamo avanti così vedremo Nichi Vendola fare la novena della Madonna dello Sterpeto di Barletta e i girotondini dispiegarsi attorno a San Pietro - perchè dopotutto l'anticlericalismo è un retaggio della borghesia liberale risorgimentale e quindi se sei "di sinistra" lo combatti.
Ora, non sto dicendo che mi piace Feltri - è uno di quegli esseri di cui vedrei qualche utilità sociale, al limite, solo se venisse essiccato, triturato e usato come lettiera per il gatto; e anche così, probabilmente bisognerebbe fare qualcosa per la puzza. Che sennò il gatto preferisce farla per terra, voglio dire.
No, quello che sto dicendo è che purtroppo la mia formazione scientifica, scientista, scettica, cicappina e sviluppista, insensibile ai nuovi saperi e alle energie sottili, attribuisce un certo valore alla coerenza. Non mi frega molto di per sè che Berlusconi si faccia l'harem: se non fossi sposato (o se avessi sposato una donna esclusivamente per le sue funzioni decorative) ed avessi i soldi di Berlusconi probabilmente sarei tentato anch'io di farmelo. Trovo però intimamente soddisfacente che un signore che va ai family day e fa approvare leggi oggettivamente retrive e in alcuni casi dannose, e si rifiuta di riconoscere certi diritti a parti della popolazione, e tutto questo in nome di valori morali che lui stesso non rispetta, venga sputtanato. Una cosa che un governante non ha (o non dovrebbe avere) il diritto di fare è vietare ai governati di fare quel che desiderano in nome di principi morali che lui è libero di violare. Per questo motivo, lo sputtanamento del difensore dei Valori Morali della Famiglia che Lavora beccato in mezzo ad uno stuolo di mignotte è cosa buona e giusta.
Però, proprio per una questione di coerenza, lo sputtanamento di un signore che da anni combatte una battaglia per l'oscurantismo cattolico, per l'emarginazione di chi ha preferenze sessuali non approvate da un consiglio di preti, per il controllo della religione sulla politica, sulla ricerca scientifica, sulla medicina, sull'istruzione è cosa buona e giusta e mi rifiuto di partecipare ad una campagna in difesa del diritto di questo signore ad essere una merda ipocrita.
Certo è sconfortante: le mattanze di mafia avvengono, dopotutto, per assumere il controllo del territorio, ed avvengono fra clan rivali perchè sono le uniche forze in grado di esercitare il controllo. Lo Stato, la società, non giocano neanche nello stesso campionato. Dire "finchè s'ammazzano fra loro" è confortante solo se non vivi a Sciacca o a Corleone, perchè altrimenti sai che a un certo punto finiranno di ammazzarsi fra di loro e tu sarai sotto lo stivale del vincitore. Allo stesso modo, lo scontro in Italia è fra Berlusconi e la Chiesa Cattolica, nonostante tutti gli starnazzamenti di Repubblica: le due forze che si stanno battendo sono quelle, i progressisti hanno smesso di essere un'entità rilevante in Italia se non nella loro stessa percezione.
Pubblicato da Eugenio Mastroviti alle 10:35 AM 9 commenti
Tags: Berlusconi, chiesa cattolica, Italia, sinistra
02 settembre 2009
Non capisco lo scandalo
A me sembra perfettamente normale che un piduista vada a festeggiare l'anniversario di un colpo di Stato.
Pubblicato da Eugenio Mastroviti alle 11:18 AM 9 commenti
Tags: Berlusconi, Gheddafi, Libia
01 settembre 2009
David Bidussa: la sinistra e la scienza
A proposito di quel che si diceva qui e qui, del fatto che in Italia la scienza non è cultura, del vergognarsi se tuo figlio non sa chi fosse Metastasio (giusto) ma essere orgogliosi del fatto che non capisce nulla di matematica e fisica perchè "è uno spirito libero, un intellettuale" (idiota): un bell'articolo di David Bidussa sul rapporto fra la sinistra e la scienza.
Hat Tip: Francesca di Karl Kraus nei commenti qui (dove, indirettamente, si parla di Mrs. Inminoranza)
Pubblicato da Eugenio Mastroviti alle 8:04 AM 6 commenti
28 agosto 2009
Baby boom
Apparentemente la Gran Bretagna è in mezzo ad un nuovo baby-boom, avendo appena raggiunto quota 61 milioni di abitanti . Quando la notizia è apparsa nel feed della BBC, almeno cinque o sei teste si sono silenziosamente girate verso A., che ha qualche anno meno di me, è cattolico, dello Yorkshire e sua moglie ha appena avuto il settimo figlio.
Pubblicato da Eugenio Mastroviti alle 9:29 AM 11 commenti
Tags: cazzeggio
20 agosto 2009
Il pesce puzza dalla testa
Certe volte è facile fare dell'ironia, prendersela con chi va dal pranoterapeuta o prende le medicine omeopatiche per curarsi e poi schiatta, è fin troppo comodo commentare con quello che è il motto di questo blog ("l'evoluzione non è un pranzo di gala") e tirare avanti.
Ma se il pesce comincia a puzzare dalla testa, in altre parole, se a propagandare la fuffa sono persone che si aspetta parlino ex-cathedra e li si lascia fare, o per via di un infausto pregiudizio ideologico o perchè sono di nomina politica e, insomma, tengo famiglia, chi non ha ricevuto una decente istruzione scientifica cosa diavolo può fare per capire cosa è fuffa e cosa no?
Dopo gli accademici che propagandano dai server di un'università fuffa e finte medicine che ammazzano la gente, abbiamo il vicepresidente creazionista del CNR. (hat tip a Weissbach nei commenti). Complimenti.
Pubblicato da Eugenio Mastroviti alle 10:27 AM 19 commenti
Tags: buffoni, scienza, università
19 agosto 2009
Il dono della sintesi
"Per [avere] la sanità pubblica dovevate votare Hillary. Ma non era abbastanza negra per essere di sinistra."
Dal blog di Uriel
Pubblicato da Eugenio Mastroviti alle 4:36 PM 7 commenti
Tags: altri blog, Obama, USA
17 agosto 2009
Lo stato dell'università italiana
Diciamo che non si può fare di ogni erba un fascio, ma se il Dipartimento di Matematica e Informatica dell'Università di Perugia ospita sui suoi server questa roba qui, una deduzione è lecita: che in quel dipartimento si dà un imprimatur de facto alla peggior pseudoscienza, si avallano truffatori e assassini (sì, assassini: perchè le bufale di Duesberg in Sudafrica hanno ammazzato centinaia di migliaia, forse milioni, di persone, mentre nel resto del mondo l'AIDS diventava una malattia cronica ma assai poco mortale), si dà spazio a bufale e truffe e si fa pubblicità a sfruttatori dell'altrui disperazione in totale spregio almeno del metodo scientifico che dovrebbe essere alla base del lavoro di quel Dipartimento.
Se uno dei miei tre lettori ha da considerare un'iscrizione all'università, sia per sè che per altri, tenga presente che a quanto pare da quelle parti la spazzatura intellettuale sembra avere diritto di cittadinanza.
Oh, attenzione: non discuto che magari di quegli articoli ce ne siano uno o due che dicono cose vere. Ciò non toglie che sia spazzatura - esattamente come un orologio fermo non merita la stessa considerazione di uno che funziona, neanche le due volte al giorno che segna l'ora esatta.
(e sì, non me ne frega un caxxo che sia un compagno: se possibile, il fatto che quell'accozzaglia di spazzatura sia messa insieme in base ad un facilmente identificabile pregiudizio ideologico contro la scienza borghese e le sue applicazioni rende il tutto ancora più esecrabile)
Pubblicato da Eugenio Mastroviti alle 9:53 AM 13 commenti
Tags: fuffa, pseudoscienza, truffatori, università
16 agosto 2009
Le gioie del matrimonio
Ho sposato una donna che, approfittando della mia distrazione mentre accendo il barbecue, stacca pezzi della mia fiorentina per darli alla gatta.
Pubblicato da Eugenio Mastroviti alle 2:57 PM 18 commenti
11 agosto 2009
W la fuffa
Uno degli spacciatori di fuffa preferiti della Casa Reale inglese, Ainsworth, produttore di medicine omeopatiche e rimedi per ogni tipo di malattia, malessere e fastidio, è stato di recente multato per aver venduto, a 7 sterline a boccetta, un "rimedio per l'influenza suina" consistente in pratica in pilloline di lattosio da far sciogliere sotto la lingua.
Personalmente, credo sia un errore grave, per svariati motivi.
Prima di tutto, perchè è inutile. Multare Ainsworth non convincerà nessuno dei suoi clienti del semplice fatto che Ainsworth vende lattosio a prezzi esorbitanti e niente altro. Non ci crederanno perchè vivono in un mondo immaginario in cui la realtà è un caso particolare, qualunque cazzata è meritevole di pari dignità per il semplice fatto di essere stata espressa e ogni interpretazione del mondo ha uguale valore. Vivono in un Paese dei balocchi in cui se io salto su e dico che ieri notte ho sognato una nuova branca dello scibile umano che si chiama "sgamurzia" che permette di prevenire le unghie incarnite trapanandosi i testicoli con un cavatappi, la mia posizione merita comunque rispetto e i medici non si devono permettere di dire che non è vero niente. Anche perchè almeno una persona che sosterrà di non essere mai stata così bene come quando ha cominciato a infilarsi cavatappi nei testicoli la si troverà sempre.
Questa gente, davanti ad una multa ad Ainsworth, sarà semmai vieppiù convinta che la bieca Scienza Ufficiale cospira per nascondere al mondo i mirabolanti benefici dell'omeopatia.
In secondo luogo, comunque l'influenza suina non è esattamente una malattia letale, quindi insomma, anche se qualcuno prende solo lattosio per curarsela (e magari si convince di star meglio) non è esattamente una tragedia. Certo, a sette sterline a flaconcino rischia di ritrovarsi col portafogli un po' più leggero, ma come si dice, un idiota e i suoi soldi fanno comunque presto a dirsi addio, e poi, dai, se ne mandasse giù anche un flaconcino al giorno (impossibile: sono cinquanta pillole), sono una settantina di sterline. Nessuno finirà in miseria per essersi fatto truffare di settanta sterline.
In terzo luogo, trovo che proteggere gli idioti da se stessi sia immorale. Siamo sei miliardi su questo pianeta, e la sovrappopolazione causa disordini, guerre ed epidemie, una sorta di meccanismi di feedback che ogni specie sviluppa per impedire di sovraccaricare il territorio che occupa. Se non facciamo nulla, qualunque meccanismo scatti prenderà, diciamo, tre miliardi di persone e li farà fuori, più o meno a caso: la Peste Nera non ti chiede titoli di studio, test del QI, conto in banca e preferenze politiche e sessuali, ti fa sputare sangue per un paio di giorni e poi sipario. Nessuno di questi meccanismi è selettivo.
Allora, perchè non introdurre un meccanismo di selezione artificiale, magari col considerevole vantaggio morale di non dover ricorrere all'eugenetica attiva? Perchè rendere obbligatorie le vaccinazioni? Sei convinto che sia un complotto degli alieni per prelevare materiale genetico umano, o che i batteri non esistano e le malattie le abbia inventate Berlusconi? Perlamordiddio non vaccinarti, non vaccinare i tuoi figli, tieni lontana la tua intera famiglia dalle ASL. Ritieni che la profilassi antimalarica sia un complotto? Prendi gli antimalarici omeopatici, sono disposto a pagarteli io, e poi vai pure a fare trekking in Nuova Guinea. Curati con i cristalli, con gli aromi, con la musica, con i clisteri di caffè, con quel che vuoi. Credi fermamente che il cancro si curi col bicarbonato? Te ne porto personalmente a casa due secchi al giorno, e una bustina di Magnesia Bisurata Aromatic che non si sa mai.
Negli ultimi due-tremila anni si è provato a dare alla gente quello che il capotribù pensava fosse meglio per lui, quello che il capotribù pensava fosse meglio per loro, quello che il sacerdote pensava il dio locale volesse per loro, quello che l'Inquisizione aveva deciso essere meglio per tutti, quello che i più ricchi sostenevano essere meglio per tutti, quello che i rappresentanti eletti ritenevano essere meglio per i loro elettori, quello che le avanguardie operaie avevano deciso essere meglio per il proletariato...
Proviamo, per una cazzo di volta, a dare alla gente esattamente e letteralmente quello che chiede. Siamo sei fottuti miliardi, qui, e si comincia a stare stretti. Perchè affidarci alla lotteria delle guerre, delle sommosse per il cibo e delle epidemie per fare spazio quando c'è un sacco di gente che è disposta a scendere in piazza per il privilegio di offrirsi volontaria?
Pubblicato da Eugenio Mastroviti alle 12:25 AM 20 commenti
10 agosto 2009
Tutto in famiglia
Mrs. Inminoranza ha scritto di più e meglio sull'influenza maiala.
Pubblicato da Eugenio Mastroviti alle 11:40 PM 5 commenti
Tags: altri blog, influenza
05 agosto 2009
A letto con la maiala
Reduce da uno scampato pericolo (era forse influenza, ma non particolarmente suina, porca o altro), vorrei dire due parole sulla psicosi da pandemia che sta investendo soprattutto giornalisti televisivi e della carta stampata.
La compagnia per cui lavoro è stata marginalmente coinvolta nel lavoro fatto dal governo inglese in preparazione all'epidemia e tuttora svolge un compito piccolo ma relativamente importante nel programma di gestione della crisi, e mi è capitato di parlare con più di un professionista del settore, quindi mi sembra il caso di dare anch'io il mio piccolo contributo alla confusione generale.
Intanto, per chi sembra ancora non aver capito quale è stata la causa della psicosi che ha investito di recente l'Europa, sarà il caso di spiegare un attimo come funzionano i giornali. I giornali, contrariamente all'opinione corrente, anche quando non sono allineati con una certa parte politica, non hanno come scopo riferire i fatti e le notizie, e neanche offrire commenti interessanti e intelligenti sulle suddette notizie. I giornali hanno come scopo primario vendere copie, e vendere contratti pubblicitari in ragione delle copie vendute.
Alla luce di questo semplice fatto, immaginate due giornali. Il primo titola:
Un milione di immigrati sono arrivati in questo Paese, lavorano, pagano le tasse, mantengono con le loro tasse i disoccupati autoctoni, e si sono integrati così bene che molti di loro hanno la ragazza (o il ragazzo) del posto
e il secondo:
E IN QUESTO MOMENTO SI STANNO TROMBANDO TUA FIGLIA!
TUTTI!
e ditemi, secondo voi, quale dei due ha più probabilità di dichiarare fallimento prima della fine del mese.
Ciò detto, un giornale che ripeta il noioso discorso che leggerete più sotto non ha possibilità di reggere la concorrenza di uno che titola
MORIREMO TUTTI!
ANCHE IL FIGLIO DI MADONNA!
e quindi si adegua.
Quindi, chiarito che il fatto che i giornali stiano lavorando attivamente per spargere il panico non è ragione sufficiente per abbandonarsi al panico, cerchiamo di capire perchè anche persone che hanno, a differenza dei giornalisti, più senso morale e razionalità di una femmina di ratto di fogna in sindrome premestruale sembrano preoccupate dall'epidemia.
L'influenza suina è in effetti potenzialmente pericolosa, ma questa potenzialità non si è ancora realizzata. È potenzialmente pericolosa per diversi motivi, che cercheremo di spiegare con parole di non più di due sillabe, ci fosse un giornalista in ascolto.
In primo luogo, questa influenza sembra estremamente virulenta. Questo di per sè non è un problema troppo grave, se non fosse che ogni influenza ha un tasso di mortalità che varia fra lo 0.4 e lo 0.8 per mille. Un'influenza virulenta è un'influenza che contagia molta più gente del normale, il che significa che sebbene la percentuale resti bassa, il numero assoluto di morti potrebbe anche raddoppiare. Fra 30 e 40.000 persone muoiono ogni anno di influenza negli USA, a fronte di qualcosa come 100 milioni di ammalati. Raddoppiare il numero degli ammalati significherebbe, evidentemente, raddoppiare il numero di morti.
In secondo luogo, la virulenza dell'influenza e la rapidità con cui sembra espandersi presenta due problemi strettamente economici. Il primo è relativo al sovraccarico delle strutture sanitarie: se tutti si ammalano allo stesso tempo, la piccola percentuale di casi che diventano critici arriverà tutta insieme e c'è il rischio che le strutture ospedaliere non siano sufficienti: questo non è un disastro in sè, ma rischia di far aumentare il tasso di mortalità, ad esempio, dallo 0.4 per mille a ben oltre lo 0.8 per mille: quei numeri sono basati sul fatto che in generale, se l'influenza diventa polmonite, vai in ospedale, t'attaccano ad un respiratore, ti infilano una flebo di antibiotici e in generale te la cavi; con gli ospedali pieni di altri casi di polmonite, non è detto.
In terzo luogo, l'altro problema economico: che succede ad un'economia, già in recessione, quando, per dire, metà dei lavoratori si ammalano tutti insieme? Praticamente nessuna azienda può funzionare con metà del personale o meno, e una pandemia di influenza delle proporzioni e della virulenza temute potrebbe ridurre a zero la produzione inglese (o europea) per un mese.
Per finire, il problema delle mutazioni. Sappiamo, per via delle due epidemie di spagnola e di asiatica, che il virus dell'influenza, facile alle mutazioni, ha la possibilità di mutare in qualcosa di estremamente più letale. Sappiamo che questo virus ha già subito due macroscopiche mutazioni: è diventato capace di passare dai suini agli umani e in seguito è diventato capace di passare da umani a umani; sappiamo che le probabilità di una mutazione aumentano all'aumentare dei contagiati: più sono le mutazioni, maggiori sono le probabilità che il virus acquisisca caratteristiche che ne modificano la letalità.
In parole povere: sì, gli scienziati sono preoccupati, esattamente come sono preoccupati quando arriva la notizia che un asteroide sta per sfiorare la Terra (i.e. passare a 450.000 chilometri). Non sono preoccupati che cambi strada, sono preoccupati perchè il prossimo potrebbe passare molto più vicino, o magari perchè questo qui l'hanno visto quando se fosse stato in rotta di collisione sarebbe stato troppo tardi per fare qualcosa.
E adesso, la parola al pubblico per le domande.
Q. Mio cuggino dice che bisogna prendere le spremute di vaccino tamiflu due volte al giorno prima dei pasti
A. Il tamiflu non è un vaccino. Il tamiflu è praticamente un antibiotico per virus che aiuta a curare l'influenza. Il vaccino, se tutto va bene, arriverà a ottobre-novembre. Come per gli antibiotici, utilizzare il tamiflu senza necessità non è inutile come molti credono, ma pericoloso per sè e per gli altri, prima di tutto perchè nessuna medicina è priva di effetti collaterali, e poi perchè usare a tromba antivirali e antibiotici contribuisce a creare ceppi di batteri (e virus) geneticamente adattati a resistere a quelle medicine. E i virus mutano molto più rapidamente e facilmente dei batteri.
Q. I governi hanno autorizzato le case farmaceutiche ad adottare protocolli di urgenza per la produzione del vaccino che non verrà testato a sufficienza
A. Sono trent'anni che si produce un vaccino per l'influenza all'anno. La procedura è relativamente semplice e nota. I test ci saranno, la maggior parte del "protocollo di urgenza" riguarda più che altro procedure burocratiche. Certo la possibilità che qualcosa vada macroscopicamente storto c'è sempre, come si dice, la fortuna è cieca ma la sfiga ci vede benissimo; ma le possibilità sono remote.
Q. I vaccini non servono a niente e fanno venire l'autismo e causano danni cerebrali permanenti! Non mi vaccinerò mai!
A. Non si noterebbe la differenza.
Q. Questa influenza è un'invenzione di Big Pharma per fare soldi col Tamiflu che viene prodotto dal sudore di Dick Cheney che viene pagato un fantastiliardo di squilliardi di dollari per molecola.
A. Big Pharma fa molti più soldi col Viagra e col Cialis che con vaccini e antivirali di cui è stata già costretta a rinunciare ai brevetti in favore di piccoli produttori indiani e sudafricani.
Q. I batteri e i virus non esistono, le medicine sono tutte una finzione e anzi sono la causa delle malattie. Per stare bene bisogna digiunare e non vaccinarsi e soprattutto non prendere mai medicine
A. Non potrei essere più d'accordo. Ti consiglio di non utilizzare mai medicine e soprattutto di tenerne lontana anche la tua famiglia, di curarvi con l'acqua biologica contenuta nella frutta e di digiunare invece di vaccinarvi. Mi raccomando: tieni lontani i tuoi figli da medici e insegnanti che ne rovinerebbero la purezza biologica. In caso di febbre e difficoltà respiratorie, consiglio la meditazione e l'intonazione di ripetuti Om, e del mantra "L'evoluzione non è un pranzo di gala".
Pubblicato da Eugenio Mastroviti alle 7:51 PM 31 commenti
Tags: giornalisti, influenza, scienza
19 luglio 2009
Riat 2009
Sono riuscito per l'ennesima volta a scroccare ad un collega due biglietti per andare a vedere il Royal International Air Tattoo a Fairford, Gloucestershire - trascinandoci Mrs. Inminoranza che ci si diverte quasi più che dal dentista
(questo non è completamente vero: quando siamo passati davanti al display statico dell'aviazione svedese Mrs. Inminoranza ha dato un'occhiata ai piloti e ha deciso che voleva sapere tutto del JAS 39 Gripen. Ha mostrato simile interesse anche per tattiche e procedure dell'aviazione navale francese)
Comunque.
Prima cosa interessante, che non c'entra niente: la polizia inglese ha avuto in dotazione le H&K MP-7 (come per tutte le foto di questo post, cliccate per una versione in alta risoluzione):
(com'è giusto per l'uso per ordine pubblico, montano il caricatore corto annegato nel calcio)
I temi di quest'anno al RIAT erano 3: i 60 anni della NATO, l'addestramento e il trasporto tattico e strategico. Il risultato è che gli aerei più presenti erano i C-130 in tutte le loro configurazioni, compreso un MC-130E Combat Talon:
e i BAE Hawk (l'intruso nella foto è un Alpha Jet):
Altra roba interessante: un Global Hawk della NATO
e un paio di facoceri:
Comunque come sempre la parte migliore del RIAT erano le esibizioni in volo: siamo riusciti a perderci, causa ritardo nell'arrivo, il sorvolo di uno degli aerei più belli mai entrati in servizio, il De Havilland Sea Vixen, ma siamo riusciti a beccare il WWII Memorial Flight, con passaggi di Avro Lancaster:
e di Hurricane e Spitfire:
(i puristi noteranno, dai 4 cannoni Hispano da 20mm che sporgono dalle ali dell'Hurricane, che non si tratta di uno dei caccia che parteciparono alla Battaglia d'Inghilterra ma di un modello IIc, molto successivo)
A seguire, un F-16 dell'aviazione olandese in livrea Tiger:
e finalmente, un esemplare del più bell'aereo mai prodotto, l'Avro Vulcan, rimesso in condizioni di volare grazie al lavoro e al contributo di centinaia di volontari:
Ovviamente, non si può organizzare un RIAT senza le Frecce Tricolori:
Visto che c'eravamo, abbiamo anche provato a filmare la PAN. Bellissimo, come sempre, il commento dell'ufficiale che descrive le manovre, con l'accento italiano fortissimo e il tono squillante ed entusiasta - gli indigeni lo adorano e le indigene si sdilinquiscono.
UPDATE: in risposta ai commenti di Restodelmondo & Mauro, purtroppo foto dei piloti svedesi non ne ho fatte (e neanche dei Gripen), la macchina fotografica ce l'aveva Mrs. Inminoranza ed era troppo occupata a fare gli occhi a forma di cuoricino. Pilotesse ce n'erano, ma erano quasi tutte inglesi e di conseguenza dotate della grazia e del sex-appeal di una mietitrebbia. Unica possibile eccezione, una pilota di EH-101 Merlin che ho ripreso per caso cercando di fotografare il vano di carico...
Pubblicato da Eugenio Mastroviti alle 12:51 PM 55 commenti
Tags: aerei, tempo libero
14 luglio 2009
Sciopero
Che si sappia, per protesta contro il decreto Alfano per una settimana salterò cappuccino e cornetto.
Pubblicato da Eugenio Mastroviti alle 7:06 PM 6 commenti
Tags: cazzeggio
10 luglio 2009
È venerdì, e si vede
Certe volte le mie discussioni col management hanno del surreale, soprattutto quando coinvolgono il Gentile Concessore Francese e, per qualche motivo, specialmente di venerdì.
Gentile Concessore Francese: Eugenio, per quando possiamo avere questi blade server pronti all'installazione?
Io: Guarda, c'è solo da avviarli da CD e puntare ogni blade al kickstart server, il resto dell'installazione è automatica
GCF: Ah, forse non te l'ho detto, ho modificato l'ordine all'ultimo momento ed ho ordinato tutti i Blade Center senza CD, abbiamo risparmiato quasi 120 sterline [su un ordine da quasi 100.000 sterline, NdE]
Io: Ah, vabbe', non c'è problema, infilo i loro indirizzi MAC nel server DHCP e li installiamo via tftp.
GCF: No, mi spiace, non possiamo, quando ho cambiato l'ordine ho anche deciso di ordinare separatamente i moduli switch per ragioni fiscali e arrivano la prossima settimana, poi con la consegna ritardata Dell ci fa anche uno sconto - tanto non ci servono fino a quando abbiamo bisogno di attaccarli alla rete di produzione.
Io: Vabbè, hai una calamita da frigo? Mi metto lì ed edito a mano gli inode dei dischi rigidi...
GCF: Non scherzare! Com'è possibile che ci abbiano venduto delle macchine su cui non si può installare un sistema operativo?
Io: Posso sempre provare a installare CentOS su una chiavetta USB ed avviare ogni blade in successione da lì. Ci copio sopra anche i file kickstart o magari seleziono i pacchetti a mano uno per uno e faccio anche a mano le modifiche NIST a tutti i file di configurazione...
GCF: Davvero?
Io: No.
GCF: Ma abbiamo bisogno di quei server pronti e in produzione entro venerdì prossimo!
Io: Quando arrivano gli switch?
GCF: Venerdì prossimo.
Io: Allora uno di noi due ha delle spiegazioni da dare.
Ahh, che relax, quando la tua giornata lavorativa è terminata da 4 minuti e 30 secondi, è venerdì e un managerone due livelli sopra il tuo si affanna a cercare di darti la colpa di non averlo protetto dalla sua stupidità di fronte ad un pubblico sempre più incredulo.
Pubblicato da Eugenio Mastroviti alle 5:09 PM 6 commenti
29 giugno 2009
Skynet si avvicina
I ricercatori dell'Istituto Federale Svizzero di Tecnologia hanno infilato dei robot in una stanza in cui zone illuminate rappresentavano cibo e morte (punti in cui le batterie si caricavano/scaricavano), li hanno programmati con algoritmi genetici per regolarne il comportamento e li hanno lasciati liberi di muoversi.
Entro 50 generazioni i robot si aiutavano fra loro a raggiungere il cibo, alcuni sceglievano il martirio, mettendosi sui punti "mortali" e tenendo lontani gli altri, alcuni attiravano i propri simili nelle zone velenose per poi andare a mangiare da soli e senza competizione.
Mrs Inminoranza propone di spegnere i robot, cancellare i loro algoritmi e rinchiudere i ricercatori da qualche parte prima che uno di quei robot sviluppi un accento austriaco.
Pubblicato da Eugenio Mastroviti alle 10:04 PM 19 commenti
Tags: scienza
28 giugno 2009
Veterans' Day
Ieri, quando con Mrs. Inminoranza siamo andati a fare la solita spesa del sabato al mercatino ortofrutticolo di The Spires, a Barnet, m'ero completamente scordato del Veterans' Day, la giornata delle forze armate/dei veterani; me l'ha ricordato una tenda coperta da un telo mimetico, eretta davanti alla biblioteca pubblica, con due arzilli vecchietti in uniforme che si fumavano il tipo di sigarette arrotolate a mano che da queste parti si chiamano, piuttosto espressivamente, dogends.
Non ero mai stato ad uno di questi eventi, in cui anziani veterani cercano di raccontare alle successive generazioni cosa sono stati quegli anni, e devo dire che è stata un'esperienza illuminante. Mi ha fatto uno strano effetto, parlare con un signore che è arrivato a Gold Beach intorno alle 7.30 del 6 giugno 1944, con una signora di novant'anni che, fatta prigioniera nell'ospedale di Singapore dove era infermiera, è sopravvissuta alla prigione di Changi e alla Burma Railway, con un anziano signore ebreo scappato con la famiglia dalla Germania nazista a 13 anni, e arruolatosi a 16 nell'esercito inglese, che si è trovato a dover fare da interprete quando gli inglesi occuparono Bergen-Belsen e negli interrogatori dei criminali di guerra preliminari al processo di Norimberga.
Sono molto onorato di averli incontrati, tutti quanti.
Pubblicato da Eugenio Mastroviti alle 9:42 PM 5 commenti
Tags: gente in gamba, storia
27 giugno 2009
Responsabilità
Un bellissimo post sul blog dell'Austriaco, a proposito della generazione che crede che la realtà sia adattabile ai nostri desideri, e che la responsabilità personale sia una convenzione che si può ignorare a piacere.
Pubblicato da Eugenio Mastroviti alle 5:21 PM 5 commenti
We Shall Overcome - Maa Pirooz Mishim
Joan Baez, We Shall Overcome in farsi
Hat tip: Harry's Place e Palmiro.
Pubblicato da Eugenio Mastroviti alle 12:14 PM 3 commenti
26 giugno 2009
Stupid Jedi mind trick
Adoro il fatto che il venerdì, a partire dalle 17:15, ogni domanda/richiesta/lamentela degli sviluppatori e del management riceve la risposta "These are not the droids you are looking for. Move along"
Pubblicato da Eugenio Mastroviti alle 5:27 PM 1 commenti
25 giugno 2009
Più realisti del re
C'è una piccola ma interessante fetta della sinistra italiana e inglese che sembra non riuscire ad incontrare un clericofascista senza innamorarsene - una specie di alternativa speculare agli atei devoti alla Giuliano Ferrara, gente che ritiene che avere i preti al governo sia la cosa migliore che possa capitare agli altri (e poi, a quanto pare, il governo iraniano tiene pulite le strade e, suppongo, fa arrivare i treni in orario).
Però a tutto c'è un limite e a volte chi lo supera si rende ridicolo, ad esempio gridando al complotto e al fotomontaggio sul filmato che mostra la morte di Neda Soltan, quando persino i giornali governativi iraniani ne ammettono la morte - e subito accusano la BBC di aver assunto degli assassini prezzolati per ucciderla davanti alle telecamere e mettere in cattiva luce il governo.
Se conosco i compagni antimperialisti solidali con l'esperienza rivoluzionaria iraniana, sono certo che non avranno difficoltà a sostenere entrambe le tesi contemporaneamente non appena verranno a sapere della nuova versione ufficiale.
Pubblicato da Eugenio Mastroviti alle 9:31 PM 4 commenti
Tags: atei devoti, compagni che non hanno capito un cazzo, Iran
Flippin' hell
Questa signora qui
si chiama Kitty Ussher e fino a pochi giorni fa faceva la "junior minister" (praticamente una sottosegretaria) al Tesoro. Come molti ministri e parlamentari inglesi, ha approfittato a man bassa dei rimborsi spese, fino a 24.000 sterline l'anno, graziosamente messi a disposizione dei parlamentari dai contribuenti. In particolare, dal momento che molti parlamentari devono risiedere a Londra e passare almeno parte della settimana nel distretto in cui vengono eletti, essi godono di un rimborso speciale per l'affitto di una casa a Londra - o, nel caso di londinesi eletti altrove, di una seconda casa nel distretto di elezione. Alcuni, con quel rimborso, comprano casa con un mutuo "interest only": in pratica fanno un mutuo ma pagano solo gli interessi sul prestito; l'idea è che allo scadere del mutuo venderanno la casa estinguendo il debito e magari realizzando anche un certo guadagno - una scommessa, in altre parole, sull'andamento del mercato immobiliare.
E questo già pone un problema morale: perchè la signora Ussher, ad esempio, quando alla fine del suo mandato parlamentare rivende la casa, realizza un guadagno utilizzando i soldi delle mie tasse, e non si capisce perchè quei soldi debbano restare in tasca a lei e non andare all'erario. Ma c'è un problema più grosso: perchè un cavillo nella normativa sulla seconda casa dei parlamentari permette loro di scambiare di ruolo prima e seconda casa (pratica nota come flipping)con estrema facilità, no questions asked, come si dice qui, mentre per un comune mortale un cambiamento di residenza comporta comunque delle scartoffie e dei tempi d'attesa, col risultato di permettere ai parlamentari di non pagare le tasse sui capital gains: perchè quando rivendi la seconda casa, il guadagno realizzato viene tassato, cosa che non è in caso di vendita della prima casa. Ora, se io scambiassi prima e seconda casa un mese prima di vendere, l'ufficio delle tasse mi arriverebbe addosso con la simpatia e l'affabilità di una tarantola in sindrome premestruale, mentre non può nulla nel caso dei parlamentari.
E così la signora Ussher ha scambiato prima e seconda casa, ha venduto la "prima" (con gli interessi del mutuo pagati con le mie tasse) e aggiungendo la beffa al danno non ha neanche pagato le svariate migliaia di sterline di tasse dovute - e per tutta punizione ha perso il posto da sottosegretario al Tesoro, mentre se io avessi fatto lo stesso giochetto adesso sarei rinchiuso a Belmarsh, serving at Her Majesty's pleasure, come dice la formula tradizionale, per cinque-sei anni buoni. Ho come la desolante sensazione che i laburisti stiano diventando craxiani senza neanche accorgersene.
Pubblicato da Eugenio Mastroviti alle 3:11 PM 5 commenti
Tags: Labour
You can't have too much of a good thing
Linux è figlio della New Economy, e si vede. Nessun altro pezzo dell'Information Technology è così stracolmo di ritardati, sociopatici, farlocchi, teste di cazzo che si sono inventate un mestiere in un momento particolare di ubriacatura collettiva in cui l'unica qualifica necessaria per essere un manager, un tecnico, un esperto di qualsiasi cosa era di riuscire a mantenere una faccia seria mentre affermavi di esserlo.
Il motivo per cui lavorando su Linux riesco a farmi pagare bene è semplicissimo: a differenza del 99% dei cosiddetti "esperti", non mi invento cazzate, non millanto fantasmagorici risultati inesistenti, ma, semplicemente, se mi chiedono di fare una cosa dico che si può fare solo se so di poterla fare fottendomene di quello che dice la documentazione (che tanto è in buona parte frutto di fantasia) e di quel che si dice sui forum degli "esperti", e se non si può fare lo dico, prendo la borsa, me ne vado ignorando le accuse di incompetenza e disfattismo, e torno due settimane dopo per riparare ai danni causati da un farlocco che sosteneva che si poteva fare perchè l'ha letto su Ubuntuforum.
Incidentalmente, neanche Microsoft è mai riuscita nell'impresa di prendere un prodotto che funziona su un certo hardware, farne una nuova versione dedicata a quell'hardware e introdurre un bug che lo rende inutilizzabile, come ha fatto Ubuntu con il suo "netbook remix".
Pubblicato da Eugenio Mastroviti alle 12:19 AM 2 commenti
19 giugno 2009
Quando si dice l'entusiasmo
A quanto pare in Iran la popolazione ha un tale entusiasmo per la democrazia che in alcune regioni ha votato più del 100% della popolazione. E poi le solite malelingue dicono che non erano elezioni libere.
Pubblicato da Eugenio Mastroviti alle 8:06 AM 6 commenti
Tags: democrazia, elezioni, Iran
15 giugno 2009
Deficit di democrazia
Certo che ci vuole una bella faccia tosta a definirsi una "democrazia" quando all'atto pratico un consiglio di preti decide chi può o non può essere eletto e come si deve governare.
E se guardiamo all'estero, anche in Iran le cose non è che vadano tanto bene.
Pubblicato da Eugenio Mastroviti alle 9:48 AM 5 commenti
12 giugno 2009
Piccoli berlusconi crescono
Se c'era bisogno di altre prove del fatto che prima appendono Gordon Brown per i piedi a un distributore di benzina, prima cominciamo a ripigliarci, una è arrivata qualche giorno fa.
Sir Alan Sugar è il fondatore di Amstrad, nome non nuovo ai vecchietti dell'informatica, e ne è stato CEO e proprietario per 40 anni prima di venderla a Sky lo scorso anno. Da cinque anni conduce un programma televisivo, The Apprentice, una specie di reality show di quelli a eliminazione: praticamente un Grande Fratello per aspiranti manager, in cui un gruppo di laureati della LSE, o MBA particolarmente ambiziosi, competono fra di loro lavorando per/con lui - lui fissa degli obiettivi e chi non riesce a raggiungerli viene licenziato. Il format del programma lo rende, se non ho capito male (non ne ho mai visto una puntata - sono allergico ai reality), una specie di incrocio con un documentario, in cui Sugar spesso spiega le pratiche di management di una grande azienda.
Adesso, Gordon Brown ha reclutato Sir Alan come enterprise czar - consulente speciale del governo per le imprese. Non una cattiva scelta, tutto sommato: Sugar ha esperienza, conosce l'ambiente, e non si pone il problema del conflitto di interessi dal momento che ha venduto la sua azienda.
Umm...
Dunque, questo signore verrà pagato dal governo per fare da interfaccia col mondo dell'impresa privata, per portare la voce dell'esperienza nelle riunioni di pianificazione, e per spiegare al pubblico le politiche industriali e d'impresa del governo Brown.
Spiegare al pubblico le politiche d'impresa del governo. Mentre conduce la trasmissione televisiva più seguita in assoluto sullo stesso argomento. Che sarà a metà della sesta stagione durante la campagna elettorale del prossimo anno.
E quando hanno chiesto a Brown se non vedeva un conflitto di interessi nella cosa, lui ha risposto che era un problema della BBC. Quando hanno chiesto alla BBC, ha risposto che era un problema del governo. E quando hanno chiesto alla vice di Brown, ha risposto che non c'era niente di male, perchè dopotutto anche il cancelliere-ombra Tory ha un programma alla radio in cui parla di musica jazz, e nessuno gli ha mai detto niente.
Viene da chiedersi quanto, esattamente, si debba avere la faccia come il culo per diventare un parlamentare laburista sotto Gordon Brown.
Pubblicato da Eugenio Mastroviti alle 3:23 PM 1 commenti
11 giugno 2009
La mafia è bella
Dice, Eugenio, ma non dici niente sul risultato delle elezioni?
No, che devo dire? È stata la cronaca di una morte annunciata, sia in Italia, sia qui, dove gli elettori laburisti sono rimasti a casa in decine di migliaia fino a far eleggere due fascisti del BNP, e dove però il giorno dopo il disastro i parlamentari Labour hanno talmente tanta faccia come il culo da andare a dire a BBC Today, a viso scoperto, che d'accordo, la base non ha più fiducia in Brown e non lo vede come un leader credibile, ma noi invece sì, e quindi ve lo tenete, cicca.
E voi vi lamentate di Franceschini.
Ma vabbe', non era di questo che volevo parlare. Volevo parlare del razzismo della polizia, e del farsi i cazzi propri che è recentemente assurto a valore progressista, e anche un po' del perchè farsi i cazzi propri fino a un certo punto è come essere incinta ma solo un pochino: una pia illusione.
Suppongo sia arrivata in Italia la notizia che da un annetto qui a Londra i ragazzini si accoltellano con grande entusiasmo. Probabilmente non è arrivata la notizia che i ragazzini che si accoltellano sono quasi sempre appartenenti allo stesso gruppo etnico, e che gli accoltellamenti sono in generale il risultato di scontri fra gang locali o "punizioni" contro chi ad esempio si è rifiutato di entrare in questa o quella banda, più l'occasionale vittima innocente presa in mezzo per sbaglio.
Dice, i ragazzini sono quasi tutti neri, e la polizia non fa niente, perchè è razzista e finchè s'ammazzano fra di loro non gliene frega molto. Dice anche, e sono spesso gli stessi a dirlo, che la polizia è razzista perchè quando fa i controlli a tappeto per sequestrare coltelli e armi da fuoco ferma e perquisisce in notevole maggioranza maschi adolescenti e post-adolescenti neri, in quartieri neri come Tottenham e Brixton, e non abbastanza vecchiette inglesi a Kensington, il che dimostra che opera una politica di racial profiling. E dice anche, sempre gli stessi attivisti, e non solo, che criticare il rap e l'hip-hop è una critica implicitamente razzista alla cultura urbana nera.
Se andiamo dall'ultima critica alla prima, troviamo che quel che si chiede alla polizia, e in generale alla società, è di farsi i cazzi propri fino al punto in cui il ragazzino tira fuori il coltello e poi materializzarsi dal nulla col teletrasporto di Star Trek per levarglielo di mano in maniera non-repressiva - il che è, chiaramente, impossibile.
Mi spiego.
Una gang, qui o in USA, è un'associazione criminale dedita al tipo di attività che hanno reso la mafia, la camorra e la 'ndrangheta grandi testimonial del Made in Italy: traffico di droga, racket della protezione, prostituzione, lotterie clandestine, insomma un po' di tutto. Si chiameranno Bloods, Crips, Yardies, Dem Africans, quel che volete, avranno vestiti faighi, scarpe da ginnastica da 150 sterline e jeans col cavallo sotto le ginocchia, magliette da basket e cappellini da baseball, piuttosto che gessati neri e Borsalino, ma non c'è differenza nell'uso sistematico della violenza, nel degrado sociale e morale che causano, nelle regole omertose imposte ai loro membri come ai residenti di tutto il territorio che pretendono di controllare. Epperò per qualche motivo l'idea di Totò Riina che diventa una popstar, di fare la coda per comprare il CD di Bernardo Provenzano con la descrizione in musica di come torturare un pentito, di appendere in camera il poster di Giovanni Brusca che fa saltare in aria Falcone ci sembra ripugnante, mentre i critici progressisti fanno a gara nel tessere le lodi di questo o quel rapper morto ammazzato in un regolamento di conti fra gang, della vivacià e vitalità della cultura hip-hop, del razzismo dei suoi detrattori. Immaginate per un attimo una cosa del genere con la mafia e/o la camorra. Immaginate che sia impossibile - non vietata per legge, eh, ma culturalmente inaccettabile, il che è molto peggio - ogni critica ad una produzione culturale che glorifica la mafia; immaginate che ai ragazzini venga passato ogni giorno il messaggio che la mafia fa parte della loro cultura, ne è un elemento irrinunciabile, e chi la critica lo fa per un pregiudizio moralmente riprovevole che lo rende loro nemico: sarebbe veramente colpa loro, poi, quando a 18 anni diventano picciotti?
E poi ovviamente c'è la spinosa questione del racial profiling. È vero - più o meno - che un nero alla guida di un'auto costosa ha qualcosa come 10 volte le probabilità che ha un bianco di essere fermato dalla polizia. È vero che la polizia inglese tende a trattare diversamente un omicidio a seconda del colore della pelle della vittima. È vero che se chiami la polizia a Brixton arriva dopo un'ora, se la chiami a Highgate arriva in 5 minuti (li ho cronometrati). Però è anche vero che se il 90% degli accoltellamenti vengono commessi da adolescenti neri a Tottenham e a Brixton, forse è anche lecito essere un po' più sospettosi di adolescenti neri vestiti con i colori di gang in quei due quartieri piuttosto che, poniamo, di una casalinga di Ilford; va bene accusare di razzismo la polizia, ma accusare di razzismo la realtà dei fatti è idiota e, alla lunga, controproducente.
Così alla fine i ragazzini si accoltellano, e la colpa è ovviamente della polizia e della società. Di cosa sono colpevoli? Essenzialmente, di aver fatto quello che i leader delle comunità chiedevano: di essersi fatte i cazzi loro finchè i ragazzini erano immersi in una cultura che diceva loro com'è bello essere mafiosi; di essersi fatte i cazzi loro finchè i ragazzini si vestivano in maniera che li identificava come mafiosi; di essersi fatte i cazzi loro finchè i ragazzini portavano in tasca un coltello ma non lo usavano, perchè controllarli a tappeto era razzista.
So che quel che ho scritto fino ad ora mi varrà un commento ormai stereotipato e standardizzato: ah, ma tu vuoi censurare l'hip-hop, repressione, razzismo, anatema e brioscia. Lo so, è una reazione che fra noi progressisti è diventata naturale da trent'anni a questa parte - avendo perso la capacità di combattere una vera battaglia culturale, riusciamo a pensare solo in termini di qualcosa che va approvato o censurato: l'idea che una musica e una cultura che glorificano quella che è oggettivamente una mafia abbiano diritto a esistere ma vadano combattute culturalmente è persa, ed essendo quella cultura, quella musica, quella mafia, non nostre ma di una minoranza etnica, rifuggiamo dall'idea della censura e ci rimane solo il sostegno incondizionato - ricordo ancora con un certo imbarazzato disagio le prime pagine del manifesto all'epoca delle rivolte di Los Angeles, le interviste genuflesse ai "responsabili politici" di Bloods e Crips, una linea editoriale volta esclusivamente a giustificare la violenza delle gang, perchè a chiamarle gang e a parlare di contropotere e sottrazione del territorio alla repressione poliziesca si riusciva a mascherare il fatto che si stava parlando di un branco di Luciano Liggio e Bernardo Provenzano afroamericani.
Qui, d'altra parte, il problema è diverso ma produce risultati analoghi - il senso di colpa, giustificatissimo, dovuto al peccato originale dell'Impero, rende gli intellettuali progressisti impotenti davanti all'accusa di razzismo, che ormai è diventata l'asso di briscola, l'opzione nucleare contro cui non c'è difesa. Nessun intellettuale o giornalista, davanti all'accusa "mi critichi perchè sono nero" può rispondere "no, ti critico perchè sei un pezzo di merda mafioso": qualunque risposta che non sia un'appassionata difesa delle proprie credenziali antirazziste e l'abbandono immediato di qualsiasi velleità di critica costituisce conferma, agli occhi di tutti gli altri intellettuali e giornalisti, dell'accusa implicita di razzismo.
Esiste un'altra via oltre alla censura e all'approvazione, una via che comporta probabilmente più coraggio di quello che può mettere in campo oggi il giornalista medio del Guardian, ed è quella di dire chiaro e tondo che una cultura che glorifica il comportamento mafioso è una merda quale che sia il colore della tua pelle, intervenire culturalmente piuttosto che con la repressione, e colpire il problema alla radice.
(per inciso: non mi venite a dire che sì, però la povertà, il degrado, la disoccupazione: lo so. Ci sono anche in Sicilia, ma continuiamo tutti a trovare ripugnante l'idea di Giovanni Brusca che diventa una popstar e va al Grande Fratello)
Farsi i cazzi propri sarà anche un valore progressista, non discuto: ma se lo è, allora chiedo rispettosamente che continui ad esserlo anche dopo che il ragazzino ha tirato fuori il coltello - se non altro perchè essendoceli fatti fino a quel momento, abbiamo reso perfettamente inutile qualunque intervento, e le notizie di ammazzamenti al telegiornale mi deprimono. Facciamoci coerentemente i cazzi nostri fino alla fine, e lasciamoli a scannarsi in quel di Tottenham.
(per Rachel Barnacle: io non voglio che alla signora di 50 anni di Whitechapel venga vietato per legge il burqa. Io voglio che la gente che ha intorno non ceda al ricatto morale del "sei razzista", quando il burqa lo impongono, lei e il marito, alla figlioletta di 10 anni, come fanno dei miei vicini: perchè in quella maniera, e con cento altri interventi repressivi tutti perfettamente legali, dal divieto di parlare inglese alla finta scuola dove impara a memoria il Corano e niente altro, stanno negando a quella bambina la possibilità di essere mai una cittadina a pieno titolo, che un po' dispiace)
Pubblicato da Eugenio Mastroviti alle 7:26 PM 22 commenti
08 giugno 2009
Vergognamoci per loro
Per festeggiare l'anniversario dello sbarco in Normandia, la Gran Bretagna elegge un paio di fascisti a Bruxelles.
Pubblicato da Eugenio Mastroviti alle 11:03 AM 5 commenti
Tags: fascisti, inglesi, spararsi un voto di protesta nelle palle
29 maggio 2009
Tutto sommato...
È da qualche tempo che va di moda l'equazione "sinistra=fighetti che bevono Chablis, mangiano tartine alla crema di melanzane boliviane biologiche eque e solidali, vivono in attici con vista su Piazza di Spagna/Belgravia/Times Square, praticano il rebirthing omeopatico carico di energie vibrazionali positive"; è una cosa che mi dà profondamente sui nervi per diversi motivi, primo fra tutti il fatto che io mi considero politicamente "a sinistra" senza rientrare assolutamente in quella descrizione (con la possibile eccezione dello Chablis), e non sono certo un caso unico; ma ancora di più perchè da qualche tempo alcune parti, per così dire, in vista della sinistra fanno il possibile per alimentare quella descrizione, dando spazio, credibilità e voce a quei pochi a cui effettivamente si adatta.
Per questo sono particolarmente contento quando il Guardian presenta, nella sua rubrica You ask, they answer, dei perfetti venditori di piscio di serpente come Neal's Yard, catena di negozi di prodotti omeopatici equi, solidali, sostenibili ed etici per la salute e la bellezza, e succede il casino.
You ask, they answer è una rubrica curata dal redattore responsabile per la fuffa il consumo etico e sostenibile; ogni settimana viene presentata una ditta o catena di negozi che produce qualcosa di relativamente inutile che però ci fa sentire tanto buoni e probabilmente fa sorridere i cuccioli di San Bernardo (con la possibile eccezione di Divine Chocolate, che è veramente buona ed è al 45% proprietà di una cooperativa di coltivatori africani, e infatti i farlocchi si scazzano perchè non costringe i contadini del Ghana ad adottare coltivazioni biologiche a basso rendimento): l'idea è che i lettori fanno domande nei commenti, e i responsabili della ditta rispondono. Ora, la vulgata corrente vuole che essendo lo zoccolo duro dei lettori del Guardian spostato decisamente a sinistra, fuffologi come Neal's Yard ricevano una calorosa accoglienza e la sessione di domande e risposte sia poco più che una masturbazione collettiva della durata di una settimana.
E qui casca l'asino. Perchè presentando un negozio che vende alternative omeopatiche ai pericolosissimi vaccini, libri sul riallineamento dei chakra, rimedi omeopatici alternativi alla profilassi antimalarica (questo, per fortuna, hanno dovuto ritirarlo dal mercato dopo che qualcuno ci ha quasi rimesso la pelle per non aver letto l'avvertimento in caratteri piccoli che diceva che è efficace se non ti fai pungere dalle zanzare), il Guardian si aspettava una specie di Woodstock telematica, e invece si sono ritrovati in mezzo a Desert Storm. Con Neal's Yard nella parte dell'esercito iracheno.
I commenti vanno dal velenoso all'esilarante, le domande, in buona parte retoriche, sono brucianti ("cos'è l'energia di guarigione? In che unità viene misurata?"), gli incaricati di Neal's Yard non hanno pubblicato neanche una risposta, e dopo due soli giorni la redazione ha chiuso i commenti.
Per chi parla inglese, vale veramente la pena di andare a dare una scorsa al thread dei commenti, ce n'è per tutti i gusti, da quello che chiede se sbriciolando una pillola di Extasy nella vasca da bagno può produrre Extasy omeopatica per tutto il vicinato, e se riuscirebbero tutti a sballarsi - o, se no, perchè - a quello che, considerando che il corpo umano è composto d'acqua per oltre il 60% ed è stato in contatto con un sacco di sostanze, chiede se lui stesso non sia diventato un medicinale omeopatico e se dovrebbe farsi pagare da chi magari accidentalmente lo tocca o dalle donne che lo baciano. Il mio preferito, comunque, è quello che fa sapere che la certificazione di omeopata professionale non ti viene consegnata come i normali diplomi: la seppelliscono sotto una montagna di carta da macero e ti chiedono di credere intensamente che sia lì; però anche quello che protesta perchè ha cercato di suicidarsi col paracetamolo omeopatico non è male.
Seriamente, due considerazioni. La prima è che bisogna chiedersi cosa gli sia preso, al redattore, per proporre una cosa del genere, soprattutto con una ditta come Neal's Yard che, insomma, ha anche avuto i suoi guai con la giustizia (il rimedio contro la malaria che dicevamo sopra). Possibile che ci sia gente che l'equazione di cui parlavo ad inizio di post non solo la considera vera, ma la prende come un complimento? Quanto bisogna essere staccati dalla realtà per credere che i lettori più affezionati del giornale per cui scrivono Ben Goldacre e Charlie Brooker si bevano questa fuffa senza protestare, e si limitino a chiedere se per la polmonite è più efficace un farmaco omeopatico o la cristalloterapia?
La seconda considerazione, comunque, è che la base sembra ancora messa bene: basta confrontare i commenti sul Guardian con i commenti agli articoli della Oriana Fallaci inglese, Melanie Phillips, che da qualche anno ha lanciato la sua personale crociata contro la laicità e la scienza, e in particolare contro le vaccinazioni e in favore dell'Intelligent Design. Da questa parte rimane abbastanza spirito critico da riconoscere la fuffa per quello che è, da quella si spellano le mani per applaudire una demente che col giornale per cui scrive è responsabile della prima epidemia di morbillo in vent'anni - col normale strascico di morti e danni cerebrali permanenti.
Al di là dei luoghi comuni, insomma, si direbbe che non siamo noi Guardianistas quelli con un rapporto difficile con la realtà, chiusi nella torre d'avorio delle nostre illusioni e via sbroccando...
Pubblicato da Eugenio Mastroviti alle 3:20 PM 9 commenti
Tags: dementi, fattucchieri, il culo è di sinistra, luoghi comuni