27 maggio 2006

Binario 9 e 3/4


Giovedi' scorso, come avevo annunciato, sono stato alla presentazione dell'Euston Manifesto - un evento che avrebbe dovuto essere una conferenza fra pochi amici, e invece ha reso necessario affittare una sala usata normalmente per congressi di ben maggiore portata, la Union Chapel di Islington.

Ho avuto l'opportunita' di incontrare una serie di persone i cui blog e articoli leggevo da tempo, come Norman Geras, Nick Cohen, Eve Garrard e Alan Johnson di Democratiya - solo per questo sarebbe valsa la pena di andarci, anche se la birra post-riunione, nel bar della cappella (si', lo so, suona strano: le chiese anglicane durante la settimana si affittano per congressi e convegni, ed alcune hanno un bar dove le chiese cattoliche hanno la sacrestia) non fosse stata ottima.

Gli oratori hanno promesso che i loro interventi sarebbero stati pubblicati a breve; Norman Geras ha gia' pubblicato il suo, di cui conto di tradurre qualche passo interessante in un prossimo post; e spero che Alan Johnson segua a ruota, perche' il suo e' probabilmente l'intervento piu' interessante.

L'impressione generale che ne ho avuto e' che gli estensori del Manifesto siano stati presi di sorpresa dal successo dell'iniziativa. Il documento, mi pare di capire, era inteso come sasso nello stagno, come spunto di discussione, tanto che la sala originariamente prenotata per la presentazione era in grado di contenere si' e no una sessantina di persone. Un risultato immediato di quest'errore di calcolo e' il fatto che alla domanda "e adesso?" si ottiene come risposta uno sguardo un po' perso. "E adesso?" era una domanda che non si aspettavano venisse fatta, perche' il passo successivo alla presentazione sarebbe stato, speravano, una mozione di minoranza al prossimo congresso laburista, una dichiarazione di intenti di qualche parlamentare Lib-Dem, o magari, nella migliore delle ipotesi, una certa influenza nella formazione politica, qualunque forma prendera', che conta di sostituire il Socialist Workers' Party e di ri-aggregare le forze socialiste a sinistra del Labour.

Parlandone con Eve Garrard, mia moglie si e' sentita rigirare la domanda, e ha dato l'unica risposta possibile, suppongo, ossia che le alternative disponibili erano solo tre: chiuderla li', complimentarsi a vicenda per aver fatto bella figura e passare a fare altro; creare un altro piccolo partito (come se non ce ne fossero gia' abbastanza); continuare come movimento di opinione, cercando di aggregare un consenso trasversale ai partiti (non tutti, ovviamente) su determinati temi-chiave - la via piu' faticosa, sicuramente, ma probabilmente anche l'unica in grado di dare dei frutti.

Fra un paio di settimane uno degli autori, non so ancora chi, sara' in Italia per una conferenza di presentazione - spero di avere notizie piu' precise martedi' o mercoledi'. E sempre fra due-tre settimane, gli estensori del Manifesto ed alcuni dei primi firmatari si riuniranno da qualche parte nel nord per elaborare un programma di azione a breve e medio termine.

Stay tuned.

P.S. All'ingresso distribuivano un piccolo questionario, chiedendo ad ognuno dei partecipanti se avesse firmato il Manifesto e perche', se fosse disposto ad assumersi un ruolo piu' attivo nel gruppo, e perche' fosse li' quella sera. Anche in questo la mia dolce meta' si e' distinta: alla domanda "perche' sei venuto/a qui stasera?" ha risposto "Perche' mi ci ha trascinata mio marito". Per la serie, come ti mando in galera.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

l'Euston manifesto è un pessimo manifesto, raccolgo dalla rete le critiche che faccio mie:

1) "Nella terza parte ("Elaborations"), il Manifesto critica in modo piuttosto forte Amnesty International, pur riconoscendo il grande valore dell'organizzazione. Se qualcuno di Amnesty ha paragonato Guantanamo ai Gulag ha sicuramente sbagliato, ma credo che abbiano sbagliato anche gli estensori dello Euston Manifesto a criticare un'associazione per una frase e, soprattutto, a parlare di legittime misure prese dagli Stati Uniti nella guerra al terrore senza specificare quali. Legittimo Guantanamo, legittime le intercettazioni illegali di cittadini americani (come ha scritto il New York Times a metà dicembre)? No, mi spiace, il passaggio sulle "legittime misure prese dagli Stati Uniti e da altre democrazie liberali nella guerra al terrore" doveva essere precisato meglio. Anche perché non vi è alcuna correlazione fra la guerra al terrore e la situazione attuale di Guantanamo: si possono combattere i terroristi anche senza tenere prigioniere centinaia di persone in modo illegale (da anni non sanno di quale reato siano accusate), torturandole e usando contro di loro trattamenti crudeli, inumani e degradanti, come ha riscritto Amnesty International."
http://reporters.blogosfere.it/2006/05/off_topic_ciamp.html
e il tipo in questione il manifesto l'ha firmato!

2) Natasha Walter, su "Comment is free" del Guardian, se la prende con il presunto sessismo del Manifesto, che effettivamente ha usato un'espressione infelice: "We look towards progress in relations between the sexes (until full gender equality is achieved)." E poi fa notare che, nel gruppo dei primi 27 firmatari, ci sono soltanto tre donne. Un equilibrio simile a quello del Partito conservatore di David Cameron, nota la Walter con ironia, e poi prosegue: "Ma almeno Cameron vede che quello è un problema". Sul Times, Daniel Finklestein ritiene che i principi del Manifesto siano giusti ma che non valesse tempo di perdere tempo ed energie perché non apparterranno né al presidente né al futuro della sinistra
http://reporters.blogosfere.it/2006/04/le_donne_lo_eus.html

3) Il tanto sperato ritorno alla normalità europea, con una sinistra riformista e moderna, come la intende il Nuovo PSI, come la vede Blair e tanti suoi epigoni, espressisi da ultimo anche nel ?The Euston Manifesto?, non ha ancora mostrato, in Italia, i desiderati germogli. Se non nel centrodestra.
Si ha piuttosto una sinistra antica e legata a visioni e pregiudizi, francamente, insostenibili.
E? pertanto il momento e l?occasione di spezzare il tentativo di connubio fra le forze politiche motrici del partito democratico, ambigua e confusa panacea dei mali della sinistra conservatrice, e questo compito spetta, in primis, al Nuovo PSI ed alle forze riformiste, laburiste e liberalsocialiste ancora presenti in Italia, ma, per ragioni incomprensibili alla umana ragione, ancora divise in faide e campanilismi.
http://www.nuovopsi.com/visnews.asp?id=4853
queste cose sono dette dall'unico partito socialista nel mondo alleato con ilcentro-destra nonchè con la destra neofascista tout court...e ho detto tutto....

3) opinione mia: da quando i manifesti della sinistra sono pubblicati da rotoli di carta igienica neocon diretti da persone fiere di aver preso soldi dalla CIA? E cosa c'entrano con la sinistra i signori Vernetti, Capezzone, Polito? A casa mia non basta definirsi progressisti per esserlo, anche un certo partito tedesco aveva la parola "socialista" nel nome e il colore rosso nella bandiera, ma ci penserei 3 volte prima di chiamare di sinistra quel partito....

Eugenio Mastroviti ha detto...

Andando con ordine:

1) personalmente credo che qualunque organizzazione che scriva che Guantanamo Bay e' la "peggiore violazione dei diritti umani in 50 anni", facendo riferimento agli stessi 50 anni che hanno visto, fra le altre cose, il genocidio cambogiano, quello ruandese, la guerra in Bosnia, e non ultimi i gulag, ha un forte bisogno di essere pesantemente criticata, pur riconoscendo i suoi (enormi) meriti.
Non mi sembra poi che ci sia rischio di confusione su Guantanamo, visto che proprio all'inizio del paragrafo viene specificato che deve essere decisamente condannata come grave violazione dei diritti umani; quanto alle "legittime misure", io non so se si tratti di un errore di trascrizione (non ho letto la traduzione italiana, ammetto la mia colpa), ma l'originale parla di "misure legislative" - facendo riferimento alla legislazione antiterrorismo, che si puo' discutere quanto vuoi, ma che e' legittima e NON comprende Guantanamo ne' le intercettazioni illegali.

Forse e' il caso di riportare per intero il passo incriminato (poche righe sotto la condanna per Guantanamo Bay e le "extraordinary renditions"):

Questa tendenza ha raggiunto il punto che portavoce ufficiali di Amnesty International, organizzazione di grande rispetto a livello mondiale per il lavoro pluridecennale svolto in difesa dei diritti umani, possono fare pubblicamente grottesche comparazioni fra Guantanamo e il Gulag, possono affermare che le misure legislative prese dagli USA e da altre democrazie liberali nella guerra al terrorismo costituiscono un attacco peggiore di qualsiasi cosa si sia vista negli ultimi 50 anniai principi e ai valori dei diritti umani, e queste affermazioni vengono difese da certe voci liberali e di sinistra

E queste affermazioni non le ha fatte "qualcuno", ma il segretario generale di Amnesty International, Irene Khan, durante la presentazione del Rapporto 2005


2) a Natasha Walter ha risposto, meglio di come potrei fare io, Eve Garrard in Platform Eight:

http://normblog.typepad.com/normblog/2006/05/platform_eight_.html

notando che la stessa Walter si risponde da sola affermando che sarebbe sciocco aspettarsi che qualunque progetto politico si formi in base ad un sistema di quote PRIMA ancora di cominciare ad esistere pubblicamente. Il Manifesto del Partito Comunista aveva una rappresentanza ancora minore di donne fra gli estensori (zero, mi par di ricordare...), ma di certo nessuno puo' accusare il movimento comunista di misoginia o antifemminismo. Oggi, fra i firmatari e in quello che si potrebbe chiamare il "direttivo", il numero di donne e' di gran lunga superiore a quel che ci si potrebbe aspettare per un documento nato in un ambiente a stragrande prevalenza maschile come la blogosfera.
Trovo divertente, fra l'altro, che tu approvi il commento di Finkelstein sul fatto che l'universalita' dei diritti umani, dei diritti del movimento dei lavoratori, i valori del laicismo illuminista, non appartengano ne' apparterranno mai alla sinistra. I beg to differ, come si dice qui. Fra i sindacalisti iracheni appena usciti da 20 anni di clandestinita' e gli ex-gerarchi del Baath, per qualche motivo ritengo che la sinistra possa ANCHE scegliere di stare dalla parte dei primi.
Una risposta piu' articolata all'obiezione di Finkelstein e' in Platform Ten:

http://normblog.typepad.com/normblog/2006/05/platform_ten.html

3) e 4) L'atteggiamento tutto italiano di "ah, quello li' approva, quindi dev'essere il Male Assoluto" ha causato nella sinistra tali e tanti comportamenti imbecilli, fino alla ridicolaggine della difesa dei benefici del fumo passivo e dei mali della patente a punti, che francamente non mi sembra il caso di ribattere.
Certo che la situazione della sinistra italiana dev'essere veramente triste, se demanda a Giuliano Ferrara il compito di stabilire cosa e' bene e cosa e' male.

Anonimo ha detto...

Ferrara si vanta di sostenere le posizioni + reazionarie presenti sull'intero pianeta, quindi non è demonizzazione, ma riconoscimento che con certa gente non ci DEVE mai essere accordo...
ma con chi ha firmato il manifesto di Euston forse c'è poco da discutere, al + ci si deve augurare che certe posizioni rimangano fuori dalla sinistra (e infatti nessuna persona DAVVERO di sinistra approverà mai un simile manifesto)

Anonimo ha detto...

Yes,
it's a pissing contest.
Rgds
Braemar

Eugenio Mastroviti ha detto...

Amaryllis:

speravo che la percentuale di Ligaciov de noantri si fosse un po' ridotta da quando ho lasciato l'Italia, ma avrei dovuto aspettarmi che la speranza fosse vana.

Prendo atto che Ferrara in Italia decide cosa e' bene e cosa e' male per la sinistra, e che nessuno davvero di sinistra potra' mai firmare un documento, per quanto generico, che ponga come priorita' i diritti umani e un movimento mondiale per i diritti dei lavoratori.

Perdonerai se smetto di prenderti sul serio; scomunicami pure, se credi.

Anonimo ha detto...

ce ne fossero stati in questi anni di Ligaciov in Italia la sinistra italiana non sarebbe ridotta nelle patetiche condizioni in cui è...

Eugenio Mastroviti ha detto...

Avrei detto che i distributori dei patentini di ortodossia erano praticamente l'unica cosa che non mancava alla sinistra italiana, a giudicare dal numero di "scissioni a sinistra". S'e' cominciato con Cossutta che espelleva il gruppo del manifesto, mi pare, e da li' non ci siamo piu' fermati.
E guarda che bei risultati, la sinistra italiana...

ipazia.dioniso at gmail.com ha detto...

Io spero che il manifesto di Euston possa essere una scossa benefica per la sinistra italiana, e in parte forse sta cominciando a esserlo. Per troppo tempo - e per la ragioni più diverse - la situazione italiana è sclerotizzata in posizioni mai seriamente meditate e a volte addirittura assunte in inconsapevole spregio della tradizione di pensiero democratica e internazionalista. Ma davvero si prevede una analoga iniziativa in italia? se è così, conta sul mio aiuto.
ipazia

Eugenio Mastroviti ha detto...

Ipazia:

non credo sia prevista un'iniziativa simile, autoctona. Credo si terranno alcune conferenze nella speranza di espandere all'Europa (e probabilmente agli USA) la portata del Manifesto, e anche di chiarire qualche equivoco ("Il manifesto della sinistra pro-Bush", come diffama Feltri)

Con ogni probabilita' sapro' dirti di piu' domani o mercoledi'.