07 giugno 2006

Il demonio


Dice che la religione, se non ci fosse, bisognerebbe inventarla; sospetto che piu' ancora della religione in generale, gli esseri umani abbiano bisogno di inventarsi il demonio. Ne ho parlato piu' di una volta, del bisogno di trovare qualcuno a cui dare la colpa per tutto quello che succede - se possibile qualcuno che sia compatibile con la nostra visione del mondo.

Quando e' venuto fuori l'ambaradan del parlamento iraniano che voleva mettere la stella gialla agli ebrei, diversi blog hanno ripreso la notizia, anche alla luce dei commenti di Ahmadinejad sull'Olocausto. Una volta scoperta la bufala, giornali e blog hanno ovviamente (in massima parte) ritrattato e chiesto scusa, ma questo non era sufficiente: non poteva trattarsi di un errore dovuto alla cattiva interpretazione di quello che un dissidente iraniano aveva scritto, doveva essere, come mostrano benissimo i commenti al relativo post su Harry's Place, nonche' quelli alla ritrattazione, un complotto neocon che colpiva i nemici dell'imperialismo americano. Se qualcosa va male non puo' essere colpa di un errore, deve esserci una forza maligna ed identificabile in un gruppo ben definito, perche' dobbiamo avere qualcuno con cui prendercela. Non a caso, non c'e' niente di piu' frustrante che alzarsi dopo aver rovistato negli stipetti in basso della cucina e dare una craniata contro quelli in alto: con chi urli, con lo stipetto? (io lo faccio, ma e' un caso estremo).

Vabbe', dice qualcuno, la tesi imperante di questi tempi e' che il complottismo sia un male della sinistra: guarda Giulietto Chiesa, guarda Russo Spena che fa le interrogazioni parlamentari su uno che dice che mentre era in galera gli hanno messo un microchip in testa per mandare segnali al cervello e farlo impazzire, guarda il DS che crede alle storie di Nexus sulle scie chimiche.

Sara'. Pero', insomma, il complotto comunista internazionale dei media contro Berlusconi mica me lo sono inventato io. La storia che ho letto su qualche blog (non trovo il link: non credeteci se volete) che la faccenda delle stelle gialle l'avrebbe inventata a bella posta l'Iran per far fare brutta figura ai suoi critici, puzza mica da ridere di complotto in stile torri gemelle.

Senza contare la Michelle Malkin de noantri, l'ineffabile Stefania Lapenna, proprietaria di uno dei blog piu' brutti e confusi che questo autore di un blog brutto e confuso abbia mai visto, che riprende un post di Michelle Malkin, appunto, sulla strage di Haditha e su un errore del Times di Londra - errore peraltro riconosciuto e corretto immediatamente dal giornale.

Entrambe, la Malkin nel suo stile elegante anche se delirantemente paranoico, e la Lapenna nel suo stile delirantemente paranoico, si scagliano contro i "pregiudizi contro la guerra in Iraq" dell'unico giornale inglese di un certo spessore culturale che si sia schierato apertamente e dall'inizio a favore della guerra (ho detto "di un certo spessore culturale": il Telegraph non conta), specie la Malkin che poi passa ad accusare il proprietario del Times, Rupert Murdoch, proprietario di quell'altra specie di Telekabul in inglese che e' Fox News, di far parte del complotto liberal americano che sta cercando di minare alla base lo sforzo bellico in Iraq - e tutto questo perche' il Times ha pubblicato una foto dicendo che riprendeva le vittime del massacro di Haditha, mentre invece era una foto vecchia di un anno che riprendeva le vittime di un episodio di "resistenza". Mica le due pin-up neocon negano la strage di Haditha, eh: la "prova" del "complotto" sta solo nel fatto che la foto e' sbagliata. Viene da chiedersi cos'altro hanno in comune, tipo se la Lapenna sa fare pure lei il numero della pallina da ping-pong [*] anche se sospetto che orde di turisti stranieri in Sardegna sarebbero disposti a pagare un extra per non vederglielo fare.

Sulla querelle Malkin-Times c'e' un bell'articolo di Harry's Place, ancora, che traccia proprio il paragone fra le accuse che hanno subito loro di essere agenti d'influenza dell'imperialismo neocon e della propaganda americana, e le accuse al Times (ma dico io, al Times!) di essere un giornalaccio liberal parte del complotto comunista mondiale dei media - anche se, bisogna dire, la Malkin dal suo punto di vista ha ragione, visto che, come Littorio Feltri, considera "comunista" chiunque si ponga a sinistra di Gengis Khan.

Non e' questione di destra e sinistra, ed entro certi limiti non e' neanche questione di cultura o intelligenza cosi' come vengono comunemente definite. Il Grande Satana e' un bisogno di ognuno di noi, per spiegare guerre e ammazzamenti come anche stipi della cucina. Non c'e' niente da fare.

[*] Per chi si scandalizza sulla battuta disgustosamente maschilista e razzista su Michelle Malkin e la pallina da ping-pong: Ms Malkin ha scritto persino un libro in cui sostiene la giustezza del concetto di racial profiling, di attribuire comportamenti, attitudini e ideologie ad una categoria di persone in base alla loro appartenenza etnica (solo etnica, non culturale), e ha giustificato in questa maniera l'internamento in campi di concentramento dei cittadini americani di origine giapponese nel 1942. Io mi limito ad applicare la sua lezione, visto che Ms Malkin e' di origine thailandese.[**]
[**]Chi non ha capito affatto di cosa sto parlando dovrebbe guardarsi Ali G in da house e/o leggersi alcuni dei passi piu' gustosi di Mangosauce, tipo questo.[***]
[***]Se per caso una donna dovesse leggere questo blog e volesse darmi del porco maschilista, si metta in coda. Mia moglie lo fa dal lunedi' al giovedi', le sue amiche il venerdi' e il sabato, dovrei avere una mezz'oretta libera la domenica pomeriggio, possiamo prendere un appuntamento.

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