14 agosto 2006

Delitti d'onore


A quanto pare il padre e presunto assassino di Hina Saleem è stato arrestato o si è costituito a poca distanza dal paese dove abitava e dove la figlia è stata assassinata.

Non so quali siano le statistiche dei delitti d'onore in Italia; qui si viaggia intorno alle decine di donne uccise ogni anno - e a queste vittime bisogna aggiungere quelle sfigurate con l'acido e i parenti uccisi per delitto d'onore trasversale, soprattutto padri e fratelli colpevoli, di solito, di non aver costretto la ragazza ad accettare il matrimonio combinato offertole.

Senza neanche andare a leggere newsgroups e blog, sono certo che innumerevoli imbecilli staranno già compilando una lista di passi del Corano e degli Hadith usati dagli assassini come giustificazione; sono supremamente ignorante in fatto di religione, e pertanto non proverò neanche a confutare quei passi uno per uno, o a citare in risposta analoghi passi della bibbia che questo o quel demente ha usato (ed usa tuttora, nel caso delle milizie americane) per l'occasionale coon hunt (q.v.) o uccisione di giornalista ebreo. Non mi interessa una discussione teologica, anche perché sono certo che i miei interlocutori sarebbero ignoranti almeno quanto me e so che, vista dall'esterno, una discussione fra perfetti ignoranti su questioni così delicate oscilla immancabilmente fra l'esilarante e il patetico.

Voglio limitarmi invece a ragionare un attimo sui numeri: in questo Paese vivono qualcosa come due milioni di musulmani; se il delitto d'onore fosse veramente imposto dalla religione per cose come la non-accettazione di un matrimonio combinato, o una relazione con un "infedele", bisognerebbe allargare i tombini delle strade per far defluire il sangue.

Vale poi appena la pena di notare che il delitto d'onore non è certo un'invenzione dell'Islam (dove anzi è quasi certamente un concetto importato, come l'infibulazione): il codice penale italiano l'ha rimosso come attenuante generica in tempi estremamente recenti, e film come La ragazza con la pistola (ambientato, guarda caso, in UK) fanno ancora parte della nostra cultura; e nessuno si sognava di accusare il cristianesimo, la sua ossessione sulla repressione sessuale, la sessuofobia del magistero cattolico, di essere la causa prima scatenante dei delitti d'onore siciliani e meridionali in genere.

La religione è una scusa, non la causa, dei delitti d'onore. La vera causa è, come sempre, il potere. È una cultura maschilista e repressiva che ha tenuto per secoli sotto il proprio ferreo controllo il corpo e la vita stessa delle donne. Ogni famiglia ha rappresentato per generazioni su generazioni un piccolo impero in cui la parola del padre-patriarca era legge, in cui le figlie e le donne erano proprietà, in cui i matrimoni si contrattavano con le stesse tecniche, e lo stesso acume finanziario, della compravendita del bestiame - in generale, anche con la stessa considerazione per i desideri del bestiame. I padri dettavano legge; i fratelli facevano rispettare la legge; le donne subivano la legge.

Il contatto con una società diversa - una società in cui, più che altro per fortuna, alcune forme estreme di repressione sono state abbandonate - mette idee in testa alle donne, mina alla base il potere del patriarca, e il potere reagisce come ha sempre reagito quando è stato minacciato da un cambiamento che non capiva: con la violenza omicida. Succedeva nelle famiglie meridionali che emigravano al Nord, o in Germania o in Inghilterra; succede nelle famiglie pachistane (ma anche africane - e cristiane) che emigrano in Europa; succede (mi dicono) nelle famiglie che si spostano da Paesi più repressivi a Paesi più modernizzati del Nordafrica o della penisola araba. Cambiano al limite le giustificazioni per la violenza omicida, cambia il libro sacro da cui viene tratto il versetto che impone l'uccisione della figlia; non cambia la tragica futilità di un assassinio come quello di Brescia.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

A mio parere le religioni c'entrano eccome. Sì una lettura deviata e maschilista delle religioni; ma, nessun Papa ha mai minacciato la scomunica di chi applica un Cristianesimo "repressivo".
Così come nessun Iman predica il rispetto per le donne.

Il problema, grave, é che il mondo occidentale é circa 300 anni avanti alla evoluzione religiosa (in senso libertario) dell'Islam.
Questo favorisce la creazione dei ghetti, fisici, sociali o puramente culturali ed impedisce la amalgamazione multietnica.
E Londra sta pagando il Londistan; come richiano di fare tutti gli stati Europei
Salutoni

Eugenio Mastroviti ha detto...

Mah, sono completamente d'accordo a meta', come si dice.

Sono convinto che vivremmo su un pianeta di gran lunga piu' felice se le religioni smettessero di esistere; sono anche convinto che non vivremmo comunque nel migliore dei mondi possibili perche', ancora, le religioni organizzate sono un sintomo, e non la causa, della nostra brama di potere.

Comunque sarebbe il caso di ricordare che Papi che hanno condannato le interpretazioni super-repressive della religione cristiana ce ne sono stati (Giovanni XXIII, per dirne uno), vescovi ancora di piu', e diversi hanno pure pagato con la vita un certo impegno sociale a favore di donne ed oppressi; e imam che predicano il rispetto delle donne, da dove abito, posso tirare un sasso e colpirne almeno tre - il problema e' che fanno meno notizia di Omar Bakri o Abu Hamza.

dacia ha detto...

vedi Eugenio,

io mi sono leggermente scassata la minchia di un gruppo di pervertiti ebeti e minusdotati che usa l'Islam come giustificazione per qualsiasi merdata commettano, perpetrino o facciano (sceglilo tu il verbo).

il problema è che persone come Augusto invece in questo hano trovato la giustficazione per il loro odio stupido nei confronti di una minoranza.

ça va sans dire che sono d'accordo con te.

penso che alla prossima riunione di direttivo nazionale chiederò che venga creata una specie di "procura della repubblica" basata sulla Sharia, che indaghi sulle reali motivazioni di atti di questo tipo.

perché un pochino va bene, ma che a una donna venga impedito il diritto inalienabile di decidere del suo cuore o anche solo di disporre della sua vagina è una vergogna.

non sono disposta a dimenticare chi sono, e ciò che mi ha costruito politicamente per vivere in una specie di mondo parallelo che con me non ha niente a che vedere.

fi amman Allah, dacia

Anonimo ha detto...

Io penso che sulla religione bisognerebbe distinguere il lato "sociale" dal lato "teologico".

sono d'accordo quando dici che la religione è un sintomo ma non sono d'accordo a considerarla sintomo di una morbosità umana , di una debolezza umana (brama di potere o paura della morte) come la interpretano i movimenti razionalisti atei (esempio l'UAAR) .
La religione è un modo di dar senso al mondo. In questo mia (opinabile) interpretazione esistono persone che sono "di natura" buddhisti, cristiani , atei.... la religione (o l'ateismo) diventa un "male" solo quando non corrisponde alla natura del credente, in tal caso è necessario cambiare la sovrastruttura filosofica/religiosa per evitare continue frustazione che ciò che si è e ciò che si "dovrebbe essere"

Ecco quindi la necessità di avere LIBERTA' , oggi garantita solo nei sistemi costituzionali della "società aperta".


Naturalmente come struttura organizzata (culturalmente e sociopoliticamente) la religione tende ad avere forme sincretiche ed oppressive sincretiche perchè inframmezzata di altre culture (religiose o meno).
Oppressive in casi come quelli citati, quando grande è la differenza tra società in cui si vive e cultura tradizionale in cui ci si è formati.
Il mio giudizio sulla cultura "tradizionale"(quasi sempre omofoba, maschilista, xenofoba, amante della gerarchia e dell'ipse dixit) non è negativo... assolutamente!! perchè essa ha permesso di far sopravvivere l'uomo per millenni. La giudico però "non moderna" quindi da superare.


Mi permetto, poi, di distinguere tra ciò che è attinente a questa cultura e ciò che non lo è. E fare un discorso "teologico"
Chiaramente io sono per una società laica e io stesso sono laico e SECOLARIZZATO. Tuttavia la secolarizzazione (e non il laicismo) è nemico della religione .

Sulle diverse interpretazioni che si danno ai testi sacri si può discutere ma certamente non è valido, all'interno della ortodossia religiosa, il discorso "il corpo è mio e ci faccio quello che voglio". Ogni interpretazione religiosa ha le sue regole ma regole che partono da deduzioni sulla parola divina e non dalla libertà di costumi umani, questo deve essere chiaro.
Per intenderci: se una credente musulmana o cristiana "la da" liberamente fuori dal matrimonio, essa commette peccato cioè va fuori dalle regole dell'Islam o dal Cristianesimo.
Il laicismo consiste nel consentire all'altro di vivere come più gli aggradata ma non va confuso con la secolarizzazione che è il rilassamento dei costumi,
Quest'ultima certamente conviene ad una società laica ma non coincide con essa.
Si può essere laici e religiosi osservanti.

Faccio un esempio scomodissimo: è inutile menar il can per l'aria, l'omosessualità nei testi sacri cristiani (e musulmani) non può essere considerata "degna". L'interpretazione più permissiva che le si può dare nel cristianesimo (Bibbia alla mano) è "non giudicare l'altro" ma niente di più.
Interpretazioni "secolarizzate" tipo : basta che è amore e tutto è permesso, sono utilissime alla società laica ma sono assolutamente estranee al concetto religioso cristiano.

Non so se ho reso l'idea...e se sono andato troppo OT (in tal caso mi scuso)

Anonimo ha detto...

Per quel che riguarda la moda di considerare l'Islam incompatibile alla società "moderna" , io la penso così:

http://bishma.splinder.com/post/8811656

(non lo riporto nel tuo blog perchè è troppo lungo e parla anche di antisionismo)

saluti

Anonimo ha detto...

Vediamo di semplificare e capirci (Dacia)
Non ho nulla contro l'Islam come non ho nulla contro il Cattolicesimo, sempre che stiano a 2 palmi dal mio culo.
Così si diceva dei "froci"; io lo sono (tanto per capirci).
Chi vuole credere in "Quello Che Vuoi" lo faccia; ma non tenti di applicare la sua filosofia a chi non ci crede.
Semplice; esistono poche regole sociali e generali tipo: non ammazzare, non stuprare, non torturare, non privare della libertà, non rubare ecc.
Se vuoi vivere nel nostro territorio, che diverrà anche il tuo, devi accettare totalmente ed inconizionatamente le suddette. In caso contrario, fuori dalle palle.

Ciao