16 gennaio 2008

Eppure mi sembrava facile...


Libertà di espressione significa libertà di espressione. Significa che chiunque è libero di esprimere le proprie idee: tu, e chi non è d'accordo con te. Significa che chiunque, anche il capo più o meno assoluto di uno Stato teocratico, arrivato in carica dopo un'elezione-farsa, può dire la sua; ma anche che chi critica il dittatore ha uguale diritto ad esprimere il proprio disprezzo o almeno le proprie critiche. La libertà di espressione o è un'arma a doppio taglio o è una burla, alla Sapienza come alla Columbia University. Che la cosa non vada giù a Nazinger non stupisce: sotto il sorriso falso, non andava giù neanche ad Ahmadinejad; fa specie che facciano finta di non accettarla anche i genuflessi giornalisti italiani, che della libertà di espressione dovrebbero fare il loro pane quotidiano - soprattutto quelli che un giorno sì e l'altro pure lamentano la mancanza di laicità in Arabia Saudita e Iran.

P.S. È ovvio che ero ironico. Quei giornalisti non riconoscerebbero la libertà di espressione neanche se sbucasse dalla tazza del cesso e gli mordesse il sedere.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Senza contare che la libertà di espressione non credo significhi esattamente libertà di dire quello che si vuole nel contesto che si sceglie. Nel senso che non credo di essere libero di affacciarmi dalla più famosa finestra dello stato teocratico di cui sopra e parlare dell'improbabilità dell'immacolata concezione e della difficoltà di San Giuseppe nel passare dalle porte basse.

Questa cosa mi ricorda un articolo di qualche anno fa, in cui un leader musulmano in Francia si lamentava di una qualche limitazione (non ricordo quale) ai costumi musulmani prevista dalla legge francese. Lanciava alti lai per la violazione delle sue libertà. Quando gli è stato fatto notare che nel suo paese d'origine le limitazioni riguardanti i non musulmani erano ben maggiori, papale papale (è il caso di dirlo) ha affermato: "Oh sì, ma voi siete democratici, noi no."

Il concetto è lo stesso. Il papa ha _diritto_ di parlare come e dove vuole, perchè noi siamo uno stato democratico. _Noi_ non abbiamo diritto di parlare contro il papa perchè lui non è democratico. La logica c'è, tutto sommato.
E' solo che dietro ad ogni esponente politico della sinistra io metterei, invece che un portaborse, un signore dalla voce grossa che gridi "BUH!" di sorpresa, ogni tanto. Giusto per vederli sbattere il naso per terra mentre cercano di scappare con i pantaloni calati sulle caviglie, ecco.

Danilo

Anonimo ha detto...

Come diceva l'Hugo, c'è gente che pagherebbe per vendersi...

PS ogni riferimento a Farina Ferrara ed altre spie prezzolate è puramente casuale...

Eugenio Mastroviti ha detto...

Danilo: secondo me dovresti aprirti un blog. Nell'attesa, sottoscrivo in pieno.