08 maggio 2008

Gordon Obama


Non so perchè, ma ho sempre di più la sensazione che Barack Obama sia una specie di Gordon Brown americano. Bisogna dire che è in gamba, ed ha una macchina propagandistica a prova di bomba. È quello che ha di gran lunga ricevuto più finanziamenti ed è riuscito a dipingere Hillary Clinton come pagata dalle lobby. È quello che vuole lasciare fuori 20 milioni di americani dalla sanità pubblica ed è riuscito a dipingere (almeno sui giornali) Hillary Clinton come la candidata che non si preoccupa dei poveri. È quello che sistematicamente non riesce a catturare il voto operaio - non è un caso che la Clinton abbia stravinto in tutti gli stati operai meno due - ed è riuscito a farsi dipingere come il candidato del popolo contro l'elitaria Hillary. È quello che ha ripetuto e fatto ripetere in tutte le salse che "se sei nero devi votare Obama" ed ha dipinto Hillary come quella che ha giocato la carta proibita delle divisioni razziali.

E a me sembra, sempre di più, un candidato costruito a tavolino, pompato dalla stampa (Olly è sempre esilarante), che non ha mai catturato il voto delle grandi masse operaie eccetto che in Illinois, il suo stato, e North Carolina, dove i predicatori neri hanno polarizzato il voto sulla base di quelle divisioni che sostiene di voler superare, ed ha vinto in massima parte dove l'elezione era affare degli attivisti. Un candidato la cui forza non sta nel sostegno popolare ma nelle simpatie catturate con la stampa e all'interno della macchina elettorale democratica: in altre parole, un Gordon Brown americano, presentato dall'intellighentzia come un uomo nuovo, beniamino dei progressisti, che ci guiderà verso un radioso sol dell'avvenire di cui, purtroppo, abbiamo solo un'immagine estremamente vaga.

Spero di sbagliarmi, perchè se fosse veramente un Gordon Brown americano, l'ipotesi ottimista sarebbe che perdesse contro McCain - e altri 4 o 8 anni di presidenza Bush non li auguro veramente a nessuno.

12 commenti:

Anonimo ha detto...

E' la mia stessa identica impressione .
Però ho un ingenua e probabilmente immotivata fiducia nel meccanismo delle primarie nel selezionare candidati validi .
Ormazad

ipazia.dioniso at gmail.com ha detto...

Quoto tutto!

ipazia

Anonimo ha detto...

Resta da vedere se McCain sia realmente l'alternativa peggiore, o se sia tale solo per riflesso condizionato del tipo "mamma li repubblicani". Perche', per come ho seguito, e ammetto che e' poco, la questione, McCain mi pare piu' concreto degli altri due.

Eugenio Mastroviti ha detto...

@Niccolò: in questo caso non mi sembra che (almeno per me) "mamma li repubblicani" sia un riflesso condizionato; nel senso che è una reazione a quello che, sotto gli occhi di tutti, è successo negli ultimi 8 anni. McCain ha cominciato la sua campagna come riformatore del partito Repubblicano - non troppo diversamente da quello che ha fatto Clinton nel '91; ma lungo la strada ha dovuto fare troppe concessioni, si è spostato molto nel campo paleocon, ed oggi le sue proposte, dall'educazione all'economia alla politica estera, sono veramente difficili da distinguere da quelle di George Bush, e personalmente non mi sembra che gli ultimi 8 anni si possano considerare un successo.

Poi certo bisogna vedere come imposterà la campagna elettorale - è sempre difficile giudicare un candidato solo dalle primarie; ma finora diciamo che mi ispira ben poca fiducia.

Anonimo ha detto...

Mi pare pero' che l'amministrazione Bush sia la piu' odiata della storia degli USA, parlo proprio dall'interno del paese - negli ultimi anni me lo hanno detto un sacco di americani (parlo con musici americani abbastanza spesso per giornalismo musicale non retribuito, ma questa e' un'altra storia). Il prossimo, chiunque sia, deve porsi in maniera differente. O meglio, dovrebbe. Certo, poi se mi dici che purtroppo le ultime esternazioni sono state cosi', c'e' poco da sperare...

Eugenio Mastroviti ha detto...

@Niccolò: infatti, proprio per questo dicevo che è difficile giudicare un candidato solo in base alle primarie. Una cosa è allinearsi a Bush per catturare i voti alle primarie repubblicane; un'altra è vincere le elezioni - dovrà dissociarsi abbastanza chiaramente dal disastro Bush se vuole avere qualche speranza.

Eugenio Mastroviti ha detto...

@Niccolò: (o almeno spero)

amaryllide ha detto...

Euge', capisco che tu sbavi per la Clinton, ma a questo punto può vincere solo ribaltando la volontà degli elettori democratici con i superdelegati, e come reazione milioni di democratici non la voterebbero per il palese disprezzo mostrato della loro volontà. Ergo forse Obama è tutta panna montata, ma la Clinton non vincerà mai, puoi starne certo.

Eugenio Mastroviti ha detto...

"a questo punto può vincere solo ribaltando la volontà degli elettori democratici"

Vale anche la volontà degli elettori democratici di Florida e Michigan, o quelli sono figli della serva?

Anonimo ha detto...

Senza contare che credo che se i democratici assegnassero tutti i delegati di uno stato a chi vince le primarie , come per le presidenziali , la Clinton avrebbe già la nomination in tasca .
Ormazad

Anonimo ha detto...

Se vogliono essere considerati hanno solo da rifare l'elezione rispettando le regole. Non votare a capocchia.
Florida e Michigan non sono fuori perchè il negraccio cattivo ha deciso cosi' ma perchè l'ha deciso il partito democratico visto che avevano violato accordi presi precedentemente.
Poi per la carità sarà che a me la Clinton fa venire la dissenteria ma mi è difficile considerare valido il voto di due stati dove c'era un solo candidato

Eugenio Mastroviti ha detto...

@Annarella: a me starebbe benissimo rivotare (e comunque, in Florida erano candidati tutti e due); ma, lo ripeto per l'ennesima volta, se le sacre e inviolabili regole dicono che é perfettamente democratico ignorare il voto di due degli stati più popolosi (e decisivi) degli USA, allora é perfettamente democratico far decidere ai superdelegati come caxxo pare a loro. Non é che la volontà popolare é sacra e inviolabile solo quando fa comodo a Obama...