09 luglio 2005

I buoni e i cattivi

Devo dire che raramente la mia appartenenza (all'incirca) ad una parte politica mi ha creato tanto imbarazzo quanto in questi giorni. Abbiamo sempre accusato la destra di pensare per categorie fisse, di voler imporre degli schemi semplicistici alla realta', immigrati=cattivi, arabi=terroristi, e cosi' via; e noi ci beavamo di essere in grado di capire il mondo nella sua sconcertante complessita', o almeno di essere in grado di fare lo sforzo

Palle.

A girare per la rete in questi giorni, si scopre che a sinistra ci sono dei dogmi inviolabili, grotteschi quasi quanto quelli di destra. Uno di questi e' che gli americani sono il Grande Satana sempre e comunque, e che l'Occidente e' per definizione dalla parte del torto - peggio, che il torto e' definito dalla posizione dell'Occidente. Un altro, almeno altrettanto importante, e' che il nemico del mio nemico e' necessariamente mio amico.

Il risultato? Il riflesso condizionato giustificazionista a cui si sta assistendo da giovedi'. Il terrorismo islamico, i gruppi fondamentalisti, stanno combattendo contro gli americani e l'occidente. Adesso non mi interessa di chi sia la colpa: gli americani non avrebbero dovuto invadere l'Iraq, di sicuro, l'UK non avrebbe dovuto appoggiarli; le bombe degli integralisti sono arrivate prima, e indipendentemente dall'Iraq, e anche questo e' un fatto; e l'obiettivo ultimo degli integralisti, di tornare, fondamentalmente, a un Medioevo di Paesi isolati e senza scambi culturali o commerciali con l'estero, e' semplicemente irrealizzabile - tanto varrebbe compiere attentati contro la forza di gravita', o i temporali. Quale che sia il motivo principe, rimane il fatto che stanno combattendo contro l'Occidente; e quindi, in una semplificazione che farebbe spuntare una lacrimuccia di commozione ad un leghista, sono i buoni. E i buoni, nel nostro immaginario occidentale, non possono fare cose come mettere bombe nella metropolitana.

La prima reazione, immediata, e' stata la solita: e' un complotto della CIA. Il motivo di questo complotto e' nebuloso: di volta in volta si chiama in causa un improbabile imbarazzo di Bush al G8, o qualche forma di strategia della tensione, o una inesistente volonta' inglese di ritirarsi dall'Iraq. Comunque, il motivo e' secondario: ci sono state delle bombe, dev'essere stata la CIA. Dopotutto, non hanno ammazzato Kennedy?

La teoria del complotto per il gusto del complotto, pero', e' difficile da mandar giu' per chi abbia terminato con successo l'asilo, e quindi arriva puntuale la seconda giustificazione. Questa e' spiegata molto meglio di quanto potrei fare io in questo breve e lapidario messaggio su Usenet. Dice tutto: "Abbiamo ucciso 50mila iracheni, e loro che fanno? Si difendono, uccidendone molti meno". Poveri, c'e' la possibilita' che la regina li compensi con l'Ordine della Giarrettiera per il ritegno e l'autocontrollo mostrati, a fare solo una settantina (ultime stime) di morti tirando bombe nel mucchio. Gia', perche' adesso, nel tentativo disperato di giustificare queste bombe, si scoprono cose affascinanti, tipo che la responsabilita' per la guerra in Iraq e' collettiva: se il governo inglese partecipa alla guerra, i londinesi sono tutti ugualmente colpevoli e quindi sono bersagli leciti. Una bella sorpresa, dopo 4 anni passati a sgolarci e a dire che non si poteva rendere collettiva la responsabilita' per l'attentato alle Torri Gemelle, che non lo si poteva attribuire all'Islam in quanto tale, e neanche alle frange piu' conservatrici. Improvvisamente la responsabilita' della violenza e' diventata collettiva. Almeno per questa settimana.

Poi il discorso si estende:

E poi questi che erano in metropolitana... hanno votato o no?
danno l'appoggio a politici.. o no?
La responsabilita' per l'intero sistema politico diventa collettiva: e improvvisamente mettere le bombe in metropolitana diventa un modo per spingere un cambiamento politico. Un regime change, lo chiamano gli americani. Come quello che hanno imposto all'Iraq tramite le bombe. E nessuno si accorge che arzigogolando e azzeccagarbugliando per giustificare a tutti i costi le bombe di giovedi', si finisce per giustificare i crimini di Bush - e che il nemico del mio nemico non e' necessariamente mio amico.

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