11 luglio 2005

Niente eroi

C'e' una cosa che mi piace di Londra e della cultura inglese, una cosa che li differenzia dai loro cugini americani e da noi latini: non ci sono eroi.

Non ci sono eroi, ma non nel senso che non ci sono persone che, quando necessario, vanno al di la' del proprio dovere per aiutare gli altri, che mettono anche a rischio la propria vita, se necessario - di quelli e' pieno, qui come nel resto del mondo. No, non ci sono eroi nel senso in cui New York era piena di eroi l'11 Settembre - non ci sono interminabili servizi giornalistici e televisivi sui "nostri eroi", non c'e' il pianto collettivo e la commozione collettiva su quanto sono eroici i nostri eroi, non ci sono proposte di statue, parchi, libri Cuore dedicati a questi eroi; non c'e' stata l'elaborata, eccessiva, ostentata commozione collettiva, l'orgia di lacrime. Ci sono state, invece, migliaia di persone che facevano il proprio lavoro, con competenza, efficienza e coraggio. Persone che. a volte a rischio della propria vita, sono andate a soccorrere i passeggeri intrappolati fra le lamiere, poliziotti che fino ad ora avevano dovuto, se pure, fermare qualche scippatore, non si sono neanche posti la questione, hanno preso in mano una torcia elettrica e si sono incamminati lungo i tunnel, senza neanche sapere se le bombe avevano finito di esplodere, per guidare fuori la gente rimasta bloccata nei vagoni.

In particolare, vorrei rendere un piccolissimo omaggio ad uno specifico gruppo di questi non-eroi: il personale della metropolitana di Londra. Giovedi' mattina erano quasi gli unici a sapere quello che stava succedendo, e hanno continuato a sorridere, ad essere educati, a guidare la gente fuori dalle stazioni, a rassicurare e calmare. Sapevano che dei loro colleghi stavano rischiando la vita, o forse erano morti nelle esplosioni; sapevano che non era finita con le prime bombe, che c'era la concreta possibilita' che ce ne fossero altre; sapevano che, in teoria, uno qualsiasi di noi che protestavamo e ci incazzavamo perche' eravamo 20 minuti in ritardo poteva avere 5 chili di esplosivo nel suo zainetto o nel suo borsone; eppure hanno continuato a fare il loro lavoro, a sorridere, a prendersi le incazzature.

Per me, il ricordo del 7 luglio rimarra' sempre collegato ad alcune immagini - la piazza della stazione di Old Stret, deserta, con un paio di poliziotti a sorvegliare gli ingressi; la nostra receptionist, che mi sorride quando arrivo, e sospira, "Thank God you're safe too"; ma soprattutto, una donna di colore, con i capelli a treccine, piccolina e sottile, nell'uniforme blu dell'Underground, che ci accompagna fuori dalla stazione e sorride rassicurante.

Nessun eroe, a Londra. E' uno dei motivi per cui sono cosi' orgoglioso di essere un londinese anch'io.

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